....Continua....Capitolo 12°
I PANNI SOTTO LA CENERE
UMBERTO: Ai lavatoi de solito c'andava le ragazze.
BRUNA : Se riempiva la tinozza con acqua calda e ghiaccia e ce se metteva la soda.
UMBERTO : Io il cloro.
ZELINDA : No il cloro no !
NELLA : Io so che c'era la varecchina solo!
DELIA : Da me si lavava a mano con la varecchina, poi si metteva i panni sotto la cenere e venivano più bianchi.
NELLA : Se metteva la cenere in dondo, con un telo poi se buttava giù l'acqua.
LIDIA : L'acqua che si buttava giù e che se mischiava con la cenere si chiamava la ranna, ce se lavava i panni colorati.
ANGELA A. : Per far diventare bianchi i panni al sole io facevo così : io lavoravo da un signore che me dava i pagni da lavare. Verso mezzogiorno li lavavo e li mettevo a bagno con la cenera de pino con l'acqua a bagno i panni quando li tiravi su non c'era più una macchia.
ERSILIA : La cenere rimaneva nel telo.
ANGELA A. : Rimaneva a fondo la cenera, rimaneva li e quando je davi il sapone non c'era più 'na macchia : olio, sugo, vino, non c'era più niente ! Mio padre era paralizzato, ma una mano era libera e la usava, me dava 'na mano, e buttava giù l'acqua.
BRUNA : Si, era chiamata la "ranna".
DELIA : Se se stendevano al sole sbianacavano ancora de più.
BRUNA : C'era un piccolo lavandino a casa, ma li non ce lavavi le lenzuola allora se lavava con la ranna dentro una bacinella. Io andavo alla Fonte del Coppo.
ANGELA A. : I panni se torceva bene bene, ma era già sciacquati.
LEDA : Io a mano ho lavato poco.
ZELINDA : Quando ero piccola, io facevo con la cenere poi mia mamma se non erano venuti bianchi andavamo al fiume a lavare, ma a volte arrivava la fiumara e portava via tutto. Stavamo al fiume tutto il giorno, allora mamma ci portava la minestra da mangiare, facevamo anche il bagno.
NELLA : Troppe volte le ho lavate io le lenzuola. La cenere passava piano piano e se risciacquava con l'acqua chiara.
CAPITOLO 13°
LA PESCA
ORNELLA : Il pesce turchino va a flocchi e i marinai si mettevano in due barche per prenderlo: "Stasera andiamo a sfogliara perchè c'è la luna piena" dicevano i pescatori. "Quando fa tempo buono l'onda è lunga, quando è brutto l'onda è corta", detti dei marinai, mio padre lo diceva perchè se era tempo cattivo s'andava a pesce turchini verso Trieste, cioè sardoni grossi, la gheppa cioè l'aringa sotto sale, i sardoncini.
Se era tempo buono s'andava a sfogliara, io ne ho fatte tante! Era una rete per prendere le sfoglie con due pezzi de legno grossi così, con un ferro coi piombi che pesa e va sorro la sabbia. Il pesce ce rimane incastrato.
C'è la tratta che è la barca che a prua ha un ferro con un bastone lungo, che oscilla con la rete, e pia su un pò de nicò. La tratta è quella se pò buttà anche dalla sabbia.
La tartana è diversa, è lunga e il pesce va in mezzo e non esce più perchè la rete va nella bocca. Poi ce sò i pesci che se pia sa'l retin, se butta in acqua e s'allarga e il pesce rimane beccato.
CAPITOLO 14°
COPERTE E PROCESSIONI
Angela A. : Sò andata a uno sposalizio e non avevo il vestito, allora ho preso un vestito de mia sorella e uno mio, l'ho guastato e coi pezzi boni non me ce veniva un vestito intero, allora ho preso i calzetti de mio fratello e c'ho fatto il collo e l'ho cucito coi fili boni quassù sul collo. Nei saccoccini c'ho fatto i bottoncini con l'uncinetto del colore de 'sta maglia che c'ho oggi. Sopra l'ho fatto con una coperta che gli inglesi hanno lasciato a casa mia e l'ho tinto color ragano, era bello per davvero! Il velo l'ho preso da mia sorella quando s'è sposata! Parecchi i vestiti che li prendeva da amici!
ERSILIA : Io ho cucito tanto per me, perfino un telo misto canapa che ho ricamato punto dritto.
NELLA : No, io le compravo!
ADRIANA : Si, anche io!
ANGELA A.: Se comprava il filo, poi se tesseva, i lenzuoli e tutto il resto.
....Continua....



Serena, Anna, Sharon, Arianna, Giulia, Nicole, Alessia, Eleonora, Alice, Martina, Chiara, Francesca... questi sono solo alcuni nomi dei tanti ripetuti nel corso della serata, ma tantissimi altri me ne sono sfuggiti perchè non sono riuscito nè memorizzarli nè tanto meno a fissarli sulla tastiera, tanta era la velocità ed il numero degli esercizi. Non me ne vogliano però le non nominate, tutte ugualmente presenti con la loro bravura e simpatia nella realizzazione di uno spettacolo irrealizzabile senza il loro apporto globale.
























