di loro, invece oggi, sappiamo solo, che il montaggio vede un altro "toscanaccio", ma nella posizione sbagliata.
Dopo i risultati di questa notte, ho la sensazione di vedere il PD raffigurato come un grosso boccale di birra, per intenderci, quelli dell'Oktoberfest...pieni fini all'orlo e traboccanti di schiuma, che innavertitamente lasciati sul tavolo, appassitasi la schiuma, lasciano poi, il bicchiere mezzo vuoto per gli assetati e mezzo pieno per i non.
Ho sempre visto, fin dall'inizio della competizione, un Bersani "moscio", che più che confidare nelle sue forze, ha cercato di succhiare la ruota di un qualche gregario di lusso che lo portasse fino al traguardo. L'ho visto, come dicevo, "Moscio", ma spinto (immeritatamente) dalla squadra del Partito come ai "vecchi tempi" e per questo non ho dubitato mai della sua vittoria.
Ho tifato, quando ha deciso di entrare in competizione, Vendola. Non perché credessi in lui come il "Salvatore della Patria", ma forse come un possibile compattatore di una sinistra oramai sempre più annacquata dagli spettri della vecchia DC. Tabacci e la Puppato erano solo dei figuranti, messi lì per fare numero. Quello che più poteva impensierire era quel Matteo Renzi, che unitamente a Bersani, si contendevano il primato più che come politici, come imitatori, loro, di quel Crozza che è servito anche lui, caricatturando le loro immagini e le loro voci, a propagandare entrambi nella campagna elettorale.
A dire il vero, Renzino, non mi è mai piaciuto. Giovane, Simpatico, con una spiccata oratoria, buontempone come tutti i fiorentini, ma politicamente, oserei dire, senza "sesso". Comunque non certo uno di sinistra, per lo meno come la intendo io. Anche lui, quasi certamente, con un'anima scudo crociata, un po' restaurata, ma sempre DC.
Però, devo dire, che ieri sera ascoltando il suo discorso di ammissione di sconfitta, con un viso sorridente, aperto, forse con un filo di commozione quando ha toccato il tema dei suoi famigliari e dei suoi collaboratori, mi sono ricreduto su alcuni punti della sua campagna. Non parlo di programma, parlo del suo modo di compontarsi, politicamente parlando, di fronte ad una sconfitta. Ha fatto gli auguri pubblicamente al Vincitore, si è assunto in prima persona la sconfitta, lo ha dichiarato apertamente (forse la prima volta nella storia della politica nazionale!) ed ha rinunciato al probabile "posto" che solitamente viene concesso come "Onore delle Armi". Ha invogliato i giovani a provarci, sempre, anche se c'è timore di non farcela. Un incoraggiamento a vedere un futuro, per lo meno a continuare a credere. Bersani, da parte sua, ha anche lui ringraziato tutti, invece, quasi scocciato per una vittoria a cui non è abituato (o meglio noi di sinistra non siamo più abituati!) ed impacciato come sempre nell'esprimersi, anche alla donna delle pulizie, lasciando solo alla fine, un cenno di saluto al suo antagonista. Una caduta di stile, cosa del resto che non possiede e che non cerca in alcun modo di celare!
Però, anche da parte del "ragazzetto", qualche cosa continua a non quadrarmi. Quando, ad esempio, ho sentito dirgli che continuerà a fare il Sindaco di Firenze. Ho provato come l'impressione che è in attesa che quella schiuma sul boccale di birra svanisca, e una volta sparita, faccia intravedere quel suo 38% quasi "minaccioso" di consensi "particolari", un pò azzurrati e porti a considerare il vertice del PD quel bicchiere se esso sia mezzo pieno o mezzo vuoto. Un po' il "Capisci a me" della situazione. Allora l'ho visto furbescamente chiudere il portone di Palazzo Vecchio, dicendo che ha da fare il Sindaco, attendendo però che qualcuno gli suoni al citofono, chieda di lui, con un regalo natalizio più pesante di quello che potrebbe essere il riconoscimento che solitamente si da per addolcire la pillola della sconfitta.
Ero partito in modo "sportivo" ed altrettanto voglio fare per concludere: certo è che la scelta del viaggio odierno intrapreso da Bersani in terra libica (a fare che??), non mi aiuta di certo di vedere in lui, positivamente, "un uomo solo al comando!!" piuttosto un imbarazzato uomo, con un seguito di suoi coetanei (Berlinguer il vecchio, D'Alema, Veltroni, Bindi, ecc.) sul viale del tramonto, intento a trastullarsi con il "pettinare bambole".
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