mercoledì 23 gennaio 2019

Un' ITALIA fatta di tanti "qui lo dico, ma subito lo nego"...

... "la colpa di tutti 'sti casini è della Brexit e dell'Italia"... e se l'ha sentenziato il Dr. che sei morto, taci e stai fermo al tuo posto.

Or dunque l' Italia che fino a ieri non se la cag.. calcolava nessuno, improvvisamente e di colpo a Davos, ha preso quota in ambito internazionale meritandosi del "nobile" appellativo di "zavorra", o meglio ancora, quella di "Arma Vulnerabile dell' Economia Mondiale".
Ed i nostri rappresentanti come se la sono presa? ci si chiederà. Più che come è dove se la sono presa o meglio ancora dove ce la siamo presa noi italiani. Semplicemente Lì ... Come al solito. Del resto con un Tria che ride sempre, perché comincio a pensare che altro non sappia fare (poi figuriamoci contro un' acidula Lagarde !), un povero Moavero spaesato quasi catapultato là per caso e con un Conte in divisa da Vigile del Fuoco imprestatagli dal suo vice Salvini, pronto a spegnere ogni principio d'incendio, che cosa pensavate potessero obiettare. Anche perché tutte le accuse, forse, non è che siano poi tutte infondate, seppur ci abbiano voluto assegnare meriti, al di sopra delle nostre reali potenzialità e che sicuramente non ci spettano: ma voi davvero vedete l' Italia, simil zattera acquistata da scafisti mori come usato garantito,  in grado di affondare la portaerei mondiale dell'Economia globale. Noi, va bene saremo anche ridicoli, ma pure la Lagarde e tutto il suo entourage con certe affermazioni non è che lo siano di meno. Si sarà mai chiesta, invece, se  il male potrebbe essere dovuto alla sperequazione segnalata dai dati della Oxfam in cui si evince che sul nostro pianeta esistono 26 miliardari il cui reddito si dice ammonti a quello di ben 3 miliardi ed 800 milioni di persone. Un altro dato ? Lo fornisce la Forbes con il suo dire che la ricchezza di 1900 miliardari è aumentata in un anno di soli (si fa per dire!) 900 miliardi di dollari pari ad un misero + 1,2%, mentre la povertà globale, gli sfigati son sfigati ma caparbi nel voler primeggiare, è cresciuta di un bel + 11%. Ma per la sora Lagarde la colpa è dell'Italia: C'è qualcuno che si unisce al mio segreto augurio?

 In casa CGIL si è deciso di dare una "rinfrescata alle mura" della "sala" buona, voglio sperare che  non sia da "pranzo".

A contendersi il posto di unici padroni di casa, Landini contro Colla. Fino a ieri non si sapeva chi avrebbe vinto, si poteva forse immaginare, seppur un dato certo e positivo al momento era che Susanna Camusso si toglieva di mezzo e che di certo non se ne sentirà la mancanza. Cifre alla mano, segnate solo sulla carta, Colla con i suoi pensionati, avrebbe avuto un bacino di 2.250.000 voti, contro 1.950.000 di Maurizio. Ma il voto (doveva essere) segreto, avrebbe potuto far ribaltare l'esito che sulla carta sembrava scontato.
Poi a quel che si dice, onde evitare una spaccatura del Sindacato che se non c'è stata si ripresenterà (immagino) al primo problema che sorgerà, si è giunti al compromesso di creare due o forse tre poltrone, con Landini nel ruolo di Segretario, Colla suo vice e forse un altro ma con il volto di donna. Bene che si sia evitata una morte attraverso un taglio cesareo, ma è nato un nuovo mostriciattolo. E così facendo credo che non si vada da nessuna parte. Salvo che tutto ciò non lo si sia fatto per mantenere e dare a tutti i candidati una poltrona che sarà logicamente in materiale aureo anche quando servirà a far riposare le vecchie membra andate in quiescenza. Ed intanto i lavoratori continueranno ad essere cornuti e mazziati ? Landini dimmi di no, dimmi che sbaglio, ma dimostramelo pure !!
Calenda, manager regalato alla politica e divenutone in breve tempo intossicato, tanto da prendere prima la tessera del PD e visti i successivi spostamenti pur di restare aggrappato al salvagente Italia o a quello di Bruxelles, quindi uomo da prendere con le molle, in una intervista ha detto che qualora Landini dovesse occupare quella sedia (cosa quindi che farà!), il suo primo impegno dovrebbe essere quello di "guardare il lavoro" con l'occhio proiettato al futuro e non con quello di 40 anni fa. Sarà vera (non che l'abbia detta) questa affermazione ? Boohh !! Fatto sta che vien da chiedersi perché negli anni del suo onorato servizio non abbia messo in pratica quanto ora, che non ha più il timone in mano, gli bolle  in testa e da maestrino con la penna rossa l' intenda "divulgare" a chi già di "idee confuse" ne ha non poche. Oggi sono altri tempi, si dirà, le modalità per accedere al lavoro sono mutate. Sarà anche vero, ma perché le intellighenzie nostrane se ne accorgono sempre l'indomani, come quelle ragazze sprovvedute che ricorrono timorose alla pillola del giorno dopo, quando le stalle (e non solo) si sono spalancate e hanno perso il loro "Posto di lavoro" per cui erano pagati in quanto atti a risolvere problemi ogni giorno più incancreniti.
Se, poi Calenda invece, o i suoi simili, avesse voluto suggerire a chi prenderà il comando del primo Sindacato italiano, che la nuova tipologia del lavoro di domani dovrà basarsi sul tempo determinato, sul salario al ribasso, sulla minor sicurezza, sul maggior numero di ore da svolgere, su una riduzione dei servizi sociali, su di un taglio sulle spese sanitarie... behh, ritengo che a questo punto il nuovo inquilino del Sindacato piuttosto che rinfrescare le pareti, disdetti la casa ed inizi a preparare i pacchi per un trasloco in un non so quale paese o continente. Ma anche per Calenda o chi per lui, giunti a questo punto, sarà solo un mio stupido pensiero, credo, non dovrebbe aspirare allo scranno del Parlamento Europeo, perché come tutti noi europei meridionali, dovremmo cominciare a pensare a traghettare contromano, nel Mediterraneo, verso i porti africani.
Forse ci sarà un novello Salgari che descriverà gli arrembaggi delle nostre carrette contro quelle degli africani che non si contenderanno dobloni d'oro, ma posti di lavoro con trattamenti da schiavi con stipendi sempre più da fame e rinnovi aziendali (che parolona) contrattati al ribasso.

Tutte le Case Automobilistiche della terra, ci trapanano il cervello con la fuoriuscita di nuovi modelli, ecologici, veloci, belli, spaziosi ed accessoriati...

... A quel che sembra, meno una. Quale ? E chi poteva essere se non la nostra... nostra poi un cavolo... era nostra ! ma ora ha solo qualche stabilimento in Italia che marcia a tre cilindri. La direzione è negli USA, paga le tasse in Inghilterra e negli ultimi tempi, fino alla sua morte improvvisa, era gestita da un uomo (Sergio Marchionne) tutto pullover, ma senza patria (o meglio a livello di passaporti ne aveva due) ma tutto portafoglio, che poi ha comunque dimenticato nella fretta qui sulla terra al momento del trapasso: figlio di Italiani emigrati nato in Canadà, "domiciliato" in Usa, con passaporto anche svizzero, dove ufficialmente risiedeva. Definito un genio e dimenticato un'ora dopo morto (o quasi) dai suoi "datori di lavoro" (dimentichi della parola riconoscenza se non a parole), che visto come li/ci ha lasciati in braghe di tela, sono corsi ai ripari affidandosi (vista la capacità delle loro teste) nuovamente ad un altra "testa" straniera, quando ancora le spoglie erano calde e su questa terra. Evidentemente non conoscendo quanto i latini sottolineavano con il loro :"errare humanum est perseverare diabolicum".
Per me era e resterà comunque FIAT, l'altro acronimo ideato da Marchionne non lo voglio neppur scrivere, tanto sa di volgarità gratuita quasi creata apposta per sfregio nei confronti delle italiche menti che sapeva bigotte.
Non si dovrebbe parlare male di persone non presenti, figuriamoci poi dei morti. Fatto è però che oggi dobbiamo ringraziare la Sua buonanima, e credo che sia sotto gli occhi di tutti, che ogni casa (o quasi) automobilistica ha in listino modelli di auto ibridi, elettrici, benzina, gas, diesel e solo l'ex torinese ancora punta (mi si scusi il bisticcio di parole) sulla Punto, sulla Panda, sulla Tipo e sulla gamma delle 500. Aveva detto e scritto che non credeva sull'elettrico e quindi i suoi studi si sono fermati sul "piccolo", sul ripetitivo e superato nella modellistica. Aveva detto che la VW aveva fatto una cosa che noi non avremmo mai fatto e pensato di fare quando si era scoperto la pratica scorretta usata per alterare i dati sulle emissioni dei diesel. Oggi si scopre che invece dovremmo pagare anche noi (non la si fa fa sotto la neve che poi la si scopre) ben 650 milioni di dollari in Usa, che usciranno, guarda caso, da mancati investimenti, come annunciato dalla casa madre, seppur con la postilla di "se resta l'ecotassa", negli stabilimenti però italiani. Il domani, forse, potrebbe dare ragione a Sergio, ma intanto oggi, visto che i sindacati stanno scaldando i muscoli, immagino che la Casa ricomincerà a piangere gettando la colpa, ancora una volta, sul costo del lavoro, sulla minor produttività della nostra gente e mai sulla loro incapacità gestionale dell'intero settore. 








di Franco Giannini

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