lunedì 26 gennaio 2015

Quinta edizione a Senigallia per il Memorial di volley “Daniele De Duonni”

Le regole restano invariate, ma le iscrizioni prorogate al 24 Febbraio: si parte l'8 Marzo

Una delle cose più belle dei “memorial” è che gli anni passano, ma te ne accorgi soffermandoti per un attimo a far mente locale quando digitando sulla tastiera il dito si porta sul tasto del n° 5. Si sono passati già cinque anni, ma forse a sentirne la loro pesantezza sono solo io, perché loro, i partecipanti, sembrano proprio non accorgersene e come nel primo memorial, continuano a saltare, correre, schiacciare, tuffarsi.
Se fossero tutti dei “ragazzini” non ci sarebbe nulla di strano, il fatto è però che nelle formazioni ci sono persone che hanno superato abbondantemente gli “anta”. Evidentemente il volley è il giusto elisir di lunga e sana vita. O forse è solo Daniele, che da lassù, con il suo sorriso, vede e provvede.
Intanto dobbiamo dire che le iscrizioni sono state prorogate al 24 febbraio 2015 e vista l’assenza temporanea da Senigallia del Deus ex machina, alias Francesco Bramucci, per ogni informazione, iscrizione si dovrà contattare il suo “Alter Ego” Gianfranco Pacenti al n° di cell: 338 7583303.
Il memorial partirà il giorno 8 marzo e dovrebbe terminare (se si raggiungerà il numero massimo delle squadre!) il 17 maggio.
E proprio su questa data che volevo soffermarmi! L’8 marzo è anche la giornata della donna. Perché – la butto lì senza la presunzione di riuscirci, ma con la speranza di venire smentito – non formare uno o più sodalizi in maglia rosa composte da amiche, mamme, mogli (magari un solo uomo sempre in campo) e far dimenticare, per una volta, i sodalizi Scapoli V/S Ammogliati, facendo ricordare invece Donne V/S Uomini?
Vi aspetto allora, come sempre oramai, tutte e tutti il giorno 8 marzo per le consuete foto di rito. Quest’anno, neppure dirlo, sarà obbligatorio il ramoscello di Mimosa!!

Franco Giannini
Già pubblicato Domenica 25 gennaio, 2015 su SenigalliaNotizie.it

domenica 25 gennaio 2015

Riciclo, certificazioni, marchi di qualità, bufale e burocrazia. Prima Parte

Tutte cose serie, che se analizzate però una ad una, eufemisticamente parlando, fanno ridere!

Leggevo giorni fa, che sono stati ritirati dal mercato alcuni lotti di sale, perché contaminati da un’eccessiva percentuale di piombo contenuto nel materiale usato per la fabbricazione della scatola che lo contiene, come oramai avviene nella maggior parte degli imballi di questa tipologia, con materiali riciclati.

E da questa notizia sono partito per risalire ad altri casi similari dove le imputate erano, per l’identico motivo, le cellulose riciclate nella confezione di contenitori della pizza da asporto.
Ora non voglio assolutamente calarmi nel ruolo del giornalista d’assalto e da inchiesta. Per primo, perché già altri lo hanno fatto, secondo perché non né ho la competenza, la capacità e le possibilità e terzo, ancor più importante, perché fare nomi e citare marche di prestigio si corre sempre il rischio di essere citati in giudizi di carattere legale, già persi, ancor prima di cominciare. Quindi il giocare a fare agli eroi lo lascio ad altri con le spalle più larghe.
La mia è solo una modestissima ricerca per soddisfare i miei dubbi, legata alla post-riflessione fatta ad “alta voce” su quelle che sono state le mie impressioni che ho provato via via nel corso del mio “navigare”.
Premetto che non si tratta certo di una lettura indicata per coloro che non hanno tempo da perdere. Per costoro la lettura potrebbe cessare già fin da qui.
Parlare infatti di simili argomentazioni, di questi problemi, porta via del tempo sia a chi ricerca, sia a chi scrive e come del resto a chi legge, magari stimolato a sua volta a documentarsi.
Ed è a queste poche persone che ho pensato, immaginando a livello di documentazione che avrei potuto aiutarli a soddisfare le loro curiosità segnalando alcuni link, che a mio parere ho ritenuti interessanti.
Credo comunque, che in casi similari, tutto quanto si viene a scoprire sia un po’ come quelle famose punte degli iceberg e che per non passare da pressapochisti convenga approfondire quasi fosse un obbligo. Seppur lo penso e lo scrivo, affermo che preferirei sbagliarmi, ma ritengo che più andremo avanti nel tempo e più ci troveremo ad imbatterci in situazioni similari sempre più di sovente.
Infatti quando si cominciò a parlare e discutere sulla bontà in senso lato del sistema Riciclo, sull’educazione al Riciclo, al risparmio che il Riciclo avrebbe portato, al rispetto nei confronti dell’Ambiente che questo Riciclo avrebbe portato, non si è tenuto conto, o si sono sotto valutate le problematiche che questo avrebbero comportato con il trascorrere del tempo.
E vogliamo vedere allora i problemi nello specifico caso della Carta Riciclata?
Va detto che inizialmente questo materiale riciclato avrebbe dovuto avere un periodo di vita, a livello di ricicli, non superiore alle tre volte. Poi con il trascorrere del tempo (come avvenuto per le percentuali nocive di arsenico nell’acqua) si è preferito alzare il numero di riciclaggio a 4/5 ricicli, poi a 5/6 ed oggi in qualche sito internet (ma si dice che questi siti non fanno testo, oppure lo fanno solo quando fa comodo a qualcuno!) si può leggere anche 8 ricicli. Basta vedere nei link riportati a fondo articolo!!
La normativa italiana, fissa per la percentuale di piombo nella cellulosa, un limite di 3 microgrammi per decimetro quadrato, del tutto compatibile con l’uso di cellulosa vergine, anzi c’è da dire che in questa sua verginità non raggiunge mai questo valore. Quando però il cartone è ottenuto da cellulosa riciclata il limite può essere superato anche di 4-5 volte, arrivando a 10 o 15 microgrammi per decimetro quadrato.
E chi e come si controlla il numero di riciclaggi ??
Bella domanda che credo possa essere solo fornita da questa spiegazione.
Più si ricicla e più le fibre della carta perdono di resistenza, si spezzano divenendo sempre più corte perdendo elasticità. Ed ecco che allora il suo utilizzo viene impiegato (o dovrebbe!), all’inizio, per la confezione di cartoni da imballo che assicurino una giusta resistenza, una robustezza allo strappo. Via via aumentando il numero dei ricicli, si finisce con il riciclaggio della carta igienica (e qui si esaurisce per la sua tipologia d’uso) e quello della carta velina.
Ed in mezzo ci sono gli imballi intermedi che fin che durano, non dovendo assicurare grandi resistenze, con qualche riciclo in più, fanno il business di chi ha le mani in pasta… nella cellulosa.
Andando a sfrucugliare nelle pagine di internet si può arrivare ad immaginare (a pensar male si farà pure peccato…) che sia più conveniente, forse, esportare questa cellulosa riciclata in paesi orbi a comportamenti ecologici, con leggi fai da te, che fanno il lavoro sporco per conto di coloro a cui invece sta a cuore la salvaguardia dell’ambiente e che gli ritornano gli imballi belli e stampati a “poche lile”, direbbero loro, salvaguardando a costo zero anche le coscienze (sempre che ne abbiano una magari riciclata!).
Intanto chi volete che faccia i controlli richiesti dalle nostre leggi, in questi paesi dimenticati da Dio, dove la regola principale è solo una :" lavolale 26 ole al giolno e tutto il lesto è solo “optional” ". A parte che già i controlli, anche a casa nostra se ne fanno tanti pochi e quei pochi che vengono fatti, almeno si dice, sempre su preavviso telefonico qualche giorno prima, seppur, come recita il buon Crozza: “Io non ci credo!!”
Però mi permetto di mettere un link pregando di soffermare l’attenzione del lettore su quanto predica la pubblicità in fatto di controlli, che se sono fatti ad egual misura della perfezione di come sono fatte le traduzioni, c’è da stare veramente tranquilli. E si guardi che la merce è pure sottoposta a varie certificazioni.
Ma il problema riciclo, non riguarda solo la carta. Altro osservato speciale è la plastica. Basterebbe solo possedere un elettrodomestico “bianco” ed osservare come le parti bianche in plastica, con il trascorrere del tempo mutano la loro colorazione dalla tonalità bianca originaria identica per ogni componente a gialliccia, ma in toni diversi. Immaginate il perché. E si pensi che per avere una qualità migliore paghiamo anche un costo maggiore, derivato anche dalle certificazioni, che oggi hanno tutte le produzioni.
Ma sulle certificazioni, ne parleremo la volta successiva.


Franco Giannini
Già pubblicato Sabato 24 gennaio, 2015 su SenigalliaNotizie.it

giovedì 15 gennaio 2015

Michele Droghini, alias Geos, all’Osteria del Tempo Perso di Senigallia

Quando l'arte pittorica incontra quella culinaria: ecco "Nice to meet you"

Quando due arti s’incontrano, il risultato che si ottiene assume quasi sempre un doppio spessore. O quantomeno così dovrebbe essere. E nel nostro caso, almeno a mio modesto parere, è avvenuto. L’arte pittorica di Geos (Michele Droghini) si è “sposata” con quella culinaria di Ale (Alessandro Capomagi), il proprietario, nei locali dell’Osteria del Tempo Perso. E da questa strana, laica unione, a guadagnarci, oltre ai due artisti ognuno nel suo specifico campo, credo sia stata l’intera città.
Ritengo infatti che questo nuovo modo di porgere Cultura non sia troppo invasivo rispetto ad altri eventi certamente più eclatanti e seguiti, ma non per questo, meno interessante, meno appagante, meno coinvolgente, meno emozionante. Un luogo ed una occasione in cui i cittadini si ritrovano, degustano e nel contempo discutono anche di cultura, ben miscelando i piaceri della gola con quelli del sapere.
Ad innescare questo nuovo metodo di fare Cultura riproponendosi al suo pubblico con le sue ultime opere, è di nuovo Geos, che sembra abbia compreso che il suo “atelier” non è più solo la “strada”, che non ci sono solo i muri grigi ed anonimi da rendere parlanti e vivi con le sue opere. Bensì deve guardare ad un’altra tipologia di luoghi e di materiali in cui fermare le sue impressioni, rappresentare i suoi sogni, testare le sue ricerche.
Il “ragazzo” sta, finalmente, acquisendo coscienza della sua continua maturazione artistica e non è più solo l’iniziale artista di strada. Ruolo che deve continuare a coltivare, perché non si deve mai rinnegare i propri “natali” tanto più quando sono di natura artistica. Seppure non sia un critico d’arte, credo di poter affermare che il titolo di “urban art” gli vada, oggi, un po’ stretto e che invece il nostro Michele può, anzi deve, aspirare a vestire degli abiti più a sua misura, salendo su di un gradino sempre più alto. GUARDA LA FOTO GALLERY
Opera pittorica di Michele Droghini, alias GeosE di questa sua maturazione deve essersene accorto anche il nostro Assessore alla Cultura il Prof. Stefano Schiavoni, esperto conoscitore della materia e figlio d’Arte, che già un anno fa inaugurò una mostra di Droghini nei locali della Expo-Ex (Ri-tratti di donna). Oggi, quasi a conferma della mia tesi, è ritornato ad inaugurare anche questa di mostra, e questa volta accompagnato per il taglio del nastro, anche dal Sindaco Mangialardi e dall’Assessore all’Urbanistica Simone Ceresoni, che in fatto di disegno, proprio digiuno non dovrebbe essere. Voglio sperare a convalida della mia opinione e non solo di una mia “visione”!
Anche questa volta Geos Droghini, si è ripetuto nel proporci dei ritratti, ma in questa occasione principalmente con volti di bimbi. Ma quello che più mi ha colpito è il particolare dell’espressione dei loro occhi. Ho fatto una prova ed ho scoperto che coprendo (mi si perdoni il bisticcio di parole!) il resto delle immagini e lasciando visibile solo la parte considerata lo specchio dell’anima, dalla luce che emanano le pupille, si riesce quasi ad indovinarne lo stato d’animo del personaggio raffigurato.
Due chicche, poi, i ritratti faunistici dell’oca e del maiale, posti tra quelli degli umani, in cui, anche qua gli occhi sembrano ripetere il loro verso.
Oggi lo studio si è fermato agli occhi (o almeno io credo), domani forse sarà posto sulle bocche, più in là nel tempo si soffermerà nei nasi, anche se la l’arma vincente di Michele “Geos” Droghini sono, da sempre e più ricercate, le sfumature che ti invitano quasi ad accarezzare, quella che a me vien da chiamare dipinto, ma che lui, con immenso affetto, invece, chiama la “opera”, qualunque e ovunque sia locata.

mercoledì 7 gennaio 2015

Io Vorrei.... un Presidente della Repubblica che...

... ma l'erba voglio non nasce neppure nel giardino del re, figuriamoci in quello di un "ex-re"!!

Poche sono le parole che ho messo io, il resto è solo un collage di "ruberie" tratte dal Web, da interviste di penne illustri o da frasi enunciate dallo stesso Presidente Pertini, che questo si, il mondo ci invidia!
Il perché abbia fatto tutta questa ricerca, risiede nel fatto, o almeno io credo, che noi Italiani abbiamo la memoria corta. Stiamo cercando di trovare un nuovo candidato a Presidente della Repubblica, alcuni criticano quello che sta "abdicando" (tra cui anche io!), ma i nomi che purtroppo escono fuori dal cappello a cilindro quali candidati a questo "Incarico", mi intimoriscono e neppure poco. Evidentemente le esperienze insegnano poco!

Ecco allora come vorrei il nuovo  Presidente. Ma il problema è solo dove e come trovarlo! L'impressione che provo a pelle, e qui sta la gravità della cosa, è che non fanno, i politici preposti, alcuno sforzo per cercarlo, visti i nomi dei gettonati che altro non sono che mezze cartucce della politica, rigenerate, ma sempre avanzi di Befana. Tutti Individui anziani, assai lontani dai quei 50 anni di età richiesti per ambire a detta carica. Tutti però ambiziosi del poter concludere la loro carriera politica, quale ultimo loro canto del cigno, partecipando alla Kermesse più importante, per soddisfare l'appetito del solo piacere ed orgoglio personale. Seppur diranno, l'indomani, una volta eletti, che hanno accettato per fare solo ed esclusivamente il bene del Paese. Già così potenzialmente, sarebbero dei falsi, vigliacchi e bugiardi a prescindere dall'insediamento.
Ed ecco come invece io lo vorrei!

C'è chi vola basso andando a Courmayer con un "volo di stato" e invece io lo vorrei che, come Sandro Pertini, il solo, unico, vero, irripetibile, "Presidente", ogni mattina si recasse, con l'auto di servizio, "in ufficio" al Quirinale senza quei grandi apparati di sicurezza che oggi sono considerati obbligatori da coloro che la cui coscienza perde colpi.
Vorrei che a chi lo riconoscesse e lo salutasse, soprattutto i bambini, che il "Presidente" sorridesse e contraccambiasse il saluto in modo spontaneo, come sapeva fare "Sandro". Con quella spontaneità in dotazione a chi ha il piacere di convivere tra la gente. Non certo come coloro che invece lo hanno solo programmato, come solo programmati sono i rituali di visita, dai selfie, agli inni, alle falsità oratorie contenute nei propri discorsi.
Questione di stile! Che volete, qualcuno ci nasce, qualcun altro prova a scimmiottare, ma solo scimmia resta!

Vorrei un Presidente il cui pensiero politico potesse essere efficacemente espresso come in alcune frasi tratte da una intervista a Sandro Pertini nell'agosto del 2008 concessa alla CESP:
« Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. [...] »

Vorrei un Presidente ateo, o credente, che senza alcun timore, dichiarasse la stessa motivazione per cui nel suo studio al Quirinale anche lui, aveva il Crocifisso: sostenendo infatti, anch'egli, di ammirare la figura di Gesù come uomo che ha sostenuto le sue idee a costo della morte.

Vorrei un Presidente che avesse la stessa determinazione con la quale, come descrisse a Enzo Biagi in un'altra intervista, il periodo della sua detenzione al confino, seppur amando in modo sviscerato la madre che aveva chiesto la grazia per lui al Duce :"Qui, nella mia cella, di nascosto, ho pianto lacrime di amarezza e di vergogna".

Vorrei un Presidente per cui un Montanelli odierno potesse scrivere nuovamente la frase a suo tempo usata per definire Pertini :"Qualunque cosa dica o faccia odora di pulizia, di lealtà".

Vorrei un Presidente che un suo antagonista politico lo descrivesse come fece Malagodi (non certo socialista) con Pertini definendolo :" Un uomo politico senza macchia di equivoci e di sotterfugi".

Vorrei un Presidente che non perdesse mai la dignità, neppure nei momenti più difficili, come lo ricorda il confinato Pertini, anche quando seppur con l'abito da carcerato, riponeva ogni sera i pantaloni sotto il pagliericcio per fargli mantenere la piega in modo che l'indomani fosse sempre vestito modestamente ma in modo inappuntabile come lo era il suo carattere.

Vorrei un Presidente che anche lui confermasse quanto dichiarò ad Enzo Biagi nel corso di una delle interviste : Biagi - Le doti che più apprezza?- e Pertini :"Lealtà, onestà e coerenza" e Biagi di nuovo - E le miserie più spregevoli? - e Pertini :"La superbia, la presunzione, l'invidia" ed ancora Biagi - Che cosa vorrebbe dicessero di lei? - Pertini :"E' stato un uomo che non ha tradito mai i suoi ideali, il movimento dei lavoratori e la democrazia".

Ma solo ora, rispolverando questi aneddoti di una gloriosa, irreprensibile, esistenza, comprendo che io non vorrei l'elezione di un Presidente della Repubblica, bensì che un miracolo si potesse avverare ancora una volta.   





di Franco Giannini

mercoledì 31 dicembre 2014

A U G U R I


di lavoro, pace, serenità, felicità e ricchezza per tutti gli esseri normali viventi su questa terra

ed invece a questo isolato
 40,8% di quel 58,69% 
di italiani votanti il 25 maggio del 2014
l'augurio che possiate ritrovare 
immediatamente 
già fin dal 1° di Gennaio del 2015, 
quella postura giusta e naturale che compete a tutti quelli che ancora possegono  
un briciolo di dignità, 
nel bene vostro, e del restante Paese.

martedì 30 dicembre 2014

Il Consiglio Comunale del 29 Dicembre Anno Domini 2014...

...che forse in un non proprio recente passato e magari con un altro Presidente del Consiglio, avrebbe aperto la seduta più poeticamente con:

Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare......
E onde evitare di cadere in certe tentazioni oggi di moda, faccio immediatamente presente (del resto è lapalissiano) che la poesia è di Giacomo Leopardi, non certo mia.
Però ci sta a fagiolo! Insomma dopo tanto casino, si ritorna al solito tran-tran.

I soliti giovani cortigiani genuflessi nel solito lavoro di incensamento per recuperare quel terreno perduto con il proprio monarca, dopo l'aver proferito verità scomode e mai richieste. Un terreno che, purtroppo per loro, poveri illusi, non recupereranno più, ahimè! 
Il ritorno in Consiglio di qualche figlia prodiga per non perdere visibilità, anche se in tanti già non ricordano più neppure il cognome, seppur questo assai impegnativo.
La solita educata precisazione, di chi non si atteggia da persona educata, perché educato e signore in animo lo è veramente e nel suo DNA. Solo che io me la sarei evitata! Ma io sono io e, contrariamente all'affermazione dell'Albertone nazionale, io non sono ... nessuno! Ma dicevo me la sarei evitata, perché come ricorda il proverbio " Chi si si scusa, si accusa". E questo "vero signore", proprio per queste sue qualità, era forse tra le eccezioni, uno di quei pochi credibili che non si sarebbe dovuto scusare per l'assenza del tutto casuale. Anche, perché visto l'interesse dell' interrogazione le cui risposte erano intuibili ed immaginabili perché quasi di dominio pubblico, stavano ad indicare che il motivo principale per cui era stata fatta: quello di poter mettere in primo piano, in risalto, le proprie scusanti iniziali.
Strano infatti, ma strano non lo era, come in questo Consiglio si sia data una rilevanza alle assenze dei partecipanti all'Assise, specificandone ogni volta la relativa giustificazione.
Infine a dar rilievo alla prima ora di discussione, l'unica che seguo con passione, gli oramai unici due esponenti della vera Opposizione : Paradisi e Rebecchini.
Gli altri, oramai, quasi tutti, in altre faccende affaccendati.
Oramai divenuti quasi degli "scontri" abitudinari quelli di Paradisi V/S il Sindaco o di Rebecchini V/S Ceresoni.
Per sapere dell'argomento trattato da Paradisi, come del resto per tutti gli altri della serata, sarà sufficiente andare su OpenMunicipio o non soddisfatti anche su FB, oramai il "giornale" più aggiornato che spazia dalla notizia in se stessa, al gossip sui personaggi che lo commentano e magari anche alle eventuali querele, contro querele, pacificazioni, richiesta di amicizia e relativa democratica anche cancellazione della stessa se non mi sei simpatico.
Rebecchini, invece, assente Ceresoni, sentendosi quasi orfano, si è dovuto accontentare, si guardi bene è solo un semplice modo di dire, del Sindaco. Sindaco che colgo l'occasione per ringraziare veramente e pubblicamente di cuore, perché si è assunto in prima persona, l'impegno a non togliere lo Streaming audio-video dei Consigli Comunali.
E qui siamo al mio dunque! Permettetemelo, e se non me lo permettete, alla Renzi, democraticamente me lo prendo e lo faccio ugualmente. Rebecchini nella sua interpellanza relativa a chiarimenti circa una richiesta di soppressione dello Streaming audio-video delle sedute, ventilata da parte di una Consigliera, nel corso di un precedente Consiglio Comunale, ha fatto pubblicamente il mio nome e cognome, in quanto il sottoscritto in più di una occasione si è lamentato del Servizio dello Streaming comunale nel corso dei Consigli. Questo in quanto o perchè non funzionava o era entrato in funzione in ritardo o si era interrotto. Diciamo allora che seppur "velatamente" (??), alla fine della risposta del Sindaco e qui per bocca del Presidente del Consiglio, sono stato tacciato di "bugiardo", se non direttamente con questa parola bensì con una precisazione: sostenendo che è il Servizio è stato controllato, come avviene solitamente ed ogni volta prima dell'inizio delle Sedute ed ogni volta è risultato in perfetto stato e completamente funzionante. Quindi, avranno pensato gli ascoltatori, Giannini è un visionario!!
Le persone dotate di una "divisa" seppure Istituzionale, è scontato che abbiano sempre ragione e anche quando non l'hanno, solitamente riescono a prendersela, facendosi scudo della loro visibilità.
Io, invece, da persona civile, forse anche irriverente cosa di cui mi posso anche scusare, non sono solito scendere a compromessi servili e ritengo che la mia parola valga in eguale misura come quella di qualsiasi altra persona meno o più altolocata o che quanto meno ritiene di esserlo. 
Cari signori, ho quasi 73 anni, per cui, non ho più l'età e qualora l'avessi mai avuto, il "vizio", di dire bugie. Ogni qualvolta ho riscontrato il disservizio di cui si è lì parlato, non essendo proprio totalmente digiuno di tecnica di Rete e ancora non completamente in balìa dell'arteriosclerosi (magari con altri acciacchi si, ma non con questo!), prima di dichiararlo sia verbalmente, che su FB o in queste pagine l'indomani per iscritto, mi sono sempre documentato con la Redazione che qui mi ospita, e con altri utenti per sapere se anche a loro si stavano presentando gli stessi problemi. Solo dopo le loro risposte positive circa la negatività del servizio, mi sono permesso di farlo presente. E non pretendo che di questo mi si debba ringraziare, perché quello che offro è solo una mia doverosa, piccola, partecipazione civica. Come pure comprendo, che vi possa essere risultato tutto ciò anche fastidioso. Ma gentili signori, fa parte del gioco. Ma vista l' attenzione che codesta Amministrazione dice di rivolgere, in ogni momento propizio, alla trasparenza di quanto avviene nell'Aula di quella che dovrebbe essere considerata la  "Casa di Tutti i Cittadini", non credo di meritare neppure il dubbio che quanto da me affermato risponda a delle affermazioni degne di sospetta menzogna.
Forse, sarebbe stato sufficiente un briciolo in più di modestia e magari gettando la colpa su i soliti "motivi tecnici" che si stanno cercando di ovviare. Forse questa, si, una bugia, ma detta a fin di bene per salvare "Capra e cavoli" e la solita mancanza di quattrini nelle casse comunali. Ma è comprensibile che chi opera su terreni sdrucciolevoli a volte possa scivolare come avvenuto, io metto sempre un forse, anche in questa occasione.
Per cui la mia è solo una dovuta precisazione, ma posta senza alcun rancore. Quindi, un Buon Anno a tutti. E da quanto si ascolta e si vede, purtroppo sia a livello del tutto, che di tutti quelli che ci circondano e che continueranno a guidarci anche nel 2015 (parlo a livello nazionale, perchè quello nostro locale è solo e semplicemente una cellula - non certo intesa come quella di una volta- che vive di sola luce riflessa) devo affermare che di auguri, seppur insufficienti, (solo un miracolo ci potrebbe forse salvare) ne abbiamo infinitamente bisogno!! In bocca al lupo, con la sola ed unica speranza, al momento, di non essere ulteriormente sbranati.

mercoledì 24 dicembre 2014

A U G U R I

Ai pochi ma affezionati, simpatici lettori di questo blog, va il mio più sincero e semplice augurio di un felice






Franco Giannini

martedì 23 dicembre 2014

Buon Natale,... comunque esso sia !

... religioso, laico, ricco, povero, solitario o in compagnia,... Buon Natale a chicchessia !

Purché esso sia, almeno per la maggioranza degli italiani, l'ultimo con le pezze al culo.
E che anche i Babbi Natale Precari, possano ritornare a guidare le slitte di un tempo, con qualche modesto dono, senza il timore di pigliarsi una multa per divieto di sosta, fintanto che frugano tra i cassonetti della spazzatura con la speranza di rimediare qualche giocattolo per i propri figli, meno fortunati ( oggi, la maggioranza!!)
Mi ero ripromesso che come data d' armistizio, l'ultimo e penoso Consiglio Comunale, (da prima sospeso e poi con la seduta sciolta definitivamente per mancanza del numero legale di Consiglieri) che mi sarei astenuto da qualsiasi commento di carattere politico, semipolitico e populista. Non per nulla se non per rispettare quella finta bontà, con una scadenza controllata da uno stillicida conteggio alla rovescia, che però il Natale sempre esige. Buoni fino al 6 di Gennaio e poi l'Epifania con un colpo si scopa spazzera le Feste e  si ritornerà ad essere quelli di sempre.Sicuramente più veri malgrado la "cattiveria"!

Ma c'è sempre chi soffia sul fuoco ed infatti ho ricevuto qualche telefonata da parte delle "anime maligne" che mi sollecitavavano (malgrado il periodo del "volemose bene") a "digliene due a sta gente...". Insomma il solito italiota del "va avanti te che a me, me viè da ride". Per essere buono ed in linea con il periodo di false promesse e non deludere il sobillatore ho ceduto alle sue lusinghe.

Ecco che allora mi sono ripromesso di essere "acido" al minimo sindacale, ma non con gli assenti del Consiglio. Perché per questo c'è OpenMunicipio che li "sputtana" tutti con l'elenco dei presenti ed assenti. Anche se poi ci sono sempre le solite benigne giustificazioni, alcune vere, altre para-politiche o a volte solo "para". E poi diciamolo, costoro bene o male che se ne parli, a loro fa sempre piacere, perché alla fine ci guadagnano quella vivibilità pre-elettorale disposti come sono a tutto pur di essere ricordati nel fatidico election day. Figuriamoci che  alcuni dei presenti, nella speranza di avere nella prossima legislatura uno "zuccherino", gratuitamente si sono prestati a piccoli lavori di "cortigianeria", pur di restare fino all'ultimo vicino al proprio "sire". Ed ad uscirne umiliato da simili atteggiamenti pecoroneschi, credo di essere stato più io di loro. Ma si sa, loro so ragazzi!!

Ma almeno, se non in quelle locali, un po' di sale sulle ferite dell' Italia anonima dei mille comuni, mi sia concesso metterlo. Che poi c'èst la meme chose, l'identica cosa, perché si sa che i "piccoli" sono soliti scimmiottare i "grandi" ( con la g minuscola proporzionata al loro valore!). Quindi Stato Assente e Comuni anonimi, come anonimi sono le loro Amministrazioni e i personaggi che vi pullulano all'interno e che sono stati posti a capo di quella Greppia rappresentante il Presepe di un paesello qualunque che preso ad esempio potrebbe rispondere al nome di Ponziopilonia. Paese dove le mani sono pulite(?) ma le coscienze un po' meno!
Solitamente, in ogni Presepe Politico, l'unico personaggio riconoscibile dietro il Bambinello è sempre e solo il somaro. Una figura che nessuno vuol rappresentare apertamente, ma che in cuor loro sanno di impersonare tacitamente. Tutte le altre statuine, invece, sono sempre, volutamente, molto irriconoscibili. Ed il bello consiste che più si va avanti nel tempo e più queste cercano di camuffarsi. E più esse gridano ai quattro venti che politicamente il tutto deve essere fatto, scritto, discusso, promulgato, legiferato ecc, ecc, sempre alla luce del sole, più tendono a defilarsi con mille artifizi, nascondendo, camuffando, infrattando, miscelando lecito ed illecito sul precario crinale periglioso della legalità. E le vedi che cercando rocambolescamente di restare a galla sui laghetti fatti con spezzoni di specchio, o magari rubandosi a spintoni e colpi bassi, il posto in prima fila di qualche collega pastore, che piegato in due è intento a radunare le pecorelle smarrite. Innumerevoli le pecorelle, tutte uguali, tutte pazienti, tutte belanti. La rappresentazione del popolo.
Potrebbe essere il quadretto di una allegoria di un qualche partito politico nostrano, che visto che siamo in clima natalizio e quindi di falsi buonismi, evitiamo di farne il nome.
E tutte le figurine che girano attorno ad esso dovrebbero avere una identificazione politica, che invece non hanno, perché seguendo gli insegnamenti del loro Pinocchietto hanno imparato che in politica, la priorità principale è quella di tirare il sasso nascondendo il più velocemente possibile la mano colpevole. Ed allora per non saper né leggere e né scrivere, molti indossano, in previsione dell'imminente campagna elettorale di maggio, magliette anonime di liste non definite o meglio definite "civiche", qualcuna delle quali anche "de-vota" per "Lui". Sono tutti dei Nessuno, come il mitico Ulisse, che non possedendo una tessera di partito, si definiscono non politici. Tessera, quindi, che sembra solo l'unica ad identificare una persona immersa in un ruolo "Politico" o con un certo ideale.
Un po' come vergognarsi delle proprie idee e quindi identificarsi con un apoliticismo ridicolo ed un po' vigliacco. Un atteggiamento che funziona come quella risposta che danno i "timidi" a chi  chiede loro "per chi hai votato?" e la risposta sorridente, rispettabile quanto altrettanto pusillanime del "Il voto è segreto!". Ma visto che è Natale e siamo tutti quasi buoni, un alibi a questi signori glielo vogliamo dare? Si, fortunatamente non sono tutti uguali! Alcuni sono peggio di quanto e come li ho qui descritti.
Mi sento a questo punto come se Eduardo De Filippo la rivolgesse a me quella sua battuta inserita nella commedia "Natale a Casa Cupiello" con il suo :"Te piace 'o Presepe?". La mia risposta in questo caso sarebbe identica alla battuta del copione :"A me non mi piace..." anzi, aggiungerei "neppure un po' ".
Auguri, comunque a tutti. Quanto meno a chi al taglio del Panettone, c'è arrivato !





di Franco Giannini

mercoledì 10 dicembre 2014

Alberto Sordi ai raggi X d’un acuto quanto “impietoso” Maurizio Liverani

come che del resto lo è sempre stato, figuriamo oggi al traguardo delle sue prime 86 primavere - FOTO

Un prestigioso traguardo che ha voluto casualmente festeggiare giovedì 27 novembre alla Biblioteca Antonelliana con la presentazione del suo nuovo libro "Sordi racconta Alberto", ad un numeroso pubblico intervenuto per ascoltare la sua oramai risaputa oratoria sempre farcita di aneddoti e personaggi che inaspettatamente escono fuori come da un cappello a cilindro di un valente prestidigitatore.
Immancabile al suo fianco Barbara Soffici, che seppur con un pizzico di emozione, ha svolto il lavoro più difficile : quello di ricordarci quanto Maurizio Liverani, nel corso di questa lunga carriera ci ha insegnato, scritto e deliziosamente portato sulle scene. Elencando gli innumerevoli personaggi che il Maestro ha conosciuto e di cui puntualmente ci narra con dovizia di particolari e senza peli sulla lingua, sia i pregi che difetti. E Barbara, questa la sua grande dote, lo ha fatto in punta dei piedi, dettagliatamente, ma, nel timore di rubargli spazio e visibilità, rapidamente e con estrema modestia.
Altrettanto ben congeniata e studiata la presentazione del volume  da parte dell'esperto cinematografico Federico Pergolesi, che in chiave di intervistatore di Liverani, ha saputo mettere in rilievo, acuendo l'interesse per i tre personaggi: Maurizio, Sordi ed Alberto, non dimenticando il periodo in cui l'intervista fu fatta.      

Ho lasciato passare qualche giorno prima di scrivere su queste mie quattro righe, che non hanno di certo la pretesa di essere una critica sul contenuto del libro, non potrei permettermelo né come capacità né quantomeno per timore di varcare indegnamente quella soglia di rispetto nei confronti di Maurizio. Quindi se ci scrivo su queste modeste parole è anche per confermare quanto sottolineato dal nostro Assessore alla Cultura Stefano Schiavoni, che in fase di presentazione del volume, sottolineava giustamente come i libri di Maurizio Liverani ti prendano e li si leggano tutti di un fiato nell'arco di poche ore. Indubbiamente apprezzo tutte le doti del Maurizio Liverani Scrittore-Giornalista, ma principalmente quella che ritengo la sua principale : Una sintesi, ma dettagliata.
Potrebbe sembrare un'affermazione contradditoria la mia, ma credo che così non sia. Nell'ultima di copertina di "Sordi racconta Alberto" in nove sole righe ci propone la foto del vero Albertone come non lo abbiamo mai pensato fosse. E la frase che estrapolo :"... Sordi non è il solito attore che fa ridere; egli ha la nozione e il sentimento delle cose della vita..." ti invita ed invoglia, oltre a che pensare, a partire con la lettura che per qualche ora ti terrà impegnato. Avverto che si avrà bisogno ogni tanto, di porre l'indice della mano a mo' di segnalibro, riflettendo su questo personaggio che si racconta quando aveva soli quarantasei anni, ma che è attuale anche al giorno d'oggi.
Ma chi da freschezza ed attualità a questa intervista, è , non dimentichiamolo, alla penna rimasta, del resto, immutatamente sempre giovane del nostro Maurizio Liverani.

Quello che mi è balenato dopo il post lettura di questo libro, è stata la impossibilità di poter fare quella necessità di soddisfare tante curiosità che ti vengono a mente e che ti restano così in sospeso. Necessiterebbe prima di leggere il libro e poi partecipare all'incontro. Cosa che mi sono preposto per la prossima volta, dal momento che in cantiere, come sia Maurizio che Barbara ci hanno rivelato, sono in fase avanzata altri due libri. Uno di questi dovrebbe avere per oggetto la "rottamazione" del lavoro del "Regista" visto in chiave politica ed immagino non certo velatamente polemica. Però questa volta cercherò di organizzarmi meglio nell'interesse del mio egoismo di soddisfazione personale, onde avere la possibilità che l'autore possa soddisfare tutti i dubbi che gentilmente con l'occasione andrò a sottoporgli.
Franco Giannini
Già pubblicato Lunedì 8 dicembre, 2014 su SenigalliaNotizie.it

sabato 6 dicembre 2014

Roma magna, intesa non certo come grande...

... anzi, tutt'altro!!!

Chissà che Ludovico Ariosto non abbia previsto tutto e  dedicato il suo verso : " Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto,..." a questa penosa, vergognosa (solo per gli onesti!) attuale storia della nostra Capitale . Oggi anche in questo malfamato intreccio di delinquenza (dicono mafiosa... ma non ci credo!) e politica infatti abbiamo una donna segretaria e cassiera. E si sa che dietro ad un grande omino c'è sempre una grande donna, cosa del resto suffragata  anche qui, dal fatto che se ci sono queste non possono neppur mancare i cavalier. Neppure l'arme avrebbero potuto mancare perché servono per gestire almeno una parvenza d'ordine. Le "cortesie" poi, tra figli di Casta generati da buone donne non possono mancare, seppur la parola deve essere scritta tra le virgolette, ed è per proprio perché sono scambiate tra figli di... per questo non possono essere che audaci.
Ma ritornando alla novella storia della recente cronaca nera economica politica che ha colpito la Roma Capitale, troviamo coinvolti non solo personaggi della malavita, ma anche quelli dell'Amministrazione politica capitolina che così uniti in matrimonio con la prima, ne hanno assunto a tutto diritto la stessa nomea: MALAVITA.
Oggi ne sono indagati solo 100 (logicamente fino al terzo grado di giudizio tutti "Innocenti"), ma di certo c'è solo una cosa. Costoro sono tutti rispettabili facenti parte di una sospetta vita malavitosa. Ma si parla anche di legami di gente che si credeva al di sopra di ogni sospetto, che brevemente senza andare sullo specifico denomino come semplicemente degli artisti e degli sportivi in necessità di aiutini.
Tutta quella "povera gente" che non riesce a soddisfare le loro ESIGENZE (lecite ed illecite) nel corso della loro carriera, visti i loro "miseri cachè" a tanti zeri e che magari bisogna pure compassionevolmente comprenderli. Ed infatti ecco che lo Stato compassionevole con le Cicale, i Vip, le Caste non caste, si è inventata una legge per questi poverelli : la legge Bacchelli che alla fine dei loro giorni sarà sempre poi pronta a sostenerli con un vitalizio che noi Formiche paghiamo e continueremo a pagare. Ed a costoro, si guardi bene, non va di certo la pensione minima sociale, loro, seppur con pezze al culo virtuali, hanno del resto insaziabili esigenze e le stesse mani bucate con cui hanno gestito le immense fortune che le sono passate tra le dita e che purtroppo continueranno a gestire. Ma non solo, magari con grande falsità attingendo alle loro capacità artistiche cercheranno di impietosirci con le loro lacrime per malattie immaginarie. Le solite malattie fittizie in cui solitamente cadono i VIP delle varie CASTE quando colti con il topo in bocca dovrebbero andare ospiti delle patrie galere ed invece vengono locati da magistrati allo sbaraglio, ai domiciliari nelle loro magioni dorate. Si lo so, mi si dirà che non è facile ottenere il vitalizio. Ma non dovrebbe essere facile, dovrebbe essere impossibile. Perché? Semplicemente perché allora che cosa si dovrebbero attendere dallo Stato gli oltre 7 milioni di italiani attualmente disoccupati, cassa integrati, precari, ecc... ecc... che non certo per loro colpa o delle loro esigenze, ma al più, delle loro assolute irrinunciabili NECESSITA' vitali, che malgrado abbiano stretto la cinghia dei pantaloni oltre l'impossibile con impensabili rinunce con tutta probabilità non vedono nel loro futuro una pensione e quanto meno una legge fatta ad hoc per loro ?
  



di Franco Giannini