mercoledì 17 giugno 2015

Ai miei tempi si urlava “fate l'amore, non fate la Guerra”.

Oggi il consiglio è sempre valido ma ho l'impressione di doverne aggiungere un altro :”giovani costruite ponti, non muri”

Era il 9 Novembre del 1989 quando sembrò, a noi quarantenni di allora, che con l'abbattimento del MURO di BERLINO si sarebbero abbattute tutte quelle ingiustizie, le disuguaglianze, i confini che la storia dell'Europa ci aveva fin lì riservato. Si ritornava ad essere tutti fratelli o quanto meno ci credevamo con convinzione. Poi con la creazione dell' EU ci illudevamo che saremmo entrati nel giardino dell'EDEN. Erano gli anni Novanta e più precisamente il 1 Novembre del 1993. Era l'anno del trattato di Maastricht sull’Unione europea a cui fa seguito, nel 1999 il trattato di Amsterdam. Eravamo entrati in un decennio di trattati. Da novelli cittadini europei ci preoccupavamo di “giocare a fare i verdi, gli ecologisti o a come proteggere l’ambiente oppure eravamo tutti presi a come far si che i paesi europei collaborassero anche in materia di difesa e sicurezza. Come le mosche sul miele, ecco che nel 1995 aderiscono all’UE altri nuovi Stati quali Austria, Finlandia e Svezia. In una piccola località del Lussemburgo viene stipulato l' accordo di ‘Schengen’ che, gradualmente, consentirà ai cittadini di viaggiare liberamente senza il continuo controllo dei passaporti in frontiera. Oggi Milioni di giovani studiano all’estero con il sostegno finanziario dell’UE, le comunicazioni sono sempre più facili visto l'utilizzo del telefono cellulare di Internet di Skype. Poi ascolti e le notizie e vedi le immagini di cui i media ti sommergono attraverso i media e ad un tratto ti cade il mondo addosso. La Francia chiude i confini, la GB manda le navi nel Mediterraneo per recuperare, facendo il pesce in barile, quelli di cui oggi si parla con termini come emigrazione, clandestini, profughi, senza mai usare quello più idoneo di esseri umani. L'occhio si è assuefatto dal vedere da prima un corpo umano galleggiante a quelli di 800 esseri umani accatastati all'interno di una nave negriera che oggi definiscono “carretta”. Tra i 28 paesi che compongono questo patto che mi piace chiamare di “Fil di Ferro”, termine ridicolo e che mi piace usare con disprezzo, visto l'abuso che ne fanno, ancor più dopo che l' UNGHERIA o uno dei loro vili pezzenti politici, ha esternato di voler costruire di un muro per proteggere il paese dall'invasione di immigrati. E quello che più mi spaventa e che si ritorna a parlare di Muri ed immagino che altre nazioni prima o poi la seguiranno. Gente, e parlo dei politicanti, perché la componente degli individui che compongono il popolo è meno razzista dei propri governanti. Il popolo è come il bambino, non conosce differenza del colore della pelle, al più puo' risultare incuriosito di questa sola differenza, magari chiede il perché di questa, ma poi il suo primo pensiero e quello di trovare l'amico con cui condividere il gioco. Fintanto che non diventano grandi e vengono sottoposti ai lavaggi del cervello dei loro governanti. E le religioni ci mettono, qualora non fosse sufficiente, ad arricchire la forma di odio e di egoismo. Mi chiedo, quasi a voler trovare loro una scusante, se costoro abbiano esclusivamente “ingegneri” che al massimo abbiano frequentato le scuole elementari e che il massimo loro titolo sia quello di manovale : un po' di calce, due mattoni, uno sopra l'altro ed il muro è bello che fatto. Si perchè un MURO e facile da erigersi, anche con le parole, ben più difficile è l' edificare PONTI, che sono invece quelli che aiutano a superare le barriere della diffidenza aiutandoci nella conoscenza.
Ed allora, il motto dei moschettieri di D'Artagnan, “uno per tutti e tutti per uno”, non ha più ragion di essere pronunciato in questa Europa il cui frutto dell'amore tra paesi si è cloncuso o quanto meno si sta concludendo con un aborto, l'EU, che non è di certo spontaneo, ma sicuramente organizzato e procurato.
I paesi del nord se ne fregano vigliaccamente della situazione in quanto protetti dalle distanze e da una prima copertura che offre le intemperie, il mare, i paesi, come il nostro, che formano una barriera ancor prima di quella dei documenti e della burocrazia. I paesi ultimi arrivati nell' EU e con una povertà che rasenta quella degli immigrati, pronti al pianto greco per ricevere qualche elemosina dai paesi più abbienti in cambio di un filtro di frontiera.
Ma se fossero meno egoisti e più aperti, saprebbero che esodi biblici si esauriscono non estraendo le spade, ma solo quando la teoria dei vasi comunicanti si fermano sullo stesso livello. A quel punto ogni cosa deve essere livellata con minimi scompensi, a partire dalla ricchezza per terminare nei diritti civili. 

 





di Franco Giannini

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