giovedì 30 aprile 2015

1° Maggio 2015 - Una Festa che non c'è

... e non solo. Ancora per quest'anno, quindi, non si festeggia.

Sappia però che chi non festeggia, come del resto fa il sottoscritto, sarà schedato nella lista dei "GUFI", che non sono adepti appartenenti ad una immaginaria Gioventù Universitaria Fascista Italiana, ma solo dei semplici iettatori (dicono loro) che non pensandola come i nostri governanti, sono da questi, a dir poco, mal visti. Comunque loro dicono che tra breve (conoscete se esista per caso un misuratore che analizzi la lunghezza del loro "breve"?) questo nostro Paese pieno di pezze al culo, diverrà opulento per tutti. Si vedono già i primi lumicini in fondo a quel tunnel inaugurato due anni fa circa da un certo Monti e che poi ci ha lasciato invece in un mare di guai portando agli onori degli altari governativi una sconosciuta Elsa Fornero fatta poi santa e protettrice dei disoccupati, precari ed esodati. Con tale ascesa al soglio governativo, la festa del 1° Maggio veniva per forze di cose, tacitamente soppressa.
Al momento però non sono per tutti periodi economicamente catastrofici, perchè a quel che sembra, per pochi privileggiati, corrotti, concussi e comunque quasi sempre amici degli amici, le cose vanno a gonfie vele. Ed anzi in un momento che di lavoro ce n'è poco per molti, c'è chi è costretto a del super lavoro come le F.O. e le Magistature italiane. Le carceri, casualmente invece no, perchè gli implicati in questo processo di involuzione all'italiana, sono quasi sempre composte da individui malaticci che vengono posti, per ragioni di salute, quasi tutti, agli arresti domiciliari nelle loro magioni.
Quest'anno però a confondere le acque di questi festeggiamenti del 1° Maggio, ci sarà fortunatamente (?, bohhh... staremo a vedere!) il taglio del nastro dell'EXPO di Milano, sempre che si trovi in tempo, visto l'andamento dei lavori e di quelli giudiziari, un nastro ed un paio di forbici. Sicuramente i chi dovrà tagliarlo sono pronti ed in abbondante numero, tanto che si stanno spintonando senza ritegno e forse si dovrà ricorrere all'estrazione estrarre a sorte del "baciato dalla fortuna" o dello "sputtanato dell'occasione", che vedrà apparire la sua foto sui giornali di tutto il mondo. Quale sarà il titolo che sarà riservato al tagliatore del nastro dipenderà solo da quanto EXPO sarà pronto il 1° Maggio e da quanto lo sarà "a breve" dopo l'inaugurazione.
Ed allora io per non farmi il sangue amaro e non pensarci su a come era il 1° Maggio tanti anni fa, anni di speranza seppur non di certezze, mi sono divertito a spolverare vecchie vignette satiriche di puro stampo GUFIano, che fino ad oggi, non sono risultate iettatrici, bensì verità anticipate e che butto lì sensa una calendarizzazione (parola che piace tanto ai politici!) precisa. Divertitevi anche voi.









venerdì 24 aprile 2015

IL 25 APRILE ancora per molti questo sconosciuto !!

Quando il silenzio è più rumoroso delle parole :


....perchè di lavoro, Poletti dice un milione di posti, non sembra, ma ce n'è da fare !!!Guarda qua....


e qualora non fosse sufficiente ci sono altre ore di straordinario da fare ...

sabato 18 aprile 2015

Conclusi gli eventi a Senigallia per ricordare il gesto eroico dei due finanzieri

Svolta la cerimonia dove sbarcarono gli austriaci, chiusa la mostra : ecco un ultimo "tour" - VIDEO

Un fortunato slogan pubblicitario ricorda che “Un diamante è per sempre“. La stessa cosa, immagino, deve essere ritenuta da chiunque indossi una divisa militare. Nel caso in questione, quella della Guardia di Finanza.
Dopo quasi cento anni, per ricordare con orgoglio questi due loro commilitoni e il loro corpo di appartenenza, sono riusciti a completare la storia della GdF dalla fondazione fino ai giorni nostri: il tutto è contenuto in due grossi libri. Ed è da questi due volumi, dopo una lunga e meticolosa ricerca, che sono state tratte le foto che hanno poi permesso lallestimento di questa mostra. Un lavoro certosino che ha richiesto tanto tempo, ma anche posto in primo piano la preparazione tecnica, per scannerizzare il vecchio materiale, operare le azioni di restauro utilizzando le risorse del computer ed infine per l’egregio lavoro di allestimento della mostra e la continua presenza, ogni giorno, di almeno uno di loro.
Inaspettatamente ed immeritatamente, mi è giunto un invito personale a visitare la mostra da parte del presidente e vicepresidente dell’ANFI, rispettivamente il generale di brigata Roberto Boccolini e il sig. Ernesto Murenu. Onorato ed incuriosito ho orgogliosamente accettato. Non dimenticando, anche, che verso questo corpo, noi senigalliesi tutti, in primis, dobbiamo rispetto e riconoscenza, essendo stati loro, casualmente presenti, i primi ad intervenire in quel fatidico 3 maggio 2014, riuscendo a salvare dalle acque tante vite umane.
Ad accompagnarmi personalmente nel percorso lungo i corridoi della Expo-Ex, che seppur più moderni, ricordano quelli della Mole Vanvitelliana, il gen. Boccolini che con la sua precisa, minuziosa illustrazione, piena di aneddoti e spiegazioni ad ogni sosta davanti a ciascuna immagine, mi ha fatto rivivere quel gesto quasi che fosse una semplice avventura. Una risposta che gli austroungarici volevano dare all’italica “Beffa di Buccari” e che invece, si concluse per gli austroungarici con una ulteriore “Beffa di Ancona“. Ma per loro, comunque sia andata, ci fu il nostro massimo rispetto.
Ed il perchè di questo rispetto, va ricercato anche analizzando un episodio contenuto nel racconto del generale, da cui si possono vedere come i tempi siano mutati in peggio, a livello comportamentale, s’intende: si pensi, mi racconta sempre il generale, che quando gli austriaci occuparono una casa di campagna al “Barcaglione” prendendo in ostaggio una mamma con il proprio figlio che l’abitavano, l’indomani riprendendo la loro strada, gli ufficiali austriaci, rilasciarono una ricevuta per il cibo che avevano consumato ed il disturbo che avevano arrecato, in modo che la donna potesse avere un un qualche risarcimento. Uomini, signorilità e rispetto di altri tempi.
Come se un’improvvisa macchina del tempo mi avesse catapultato agli anni della mia adolescenza. Mi sono rivisto quando la notte, sotto le coperte, spenta la luce, dopo aver letto i libri di Verne o di Salgari, mi ritrovavo a vivere quelle avventure in prima persona.
Invece d’avanti alle foto del bassorilievo bronzeo che compare sul vertice di uno degli angoli della Mole Vanvitelliana (o come veniva anche chiamato al tempo Zuccherificio e da qui la presenza delle GdF in guardia amministrativa al deposito e non prettamente militare), e più esattamente quello rivolto verso i binari ferroviari, finalmente dopo quasi sessanta anni ho scoperto a chi fosse dedicato.Ricordo che ogni qualvolta, da ragazzino, prendevo la “Corsetta” (il treno locale di terza classe, quelli che i miei coetanei ricorderanno, in legno per intenderci, riservato ai bagnanti e che partiva dalla stazione Marittima per arrivare a Falconara M.ma, con sosta intermedia a Palombina), questa giunta in quel preciso punto, poiché si aveva la sensazione di cadere in acqua, vista la vicinanza dei binari al molo, sembrava darci la possibilità di toccare con le mani quel grosso medaglione bronzeo. Il che invitava noi ragazzi a sporgerci dal finestrino simulando di toccare il militare
 che con il petto in fuori ed il braccio aperto sembrava volersi immolare.
Poi la mia deprecabile ignoranza ha avuto vita facile con il piacere della conoscenza, almeno fino ad oggi, quando ho scoperto quanto si celasse dietro a quelle scritte incise nella lapide: “Le Guardie di Finanza Grassi Carlo e Maganuco Giuseppe, vigili scolte devote al dovere e alla Patria osarono opporsi con le armi a 59 militari della marina austriaca qui giunti di sorpresa nella notte del 6 aprile 1918 per impadronirsi dei MAS ormeggiati nel porto e sostennero da soli un conflitto cruento finché accorse alla testa di una pattuglia il brigadiere dei Carabinieri Reali Guadagnini Anarseo che audacemente intimò ed ottenne la resa dei nemici. I cittadini di Ancona memori questo ricordo posero. XV Nov. MCMXXVII – Anno VI – E.F.


Ed oggi invece, divenuto anziano, più riflessivo e meno coinvolto in quel processo che il logorio dell’assillante vita quotidiana ci propina, sono divenuto più curioso ed appunto sottolineavo con il presidente accompagnatore e “cicerone” personale, come fossero mutati nel corso di meno di un secolo di vita, tanti atteggiamenti: tra questi anche il modo di esprimersi. Nella targa infatti si legge quel “vigili scolte”, che mi ha portato a pensare più di una volta che cosa stesse a significare o se si trattasse di errore, poi ho legato (a)scolta quindi al nostro guardia, sentinella, colui che ascolta. Non parliamo poi per la scelta di certi nomi propri oramai in disuso come quello del brigadiere dei Reali Carabinieri Guadagnini, anche lui medaglia d’argento, Anarseo. Un nome che fino a ieri non sapevo neppure esistesse.
Una mostra nella mostra, direi per provocare invidia in chi se l’è persa (logicamente scherzo!).
Altre curiosità nelle pieghe della mostra, le variazioni che ci sono state nei vari campi, a partire dalla moda del vestire a quello nel campo della grafica, sia a livello di impaginazione che come scelta dei caratteri usati nella composizione dei testi come quella dei formati pagina dei giornali, sia nelle illustrazioni a colori con i personaggi in posizioni drammatiche e con le bocche quasi sempre aperte quasi a farci ascoltare i loro gridi.
Almeno per me lo è stato, l’ulteriore scoperta nel conoscere che l’artista che ha realizzato il monumento ai due finanzieri Grassi-Maganuco è opera del nostro concittadino Schiavoni, papà del nostro assessore alla cultura e pubblica istruzione. E che le tre lastre del monumento, stanno ad indicare la prima partendo dal fondo, il mare, la seconda la terra e la terza l’uomo, quegli uomini che hanno impedito che il gesto degli incursori si concludesse con un esito positivo per gli austriaci.
Insomma, una piacevole passeggiata, che una volta giunto al tavolo su cui poggiava il quaderno delle firme dei visitatori, mi sono trovato a mormorare inconsapevolmente, e guarda il caso a chiusura di un testo iniziato allo stesso modo, con un altrettanto fortunato slogan: “Già fatto?!?“. Però nel mio caso, questa volta, visto che non si trattava di siringa, ma di una gradevole esperienza giunta alla fine del percorso, pronunciato con vero dispiacere.

Allegati

Per saperne di più:
Ancona, 5-6 aprile 1918: la fallita ritorsione austriaca per la beffa di Buccari
L'approfondimento del Sistema Museale della Provincia di Ancona
L'evento su Wikipedia

Guarda il VIDEO

Franco Giannini
Già pubblicato Giovedì 16 aprile, 2015 su SenigalliaNotizie.it 

lunedì 13 aprile 2015

Ostra Vetere: donata la tela di Brunella Romyo alla Casa dell’Accoglienza – FOTO

Il paese com'è oggi, riveduto e corretto del com'era "al tempo delle mele" degli Ospiti residenti.

A seguito delle festività pasquali solo ora sono a riportare la suggestiva cerimonia della donazione avvenuta il 2 aprile. Solitamente tutti questi tipi di cerimonie si è soliti etichettarle, con un filo di retorica, come appunto ho definito suggestive, commoventi, toccanti, coinvolgenti e chi più ne ha più ne metta.
Ma in questo caso, l’uso di tali aggettivi, non è certamente un farsi prendere dal facile uso dell’enfasi, perchè si è trattato veramente non di un semplice scoprimento di una tela. In quel gesto atto a far cadere quel drappo bianco consegnando un’opera d’arte ad una Comunità particolare, c’era molto di più.
Arte, ricordi, umanità, rispetto, nonchè l’invito ad sempre maggior fusione della Comunità anziana e non solo, interna alla Casa, con quella più giovane del Paese: il tutto racchiuso e custodito gelosamente dentro quegli appena due metri quadri di tela tenuta assieme da una leggera cornice, poco appariscente, in modo tale da non distogliere l’attenzione dal suo più importante contenuto.
Avrei voluto scrivere che alla cerimonia presenziavano anche Josè Feliciano o i Ricchi e Poveri che con le parole e la musica della loro canzone sanremese “Che sarà”, avrebbero potuto darla ad intendere che erano state pensate e scritte proprio per questa occasione e per questo quadro: “Paese mio che stai sulla collina – disteso come un vecchio addormentato – la noia l’abbandono il niente – son la tua malattia paese mio ti lascio e vado via…” ed ancora proseguiva con: “… gli amici miei son quasi tutti via – e gli altri partiranno dopo me – peccato – perche’ stavo bene in loro compagnia – ma tutto passa tutto se ne va – che sara’ che sara’ che sarà…”.
Infatti questo evento ha casualmente come titolo “Paese Mio”.
Ostra Vetere: donazione alla casa per anziani del quadro "Paese Mio" di Brunella Romyo Ostra Vetere: donazione alla casa per anziani del quadro "Paese Mio" di Brunella Romyo Ostra Vetere: donazione alla casa per anziani del quadro "Paese Mio" di Brunella Romyo
Un velo di malinconia dovuto a quel po’ di rimpianto che abbiamo tutti per i tempi trascorsi, ma che è durato solo una frazione di secondo, perchè l’autrice di quest’opera, la Signora Brunella Romyo, è riuscita a scacciare in un batti baleno, giusto il tempo della caduta del drappo. Poi osservando l’opera, ci si è ripresi e con l’apporto dei festosi caldi colori e l’aggiunta di immagini vive, seppur fantasiose (oggi scomparse e divenute inesistenti) di quei giorni passati, gli Ospiti della Casa, si sono sentiti riportare ai tempi della loro gioventù, quella di cui sono intessuti i loro discorsi quotidiani. Infatti gli Ospiti ricordano spesso e sempre con allegria, i ricordi della loro infanzia, della loro adolescenza: quell’età giovanile che proprio per questo rimarrà sempre bella nella loro memoria.
E questo quadro sarà lì, ogni mattina proprio quale stimolo per rammentare loro piacevoli momenti della loro gioventù.
A togliere il drappo sancendo così il definitivo dono dell’opera, due Ospiti della Fondazione, l’autrice Sig.ra Romyo ed il Dott. Sandro Sabbatini Presidente della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli accompagnati simbolicamente in quel gesto dalle principali autorità istituzionali e religiose del Paese.
Michele Garbin parla dell'opera "Paese Mio"Dopo la benedizione dell’opera a completarne la presentazione anche un puntuale e preciso intervento del nostro concittadino nonchè critico d’arte Dott. Michele Garbin, che ne ha spiegato le difficoltà tecniche di esecuzione nonchè le qualità artistiche dell’autrice.
Ed ora attendiamo i prossimi lavori dell’artista, che come promesso si cimenterà nella rivisitazione dei vecchi vicoli di Ostra Vetere e che saranno presentati in una nuova mostra.
Prima di chiudere, io invece mi scuso per la scarsa qualità delle mie foto e del mio video, fatte all’interno dell’atelier, che vista la limitatissima abilità del sottoscritto aggiunta alla fretta per i motivi già spiegati, ha portato ad un risultato poco entusiasmante (L’opera meritava molto di più!). Quelle invece relative all’interno della Fondazione, sono di altra mano e la cosa del resto ben visibile e palese.


La donazione del quadro: GUARDA il VIDEO su Facebook
Volti e nomi della Senigallia celebre ma modesta n°18: Brunella Romyo

Franco Giannini
Già pubblicato Domenica 12 aprile, 2015 su SenigalliaNotizie.it

lunedì 23 marzo 2015

Mostra della pittrice Brunella Romyo alla Casa dell’Accoglienza di Ostra Vetere…

... e donazione dell' opera: l' appuntamento per l' inaugurazione della tela è per il 2 Aprile.

Era da tempo che ogni qualvolta mettevo piede nel suo Atelier-Studio d’Arte di via Cavour, 34 a Senigallia per un saluto, vedevo la Sig.ra Brunella Romyo che mi guardava con un certo imbarazzo principalmente quando inevitabilmente lo sguardo mi cadeva, seppur con fare disinteressato, a quel “qualche cosa” di rettangolare nascosto sotto un lenzuolo bianco. Seppur fosse intuibile che di quadro si trattasse, le mie seppur scarse ed elementari nozioni di buona educazione mi hanno sempre evitato di chiedere in che cosa di nuovo e di tanto segreto stesse lavorando, dal momento che tutto era così accuratamente ben celato all’occhio del visitatore. Fintanto che, però, giorni fa, sono entrato casualmente a farle visita fuori dell’orario solito in cui normalmente la passo a visitare e l’ho trovata, come si è soliti ironicamente dire, con il “topo in bocca”.
In camice bianco, tutta indaffarata ed accaldata per l’operazione che stava facendo. E ci si può figurare come sia rimasta quando ho aperto la porta del suo Atelier.
Stava sistemando angoli protettivi di cartone su di una cornice di un quadro di ben 2 metri e 30 di lunghezza per 0.90 di altezza, tenuto in precario equilibrio tra le sue esili braccia. Un lavoro più da manovale che da pittrice. Lei che, al macro, preferisce immergersi nel micro delle sue miniature. Di conseguenza, all’apertura della porta un suo naturale motto di sorpresa, prima ancora del suo solito educato buongiorno. Scoperta, ha immediatamente fatto seguire delle scuse che assolutamente non necessitavano (ma lei è una donna gentilissima) per non avermi reso partecipe prima, di questo suo lavoro segreto. I perché di tanta segretezza e della immediata cortese richiesta (il suo bagaglio di educazione è da scuole alte, ben lontano dal mio) di tenermi tutto per me quello che avevo visto, ma che mi ha lasciato poi fotografare e filmare, almeno fino al giorno dell’inaugurazione. Da qui, è stato come se l’essere stata colta in flagrante l’avesse resa più libera.
Ed allora ecco che con il riposizionamento del lenzuolo immacolato sul quadro, simile ad una slavina, ha cominciato a raccontarmi la gestazione e la nascita di questa sua nuova ed inusuale creatura artistica che in questa particolare occasione, racchiude in una tela macrocontenitrice, tantissimi micro particolari.
Ma andiamo per ordine.
La Sig.ra Brunella Romyo alla fine del novembre scorso viene convocata dal Presidente della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli di Ostra Vetere, il Dott. Sandro Sabbatini, per sottoporle una proposta di incarico per eseguire un’opera pittorica, dietro rimborso delle sole spese vive, che rappresentasse la visione panoramica del paese di Ostra Vetere. Con l’accordo, che una volta poi terminata la tela, la donasse in via definitiva alla Fondazione. Il tema suggerito dal Presidente era quello di riprodurre su tela i luoghi del paese di Ostra Vetere, poiché la prossima manifestazione avrà come titolo “Paese Mio” con uno degli obiettivi principali, la presentazione alle Comunità, sia degli Ospiti della Casa di Accoglienza che dell’intera Ostra Vetere, della panoramica del paese a livello pittorico.
Era la fine di novembre, come si diceva, quindi con una stagione invernale senza foglie, senza colore, con una visione mesta ed abbastanza piatta. Una stagione con i suoi colori, belli anch’essi sotto certi aspetti, ma sicuramente poco allegri. Ed allora la Sig.ra Brunella ha pensato bene che a monte di questa richiesta formulata da parte del Presidente ci fosse anche una sua aggiunta, un suo tocco di fantasia, un’iniezione di colori più consoni all’età degli Ospiti e che con la loro visione fornissero gioia e calore.
Un quadro che amalgamasse in qualche modo sia la visione del Paese attuale con i ricordi di gioventù degli Ospiti di questa Fondazione. Una sapiente miscela di realtà e fantasia che rendesse ragione alla richiesta vera e propria da parte del Presidente ed alla singolare funzione della della motivazione che questa Opera d’ Arte dovrebbe muovere negli animi di questi amabili Ospiti.
Lascio l’autrice, la Si.ra Romyo, illustrare l’Opera con le sue stesse parole: “Quindi mi sono premurata di studiarla in maniera personale fino a realizzarla in versione estiva tanto da aiutare le persone Ospiti della Fondazione a rivivere in qualche modo, quelle situazioni che erano a loro familiari e quotidiane ai tempi della loro gioventù. Ho quindi aggiunto alla foto panoramica in mio possesso della visione del paese reale com’è oggi, aggiungendovi una chiave di lettura molto più personale. Ho quindi reso il paesaggio estivo con colori caldi e vivaci, affinché offrissero una sensazione più vicina ai loro ricordi, più belli di quelli che sono i ricordi del Paese d’oggi, proprio perché più vicini alla loro gioventù. Ho quindi aggiunto anche dei particolari che sicuramente in Novembre non ci sono, come uno spaventapasseri e un carrettiere con il carretto che si avvia lungo una strada ciottolosa verso il paese o le oche sull’aia di una casa che ancora oggi c’è, ma è disabitata. Di conseguenza la chiave di lettura per chiunque veda il quadro – vale a dire nessuno o pochissimi, prima del 2 di Aprile, aggiungo io – in qualche modo si ritrova nel periodo precedente al nostro, molto precedente, vale a dire nei tempi del primo periodo del ’900, ma diciamo in pratica dal ’900 in poi. Ma la cosa non finisce qui, perché unitamente a questa tela, abbinerò anche una prima presentazione della mia attività che come tutta la mia arte in particolare, ha una chiave di lettura ottocentesca. A cui faranno seguito successivamente nel tempo, altre mie presentazioni sempre con visioni dello stesso paese, o meglio dell’interno dello stesso paese, dei suoi vicoli in particolar modo, tratti da fotografie reali dei posti, ma sempre abbinati allo sviluppo aggiuntivo di quello che la mia fantasia mi suggerisce. Vicoli reali che saranno quindi trasformati, seguendo anche i discorsi delle persone che li abitano o che li frequentano aggiungendo quei particolari, come sono solita fare, di situazioni che ci riporteranno indietro nel tempo, ma sempre legate in funzione della prima opera ceduta in donazione. Voglio sperare che questa presentazione offra un sintomo di una continuità nella vita di questi Ospiti, molti dei quali ancora vivaci, mentalmente vivi e pronti a recepire qualsiasi tipo di manifestazioni siano esse culturali, siano esse folcloristiche o gastronomiche che servono a vivacizzare un po’ questo loro ambiente attuale e che fino ad ora è stato un pochino chiuso. Voglio sperare si possa dire che questa presentazione sia la chiave per aprire le porte alla Comunità tutta del Paese, confidando che possa utilizzare al meglio queste iniziative, cercando di rendere con la loro vicinanza, anche gli Ospiti della Casa di Accoglienza, ancora partecipi e vivi nell’attività del Paese. Si guardi bene che l’evento si chiamerà “Paese Mio”, ma sarà non soltanto mio, sarà, anzi dovrà essere, di tutta la Comunità ed è per questo che avrà anche delle iniziative culturali, funzionali, gastronomiche, tenendo presente e non dimenticando, mai, che anche gli Ospiti della Fondazione fanno parte di questa Comunità. Bisogna anche dire che l’iniziativa è partita da una visita occasionale del Presidente ad una Comunità molto simile alla nostra in Toscana, più esattamente Figline Val d’Arno. Una iniziativa raccolta e proiettata nella nostra realtà, che non dovrà essere da meno. Che altro dire? Vorrei che questa iniziativa potesse forse essere di stimolo e ripresa da altri artisti pittori in altre realta simili. Perchè poi, si sa, da cosa nasce sempre cosa”.
Aggiungo io, a conclusione, che l’appuntamento per il taglio del nastro e la visione delle Opere della Sig.ra Brunella Romyo, è fissato per il 2 di aprile alle ore 15,30 nei locali della Fondazione Casa dell’Accoglienza Federico Marulli di Ostra Vetere (ex Ospedale), sito nella Circonvallazione del Paese.

Franco Giannini
Già pubblicato Domenica 22 marzo, 2015 su SenigalliaNotizie.it

domenica 15 marzo 2015

La storia delle tamerici sul lungomare Mameli di Senigallia, irrisolta dopo 10 anni

Evidenti le "ferite" sui tronchi: se è specie protetta, la si è protetta male; altrimenti perchè la si protegge ?

Ancora una volta, in qualità di gestore di questa rubrica, mi ritrovo a fare da trait d’union tra un comune ed anonimo (non per me) cittadino e l’Amministrazione Comunale.
Quando gli ho chiesto il perché ricorresse al sottoscritto mi son sentito dire: “Perché si fa prima. Normalmente bisogna conoscere a chi si deve inoltrare la supplica, poi bisogna conoscere i giorni e le ore in cui la persona competente in materia riceve, fissare l’appuntamento con la segreteria e ritornare il giorno prefissato. Capisco bene che deve esserci un’organizzazione – ha continuato il mio concittadino – ma anche io posso avere i miei impegni che non combaciano con l’appuntamento ed allora si andrebbe alle calende greche e magari poi per ricevere, alla fine, un nulla di fatto. Ed ecco perché preferisco delegarti, ben s’intende, sempre che tu sia disponibile!
Ed io disponibile lo sono sempre. Seppure devo dire che immagino che l’ “anonimo” avrà risparmiato il suo tempo, come pure lo avrà fatto risparmiare anche all’assessore preposto (che sinceramente non so neppure chi sia), ma presumo che l’attesa della risposta, se dovesse tardare ad arrivare e sempre che poi arrivi, lo lascerà con il dubbio ancora a perseguitarlo.
Una delle varie piante di tamerici rovinate sul lungomare Mameli di SenigalliaLe tamerici sul lungomare Mameli di SenigalliaUna delle varie piante di tamerici rovinate sul lungomare Mameli di Senigallia
Si guardi bene che non è un servizio, è solo un chiarimento quello che lui 
chiede ed infatti specifica: “Gradirei sapere il destino di questi 18 tamerici sul lungomare Mameli (vedi foto) che versano in condizioni di salute precaria, che ad ogni colpo di Bora perdono rami mettendo in pericolo gli automezzi come i motocicli e le biciclette solitamente parcheggiati sotto, ma anche e principalmente per l’incolumità pubblica nonché un costante e possibile pericolo per il transito veicolare (in quanto spostati rispetto al marciapiedi verso il bordo della carreggiata). Se non erro, se ne cominciò a parlare nel lontano 2005 (c’erano ancora le circoscrizioni), poi con il restyling e il rifacimento dei marciapiedi, alcuni di quelli all’interno furono sostituiti con altri che oggi campano e non muoiono, ma di queste 18 sentinelle decrepite più nulla. Quasi che fossero un’opera d’arte posta lì come eredità da lasciare ai posteri a futura memoria. 
Tamarix gallica, della famiglia delle Tamaricaceae: la Tamerice comune 

Le tamerici sul lungomare Mameli di SenigalliaPerché questa scelta? Perché sono rimaste al loro posto? Perché non sono state rimosse viste le evidenti “ferite” nei tronchi? Mi si dirà che sono una specie protetta? Ma se sono protette i riguardi che si usa nei loro confronti sono, a quanto sembra, limitati ed insufficienti, visti i risultati. Ed allora se sono tanto protette ed osservate speciali, perché l’indomani di temporali, raffiche di vento, intemperie varie, non si vengono a raccogliere anche i rami caduti che perdono ad ogni occasione? E se invece secondo i tecnici, godessero ottima salute, forse la risposta al mio suggerimento sarà quella del “Non abbiamo risorse per spostarli”. Perché immagino che se sono protetti e godano ottima salute si potrebbero spostare al di là del muretto sempre a suo ridosso, creando ad hoc un’area nella spiaggia – foto di repertorio ma non della nostra spiaggia. Infatti si verrebbe a togliere questo “impiccio” ai lati di una strada già stretta di per sé, principalmente d’estate e più pericolosa d’inverno, quando spesso l’illuminazione salta per strani, ma ripetuti, motivi tecnici”.
Io mi son sentito in dovere di far presente al mio gentile amico che l’argomento, considerando gli stati di allerta che ci perseguitano e le problematiche che creano, nonché lo stato economico in cui versa l’Amministrazione porteranno chi dovrà vagliare e dare una risposta a giudicare che l’argomento è così leggero da pensare: “costui non aveva niente di meglio a che pensare?”.
Vero è però che si parla di un problema sollevato dieci anni fa e che merita quanto meno, se non una sistemazione, almeno una risposta. Ed ho detto risposta, non serie di scusanti! Risposta che del resto, e l’ho già anticipato al mio interlocutore, se cadrà sotto la gestione dell’assessorato ai lavori pubblici e quindi del vice sindaco Maurizio Memé, forse abbiamo una discreta possibilità di riceverla, qualunque essa sia. Ma se dovesse cadere sotto qualche altro assessorato, bisognerà appellarsi ad una intercessione divina. Perché spesso come si dice, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma solitamente le esperienze insegnano.
Vedremo se mi sbaglio, anzi vorrei essere smentito, ma comunque sia, un grazie anticipato per l’eventuale risposta è doveroso, come pure le mie scuse nel caso di un mio errore di valutazione.
Una delle varie piante di tamerici rovinate sul lungomare Mameli di SenigalliaLe tamerici sul lungomare Mameli di Senigallia
Le tamerici sul lungomare Mameli di Senigallia

Franco Giannini
Già pubblicato Giovedì 12 marzo, 2015 alle su SenigalliaNotizie.it 
Questi i Commenti dei lettori di SenigalliaNotizie.it :

matteo
2015-03-12 10:22:42
bhe, l'anonimo (chissà poi perchè anonimo, da cosa si dovrà nascondere da non permettergli di fare queste domande pubblicamente...) potrebbe pur sempre sfruttare la rubrica 'Scrivi al Sindaco' presente sul sito del comune. Poi si sa, le risposte saranno sempre le stesse e vaghe, ma il posto e il modo di richiedere cose del genere senza i problemi di trovare il contatto giusto c'è. Se invece si vuole far avere far avere una maggior visibilità alla questione giusto sfruttare questa vetrina, senza giustificare la cosa in un altro modo però.
Giammy
Giammy
2015-03-12 12:49:26
Mi son sempre chiesto il perché delle tamerici... non esistono piante più belle da vedere e resistenti a caldo e bora? Tipo alcune varietà di olivo? Potremmo fare concorrenza alla riviera delle palme con la nostra riviera degli olivi! ma costerebbe troppo curarli e quindi ci teniamo le nostre povere, brutte e indifese tamerici che per di più sudano pure pece con il caldo e l'umidità oltre che spaccarsi in due ogni botta di vento...
Glauco G.
2015-03-12 17:42:55
Liberissimo nel chiedere e nel rimanere anonimo ma andare a reclamare da un “amico” facendogli scrivere un articolo che non avrà mai seguito (e lo spero bene) beh dai…questo è quasi prendere in giro le persone che “sfogliano” questo sito. Che poi.. se non erro il signore era intento a contare le auto…perché disturbarlo?... A che punto siamo con la conta delle auto? Chiedo solo per curiosità personale visto ci passo sempre e anche prima della chiusura della nazionale…mi ritrovo spesso accodato a file di auto….uffa.. e penare che i conteggi parlavano di 4 auto l’ora. Detto questo, mannaggia sono davvero dispiaciuto che l’anonimo si è indispettito perché non riesce a trovare il tempo e il modo di andare nel sito del comune e scrivere lì le “cose”… ma in fin dei conti ….quando mai si è visto un cittadino usufruire dei servizi che il comune e/o lo stato ci mette a disposizione??? Molto meglio fare i spiritosi sui giornali/internet così da ottenere zero e dimostrare una certa superiorità morale invece di scrivere dove si dovrebbe e magari rischiare (e sottolineo rischiare) di ottenere pure una risposta (giusto o sbagliata …ma pur sempre una risposta) e cosi aver fatto il giusto percorso? No no ripeto.. meglio fare i superiori…dare per scontato che i servizi non funzionino e far vedere a tutti l’alto valore sociale/culturale di un uomo nel portare a galla un pericolo imminente della città. Vabbè, spero che il sindaco prenderà nota degli orari dell’anonimo e aprirà uno sportelo dedicato solo per lui (orari e giorni prefetti per farlo passare in comune). Altra cosa, io girando per la città ho notato molti ma molti alberi più o meno danneggiati. Voglio accodarmi alla preoccupazione dimostrata e fare pure io la mia proposta. Via tutti gli alberi da Senigallia. Ho troppa paura che vengano giù durante i giorni di vento a 160km/h (credo siano circa 200-250 giorni l’anno )…quindi credo sia il caso di spianare tutta la città e risolvere definitivamente il problema. .. solo così mi sentirò sicuro di girare in totale sicurezza.. voglio passeggiare per la città e parcheggiare sotto gli alberi durante le bufere!! Questa è libertà.. se non spianiamo la città saremo sempre impossibilitati a vivere in totale libertà. Sindacooooo io voglio sostare, parcheggiare l’auto (sotto gli alberi al lungomare) e camminare sul marciapiede anche quando il veneto tira a 160km/h o durante le varie bufere di neve.. altrimenti non mi sentirò un cittadino libero! Finalmente l’ho detto…grazie a questo articolo mi sono tolto questo peso che mi portavo da anni! Grazie!!
Franco Giannini
Franco Giannini
2015-03-12 20:52:26
Gentile sig. Glauco, io si conto le auto (o meglio le contavo ora mi diletto vedere quelli che restano in fila indiana e si mangiano il fegato), scriverò anche fesserie, sarò anche un visionario nel difendere gli anonimi e come dice qualcuno (seppur non risponda alla verità, non ne ho assolutamente bisogno, non essendo un politico ne un loro leccapiedi)di visibilità. Ma comunque sia, credo che si firmi Glauco G. sia l'ultimo a poter prendere in giro gli "anonimi". Lei del resto che cosa è o che cosa crede di essere ? Io sarò anche quello che lei dice, ma vede la differenza tra me e lei è che io mi firmo e lei invece si nasconde dietro un ANONIMO nickenane. Buona serata!
vecchio freak
2015-03-12 22:58:09
Caro sig. Giannini... Non tutti hanno voglia di vedere il proprio nome su un sito..fermo restando, come già le ho detto una volta quando mi accusò di dover ingraziarmi qualche politico, che le vere generalità di chi scrive sono a disposizione del titolare del trattamento dati personali del sito. Comunque vedo che adesso ha un nuovo passatempi..non riuscendo più a contare le auto sulla complanare (fortuna che c'è) adesso non trova di meglio che godersi la vista della gente che avendo degli impegni lavorativi (ed i cui contributi consentono il mantenimento di una platea di pensionati che non si sono sicuramente pagati i loro attuali livelli reddituali) si innervosisce perché costretta a lunghe file e code dovute ai lavori del ponte. Buon per lei..io sono uno di quelli visto che da vent'anni (e probabilmente per altri 25 senza avere degne prospettive di pensione visto il disastro compiuto dalla sua generazione nella gestione di questo paese) faccio il pendolare e stia sicuro che ogni mattina la penserò a contare le macchine...
Glauco G.
2015-03-13 10:03:25
"Liberissimo nel chiedere e nel rimanere anonimo" lo ripeto magari non fosse chiaro "Liberissimo nel chiedere e nel rimanere anonimo" e giusto perché forse non ha letto bene ..lo ripeto ancora "Liberissimo nel chiedere e nel rimanere anonimo". Una firma serve? Se mi firmo poi tutto cambia? oppure è solo per soddisfare una curiosità personale? non prendevo in giro l'anonimo in quanto anonimo ma solo il fatto che si lamentava che la sua vita non combaciava con gli orari comunali e che chiedere un appuntamento era troppo per lui (per lo meno così ho capito nell’articolo). Per il resto "Liberissimo nel chiedere e nel rimanere anonimo" e ripeto "Liberissimo nel chiedere e nel rimanere anonimo". Spero non serva il pallottoliere (già impegnato per contare le auto immagino). Come come? Ora le troppe auto gli mangiano il fegato? Ma non era una strada deserta e inutile? Mmmm qui non ci capisco più nulla!! Ora capisco perché la sua generazione (come ha detto vecchio freak) ci ha portato a questo punto.
Franco Giannini
Franco Giannini
2015-03-13 10:23:47
@ vecchio freak : liberissimi di non vedere il proprio nome su di un sito e proprio per questo motivo anche colui che si è rivolto a me ha fatto questa scelta. Diverso è scegliere questo comportamento e poi criticare gli altri che fanno la medesima cosa. Invece relativamente al contare le auto ed oggi osservando chi si trova in fila, mi creda (e poi se non mi crede me ne farò ugualmente una ragione!), era solo una battuta. E forse, mia colpa, non mi sarò spiegato nella maniera dovuta, ma non ho mai esaltato l'efficienza della Complanare solutrice di tutti i mali. La ritengo solo una strada in più, e credo (io non ho certezze)che quando sarà terminata, già sarà superata per i veicoli che saranno in circolazione. Ultimo e poi lo lascio con i suoi pensieri e le sue idee. Io ho lavorato per 40 anni e credo che la pensione (1000 € al mese ed affitto da pagare)che come fraintende lei "rubo", io ritengo di essermela guadagnata dopo il fallimento di due aziende in cui lavoravo, facendo in seguito ad altro lavoro anche 1000 km in auto al giorno (ho detto al giorno!!!) per dieci anni e poi per altri 15 facendo il turnista ed alzandomi alle 4,30 del mattino per essere al lavoro alle 6. Non ritiene che se ci sono colpe nella mia generazione siano da imputare ad altri e non partendo dalla base ma dalla testa del pesce? Vorrà dire comunque che anche io vedendo la fila di auto sotto casa, ricambierò un pensiero ogni mattina, però buono (non ne so fare di cattivi per mia indole!) e di rammarico sapendolo in lotta con il traffico, ma non certo per colpa mia. Buona e principalmente serena giornata!
ilbianconiglio
2015-03-13 13:00:18
Ragazzi ragazzi, se pensate che quelli come me e il sig. Giannini hanno la pensione d'oro vi sbagliate. C'erano pure quelli che si facevano il culo dalla mattina presto alla sera tardi sapete. Incavolatevi con quelli davvero colpevoli. Un consiglio alla persona che ha visto le piante malate e che cascano: fatto bene a dirlo con qualsiasi mezzo.
Glauco G.
2015-03-13 14:00:00
Se il dire "Diverso è scegliere questo comportamento e poi criticare gli altri che fanno la medesima cosa" è riferito a me… io ripeto per l'ultima volta (i muri di gomma proprio non li sopporto) io NON ho MAI criticato l'anonimato.. anzi!! e non vado oltre perché da simpatica diventa ridicola la cosa. Altra cosa. Ne io ne Vecchio freak abbiamo detto che avete pensioni d'oro e che il Sig. Giannini è la colpa dell'Italia intera. Vecchio freak credo abbia detto solo che ….se siamo a questo punto…chi ci ha traghettato qui… è la generazione del Sig. Giannini e non IL Sig. Giannini. Non credo sia di nostro interesse sapere che lavoro facevate oppure quanto guadagnate ora di pensione (sta di fatto che voi la pensione la state percependo …noi più giovani forse mai! Ma questo è solo uno sfogo personale e non è rivolto a voi). Non mi sembra troppo difficile da capire. Buona giornata a tutti
Franco Giannini
Franco Giannini
2015-03-13 15:59:47
@ questo è un simbolo che significa "rivolto a", comunque la mia generazione (e quindi anche io perchè racchiude tutti, sia i buoni che cattivi, gli alti ed i bassi, gli intelligenti e gli stupidi) è quella che è, ma certo che anche la vostra non lascia prevedere nulla di buono: il tema erano le Tamerici, ed invece si è andati fuori tema, con altri argomenti che evidentemente e non so per quale motivo vi faceva più comodo. Ed ora, proprio per non cadere nel ridicolo, passo e chiudo definitivamente! Buona giornata.
Questi quelli su Facebook nel sito di SenigalliaNotizie.it :
  • Franco Barucca Dovete sapere che: il tronco dei tamerici ha una vita, più o meno 10 anni, poi cede. Allora, o si procede a una potatura con rinnovo alla base, oppure sostituirli periodicamente. Oppure, quelli pericolanti, si tagliano alla base, si curano i nuovi germogli, lasciandone uno, e in un anno si ha un nuovo albero, quasi come quello tagliato. Queste sono le regole della natura.

  • Raffaele Cesarano All'altezza della buga ce ne sono due molto pericolanti......