E' un comunicato stampa che ricevo dalla FEI ( Federazione Esperantista Italiana) e che pubblico oltre che sul mio
Blog esperantista, anche su questo Blog, perchè mi sembra un fatto, oltre che curioso, anche interessante. L'Esperanto come viene anche qui dimostrato, non sembra essere poi, un'utopia come spesso accade di sentir dire. (la foto è una di repertorio ricavata dalla rete)
IL PRESIDENTE NAPOLITANO E L’ESPERANTOIl presidente
Giorgio Napolitano in visita ufficiale in Romania ha risposto alla domanda del primo ministro rumeno,
Emil Boc, se dovessero parlare in inglese o utilizzare le possibilità di interpretazione: “Come lei preferisce. Possiamo parlare in
esperanto, inglese, italiano o rumeno.”Il primo ministro rumeno dopo dei sorrisi di sorpresa alla proposta dell’esperanto ha risposto sottolineando che effettivamente italiani e rumeni si capiscono anche se parlano ognuno nella sua lingua, ribadendo così le comuni radici latine dei due popoli.
Il presidente Napolitano in effetti aveva voluto indicare la sua apertura ad un dialogo senza precondizioni con la Romania, mentre la stampa rumena ha strumentalizzato l’episodio come un tentativo di ironizzare contro il primo ministro Boc. Probabilmente questa reazione all’episodio va intepretata alla luce dei rapporti tra il primo ministro rumeno e la stampa del suo Paese, perche’ non vi sono tracce di ironia in quella frase, come puo’ dire chiunque conosca l’italiano ed il modo di scherzare degli italiani. Tutto l’episodio è stato ripreso e trasmesso dalla televisione rumena:
http://www.antena3.ro/politica/premierul-boc-ironizat-de-presedintele-napolitano-i-a-propus-sa-vorbeasca-in-esperanto-136970.htmlComunque
i rapporti tra il presidente Napolitano e l’esperanto datano da molto tempo. Sotto il suo Alto Patronato, si svolse il Congresso Mondiale di Esperanto a Firenze nel 2006, ed in quella occasione, ma anche successivamente, fu diffusamente informato sull’esperanto. Gli esperantisti italiani sono soddisfatti della menzione dell’esperanto da parte del presidente della Repubblica, che ringraziano per l’appoggio che da a questa come a tante altre giuste cause.
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