... ladro a furbo, meglio ancora se intelligente... mahhh...!!!
Vi ricordate i famosi
“Nevoni” contrassegnati dall'anno in cui sono avvenuti? Ebbene io
rammento come immediatamente (o quasi) i Sindaci organizzavano
squadre di spalatori per pulire le strade dal ghiaccio.
Ricordate il crollo della
diga del Vajont, in cui immediatamente scattavano i soccorsi basati
oltre che sui soliti VF (osannati ogni qualvolta al bisogno e
dimenticati il giorno a seguire per non rispolverare il problema
economico!) sulle truppe di Alpini locate nelle caserme confinanti
quel territorio.
Devo ricordare il Polesine
o l'alluvione di Firenze per far presente come fossero intervenute le
forze armate sia nel numero che velocemente, perché allora dislocate
dentro le caserme in modo più fitto di quello attuale nel lungo
stivale ?
Bene, anzi male, visto i
morti ed i danni di quest'ultima settimana ed ancora le ferite non
rimarginate dei vari terremoti. Ecco che allora mi augurerei che
questo GOVERNO si facesse furbo ed approfittasse di questa
catastrofica sfiga, in un evento economicamente fortunato per far
ripartire l'economia con nuovi posti di lavoro.
Immediatamente, i sindaci
delle località colpite dovrebbero quindi, richiamare tutti i
disoccupati e dare loro opportunità di lavoro: dallo spalare il
fango, togliere i detriti, a lavori più qualificati a seconda delle
loro specifiche mansioni come il sopralluogo e la possibile
abitabilità o meno (per ingegneri e geometri) delle case
accidentate.
Stilare una lista di ditte
(immediatamente e possibilmente non grosse escludendo drasticamente i
Sub-appalti) per i lavori a breve e medio termine (e per medio
intendo sei mesi al massimo!). Contributi attraverso buoni di
acquisto alle famiglie per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici,
nelle ditte con cui lo Stato abbia stipulato accordi con prezzi
vantaggiosi sia per l'acquirente che per chi acquista (Ditte
straniere escluse se queste non operano in Italia). Per gli
interventi come il MOSE, iniziato nel 2003 e che ancora non è
terminato e che si pensa non risolverà nulla, stendiamo un velo
pietoso e i credenti preghino sperando in miracoli. Seppur sembra che
anche il Padre Eterno si sia stancato di intervenire.
Sparare milioni, facendoli
passare attraverso Regioni, province e comuni, significa che o questi
non arriveranno mai e si perderanno negli innumerevoli meandri della
politica amministrativa... o se nella migliore delle ipotesi
dovessero arrivare, gli attuali neonati, saranno, nel frattempo,
diventati maggiorenni.
Io lo voglio sperare, ma
credo che invece, ancora per l'ennesima volta, si tornerà a parlare,
parlare, parlare ancora di prevenzione come della scoperta dell'acqua
calda e magari, nel mentre se ne parla, si torni a rituffarsi
nell'acqua bollente, seppur timorosi di quella fredda.
E si, perché l'Italia, il
famoso Bel Paese, altro non è che una nazione in cui la cosa che
sappiamo realmente fare con indiscussa velocità è la sostituzione
delle terminologie. Dopo il “geniale” Petaloso, ecco che la
Treccani conia lo “stupendo” termine di Tottilatria.
Ecco che allora, i poveri
intellettuali politici messi lì a salvaguardia delle strade (ed
anche male in arnese viste le buche incolmabili) e non solo, hanno
sostituito via via al termine “Intense precipitazioni” quello più
allarmistico di “Bomba d'acqua”, allo “straripamento” di un
corso d'acqua, quello più esotico e meno conosciuto da molti di
“Esondazione”. La frana è divenuta smottamento, inondazione è
diventata allagamento, le raffiche violente di vento sono cambiate in
trombe d'aria o marine se queste si spostano sulla costa o sul mare,
la valanga può prendere l nome di slavina, il terremoto di
sismicità, ma alla fin fine se non è zuppa è pan bagnato. Per chi
vi è coinvolto fisicamente è e resterà sempre una tragedia, mentre
per coloro che lo sono, ma in maniera amministrativa, il cambiamento
del termine è opportuno in quanto potrebbe fungere da “parafulmine”
in merito alle loro responsabilità.
Poi oggi tutto è
diventato “Eccezionale”, “Inaspettato”, “Improvviso”, ed
effettivamente non è che non lo sia, ma il piangersi addosso sempre
mentre si piglia la pillola del giorno dopo, lascia schifati e con
l'amaro in bocca.
I comunicati stampa che
dovrebbero avere lo scopo di salvaguardare le popolazioni dai
cambiamenti meteorologici previsti 24 ore prima e classificati con
un colore che va dal giallo al rosso suonano spesso come l'urlo di
“al lupo al lupo”, perché poi l'evento non si verifica, o se si
verificasse l'avviso è “rosso”, l'alternativa sarebbe (per chi
crede) pregare raccomandando l'anima a Dio o sperando che i
meteorologi, per l'ennesima volta, si sbaglino ancora.
di Franco Giannini
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