martedì 30 giugno 2009
LIBRI SUL SOFA' DELLE MUSE - 13 -
giovedì 25 giugno 2009
SENIGALLIA E LA BETTINO PADOVANO RICORDANO....
di Franco Giannini
domenica 21 giugno 2009
SIAMO TUTTI PINOCCHI E MIOPI
di Franco Giannini
sabato 20 giugno 2009
UN ALTRO COMPLOTTO...PRIMA DEI G8...
mercoledì 17 giugno 2009
QUANDO LE PAROLE NON BASTANO
lunedì 15 giugno 2009
LIBRI SUL SOFA' DELLE MUSE - 12 -
venerdì 12 giugno 2009
GIOVANNI UN SENIGAGLIESE SENZA UN "PAPI"
di Franco Giannini
lunedì 8 giugno 2009
FIGURE DI PERSONE... NON DI CERTO VIP - 7 -
Io feci di testa mia ormai avevo deciso. Quando tornai nulla mi chiese e si riprese a frequentarci come prima senza mai nominare nè la Francia e, men che meno Parigi che sembrava le facesse paura. Un giorno per strada le chiesi quale dei due preferiva tra Camus e Satre ed ella mi diede una risposta distruttiva come se avesse dentro un presagio qualcosa di nascosto che non osava dirmi. Anna quando vedeva le "sorelle tutte più anziane", in fin dei conti aveva solo 32 anni , per il fatto di non avere ancora preso i voti, diventava seria e distaccata. Mi spiegò più volte che era una suorina laica ma tra noi si parlava di tutto e di tutti. La sua apparente allegria tutte quelle effusioni dettero fastidio all'Ordine tanto che un giorno fu trasferita in Toscana a reggere un collegio di bambini. Per Padova, le sue " sorelle", Anna era troppo rivoluzionaria, era sempre in movimento, tra preghiere, studi e lavoro e scombussolava il loro perenne silenzio anche per strada. Mi salutò senza dir nulla, senza piangere apertamente, anzi finse di ridere e quando arrivò alla nuova sede mi scrisse ch'era felice. Ora mi scrive mi racconta , mi parla delle sue giornate, dei bambini, dei traguardi. Per le ferie di agosto è andata giù dai suoi in Calabria. Ha fatto i bagni al mare e si è rasserenata. Sempre mi chiede di dare acqua ai fiori bianchi che non le diedi quando partì, che quando passo accanto al Cupolone, così Anna chiama la Basilica del Carmine guardo e penso a lei. In cambio ogni mattina dice una preghiera per me: le mie mi disse valgono il doppio. E' venuta una sera di settembre a trovarmi sempre di corsa sempre uguale. Parlava veloce e bello come sempre ci siamo abbracciati come amici-fratelli, tremanti. Ho osservato a lungo il suoi vestiti qualche segno senza far domande indiscrete: Anna è ancora Suorina laica, non ha preso i voti. Quando ci scriviamo io mi permetto, mi raccomando chè sempre temo diventi suora completa, chè ancora Anna si vede e si sente ragazza.
giovedì 4 giugno 2009
LETTERA APERTA - ASSE L'AQUILA / ROMA
copio ed incollo:
CINA - 20 ANNI GETTATI
20 anni sono passati da quel 4 giugno. Mi ricordo perfettamente quel giovane in camicia bianca che osò sfidare i carri armati cinesi, con in mano, a mo di arma, un micidiale sacchetto di plastica, sulla piazza vuota di Tienanmen. Pensavo che quel carro non si fermasse ed invece i cingoli si arrestarono ad un metro dal petto del giovane studente. Si pensava che quel gesto fosse la chiave di volta di un periodo da dimenticare. Invece la "svolta" non c'è stata. Continuano le repressioni. Continuano a fregarsene delle contestazioni occidentali pro-Tibet, di cui tutti ci siamo dimenticati. Oggi due sono le bandiere esposte e scolorite...quella arcobaleno della Pace e quella del Tibet. Continuano ad usare la pena di morte come primo deterrente per la sicurezza del paese e contro la corruzione che anche là non si fanno mancare. Continuano a sbarcarci merce contraffatte e pericolose perché insicure e nocive, che noi occidentali, solo in parte, riusciamo a fermare, incapaci di usare, per motivi economici, quella stessa vigliacca determinazione che invece adoperiamo per "controllare" il flusso dei barconi degli emigranti. Quasi, anzi senza quasi, che la legge economica prevalga su quella umanitaria. Continuano incessantemente e con un lento stillicidio di emigrazione clandestina, la conquista dei mercati occidentali, schiavizzando i loro stessi individui, utilizzando la loro mafia gialla, molto più pericolosa che la nostra, per il controllo di traffici commerciali quasi mai rientranti nei canoni della legalità. Continuano ad acquistare, snobbando quelli che sono i normali prezzi di mercato, con denaro anonimo, senza provenienza, abitazioni, stabilimenti, quando non industrie automobilistiche come avvenuto in USA. 20 anni sono trascorsi da quel giorno, tante chiacchiere si sono spese in quel lasso di tempo che le Olimpiadi si sono rubate, facendoci credere che con esse i popoli occidentali e non, avrebbero avuto una rivincita su questi comportamenti incivili, anti commerciali, inumani. Ci siamo genuflessi, prostrati, ci siamo sentiti superiori a certi atteggiamenti, perché tutte le genti ne avrebbero avuto beneficio. Invece, siamo rimasti succubi, timorosi, di questa pericolosa "peste"che non è certo quella suina, bensì quella della "febbre gialla". Quel capitalismo che sparla ogni giorno del comunismo, in occidente, ogni minuto secondo, in oriente, è disponibile a cambiare casacca e vendere ideali figli patria e bandiere, per un contratto commerciale che gli procuri guadagni. Se siano lordi poi non interessa. Però domani, qua da noi, sai quanti discorsi carichi di retoriche falsità verranno sciorinati ben sapendo che resteranno solo parole al vento, perché i cinesi non le ascolteranno mai, in quanto ancora una volta, la censura è già scattata. Noi occidentali su questo, si sa, siamo i migliori. Un' unica speranza ci resta: le dittature, qualunque esse siano, la storia insegna, prima o poi, sono destinate a cadere...e con loro, in maniera impietosa, anche i dittatori.