domenica 27 giugno 2010

Amarcord senigalliesi


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

...quando i politici sono "vicini" solo fra di loro...

Era il 24 Maggio, quando sulla rubrica Diversamente Giovani, rivolgendomi all’assessore Memè, concludevo il mio articolo con: "...a differenza di altri suoi colleghi, seppur senza che sia mai intervenuto, mi ha fornito quella sensazione, a pelle, di maggior consapevolezza del ruolo che le è stato affidato. E voglia credermi, non è una sviolinata finale... sono uno che sa ammettere pubblicamente quando sbaglia!”. Non una sua parola in merito alle mie richieste.

Ecco che allora dopo un’attesa di 30 gg, mi sento obbligato nel dover pubblicamente ammettere di aver sbagliato il giudizio nei suoi confronti. Sarà anche "populismo" il mio, tanto è sempre questa la definizione dei politici quando li si accarezza contro pelo, ma il suo comportamento non differisce assolutamente da quello di molti dei suoi colleghi: altezzoso (o forse timido?? Voglio lasciargli questo alibi), distaccato, quasi superbo e privo di quel contatto umano con la cittadinanza utile a captarne esigenze e malumori, considerando poi, anche il suo noviziato in giunta, che invece lo dovrebbe relegare ad un pegno di umiltà.

Evidentemente ha ritenuto più importante rispondere al suo collega Romano in 24 ore, trascurando un cittadino che le chiedeva lumi. Dimostrazione che questa non è la città di tutti, ma la città per tutti...voi!

Il suo disinteresse non certo nei miei confronti, ma rispetto a quelli di un semplice uomo della strada, certamente non le fa onore: il mio chiedere è lecito, il suo rispondere dovrebbe invece rientrare nelle cortesie non solo istituzionali, ma della civile convivenza, alle quali, lei, ha preferito sfuggire, evitando con il silenzio, di assumersi impegni che o non sarebbe stato in grado di assolvere per i più svariati motivi o che sarebbero potuti risultati antipopolari ai più. Impeccabile quindi nel vestire, un pò meno quando “veste” quelli che il suo ruolo istituzionale dovrebbero imporgli. Ma questo è solo un giudizio strettamente personale di un uomo della strada, che non l’ha votato... neppure lo farà, ma che suo malgrado lo paga.

Domenica 20 giugno, leggendo la pagina locale di un quotidiano, rimanevo sorpreso dalle dichiarazioni di un altro assessore, Gennaro Campanile, il quale, con delle sue dichiarazioni, teneva a far conoscere alla cittadinanza di un suo personale intervento per spostare un vecchio televisore, che qualche ineducato imbecille aveva gettato nell’area del vecchio Palazzetto del Turismo, "arricchendo" così, e questo lo dico io, quel degrado in cui è lasciato quel luogo. Coglieva quindi l’occasione per sollecitare i cittadini senigalliesi a fare come aveva fatto lui, cioè a rimboccarsi le maniche e, invece di segnalare solo ed unicamente i piccoli problemi, a far si di risolverli con il loro diretto impegno.

Non so dove sia stato Campanile in questo ultimo periodo, ma gli è sfuggito, evidentemente, che una trentina di persone, tempo fa, si erano riunite in uno speciale gruppo apartitico ed apolitico denominato “Cittadinanza Fattiva” che per ben due volte, a loro spese, hanno ripulito i sottopassi di Via Perilli, prima e della Penna poi.

Il gruppo diCittadinanza FattivaChi scrive è stato uno dei facenti parte, nonchè organizzatore. Assenti, vedi il caso, erano invece gli amministratori. Salvo la seconda volta, perché l’intervento di pulitura si svolgeva sotto il periodo elettorale e dietro invito aderirono all’iniziativa, con contributo particolare, sia l’attuale Assessore Sig.ra Paci, che i Sigg. Consiglieri Mancini, Rebecchini e Marcantoni.

Se Campanile l’avesse ritenuta una cosa veramente utile, non solo ora che si trova in difficoltà e gli può quindi risultare comodo, non avrebbe dovuta farla morire lì, vi avrebbe magari anche partecipato facendo in modo che si evolvesse. Non può certo dire neppure che non c’era dal momento che lo stesso ha sempre fatto parte di quest’Amministrazione fin da quando portava, come si diceva una volta, i pantaloni corti.

Oggi, sembra invece scoprire l’acqua calda! Ma i tempi stanno mutando. I cittadini sono sempre più vessati da balzelli di ogni tipo e da parte di ogni amministrazione da quelle locali a quelle nazionali e si sentono sempre più lontani da chi crede di vincere le battaglie con i soli slogan come quello del suo “Adotta un Giardino”. Del resto il volontariato non lo si può imporre, ed i migliori interventi sono frutto di quelli che si celano dietro l’anonimato.

Quando ho suggerito di riproporre un altro intervento a quei trenta volontari, mi son sentito rispondere che era ora di presentarci si, nuovamente, ma questa volta come "Cittadinanza Cattiva". Se si offre il dito, non si può poi pretendere il braccio!

Meglio quindi, caro Campanile, non tirare troppo la corda. Risolvere i problemi fa parte dei vostri incarichi, ma quello che lei suggerisce è troppo semplicistico. Posso concordare con lei che siamo di fronte a degli imbecilli, sporcaccioni, incivili, ma anche questo è un problema che non va risolto certamente con le buone parole ed i buoni propositi dicendo che il Comune ce la mette tutta.

Che cosa fare allora? Compito vostro... la bicicletta che volevate vi è stata affidata, andare in discesa tutti son capaci, e lo so... inerpicarsi in salita solo i migliori ce la fanno, ma in qualità di Assessore anche allo Sport, mi insegna che le spinte del pubblico non sono regolari, al massimo può richiedere l’aiuto della squadra!

La scuola elementare Aldo MoroIl 21 giugno su queste pagine leggo un’interrogazione della Consigliere Simonetta Bucari, in cui propone, al suo collega di partito, l’Assessore alla cultura Stefano Schiavoni, di ottimizzare i servizi di sicurezza nelle scuole. Apprezzabile il suo suggerimento e assolutamente condivisibile.
Quello che mi sembra è però il fuori tempo, visto che se ne è parlato a Febbraio relativamente ai problemi che si sono avuti nella scuola Aldo Moro, e che in quell’occasione l’Assessore Ceresoni liquidò, (le parole precise ora non le ricordo) che non c’erano bisogno di speciali provvedimenti (sistemi di allarme), che i genitori dovevano fidarsi e stare tranquilli!

Poi invece sentite le ulteriori lamentele, dovute anche alla sua presa di posizione e l’avvicinarsi delle elezioni, l’Amministrazione mutò parere e venne così installato un sistema di allarme. Quindi, oggi per un dovere di rispetto nei confronti di Ceresoni, uomo di cordata anche in questa giunta, dovrebbe ricevere per risposta un NI.
Io le auspico e mi auspico, un SI deciso ed immediato, confidando nel fatto che questa volta a rispondere sarà l’assessore Schiavoni.

3 commenti:

www.dariopetrolati.it ha detto...

Quanto mi dispiace franco,
fosse successo a me
beh.in fondo forse me lo sarei anche meritato
chè io da buon fesso sognatore sempre m'illudo e prima dò poi rimango col mal di stomaco

sono come un bambino superficiale
ma a te
farlo a te è da vigliacchi

Hai ragione nello stendere e denunciare

ti dai sempre tanto da fare guardare per collaborare nell'interesse della collettività eppoi succede che hai certi amministratori anche male educati
superbi

Tu franco proprio non lo meriti e mi dispiace
ripeto

Conoscendoti
spero solo che la persona indifferente la prima volta che ti vedrà per strada
si vergogni e gli manchi il coraggio-dovere di chiederti scusa-

Tu sei buono
però non dimenticare!

Con stima ed affetto
da Padova
il tuo amico
dario.

Anonimo ha detto...

secondo me Franco il caso di memè è l'eccezione che conferma la regola "a parla' n'è fatiga". in questo caso l'assessore vuoi per l'estate, vuoi per la spossatezza derivante dalle sue responsabilita' fa fatica a rispondere...
cmq nel suo caso rispondere non è cortesia, in un mondo normale dovrebbe essere un suo dovere, ma siamo nella citta' di tutti i suoi quindi fa lo stesso!
Laura L.

LorenzoMan ha detto...

"Fattiva" o "Cattiva" che sia, quella cittadinanza politicamente eterogenea aveva dimostrato molta più unità di certe "maggioranze" o "minoranze". A riprova che un progetto intelligente è condiviso da gente intelligente. Dopo la prima esperienza scrissi che la cosa più bella è stata lavorare con quelle persone che, troppo spesso, ti chiedi se esistano ancora e dove siano. Gente che, se gliene dai la possibilità, prende il mondo in mano, gli da una bella spolverata e te lo rimette a posto. In cambio si accontenta di una foto ricordo, di sapere di averlo fatto e del "bravi" di un passante. Spero che non ci perderemo, perchè siamo l'unica vera alternativa a queste oche starnazzanti che chiamano politici.