lunedì 11 giugno 2012

Il ricordo di Enrico Berlinguer a 28 anni dalla sua morte




ora, quale partito sarà a  ricordarlo?

 Anche i caratteri somatici di Enrico, comparando una sua foto con quella di Gramsci, mi sembra abbiano delle similitudini.
Sarà per i cappelli (voluminosi, neri e scompigliati)?
Sarà per la loro statura fisica non certo di giganti?
Sarà per la loro staura intellettuale, questa si gigantesca in entrambi?
Sarà perchè tutti e due sardi, sebbene le origini di Gramsci fossero albanesi ?
Sarà perchè provenivano da famiglie non propriamente di operai?
Sarà perchè erano di idee comuniste (Antonio Gramsci fu uno dei padri fondatori nel 1921) ?
O forse sarà perchè sono solo io che mi "attacco" nel vedere tutte queste sfaccettature, affinchè mi ricordino che c'era una volta un partito, c'erano dei dirigenti competenti, c'erano ideali (poi giusti, condivisibili o meno) ma sicuramente c'erano.
Oggi Antonio Gramsci viene ricordato solo nelle conferenze salottiere, nelle commemorazioni ufficiali, e sempre da chi il proprio valore umano e culturale spesso non ne vale neppure la decima parte.
La figura, invece, di Berlinguer, di quello che è stato un vero Leader, del trascinatore delle folle, della speranza su cui il mondo del lavoro riponeva le proprie speranze, oggi riposa in foto incorniciate, appese in soffitta, impolverate e dimenticate, delle vecchie sezioni comuniste o arrotolate su vecchi manifesti commissionati in abbondanza, forse troppa, pubblicati dopo la morte di questo che, almeno io, considero l'ultimo vero segretario del partito. Un uomo che aveva compreso la necessità di guardare con favore ad un incontro-dibattito politico-economico con il mondo dell'industria. Cosa fino a quel tempo considerato un tabù per i comunisti. Un modo di "dialogare" che oggi i sindacati imborghesitisi, hanno tradotto in una specie di pacifico-sereno-servilismo.
Dopo la sua morte, il nulla! Era l'11 Giugno del 1984 in un comizio a Padova il suo malore, proprio in Piazza della Frutta e c'è da chiedersi se questa non sia stata una premonizione?!
Di certo è che da quel giorno, è cominciato il declino del PCI. Un avvicendarsi di nomi, di persone spocchiose, incapaci,  o meglio capaci di seguire più che gli ideali del partito, i propri interessi. Legati ai loro nomi, sono legate le varie sigle ed vari loghi, una specie di moda che perdura ancora; come se con il cambiamento del nome del partito si potesse fermare l'emorragia dei consensi. Così come si fece con la prima riduzione del simbolo del PCI (Bandiere su falce e martello) ponendo in primo piano una quercia e spostandolo tra le radici, per poi a farlo sparire successivamente, come simbolo, come ideali e persino l'uso del chiamarsi con il termine "compagno". Ma con tutto ciò è sparita anche l'adesione dei "compagni". Sono nate così altre piccole sigle con adesioni percentuali, però, da temperature invernali. Sigle cadute tutte nel dimenticatoio. Quello che fa dolere il cuore è che ai giorni nostri, in quello che era ciò che Gramsci, Togliatti e Berlinguer avevano lasciato in eredità, a "figliastri" scialacquoni, ci si vergogna, perfino, a dichiararsi "comunisti". Ciò che veniva deriso, dopo la guerra, ricordando che in circolazione non si trovava più un "camerata".
Oggi ci si definisce di "sinistra", come i democristiani si rifuggiano in "uomini di Centro". Ma sia gli uni che gli altri si sono talmenmte imbastarditi, che non hanno trovato di meglio che fondere un minestrone di ideali (quali poi?), in cui dicono di ritrovarsi e convivere (Diavolo e AcquaSanta??), ma che, ad ogni volta che sono costretti a mangiarne anche un solo cucchiaio, storcono la bocca lasciando trasparire l'amarezza del boccone che devono ingoiare.
Farà compassione, rabbia e sgomento, vedere anche quest'anno, il preposto di turno, che con "ammirabile coraggio" o "infinita faccia tosta" commemorerà Enrico. Sarà il nostro aristocratico Presidente dalla lacrima facile?, sarà l'attuale segretario (oggi vendutosi alla Sacrestia)di quello che è il germoglio inghiandito nato sulle macerie, delle macerie dei partiti succedutisi al vecchio PCI? O forse chissà, magari qualche vecchio "democristiano" (pardon uomo o donna di Centro) convertito in questa nuova "cosa" che è il PD e quindi delegato ed autorizzato a questo occasionale compito? O forse sarà qualche vecchio decrepito intellettuale filosofo di "Partito" senza partito, uno dei tanti anonimi di questa società, con un nome,  che per solo rispetto alla sua età e solo per questo motivo, nessuno oserà fischiare, malgrado l'abbondanza che avrà nello sciorinare i soliti termini retorici nel ricordare Berlinguer ?
Ed allora ecco il mio modesto e scialbo ricordo di un uomo della strada per Enrico Berlinguer che è però anche un invito : Riposa tranquillo, Enrico e non ti rigirare nella tomba! Credimi, per gli ipocriti "compagni comunisti" di oggi, non ne vale assolutamente la pena!!

3 commenti:

dario petrolati ha detto...

Grazie Franco,
ieri quassù nella stessa Piazza ove il nostro Berlinguer spirò c'era gente.
Molti vecchi e vecchissimi
qualche ragazzo giovane e preparato
Non è stata commovente la Cerimonia
non per demerito dei presenti anzi è che il vuoto lasciato ed il cercare di correre dietro al Suo pensiero sempre ci fa stare con paura acqua alla gola come quasi si fosse in logica colpa per la sparizione del Martire chè inutile dirlo Berlinguer è morto per noi.
Ha fatto il politico il sindacalista di tutto ha donato la sua vita sino all'ultimo respiro per la sua patria.
A poco a poco dopo il ricordo cambiato la corona tricolore sulla lapide in alto tra i due balconi siamo tornati ognuno al suo privato
Certamente non è caso di fare confronti con i politici di oggi....La situazione ingrata odierna Enrico l'aveva descritta nei minimi particolari: ci aveva avvertito...

Ciao Franco e per favore salutami le persone che tu sai...
un abbraccio,
dario.

dario petrolati ha detto...

ho riletto il tuo scritto
sei solo una persona rara
per bene
ed amico mio,
grazie Franco.
dario.

Franco Giannini ha detto...

Grazie a te Dario, per la tua pazienza nel seguirmi nelle mie acide osservazioni. Ma vedi, il vino invecchia e si fa buono, perchè nelle botti tappate. Io invece da pensionato e senza più alcun timore sono contrariamente al vino, con la bocca aperta a prendere aria e forse per questo tendo ad inacidire. Un abbraccio caro amico!!