domenica 30 dicembre 2018

L'Anno che verrà ...

... sarà,... sarà... sarà, quello che so di certo è che sarà di 365 giorni e che per noi italiani (almeno la maggior parte) sarà (purtroppo) da vivere nel nostro Paese...

Si dice che diventando vecchi, si divenga più saggi. Non so se ciò sia vero, so solamente (ma nel mio caso ne ho la certezza) che per ottemperare la saggezza devi contare fino a dieci e poi trattenerti dal dire ciò che pensi. Ma così facendo passi dalla riva della sincerità all'altra sponda: quella della falsità. Tanto che io, oggi, mi ritrovo, per ovviare di guardarmi allo specchio ogni mattina quando mi faccio la barba con una certa dose di schifo di aver trovato quale sanatoria del guardarmi allo specchio con minor frequenza. Ovvero ho deciso di radermi un giorno si ed uno (o anche due) no.
Domani sarà l'ultimo giorno di un altro di quegli ennesimi anni da tempo carichi di disgrazie, di miseria, di asti e di rancori.
Gli unici anni che non sono stati di questo tenore, almeno per il sottoscritto, sono quelli che non ricordo, vista la mia tenera età di allora.
Ed allora leggere già da qualche giorno quante siano le persone che sembrano essere in gara per guadagnarsi il maggior numero di like con la frase o il disegno animato di Buon Anno, non mi entusiasma gran che, al più, lasciatemelo dire e mi guadagnerò il potermi radere domani, mi rattristiscono.
Del resto però, seppur le statistiche hanno la veridicità del pollo di Trilussa, vedo che sono in buona compagnia. A chi vorrà sapere di più su questo mia asserzione dovrà leggersi il contenuto di questo link che descrive il club dei pessimisti. Anche se io mi escluderei da quel terzo posto ufficiale, ma mi sentirei di occupare il primo gradino del podio di questa statistica.
Non credo di essere assolutamente uno iettatore, ma più semplicemente un italiano che vive in Italia, Paese dove fare previsioni di catastrofi di ogni tipo (comunque quindi realtà non ottimistiche) è la cosa più semplice da prevedere e senza indossare le vesti di Cassandra.
Quindi fare Auguri a chi e per che cosa? 
Già il fatto che si scriva o si legga, per chi ama la vita (non è il mio caso) è già un successo di cui dovrebbe accontentarsi. Chi ha un lavoro che se lo tenesse stretto. Chi ha una salute discreta è un gran fortunato che non deve chiedere nulla. Chi economicamente "sopravvive" si guardasse alle spalle ed osservasse chi sta peggio. Non sono di certo degli Auguri, quindi i miei, sono solo consigli per sopravvivere che si osservavano ai tempi fortunatamente andati. Mai guardare chi stava meglio... sarebbe stata solo invidia. Accontentarsi dunque !! 
A disoccupati, malati, indigenti, che dire... visto come tutto sta andando in una strada stretta malmessa e senza  illuminazione (alla faccia del leggendario lumino, oramai stagionato come un buon vino DOC d'annata, in fondo al tunnel), fare loro auguri di che cosa? in un'Italia gattopardesca dove tutto cambia per restare com'era? Mi puzzerebbe o mi puzza tanto sia di una (involontaria, incosciente) presa per i fondelli sia di un gesto di bontà (lodevole quanto si vuole) seppur inutile !! Al più, allora, il grido di "Si salvi chi può" attaccandosi se non agli auguri alla scaramanzia del "non è vero, ma ci credo" 








di Franco Giannini   

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