lunedì 3 novembre 2008

GUERRE DIMENTICATE

di Franco Giannini

In quel lontano 1960, io raggiungevo la maggiore età e l' allora Congo Belga, credeva di aver raggiunto l' indipendenza. Un' illusione che durò solamente poche settimane. Ricordo che allora, come molti ragazzi del tempo, facevo collezione di francobolli di tutto il mondo, e ricordo che contrariamente a quanto si può immaginare, erano più facilmente reperibili di quanto possano esserlo di questi tempi. Oggi è vero, il progresso ci ha reso più pigri nello scrivere, di quanto lo fossimo allora e c' erano più flussi migratori dai paesi così detti evoluti, verso i paesi sottosviluppati o meglio sarebbe dirsi colonializzati. E ricordo che attraverso questi francobolli, vissi questa guerra atroce. Patrice Lumumba http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761559104/Lumumba_Patrice.html , colui che aveva lottato per il raggiungimento di questo traguardo, dovette renderse immediatamente conto, andando incontro ad una cruenta guerra civile. A Lumumba, successee il colonnello Mobutu, che lo fece arrestare e condannare a morte. Ma sotto, come sempre accade e continuerà ad accadere, c'era chi soffiava sul fuoco. Lumumba vedeva di buon' occhio la Russia che lo sosteneva, (erano i tempi della "guerra fredda"), dall' atra parte c' erano gli USA che simpatizzavano per Mobuto ed in mezzo c' era un esercito composto da congolesi però con comandanti belgi. Mobuto, oltre tutto aveva fatto amicizia con un altro esponente che avemmo poi modo di conoscere in seguito anche noi europei, certo Nicolae Ceausescu http://it.wikipedia.org/wiki/Nicolae_Ceau%C5%9Fescu. Come a dire che le idee di quest' uomo erano poche, e per di più quelle poche erano anche confuse. Un dittatore che seppe solamente essere tale e che sarà ricordato solo per i suoi misfatti, per aver cambiato nome alla nazione dandole quello di Zaire e per aver cambiato anche il suo che, tradotto, suonava con infinita modestia come "Mobuto il guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo". Era evidente che si sbagliava. Le dittature infatti, tutte, sono destinate prima o poi a cadere, ma sono anch' esse, nella loro infinita ottusità, spesso lacerate da guerre intestine per l' ambizione di assaporare quel piacere che evidentemente da il potere quando serve per sottomettere. Ecco che, per farla breve, compare un altro generale che sostituisce al potere Mobuto. Costui è un certo Laurent-Désiré Kabila che quale vincitore di altra guerra civile, si proclama Presidente. Mobuto scappa e si rifuggia in Marocco dove cessa di vivere nel 1997. Nel 2001, però anche Kabila passa a miglior vita, in quanto assassinato, ma gli succede il figlio Joseph jr. Da quel lontano 1960, le cose non sono mutate. Il Paese, uno dei più ricchi dell' intero continente africano, ha uno dei redditi pro capite più bassi del mondo. Difficile riuscire a definire i ribelli e le truppe governative. Difficile potersi schierare con uno degli schieramenti investendolo dei panni del giusto, mutevoli ogni giorno. Solo facile è poter asserire che non c' è guerra civile, perchè tutte le guerre sono incivili a prescindere. Un paese produttore tra i primi al mondo di rame, di diamanti (2° al mondo), cobalto (1° produttore al mondo), a cui si aggiungono importanti estrazioni di minerali quali l' uranio, lo stagno, l' oro, lo zinco, il manganese, il tungsteno, il cadmio, mentre al largo delle sue coste ci sono giacimenti di petrolio, c' è da chiedersi come faccia ad avere un PIL pro capite di solo $ 140,90 ed un tasso di inflazione del 2000%. C' è solo da chiedersi il perchè tanto silenzio su queste guerre distanti dai "popoli evoluti", mentre su quelle a noi più vicine subito scattano congegni che se non le annullano, almeno le fermano. Quella della Georgia-Russia, non se ne sente più parlare. In quei giorni si erano mobilitati tutti i capi di stato europei...paura di un conflitto che si potesse allargare e potesse toccarci da vicino! Qui in Congo invece, "si pensa" di fare consultazioni, ci "si impegna" ad inviare aiuti , tutti sono "ben disposti" a fare qualche cosa per risolvere i problemi di questo, come di tanti altri a noi lontani, con quella "giusta calma" che accompagna sempre queste popolazioni dei paesi climaticamente caldi. Insomma ci adeguiamo. Si legge che sono stati inviati una ventina di carri di aiuti (Viveri-acqua-medicinali ecc.) atti al sostentamento di una popolazione di 50-60 mila persone. Poi si legge magari più avanti, che c' è un esodo di 1 milione e mezzo di persone che vagano nella foresta equatoriale senza sapere esattamente da che parte andare. Un esodo che a lungo andare, quelli che almeno riusciranno a sopravvivere, si riverserà poi sulle nostre coste. Ecco quindi la dimostrazione, che alla stupidità dei dittatori locali, si unisce quella altrettanto mastodontica dei governanti dei paesi evoluti. Il loro punto debole è che mentre io 48 anni fa facevo collezione dei francobolli e si sentiva solo parlare alla televisione di questi fatti, magari in modo pilotato, come pure pilotato potevano essere gli articoli di giornale, oggi tutto ciò, con l' avanzare della tecnica è visibile, giudicabile e senza più tante censure. L' inciviltà dei civili, da quello che si vede, è macroscopica ed il menefreghismo e l' egoismo è dirompente. Ed anche la Chiesa che non è esente da questi mali (potrebbe e dovrebbe fare molto di più) cerca di salvarsi "la coscienza" affidandosi alle iniziative di pochi coraggiosi missionari e volontari.

7 commenti:

www.dariopetrolati.it ha detto...

Caro Franco,
ho appena finito di rileggere il tuo bel servizio sul Congo,e m'è subito egoisticamente tornato a mente la sera in cui ebbi un attacco di nevrosi cardiaca, avevo la Unità in mano,ero sdraiato sul letto,vivevo allora a Pescara,ed a forza di guardare la immagine della vedova di Lumumba buttata per terra con le braccia alzate che gridava muta la perdita del patriota-marito,sentii improvvisamente mancarmi il fiato il cuore pareva sfuggirmi,Olga chiamò i vicini,Savelli-Amedei,e subito la croce rossa mi portò con la bombola di ossigeno attaccata in Clinica,la Pierangeli.
Allora più tardi con maggior serenità darò il mio contributo,ora mi sento nervoso e strano come se fosse anche colpa mia l'avverarsi della catastrofe.
Scusami,l'interruzione.
a più tardi,
dario.

Gianluigi ha detto...

se può essere utile qualche dato d'attualità, da chi conosce di persona il posto e la gente, vai a questo indirizzo: http://mambasa.blogspot.com/2008/11/cosa-sta-succedendo-in-congo.html
Magari vieni anche domenica 16, alle ore 17.30, al Centro Sociale delle Saline, dove incontreremo l'autore, Padre Silvano Ruaro, che sarà nostro ospite. Un saluto

www.dariopetrolati.it ha detto...

Eccomi ,
ora che mi pare d'essere più disteso normale e non lo sono provo a ripercorrere il dialogo sull'Africa sul Congo su quel che succede e poco sappiamo su quanto è rimasto del Continente depredato.Che dire piangerci sopra sentirsi colpevole vergogmarsi di essere uomo appartenere alla generazione che ha rubato bruciato stuprato la terra che ci partorì e fare a gara per chi ha il possedimento più vasto e mi ricordo degli atlanti che coloravano i pezzi d'Africa a seconda di chi era il padrone e c'era la colonia francese rosa poi quella tedesca gialla, poi il viola dei Paesi Bassi e via così tutti i colori rispecchiavano il paese padrone.Si diceva a scuola le Potenze straniere che facevano a gara per sfruttare in ogni senso terre e persone anzi le persone servivano come se fossero bestie,le donne anche bambine dovevano solleticare e far sentire uomo l'uomo padrone che compiva sempre atti indescrivibili e credeva di godere rendendo bestie chi aveva l'anima scura.Ed arrivarono spari morte violenta e malattie inguaribili che l'uomo bianco trasferiva nel Continente riserva e preti quelli che con la croce e la spada nascosta se non baciavi la loro fede tagliavano la testa.Si ripeteva il rito della conquista dell'America,così come scomparvero intere etnie e popoli colmi di storia altrettanto accadde e tuttora succede dove il sangue e i colori vivacissimi dei loro manti sprofondano nella rossa bruciata terra popoli che trattiamo come se fossero cose da buttare sotterrare bruciare.Succede che l'istinto di conservazione spinge i più disperati a fuggire salire su barche sfasciate per salvarsi ed arrivare nei lidi che indegnamente noi abitiamo.Lunghe colonne di morituri cercano salvezza non vogliono morire ma noi difendiamo la terra che calpestiamo e come fossero cani animali senza alcun diritto facciamo leggi per vietare lo sbarco.Cosa succede in Congo e nelle altre terre noi sappiamo dalla televisione ciò che ci fanno vedere ma non dividiamo il pane con il fratello dalla mano scura siamo bianchi e la terra ove abitiamo è nostra, se tornasse Gesù e ci accorgessimo che anche lui è di colore allora chi adoreremmo cosa crederemmo non so.
E pensare che stiamo consumando il mondo il sole finirà , piuttosto che salvare il salvabile per tutti pensiamo a nascondere e parteggiare per chi vince ci giriamo altrove per non vedere: siamo senza pietà veramente cattivi oltre che indegni.
dario.

Franco Giannini ha detto...

@ Gianluigi
Ti ringrazio per avermi fornito il link. Ho letto il "chi siamo" di Marco ed oggi ti conosco meglio e ti apprezzo anche maggiormente.
Spero di poter ascoltare altri aggiornamenti domenica, direttamente per bocca di Padre Silvano Ruaro.
Un caro saluto

www.dariopetrolati.it ha detto...

non è mai troppo tardi spero.
sarà che io non credente ho fiducia e tanta nei Comboniani,in Don Albino Bizzotto (beati i costruttori di pace)e i vari poveri preti che mal visti e peggio sopportati sono dalla potente lustra chiesa,sarà che lavorano in umiltà come le suore ed allora mi par vederli e sentirli più vicino a chi ne ha bisogno.
Sono in prima fila per aiutare solo aiutare e non volere,saranno pochi è vero ma se esiste loro sarà il premio dei giusti.
dario.

Pacchy ha detto...

Ho trovato questo post molt interessante, non conoscevo l' argomento e mi documenterò. Sono inorridita quando ho visto le barbarie che subiscono quelle povere donne... è possibile che siamo solo spettatori inermi e non riusciamo a muovere uno stelo d' erba ?

Franco Giannini ha detto...

@ pacchy
Ti ringrazio per il tuo commento, ma soprattutto per aver avuto l' opportunità di conoscere un altro dei nominativi di coloro che mi seguono silenziosamente.