lunedì 6 ottobre 2008

LA CHIAMANO INFLUENZA

di Dario Petrolati

Anche quest' anno, puntuale come sempre, c' è una passata generale di questa generica malattia, che colpisce gli anziani i bambini le generazioni più deboli.
Ci si prenota dal medico di famiglia per l'arrivo del vaccino e si spera di schivare anche stavolta qualche giorno di letto tosse febbre.
Ogni volta cambia nome, come in America gli uragani.
Basta un vaccino, una iniezione rapida e nel giro di due o tre giorni passa la paura.
Questa fastidiosa ( malattia? ) costa alla comunità tutta anche perchè chi ancora è in attività non va in azienda e la produzione cala.
Ma non è questo lato economico che mi genera quesiti poco simpatici, mi irrita il numero di coloro che ogni anno cadono sul fronte di questo assalto sempre atteso, forse anche con superficialità.
Siamo noi le prede facili. noi della seconda-terza età, chè logorati nel fisico per mille ragioni, non ultimo il lavoro od anche le preoccupazioni che arrivano così come se dovessimo essere eterni ed invincibili.
Ieri all' appello annuale della ripresa domenicale per sei mesi, ballo liscio e chiacchiere vaghe per qualche ora, mancava qualcuno.
Uomo o donna che veniva ormai da anni per non pensare di essere di troppo insomma eppoi partecipare sentirsi vivo tra gli altri anche se poi si parlava o parla sempre delle stesse cose col sapore di borotalco e vaghi insapori profumi economici, mancava e nemmeno il nome o i caratteri somatici si ricordavano, solo dagli scontrini di accesso si notava per differenza l'assenza.
Il ballo domenicale della Auser nella cinta urbana di Padova richiama sempre chi la domenica non si rassegna a restare a casa e rimminchionire davanti la televisione, così si organizzano comitive senza pretese per andare a ballare, che anche ginnastica moto fisico sempre è, lo stare in comitiva poi non fa pensare e ci si illude di essere ancora prima del duemila.
Se non ci fosse questa puntuale Influenza a turbare con indifferente precisione forse i vecchi amici continuerebbero nel loro sogno di essere ancora "ragazzi".
Arriva il vaccino e subito si corre "salvati" dal medico. Anche questo anno l' abbiamo fregata sta influenza del cavolo, staremo attenti a non cadere e sfruttare i giorni futuri per leggere e scoprire cose che già magari sapevamo, ma si era dimenticato per strada.
D'obbligo sono gli auguri a tutti per tutti.

2 commenti:

LorenzoMan ha detto...

Figurati che io prego ogni mattina perchè mi becchi una bella botta che mi faccia stare una settimana a letto!
Invece niente, al limite mi prende una mezza sfebbrata il venerdi sera fino alla domenica pomeriggio.
Sono il dipendente pubblico con meno giorni di malattia al mondo, non c'avesse pensato mia figlia nel 2004 ad attaccarmi la varicella sarei a quota zero giorni da un'eternità.
Meno male che Brunetta mi premierà con il prossimo contratto...

www.dariopetrolati.it ha detto...

Caro Lorenzo,
noto con moltissimo piacere che sei alto di spirito e ciò conferma la mia opinione che di te mi son fatto:
sei veramente un tipo in gamba,non vedo l'ora di scroccarti il caffè promessomi,quando verrò giù per regalare il mio "LUOGHI".
Auguri alla tua bellissima famiglia ,fortunata nell'avere un -capofamiglia- come te e viceversa.
Un caro saluto,
dario.