Se n’èra parlato perfino nell’ultimo Consiglio Comunale, visto l’eco sollevato tra la cittadinanza, al solo semplice accenno di voler cambiare il nome da Piazza Saffi per rinfrescarlo con quello più attuale di Cesarini da Senigallia.
Infatti questa “alzata d’ingegno” ha creato non poche perplessità, se non proprio dei malumori, quanto meno dei leggeri “mal di pancia”.
Alla Consigliera Bucari, che l’aveva portato in Consiglio, era stato assicurato, che il tutto era ancora in alto mare, ma che l’indicazione che la stessa aveva suggerito di dedicargli la piazza delle torri, che sorgerà sulle macerie della vecchia Sacelit, non poteva essere presa in considerazione, in quanto questa, (seppur ancora non esista nulla se non un progetto disegnato su carta) ha già un nome: Mario Giacomelli. Un po’ come avviene con il nome dei modelli delle auto: si pensano, si esaminano, si prenotano, si depositano, ancor prima del nascere della stessa vettura.
Ecco che allora, ricorrendo in quei giorni anche il mio compleanno, navigando su internet e cercando tutt’altre informazioni, gli occhi mi sono andati casualmente sul testo di una canzone che mi ha riportato agli anni della mia infanzia e che, guarda caso, sono quelli anche della giovinezza, appunto del Cesarini.
“Vieni / C’è una strada nel bosco / Il suo nome conosco / Vuoi conoscerlo tu?…” sono le prime strofe di una canzone del lontano 1939, composta da Nisa – Rusconi – Bixio, lanciata nel 1943 dal baritono Gino Bechi, ma resa celebre da Rabagliati prima e da Claudio Villa successivamente negli anni ’80. Non è sfuggita neppure a De Sica nel suo “La Ciociara“, che la utilizzò per valorizzare, qualora ce ne fosse stato bisogno, il volto tragicamente espressivo bagnato dalle lacrime della Loren.
Gli anni sono quelli della giovinezza di Cesarini di Senigallia (06 Gennaio 1923 – 18 Settembre 1996), gli artisti menzionati, sono tutti suoi coetanei o quasi. Comunque personaggi della musica e del teatro che hanno condiviso tutto il suo periodo lavorativo.
Ecco che allora ho fatto passare un breve lasso di tempo, per raffredare il caso per poi proporre anch’io una mia “alzata d’ingegno” con la dedica ad hoc, che la strofa della canzone mi ha suggerito e che, come la piazza a Mario Giacomelli, ancora esiste solo virtualmente. Ma se ciò va bene per Giacomelli dovrebbe andar bene anche per Cesarini.
La mia proposta non riguarda una piazza, bensì una strada. La strada, dicevo, che non c’è, o meglio ancora rispetto a piazza delle torri, questa esiste realmente, ma è solo priva di nome, anonima e segreta. Frutto di un tracciato costruito in 12 ore, con un fervore lavorativo più vicino al modo di fare dei giapponesi, che non al nostro da costruttori all’italiana della Salerno-Reggio Calabria.
Io la definii, a suo tempo, Via dell’Innominato, ma in quel fatidico 19 gennaio del 2010 – il giorno dell’inizio delle operazioni di abbattimento del “Muro di Via Cellini” per mano e mezzi di operai “incursori” – dichiaravo che l’unico problema a cui si sarebbe andati incontro sarebbe stato (in chiave ironica) nel reperire il nome del personaggio a cui dedicarla.
Ecco che allora, abbiamo una strada, anche se nessuno ne conosce l’esistenza se non coloro che l’hanno costruita, ma mai utilizzata, per il cantiere della Complanare (come risulta dal cartello posto). Ora, però, se ne comincia a parlare anche se sommessamente, quasi vergognandosi che sia stato costruito ciò, solo parlando del parcheggio di via Cellini e definendola un tracciato parallelo al vialone del Seminario.
Comunque un’arteria, invece, che diverrà importante, perché oltre al parcheggio andrà ad aggiungersi ad esso un’area edificabile di qualità, con tanto di bosco (ecco il suggerimento del c’è una strada nel bosco… quando si piantumerà!). Lunga quel tanto che sarà sufficiente a portarci dal traffico e dal rumore di via Cellini (almeno fin a che non si aprirà la Complanare!!?), alla bucolica serenità della zona collinare e panoramica.
Una via che potrebbe risultare ancora più importante, se accessoriata nelle notti estive con un’enorme stella cometa degna del suo sfavillare di luccicchii richiamanti l’indimenticabile studio di “Milleluci“, di quel lontano 1974.
La sua viabilità diverrebbe una chiave d’accesso a questo nuovo e qualificato quartiere il cui nome potrebbe essere – altra “alzata d’ingegno” ma, giunto a questo punto, non ho nulla da perdere – quello di “Le Stelle“, del resto oramai divenuto la pietra di paragone in uso nella nostra Senigallia delle eccellenze.
Pubblicato Mercoledì 4 luglio, 2012 su Senigallia Notizie.it
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie :
Mario Pizzi
2012-07-05 11:21:50
sei bravo Franco... l'idea mi piace tanto più che non ce ne sono altre migliori. La fantasia al potere ;-)))
ciao mario
Graziella
2012-07-06 11:57:56
...e dire che ho ascoltato la canzone, mi
era paiciuta così tanto che volevo sapere l'autore e il
cantante...nessuno di quelli a cui avevo chiesto (anche grandi d'età)mi
ha saputo dire qualcosa.
E ora per caso ho avuto la risposta...e dire che ho letto l'articolo
proprio grazie al suo titolo che mi ricordava la canzone.Grazie di
questa citazione.
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