venerdì 24 luglio 2009

LA SENIGALLIA DEI FIGLI E FIGLIASTRI














































































foto F.G.
di Franco Giannini
Come sottotitolo potrebbe andar bene anche “…Il Bronx…? A due passi da Manhattan”. Come dire il degrado di tanti (e certi) posto alle spalle della decenza di pochi. Degrado, forse il termine che ho usato è troppo grosso, come del resto lo è la definizione “Senigallia città proiettata verso il futuro”. Tutto e tutti siamo proiettati verso un futuro, non si sa quale però e se esso sarà positivo o meno e solo i posteri saranno in grado di poterlo giudicare. Forse allora, quello più adatto, sarebbe incuria. Ma vado per ordine elencando, a mò di lista della lavandaia, il percorso che mi ha portato a “circumnavigare”, quell’isola a ridosso dei parcheggi di via Campo Boario, con un punto di paragone ad un’altra isola che sarà quella dell’area ex-Sacelit. Parto da Via Cellini, provenendo da nord, giro a sinistra per via Monteverdi, supero l’incrocio con via Campo Boario, proseguo fino alla rotatoria del Parco della Pace con il suo simbolo, l’ulivo, piazzato al centro, supero l’emblema americano di casa nostra: le due torri in pediluvio, ( in procinto di essere inaugurate, ancora impacchettate con nastri bianchi e rossi di divieto) giro a destra passando davanti al passo carraio del campo sportivo, ed ancora a destra, verso il lugubre Palazzetto ed ecco che infine esco a riveder le stelle, su quello che è il recente parcheggio ASL. Riveder le stelle… un corno…!! Forse se Dante avesse abitato qui avrebbe scritto a riveder le Stalle. Inizierò con il parlare brevemente dell’incuria di Via Cellini, perché mi sentirei in difetto, in quanto si può pensare che ne parli solo perché parte interessata, abitandoci. Dirò allora solamente che Via Cellini è “carente” sulla cura dell’alberatura (potatura) che sporge sul sottostante marciapiedi (lato monte) procurando “difficoltà” per coloro che transitano sul marciapiedi con la bici, ma anche per chi va a piedi. Non mi si venga a dire che gli alberi non sono proprietà del Comune, perché al cittadino questo poco gliene cale, e per far ordine ci sono oltre al bisticcio di parole, anche le ordinanze comunali. Le multe per chi non le rispetta devono colpire anche coloro che compiono reati che non siano solo il divieto di sosta. Per non dire inoltre che le loro chiome causano “zone buie”, la notte, essendosi, queste, “mangiati” i lampioni. Inutili i lampioni alti 10 mt., tanto equivale allora farli di mt.2,5. Il manto stradale sta collassando in più punti, visto il traffico non più di una semplice via cittadina, ma di un’ arteria vitale per la città. L’incrocio con via Monteverdi è divenuto pericoloso, tanti sono gli incidenti avvenuti, anche se ancora fortunatamente senza gravi conseguenze, se non per chi ha pagato i danni materiali causati. Suggerirei un semaforo, anche se credo che prima o poi, con l’arte del Ponzio Pilato, si preferirà mettere un senso unico alla via. Devo però anche dire che la via, seppur stretta e resa anche più stretta dai parcheggi posti sulla destra, è ben tenuta ed il nuovo complesso edilizio, con gli studi medici, i suoi scivoli antibarriera architettonica, i suoi legni tecnologici di rivestimento, fa il suo bell’ effetto…buono per alcuni scarso per altri…del resto il bello è una cosa molto soggettiva. Anche la fermata sullo stop prima della rotatoria offre a chi si ferma un veduta piacevole, le torri gemelle da un lato, imponenti perché ancora nuove, ed a sinistra il parco. Girare sulla destra, appena oltrepassata la porta carraia del campo sportivo, ti devi però fermare. Devi prendere fiato prima di avventurarti in quella che da passeggiata si tramuta in un attraversamento. La passeggiata la fai con le mani dietro il sedere, l’attraversamento lo fai con passo accelerato, guardingo, timoroso di fare cattivi incontri. Ecco che l’occhio ti cade in quel rudere che per tante generazioni di giovani è stato, ed è ancora il Palazzetto di Campo Boario (quasi la ciminiera Sacelit de noaltri), dove alla mens sana dovrebbe corrispondere il corpore sano. Ma leggendo le scritte che campeggiano sui muri, fa pensare che uno dei due elementi sia venuto a mancare, e che purtroppo a nessuno è venuto a mente che la pulizia cittadina ed il decoro, non cominciano solo con gli slogan come quelli del “cassonetto”. Che dire allora di una pulizia della facciata ed un controllo dell’area, soprattutto la notte?? Attualmente c’è solo la Sicurezza, di non essere scoperto, per chi vive di espedienti illegali. Circondato da alberi, anch’essi lasciati crescere senza alcun controllo, che l’abbracciano, togliendo aria e soprattutto luce ed inondando le abitazioni vicine, della “neve di primavera”. Al posto delle aiuole, che il progettista comunale avrà a suo tempo ben disegnato con fiori e prato all’inglese, per strappare quel oooohhh estasiato di qualche assessore, ci sono arbusti che i nostri nonni campagnoli chiamavano “fratte”. Per carità, utili anch’ esse, per fermare cartacce e residui di buste di plastica, che altrimenti volerebbero via, ma che per la solita incuria, vengono lasciate sul posto in attesa che il tempo svolga il suo lavoro, le degradi, sbriciolandole in minuti frammenti. Il problema, si dirà, è che i mezzi meccanici non possono svolgere il lavoro perché il terreno non lo permette, come se il prendere, oggi, una ramazza in mano sia divenuta un’arte dequalificante e di cui vergognarsi. I parcheggi, considerando anche il luogo in vicinanza di una ASL, sono stati studiati appositamente per procurare distorsioni alle caviglie, soprattutto alle signore, se portatrici di scarpe con i tacchi. Chissà che cosa avrà sognato il progettista, dentro quei riquadri di cemento e terra…fiori e verde pascolo. Invece dove transitano le auto un oleoso nulla, ai lati solo ceppi incolti di erba da campo. . Ma il massimo risentimento lo si prova quando provenendo dal palazzetto salgo attraverso un miniscivolo, su una specie di corridoio, strettissimo, la carreggiata sufficiente si e no ad una carrozzina per handicap, che va restringendosi ancor più visto che i musi delle macchine parcheggiate, con il loro sporgersi, ne occupano già un terzo; non solo, ma rasentando il muro di cinta della ASL, ci si deve fermare di fronte ad una barriera di contenitori della raccolta differenziata. A quel punto il Non Autosufficiente ha due possibilità: o di ritornare indietro facendo una difficile, (anzi impossibile) retromarcia, o di farsi sollevare con la carrozzina e porre a terra sul piazzale. Ho più di una volta letto ed ascoltato che la definizione di colui che occupa gli spazi riservati a queste persone è quella di Incivile, Incosciente. Ora il porre dei contenitori di rifiuti su questo unico, stretto corridoio riservato ai disabili, lo ritengo altrettanto incivile, altrettanto incosciente, con l’aggravante inoltre, del fatto che chi l’ha compiuto è un organo amministrativo, che dovrebbe assumersene le colpe provvedendo immediatamente con una rapida soluzione. Quello che mi chiedo ancora una volta, come si faccia a parlare di nuovo, di grande, di maestoso, di una Senigallia proiettata nel futuro, quando non ci si accorge che non si riesce a gestire quel poco di certo che già si ha, nel caso, usando solo una scopa, un po’ di buona volontà ed assidui controlli. Tutti stanno spendendo articoli sugli alberghi a cinque stelle, le piazze sul mare, siano essi governanti o così dette forze di opposizione, in vista delle elezioni. Tutti hanno fatto, stanno facendo e faranno, ma nessuno che sottolinea quello che non è stato fatto. Salvo che, non sia tutto frutto di un progetto calcolato per un forzato consumismo : prima si degrada e prima si ricostruisce. Ma non lo voglio neppure pensare, è stata solo un’idea balenata dall’amarezza di un certo lassismo, però si faccia modo di fugarmi questa mia balzana idea, approntando quanto prima un’operazione di bonifica nella piazzetta-parcheggio-giardini, che ho indicato.
Chissà chi arriverà prima in questa corsa di bonifica il Comune?? Cittadinanza Fattiva…?? non vorrei che cadesse, comunque, tutto nel più desolante silenzio della calura agostana.
La Piaga, se ci sei batti un colpo…!!!

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