mercoledì 16 giugno 2010

BEPPE ENGLARO : QUANDO IL DOLORE E' RACCHIUSO IN UNA SERENA DIGNITA'


di Franco Giannini già pubblicato su 60019

.....ovvero la sicurezza di aver fatto il possibile per assolvere il compito affidatogli da Eluana.

Reduce da una precedente conferenza in Ancona, arriva con qualche minuto di ritardo e subito si scusa, con quella sua pacata, abituale, distinta signorilità. Magro, vestito con eleganza sportiva, una giacca quasi bianca, ma stropicciata al “punto giusto”, denota la personalità di tutti coloro dotati di sicurezza.

La presentazione del libro era promossa dalla UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) che per bocca del suo rappresentante Dante Svarca, coglie l’occasione anche per rendere pubblico l’annuncio della prossima apertura di un loro circolo anche in Senigallia.

La parola quindi passa a Beppino Englaro, che con una sorprendente facilità di parola, senza una punta di emozione visto l’argomento trattato, senza un foglio che gli indicasse una scaletta, ci tiene con il fiato sospeso per oltre un’ora. Le uniche interruzioni che ha, sono quelle per un inumidimento delle labbra nel bicchiere di plastica davanti a lui, vista la calda serata.

Eluana, era lo Splendore della vita, e non lo dico per puro amore paterno, come farebbero tutti i genitori nei confronti del proprio figlio...ma perchè questo era veramente Eluana”, queste sono le prime parole del suo intervento.

La storia che ci illustra è risaputa, tutti i mezzi di comunicazione ne hanno parlato. La sera del 18 Gennaio del ’92, ritornava a casa con l’auto, la strada ghiacciata la tradì. Testa coda dell’auto, uno schianto, una battuta del capo ed ecco che inizia il calvario.

Ma beffarda era la sorte! Infatti chi seguiva la sua auto, era quella di un suo amico, che prontamente la soccorre e la porta al pronto soccorso ed è proprio questa immediatezza delle cure primarie, che le evita la morte fisica immediata, ma la consegna ad uno stato vegetativo definito in un primo momento “persistente” e successivamente “permanente” a cui lei mai e poi mai, avrebbe voluto appartenere.

Già fin dall’età di dieci anni, aveva sempre dimostrato la sua volontà, affinchè le sue idee venissero rispettate, ed è su questo rapporto di rispetto personale famigliare (mamma, papà e figlia) che si è sempre basata la loro famiglia. Eluana all’età di 18 anni avrebbe potuto andare a vivere da sola, ma rifiutò l’idea proprio perchè in famiglia non le era mai venuto a mancare questo basilare rispetto delle sue idee, per cui non ne sentì mai il bisogno.

Ed un giorno che un suo amico, Alessandro, ebbe un incidente simile al suo che le procurò gli stessi danni fisici nonchè le immagini di Leonardo David, lo sfortunato sciatore, anch’egli in quelle condizioni, espresse alla mamma le sue intenzioni, con un tassativo “a me mai”.

Quindi quando dopo le fatidiche 48 ore di attesa compresero che lo stato di Eluana non avrebbe avuto termine con una data precisa, ma sarebbe proseguito ad oltranza, fecero presente i loro voleri che poi erano quelli di Eluana.

Le migliori cure di questi casi, però, la Medicina, la riserva alla non morte. Non la mette a disposizione di quella che è invece sempre una persona.

Eluana si era considerata una cavia nei suoi studi sia superiori che universitari per il tipo di corso sperimentale che aveva scelto, figuriamoci che cosa avrebbe pensato del suo attuale stato di cui aveva quasi avuto un presagio.

Mai avremmo pensato - prosegue Beppino - che i medici avessero questo potere. La libertà personale è inviolabile e se un essere umano passa da una “situazione” ad un’ “altra” e se la volontà di intendere e di volere viene meno, i propri diritti restano. E per far si che tutto ciò si realizzasse come da espresso desiderio di Eluana, ci siamo trovati ad essere come dei randagi che abbaiavano alla luna”.

Beppino Englaro passa a parlare dei suoi rapporti con i medici e la Medicina, con il provvidenziale incontro con un medico della Consulta Bioetica che l’ha aiutato definitivamente nel suo percorso per definire se l’alimentazione e l’idratazione era terapia o mezzo di sopravvivenza. Si perchè c’è fame e sete se si ha una percezione di questo!!

E qui Englaro ci illustra l’istituzione di un gruppo di studio organizzato dal Prof. Veronesi, per definire se l’alimentazione era o meno una terapia, della richiesta da parte della Magistratura della nomina di un “curatore”, che affiancasse lui che come padre non era il miglior “tutore”, ci parla della solitudine in cui venne lasciato dagli organi di stampa, con la sola eccezione di Repubblica, ma il tutto senza rancore, astio alcuno. Con quella tranquillità che solo le persone con la coscienza più che tranquilla riescono a possedere.

La sua voce sale solo di un tono, quando parla degli uomini politici ed in principal modo del Presidente Regionale Lombardo Formigoni che l’ostacolò con ricorsi al TAR, perduti e riproposti.

Si pensi, 9 sentenze per un decreto e dopo un anno non sono riusciti a mettere in piedi una legge credibile. Questo per i nostri politici è solo un incidente di percorso.

Per Englaro, Eluana ha subito solo ed esclusivamente una violenza, mentre avrebbe avuto diritto ad un negato Rispetto. Di qui il suo libro "La Vita Senza Limiti ".

1 commento:

www.dariopetrolati.it ha detto...

caro franco scusami il ritardo
chè il tuo bel servizio meritava più tempo ed attenzione
civilmente siamo poco
la proprietà privata del nostro pensiero
del nostro fisico
della fine e dell'inizio
tutto ciò che ci appartiene o a cui vogliamo bene non deve essere permesso a nessuno manco toccare
il principio della tutela del nostro giardino non può essere rimesso nelle mani di alcuna religione o politico

questo principio della tutela è un ragionamento lungo e delicato

dici pensi che qualcuno abbia preso una posizione anche se non rischiosa almeno dignitosa?

come razza abbiamo fatto una figura giustamente trattata come meritiamo

mi pare che solo Fini e pochi altri liberi pensatori abbiano alzato la voce

ora è silenzio
come in fondo al mare
dove non arriva luce mai-

comunque ci vuole coraggio e lealtà e noi popolo solo siamo rimasti-

un caro sentito abbraccio
tuo
dario.