solamente una preghiera, si blocchino, almeno qui, i passaporti agli sfigati ed ai piagnoni "ufficiali"
Si parla di Giochi, e che tali essi siano. Si parla di una materia atta ad essere compresa quantomeno dai e per i soli giovani o al più per chi giovane non lo è più, ma ha avuto reminiscenze sportive in gioventù. Quindi gli anziani, i decrepiti, gli inesperti, i non appassionati, i non addetti ai lavori, sono pregati di restarsene in casa, tendo ben celata tra le quattro mura il loro viso sfigato, come abbiamo recentissimamente avuto modo di osservare e criticare. Di sfiga, in questo periodo l'Italia ha i "Magazzini" pieni, da poter aspirare al primo posto della statistica mondiale, quale maggior esportatore. Per cui l'unica cosa di cui le nostre squadre possono fare a meno, in questo particolare momento, sono di questi visi scocciati, musi lunghi, sbiascicanti e vergognosi nel canto del "Fratelli D'Italia" e che "dovrebbero" rappresentare quella Ufficialità che sta nel titolo, ma non alloggia nel loro animo.
27 luglio, 12 Agosto, 17 giorni di Giochi, 30 esima Olimpiade, e chi sa quali e quanti altri numeri si possono e si potrebbero ricavare dall'evento, ma i numeri sono solo numeri e come tali sono validi solo per definire e quantificare. Per il resto credo che siano così poco attendibili anche per giocarli al lotto. Saranno solo giornate di sport, di spettacolo, di sensazioni, di emozioni, tutto frutto di sacrifici protrattisi per 4 anni e che in una frazione di tempo assegneranno gioia o delusione.
Ho parlato di delusione, non di dolore, quindi non di pianti. Le lacrime dovranno essere lasciate a chi e per cose ben più tragiche che non la vittoria o meno di una gara, per una medaglia di un colore piuttosto che di un altro, o per una eliminazione piuttosto che un passaggio al turno successivo.
L'essenziale, almeno io lo credo, per un atleta, è l'essere convinto di giungere al momento della gara, essendosi impegnato al massimo negli allenamenti ed essere arrivato al traguardo senza più un briciolo di forza, avendo profuso tutto ciò che si aveva. Questa consapevolezza dunque, dovrebbe ricacciare indietro ogni eventuale lacrima: la serenità di essere a posto quanto meno con la propria coscienza.
Poi gli sportivi, gli atleti lo sanno, è uno solo che vince, ed almeno negli sport dove a far da arbitro ed a giudicare è un metro, un cronometro, un gol, un canestro alfine a decretare la vittoria è sempre (o quasi) l'abilità. Dove invece interviene un giudizio espresso dalla mente dell'uomo-giudice, non sempre è così, l'essere umano del resto non è perfetto come si vuol credere, sbaglia e spesso lo fa perchè influenzato anche da fattori esterni a quelli prettamente sportivi. Nello Sport (almeno quello come lo intendo io e non quello che chiamo Industria Sportiva, tutt'altra cosa), a costo di cadere nella retorica, credo che si dovrebbe accettare sempre il verdetto, anche se platealmente errato o influenzato, perchè anche questo fa parte del gioco. Come del resto la "Fortuna" o la "Sfortuna". Quando si abbraccia inizialmente questi sport, si sa a priori le anomalie che essi comportano nel giudizio, ed è per la sola passione che ad essi ci si avvicina. Ed allora bisogna accettare anche centesimi di punto non concessi, o sviste volute e non. Io ancora sono un De Coubertiniano convinto, anche se con caparbietà gli sponsor cercano di offuscare il suo pensiero.
Sono terminati i Campionati Europei di Calcio, con l'esito che tutti conoscono. Un esito che ritengo positivo nel risultato e su cui nessuno avrebbe puntato una sola lira fin dall'inizio. Con il senno del poi, tutti sono diventati CT ed avrebbero fatto... Quindi, con tutta sincerità, non riesco a comprendere quelle lacrime. Le avrei più comprese se avessimo vinto, allora sarebbero state lacrime di commozione. Ma essere arrivati ad una finale avendo lasciato dietro di noi nazioni quali Francia, Germania, Inghilterra, il gotha del calcio, proprio non lo capisco. Salvo che dietro quelle lacrime non si celassero altri dolori e malanni !! Comunque sono state lacrime sprecate!
La cassa di risonanza di questo evento ha coperto quello già di per sè meno eclatante, dei Campionati Europei di Atletica Leggera di Helsinki appena conclusisi e per i nostri colori,in verità, un pò sotto tono: Tre le medaglie (in podi diversi, ma giuste a completare i tre metalli). Oro a Fabrizio Donato campione Europeo nel triplo, Daniele Meucci argento nei 10.000 metri e Chiara Rosa bronzo nel getto del peso.
Ciò non toglie però che alla vigilia di un evento sportivo, come le Olimpiadi, così importante, non si facciano delle previsioni e solitamente quelle dei dirigenti, onde pararsi il solito "scranno", sono poco attendibili, perchè giocano al ribasso, anche perchè intanto di nomi non ne fanno. La previsione degli organi ufficiali della Nazionale Olimpica Italiana hanno affermato che dovremmo/potremmo aspirare ad un bottino vicino alle 25/28 medaglie. Insomma qualcuna in meno rispetto a Pechino, colpa anche questo, dei soliti "tagli" che si sono fatti sentire e che procureranno i loro effetti anche sullo sport.
Ma quello che più mi ha lasciato sbalordito, è che su queste cabale, c'è invece chi ci studia seriamente e non prende in esame le sole fisicità degli atleti, la loro preparazione psicofisica, bensì tutt'altri parametri come il reddito pro capite o il fatto che la nazione abbia o meno ospitato la manifestazione in passato. Cose di questo genere. Ed il bello sta nel fatto che costoro sembra anche che ci azzecchino, o quanto meno vadano assai vicino al risultato giusto, con uno scarto del 7% sul numero totale delle medaglie ed un 15% sul numero degli ori.
Scaramanzie a parte, tocchiamo quello che vogliamo, ma all'Italia hanno così pronosticato: 9 Ori, 11 argenti e 14 di bronzo.
Ma fanno anche i nomi, con il tipo di sport e medaglia. I nomi dorati? Paolo Pizzo, Andrea Cassarà, Valentina Vezzali, la squadra del fioretto femminile, Massimo Fabbrizi, Domenico Valentino e la squadra femminile di ginnastica ritmica, Federica Pellegrini, Martina Grimaldi. Tra gli argenti fanno il nome di Aldo Montano nella sciabola, del supermassimo già oro a Pechino Roberto Cammarelle e della Pellegrini sui 400m. I nomi favoriti a salire il terzo gradino dei podi dovrebbero essere quelli di : Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, della pallanuoto maschile. Tra i bronzi, gli analisti vedono, per l'Atletica Leggera solo quello di Antonietta Di Martino nel salto in alto che può sperare nella medaglia, perchè per il resto della squadra di atletica, le notizie non sono certo entusiasmanti.
Ma è vero anche che mai affermare una cosa, perchè c'è sempre il caso di essere clamorosamente smentiti. Ed è questo che vorrei, in chiave logicamente positiva!!
Infatti, anche dell'Italia del pallone si erano dette tante cose, poi ribaltate dai risultati, quindi quando una nazione come la nostra non ha più nulla da perdere, l'unica possibilità è che si riprenda e cominci a vincere. La rabbia e la volontà di riscatto, a volte sono il migliore dei doping.
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