lunedì 17 novembre 2008

CONGO : LA GUERRA DEGLI ALTRI


di Franco Giannini


E’ proprio vero che non bisognerebbe pronunziare la parola “Mai”.
http://lospigolatore.blogspot.com/2008/11/guerre-dimenticate.html
Infatti mai, mi sarei pensato di usare parole di apprezzamento nei confronti di una comunità religiosa e nei confronti di quelle persone che la compongono.
Infatti, come ateo o meglio ancora ( forse per altri punti di vista peggio ancora) come agnostico,se pur distante da preconcetti, mai mi sarei aspettato di assistere con tanto interesse all’ incontro promosso da Padre Silvano Ruaro con l’ ausilio dell’ amico Gianluigi Mazzufferi
http://mambasa.blogspot.com/
, circa i mali in cui sta vivendo le popolazioni congolesi.
Dicevo, distante da preconcetti, perché se invitato mi sarei presentato per ascoltare quanto aveva da dire un mussulmano o un buddista, perché ritengo che nell’ascoltare, nel voler ascoltare, nel saper ascoltare, sta il vantaggio di chi vuol comprendere, analizzare e farsi una sua idea.
Padre Silvano, mi ha entusiasmato con la sua chiacchierata, proprio perché formulata in questo modo, una chiacchierata. Non una conferenza, non una predica, non una richiesta esplicita di fondi.
Una piacevole carrellata fotografica
http://www.flickr.com/photos/mambasa/show/
con un suo sottofondo verbale che ci illustrava le bellezze dei luoghi ma nel contempo con intelligente esperienza dovuta al suo “mestiere”, sottolineava quello che poteva sfuggire a prima vista.
Quante cose utili sono state costruite ed organizzate dalla missione a Nduye, quante se ne stanno facendo e quante se ne vorrebbero ancora fare, ma….purtroppo c’ è sempre un “ma” che ostacola, rallenta, burocratizza. Un semplice “ma” che in Congo si chiama semplicemente Guerra.
Padre Ruaro, riportava un passo di una lettera scritta dai vescovi congolesi in cui si parlava di una “Guerra degli Altri”.
Perché è giusto dire, che queste guerre non sono guerre volute dai congolesi, ma da noi bianchi, ed oggi anche dagli asiatici, per l’ accaparramento di quei minerali di cui è ricco il sottosuolo e non solo, dello stato congolese.
Padre Silvano ha tenuto a sottolineare con calore, quanto bugiarda sia l’ affermazione che, spesso si sente, circa il fatto che se questa gente acquista le armi è perché hanno evidentemente dei soldi.
Mai più bugirda e stolta fu questa osservazione. Le armi vengono passate dagli stessi interessati a che la guerra continui, distribuendole alle due fazioni in lotta, che fino “a ieri” avevano convissuto pacificamente e che sono state aizzate l’ una contro l’altra dopo che si è scoperto l’ “affare economico”.
Ci spiegava come si sviluppa il commercio, un esempio, a caso, del cacao: le multinazionali lo pagano pochissimo rispetto a prima della guerra, facendo giocoforza proprio perché c’è la guerra.
Ciò che acquistavano prima a 100, oggi lo acquistano a 40, forti del “prendere o lasciare” (ricatto ??), ma quando viene importato nei nostri “paesi civili”, viene rivenduto a prezzi esorbitanti perché “laggiù” c’ è la guerra, ed allora il prezzo che era prima di 200 si lievita fino a divenire 400.
Non parliamo poi come con sorrisolini accattivanti, come solo i cinesi sanno dispensare, unitamente alla costruzione di qualche strada in terra battuta di una decina, al massimo qualche centinaia di km. di un valore solo simbolico, sono sufficienti ad ammorbidire il despota locale o il dittatore del momento, per ottenere la prelazione su i benefici minerari su cui hanno posato i loro occhi a mandorla.
Dalla parte congolose, del resto, manca la scolarizzazione, l' istruzione.... E ben si sa quanto l’ ignoranza faccia male. Come una guerra, forse anche di più. Qualcuno pensa persino di voler frammentare il Congo, concedendo la parte mineraria ai paesi confinanti...sarebbe la fine del Congo!
Ed è qui che ho potuto ammirare, quanto di buono abbia fatto il creatore di questa missione con la sua immensa opera: Padre Bernardo Longo,
http://scaloni.it/popinga/wp-content/uploads/2007/08/padre-longo-e-la-sua-opera.pdf
trucidato in una di queste guerre, ucciso non dai congolesi, ma dalla loro involontaria ignoranza. Ora Padre Silvano Ruaro, ne sta continuando l’ opera. E vorrei dire che l’ onore di tutto ciò, non va ai vari personaggi intesi sacerdoti come tali, ma solo e semplicemente come donne ed uomini votati al bene di altri uomini.
Gente che crede fermamente che la guerra, le violenze, la fame, le si possono sconfiggere solo con l’ istruzione, e con l’ apprendimento delle varie arti lavorative, dell’ agricoltura, dell’ allevamento, della tessitura, della meccanica. Ed è in questo che è concentrato il loro sforzo.
E di bello c’ è anche che non tutti gli abitanti della comunità di Nduye sono cattolici, ma ci sono altre religioni eppure vivono tranquillamente tutti in pace.
Non posso dire certamente che questo incontro mi abbia portato verso una conversione, ma posso senz’altro dire ed affermare di essere rimasto piacevolmente sorpreso di si tanto lavoro, dove le preghiere sicuramente ci sono, ma è il lavoro fisico e mentale quello che occupa più tempo e la fa da padrone. Come il dire "Aiutati che Dio ti aiuta".
Sinceri e sentiti auguri Padre Silvano e buon lavoro, da uno che crede che non tutti gli uomini siano uguali (voi ne siete un esempio), soprattutto tra quelli dei paesi che si auto-proclamano (vergognosamente!!)civili.
http://www.progettomambasa.it/default.asp

1 commento:

www.dariopetrolati.it ha detto...

Come siamo distratti,
Franco,
indifferenti.
Forse non sappiamo più leggere non ci emozioniamo vergogniamo cosa siamo intimamente, Franco proprio non so.
Anzi ogni giorno che passa dubito in negativo e tutto questo scrivo chè vedo il tuo bel servizio fatto col cuore senza alcun commento partecipazione.
Ce ne frega niente poco quanto non so lo spettacolo di fuoco la morte il male tutto è lontano come se fosse spettacolo in TV.
A te laggiù la gente ti ferma ?
Quassù nessuno ne parla, oggetto predominante quotidiano sempre e solo : Berlusconi.
Siamo aridi,
peggio , ma cosa siamo?
un abbraccio,
dario.