E'caldissimo, è l'afa delle prime ore del pomeriggio. Vorresti riposare, ma la pelle del divano si surriscalda ed allora ti trascini fino al letto nella speranza di essere più fortunato e poter così schiacciare la classica pennichella, ed invece, le lenzuole ti si appiccicano al corpo, ti innervosiscono e l'unica cosa che puoi fare è vagare con il pensiero, magari sull'utimo avvenimento che avevi letto o ascoltato.
Nel mio caso, era la mancata concessione della cittadinanza onoraria di Milano, al Dalai Lama, da parte del Sindaco Pisapia.
Anche Alemanno, uomo in età giovanile anch'esso di piazza, era incorso in un altrettanto altolà da parte dei "cinesi", sempre per un problema di cittadinanza e sempre alla stesso Dalai Lama, ma seppure non mi sia assolutamente figura simpatica, devo dire che si comportò in ben altro modo. Da persona con gli attributi. Infatti sbattè le porte in faccia agli occhi a mandorla che tenerono il broncio alla Capitale, per tre anni, senza che nessuno se ne accorgesse.
Concesse orgogliosamente la cittadinanza romana al Dalai Lama.
Qualcuno dirà che a Roma non c'era l'Expo.
Bene, ma siamo certi che l'Expo porti utilità a noi e non invece ai cinesi che vengono ad esporre le loro cianfrusaglie frutto di sfruttamenti e tirrannie magari anche dietro sollecitudine di pseudi imprenditori occidentali (anche nostri) senza scrupoli, emigrati nel bel paese dove nel lavoro tutto è permesso (eccezion fatta per quelle regole che differenziano gli uomini dalle bestie? Ma solitamente chi va in un Expo, non ci va, come dice la parola stessa, per esporre, per far conoscere e farsi conoscere, per avere la possibilità di vendere? Appunto per vendere, per fare contratti. Ed è allora, proprio in virtù ed in nome di quei diritti umani che sempre i politici di tutto il mondo esaltano, che dovrebbero dimostrare che il contenuto dei loro attributi non è costituito da taroccata segatura come i prodotti del sol levante.
Mi sarei atteso sia da Pisapia che dai suoi accoliti consiglieri, un atto da veri rivoluzionari: Concessione della cittadinanza al Dalai Lama seguita da una pernacchiosa quanto maschia, coraggiosa ed orgogliosa contro minaccia "...e chi se ne frega, se voi proverete a far dar di fiato ai vostri vecchi tromboni bavosi e sfiatati, noi suoneremo le nostre campane. E fin da oggi, preventivamente, in attesa della vostra decisione, blocco immediato delle vostre esportazioni. Quindi, virate la rotta di tutte le vostre navi porta container ripiene di tutti i sporchi, inquinanti, infetti "barattoli", che pomposamente denominate "merce", contraffatti e pericolosi, che altrimenti verranno rispediti al mittente...e se decidete di non partecipare, peggio per voi!!".
La vita la si deve anche vivere anche spericolatamente, ma sempre a testa alta.
Pisapia !!! E poi il rifuggiarsi sull'invito al Dalai Lama in Consiglio ! Mossa patetica da parte vostra, quanto apprezzabile quella del Dalai Lama nell'accettarla: non è cristiano, ma qualora non lo aveste capito, vi ha offerto l'altra guancia!
Ed io, illuso, che il 7 Agosto del 2008 accendevo candele per il Tibet! Rivoluzionario anche io, di una moda durata qualche ora.
Siamo purtroppo occidentali, uomini con tanti ideali, legati però al portafogli, ed allora come tanti cani da "paiaro", sappiamo solo abbaiare e subito dopo, alla prima voce del padrone di turno, con la coda tra le gambe, siamo imbattibili nel trovare la "giusta scusante ad effetto".
Dico ciò, perchè prima di Pisapia, per chi debole di memoria, a frenare l'abbaiare delle voci degli occidentali, c'era stata la scusante delle Olimpiadi di Pechino.
Attenzione però signori, cominciamo a prendere le misure, se non è già tardi (cosa di cui ho proprio paura!) i cinesi, non sono i comuni extraeuropei di cui tutti parlano e che molti temono. Questi sono dei silenziosi invasori economici, che invisibilmente spingono di gomito, si prendono spazi costi quel che costi. Guardano solo ed escusivamente interessi manovrati dalla terra d'origine. Da chi non si sa, ma da esperti italiani lo si può solo immaginare.
Logicamente non mi riferisco all'oltre miliardo di esseri macilenti e sfruttati composto dal
popolo bue, sarebbe come scatenare una guerra tra poveri, ma di quel milione di visitatori che hanno promesso di venirci a trovare a Milano, e che durante tale periodo, onde evitare spiacevoli contaggi (economici e commerciali) speriamo restino lì confinati fin al loro rientro in patria.
di Franco Giannini
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