giovedì 14 gennaio 2010

Senigallia, terza replica e terzo successo per il musical "Forza, venite gente"


di Franco Giannini
già pubblicato su 60019.it

Come volevasi dimostrare: entusiasmo, passione, lavoro e fiducia, alla fine ripagano sempre...

Che la rappresentazione del musical "Forza, venite gente!"avrebbe avuto il meritato successo che tutti si attendevano, lo si intuiva già dalle prime parole di ringraziamento che il Sindaco Luana Angeloni, dal palco della Fenice, rivolgeva al Consiglio delle Donne, all’Istituto Marchetti ed al FAI, per la loro collaborazione.
Infatti, tra l’altro, quasi con meraviglia, diceva che per indiscutibili ragioni di sicurezza, molti spettatori erano rimasti fuori, in quanto il teatro, malgrado non sia poi così piccolo, non poteva contenerli tutti.
La sera delle prove generali, mi ero lasciato con i ragazzi nel dubbio di quale sarebbe stato l’augurio giusto che dovevo rivolgere loro, perché “In bocca al lupo…crepi…” non lo potevo dire per rispetto alla figura di San Francesco, “In c..o alla balena”, mi suonava un po’ troppo volgare per il tipo di rappresentazione, in fin dei conti, dal contenuto religioso, ed allora ho optato per non fare alcun augurio, certo che non ne avrebbero avuto alcun bisogno. E così infatti è stato!
Gli occhi, e l’orecchio, ovviamente li ho subito ed in principal modo puntati sul subentrante San Francesco, alias Roberto Tarsi. Il suo avvicendamento con Emanuele Piazzai, il San Francesco della precedente rappresentazione, assente più che giustificato, perché la vocazione verso questo Santo, lo ha portato ad abbracciare gli studi in seminario, non si è fatto sentire. La sua voce notevole, infatti, non si è fatta prendere da quell’emozione che qualcuno temeva. Impassibile, freddo, sicuro, consapevole delle sue potenzialità. Del resto è un diciassettenne, si, ma già in attesa di conferme in campo canoro, avendo partecipato recentemente al Concorso Milanese di “Cantofestival” con la canzone “Sentimento” di cui aspetta il responso dalla giuria.
Ho trovato tutti i cantanti solisti più “sciolti”, meno tesi, cosa questa che sicuramente ha dato più sicurezza interpretativa ai loro brani.
L’orchestra sempre impeccabile ed altrettanto il coro guidato in questa occasione da Marco Basili. Mi restano ancora nelle orecchie le note di “Semplicità”, “Angelo Biondo”, “Perfetta Letizia”.
Se proprio voglio cercare il pelo nell’uovo potrei dire, che a volte, per motivi di microfono o casse acustiche tarate troppo alte, il volume della musica si sovrapponeva a quello delle voci, e con alcuni interpreti-cantanti dava il fastidioso effetto di risucchio, quando questi prendevano il respiro.
Dire ancora “Bravi!!” a Francesca Berardi (alias Santa Chiara), a Maria Savini (Cenciosa), a Rodolfo Papini (Frate Lupo), a Francesco Piazzai (Diavolo), a Eleonora Giovanotti (Angelo biondo e Sorella Morte), mi sembra poco ed aggiungere altri aggettivi apparirebbe troppo mieloso, loro sanno di avere belle voci e sanno di aver ballato come Luisanna voleva.
Gradevolissimi al vedersi tutti gli altri ragazzi, senza dei quali lo spettacolo sarebbe risultato incompleto. Simpaticissimi i Ragazzi Moderni, che hanno rappresentato in modo veritiero, quello che sono poi loro stessi nella realtà.
Il Gruppo degli Sbandieratori di Corinaldo, si sono assunti il compito, di accentrare l’attenzione del pubblico all’apertura del sipario, sempre un momento particolarmente emotivo in uno spettacolo e ci sono ben riusciti, mostrando tutta la loro abilità in un luogo ristretto, qual’ è un palcoscenico non certo una piazza.
No, Davide Nataloni (alias Bernardone) e David Berardi (Responsabile della Recitazione), non me li sono dimenticati. Li ho volutamente lasciati nel finale proprio perché a loro devo una parola in più.
A Berardi, i complimenti per come è riuscito ad affinare monologhi e dialoghi tra Bernardone e Cenciosa. Indubbiamente sono dei dilettanti con un indice di professionalità invidiabile da molti che si ritengono professionisti, ma si vede anche la mano del “maestro” che è riuscito a far passare un senigalliese per umbro…questo almeno era la domanda che si facevano in platea, per la cadenza eugobina che Davide dava a certi suoi brani recitativi.
A Nataloni, rinnovo invece i miei complimenti perché riesce ogni volta, ad ogni sua replica a dare sensazioni nuove, con una semplice scelta, che poi tanto semplice non è, delle pause, del parlare con quei silenzi prolungati legati all’espressione ed ai gesti. Si badi bene, non lo dico con l’atteggiamento da vecchio ruffiano, per farmi perdonare il suo mancato inserimento sul video che è stato girato durante le prove, a causa di un suo involontario ritardo. E’ solo per esprimere un mio personale giudizio su un ragazzo che si crede dilettante, ma che penso ormai sia qualche cosa di più.
Il tutto è scivolato via sulle orme di quel tracciato iniziale, lasciato dalla regista Simona Sensini, assente anche lei giustificata perché in “dolce attesa”, su cui ha lavorato non poco Luisanna Gresta per rimediare ad obbligati “rimpasti” che le assenze di alcuni componenti del cast avevano resi obbligatori.
Credo che il riconoscimento più grande vada a Luisanna. Sia per il lavoro svolto che per aver dimostrato ancora una volta, il suo amore verso i suoi allievi, quando con un foglio in mano, ha schierato tutti sul palco presentandoli al pubblico uno ad uno scandendo i loro nomi e cognomi, non tralasciando neppure coloro che solitamente lavorano per lo spettacolo dietro le quinte, quali fonici, elettricisti, sarte.
E per chiudere, un suggerimento con il sapore quasi di supplica, al Sindaco, o vista l’imminenza della scadenza del Suo mandato, all’Assessore che si dovrà prendere carico della cultura e dello spettacolo: per un dovere di “rispetto” verso coloro che sono rimasti fuori dal teatro, si potrebbe pensare ad un’altra rappresentazione del musical? Si potrebbero cogliere due piccioni con una fava, favorendo un’ulteriore soddisfazione sia per questi giovani che per la cittadinanza. La cultura si fa anche in questo modo, con poca spesa, tanto entusiasmo, favorendo i giovani talenti di casa nostra.

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