di Dario Petrolati
D' estate, molti anni or sono, bighellonavo sotto il sole agostano lungo il Corso due Giugno, a Senigallia.
Come per caso o predestinato, all' altezza della Libreria Sapere il signor Rodolfo Colocci mi chiamò.
Non avendo confidenza restai fermo impalato in mezzo alla strada vuota, dopo poco o molto, ora non posso ricordare, il signor Colocci mi tese un libro in regalo, così come si dice buon giorno o arrivederci, con gioia ed emozione.
Era una edizione mai vista con copertina rosa confetto fatta in economia.
Il famoso libraio, mi spiegò che aveva quell' unica edizione, sempre nascosta, chè durante il regime era l' autore ed il libro in particolare, severamente vietato.
L'editore : Bietti, l'autore Jack London, il titolo, Il Tallone di Ferro.
Era un libro dall' aspetto veramente economico fabbricato con carta povera e privo d' aria, si vedeva ad occhio nudo che era stato sempre nascosto, in ombra.
Il signor Colocci mi spiegò che era la storia ed il pensiero politico sociale dello scrittore americano da lui più amato.
E Jack London che io conoscevo per autore di libri d' avventure divenne allora e da quei lontani giorni d' agosto, un qualcosa di intelligente-sofferto, politicamente inimmaginabile, una coscienza ribelle-inquieta che sempre lottò per la liberazione degli sfruttati , la mai raggiunta uguaglianza tra le classi sociali.
Ebbe London una vita avventurosa sempre imprigionata ad ideali socialisti che all' epoca in cui fu scritto Il Tallone di Ferro suscitò clamori per l' arditezza del soggetto e la parte non nascosta per cui protendeva lo scrittore
Pare che Lenin e gli altri artefici della Rivoluzione di Ottobre fossero molto attirati dallo stile ed il così detto contenuto dell'opera.
Trattasi quasi di autobiografia poco romanzata bensì gridata tra folle di minatori logicamente sfruttati ed istintivamente ribelli al despota padrone.
London scrisse tantissimo, sempre finchè visse, e solo 40 anni durò la sua avventura terrena, teneva una media di circa 2.000-duemila parole quotidiane.
In mare, ove visse giorni inquieti, ma sempre volti al pensiero di lotte dure-ferrose per la parità di classi, e lungo gli sguardi di terre lontane tra venti che ricordano anche Melville, pare abbia subito , forse inconsciamente, la malattia che lo disfece così presto.
Ho fatto rilegare Il Tallone di Ferro presso i frati dell' Abazia di Praglia, gli stessi che hanno salvato i tesori di Firenze e Venezia dopo le grandi alluvioni, ora ha una robusta copertina marrone simil pelle con i caratteri dorati, ma dentro è rimasto tutto il libro originale con la buffa quasi copertina della Bietti, qualche scarabocchio a matita per evidenziare passi che m' interessavano.
Credo sia una storia da conservare non tra la narrativa, ma da posare tra libri di storia vissuta, politica, ove deve trovarsi anche, se non erro, Martin Eden, chè Jack London per sempre combattè e perse fisicamente una lunga fuggevole battaglia contro le ingiustizie che agli angoli del mondo governano i destini dell'umanità.
FOTO (tratta dal web): Jack London
4 commenti:
grazie Franco,
sai scegliere e sentire anche quello che non dico
sono stato fortunato nel conoscerti
la tua famiglia sana dovrebbe insegnarmi anche
ma son testardo ed altro
stasera ritoccherò tornando a casa il Tallone di Ferro che tu hai stampato così bene.
Bravo , grazie,ciao Franco.
dario.
Quasi una informazione di servizio....
A chi può interessare,... per i più svariati motivi, di ascoltare la lettura di tanti libri, fatta da attori professionisti, suggerisco questo link della rete RAI. Si comincia con "Il richiamo della Foresta" di J.London, ma in archivio ne trovate un discreto numero che dovrebbe soddisfare anche i palati più difficili:
http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/alta_voce/archivio_2005/eventi/2005_02_01_ilrichiamodellaforesta/index.cfm
Ripeto il link perchè non è stato inserito correttamente:
http://www.radio.rai.it/
radio3/terzo_anello/
alta_voce/
archivio_2005/eventi/
2005_02_01_ilrichiamo
dellaforesta/
index.cfm
tutto su di una riga
Bravo Franco,
non finirò mai di dirtelo chè lo penso.
Sono stato fortunato a trovarti.
Sei meritevole di questo aggettivo chè ti prendi a cuore il fatto che gli amici leggano.
Sapere rende liberi, vero Franco?.
dario.
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