sabato 24 agosto 2013

RAITV: Addio sogni di gloria, addio programmi di un dì...

...intanto gli italiani girano sugli altri canali, ma, per la RAITV l'essenziale è che paghino il canone.

Mi pare che fosse il giorno di Ferragosto. Mia moglie mi fa :" Quand'è che fanno il Palio di Siena, domani o dopodomani?". :"Se ti devo dire che non lo so! Non si è sentito nulla sui notiziari della RAI". Si perché il Palio fa parte, o meglio sarebbe dire, faceva parte, dei programmi intoccabili delle reti nazionale RAITV.
Tra i Programmi RAITV c'era una volta il Motociclismo, poi la richiesta di cifre esorbitanti da parte degli Organizzatori hanno fatto si che si dovesse rinunciare a tali collegamenti. Mugugni vari, poi la gente si sa, ha mente corta e si abitua ed impara a sintonizzarsi su altre sigle. Grosso modo è un po' quello che è avvenuto per la F.1 (un'elemosina di poche gare e viste poi come si vedono, con i potenti mezzi messi a disposizione di mamma RAI!). Mentre le altre Reti si perfezionano attraverso l'utilizzo di mezzi sempre più sofisticati, noi, ritorniamo ai fucili a pietra). Il calcio, lo sport nazionale, ha subito anch'esso dei tagli, ed alla nostra TV di stato hanno permesso (visto a quanto eravamo disposti a pagare) di seguire la sola Coppa possibile, quella del Nonno. Le Olimpiadi di Londra le abbiamo viste, attraverso dei "passa mano" con altre reti. Miss Italia non ha avuto miglior fortuna. O meglio la fortuna è stata quella che l'hanno messa al bando, la trasmissione, per motivi che esulano dal campo organizzativo, bensì ruotano su quello della speculazione sul corpo della donna. Comunque sia, è servito per salvare la faccia al "carrozzone".
Dulcis in fundo, dicevo all'inizio, l'ultima edizione del Palio di Siena. Non c'è stato un briciolo d'informazione, sarebbe bastata solo la decima parte di quella che si usa per avvisare la scadenza del canone, per far conoscere alla gran massa del pubblico che tale evento, quello del Palio, sarebbe passato su RAI 5. Detto così, non so in quanti, come anche il sottoscritto, sono rimasti infinocchiati da quel RAI 5.
Come un fesso, sono rimasto incollato a partire dalle 17 su CANALE5. Perché con quel 5, sovrappensiero ed automaticamente, si identifica la rete Mediaset, "leggermente" più conosciuta. Non so in quanti, io di sicuro, ma non credo di essere l'unico a non sapere, erano a conoscenza dell'esistenza di questa rete RAI 5. Non so quale potenzialità numerica di audience avrà. Anche se con lo streaming! Comunque sia, credo che saranno stati in pochissimi a vedere il collegamento con Siena, visto il passaggio di questo evento su di un canale in guerra di ascolti, forse con solo quelli delle reti... condominiali. Non so in quanti se lo saranno perso (Per la giusta felicità magari di qualche animalista e amante dei cavalli!). Ma c'è da chiedersi anche quanto ne abbia perduto a livello di pubblicità ed immagine MammaRai.
Ancora abbiamo il Festival di San Remo, ma visti i cachet esorbitanti dei vari personaggi che si susseguono su quel palco, sento odor di sforbiciate. E' vero che il bello, il professionista, il preparato, il migliore, si paga, in virtù di quella meritocrazia di cui tanto si parla, si deve pagare. Ma anche costoro non devono ritorcerla come un'arma approffittandosene e speculandoci sopra come ricatto.
C'è da dire però, che la RAITV ha un canone che altre reti non hanno ed in più può far conto sulla pubblicità e non mi si venga a dire che ne fa molto meno delle sue concorrenti. Ma allora perché le altre vanno avanti, magari con sforzi e la rete nazionale non riesce a far fronte agli impegni? Se due piloti hanno lo stesso mezzo, ma uno arriva sempre primo e l'altro solo dopo 20 secondi, sta a significare che il secondo è carente di coraggio ed ha uno scarso "manico". 
Quando anni fa sentivi la musica dei collegamenti europei e non parliamo di quelli mondiali, sapevi che il collegamento era fornito dalle Reti Nazionali e provavi una particolare sensazione ed un pochino di orgoglio. Cosa che oggi i nostri giovani non possono provare e non per mancanza di sensibilità, ma semplicemente perché, non si ascoltano che in rare occasioni e quindi neppure ne conoscono le note.
Se dico RAITV oggi, la prima cosa che mi salta in mente è, almeno per me, la parola "carrozzone". Non riesco più ad unire il Logo RAITV al nostro servizio Radiofonico e televisivo nazionale. E' una ridotta proiezione negativa dell'Italia che va proiettata ed ingrandita e che ci offre la situazione economica dell'Italia, succube degli altri paesi.
Avrebbe dovuto, dovrebbe essere, un servizio pubblico. Invece funziona come mezzo servizio pubblico. In compenso come tutti i "carrozzoni italiani" che si rispettino, che essi funzionino o no ha poca importanza, hanno però un Presidente.
L'ultimo, in casa di MammaRai, è un'ultima, la Sig.ra Anna Maria Tarantola, che è succeduta a Paolo Garimberti. Fin qui nulla di strano, almeno all'apparenza. Perché questa gente viene eletta non per esperienze lavorative maturate, emerse ed apprezzate nello specifico campo di lavoro, ma sono anime di correnti politiche che vengono messe lì, dopo le spartizioni delle varie poltrone direttive a cui giungono concordemente gli esponenti del Consiglio di Amministrazione. Io do una poltrona a te e tu dai quel determinato incarico al me.
A mettere seduta su quella poltrona, ci ha pensato quello che doveva essere il salvatore della patria, il Prof., il Tecnico Mario Monti. E guarda caso, in questa occasione ha fatto due eccezioni, non ci ha messo un vero "tecnico" e neppure un "bocconiano", ma rispettando i suoi ideali di "ultras delle banche", ha "consigliato" non una laureata in scienza delle Comunicazioni, bensì una in Economia e Commercio. Almeno Garimberti, sapeva di giornalismo, d'informazione. Questa, salvo smentita, non sa che cosa sia un microfono, una video camera, una quinta o quant'altro possa servire in uno studio RadioTelevisivo.
Sa solo gestire e contare i quattrini... o meglio dovrebbe saperli gestire dal momento che è stata sempre seduta sulle scrivanie della Banca d'Italia a partire dal 1971 fino ad arrivare al 12 Luglio del 2012, data della ratifica in questo suo nuovo incarico.
Ho detto questo, perché? Semplicemente perché credo e ritengo che i conti sono alla base di una perfetta e quindi remunerativa gestione di una azienda. Vero è, però, che per non venire turlupinati dai vari direttori, su cui ti devi obbligatoriamente appoggiare, per creare un pool di successo, un minimo di esperienza nel campo la devi possedere. Insomma è un po' come un generale che invece dell'Accademia si sia esercitato sul "Risiko". E questa, neppure quello. Forse, qualche prima a teatro? Forse ! Però dopo tanto battere e ribattere, i politici hanno scelto lei, nel bene o nel male, poco interessa. Ma i risultati si stanno vedendo. In negativo.
La pubblicità sul versamento del Canone di Abbonamento, inizierà regolarmente a partire da novembre "fracassandoci i timpani" e non solo, per terminare a febbraio. Ed è questo quello che più interessa ad un "carrozzone". Ad una azienda che si rispetti, interessano gli utili. Come anche ai politici, che si fermano al canone! Ma si sa che gli utili si ottengono con la qualità dei programmi, l'interesse che essi suscitano sugli spettatori e sulle aziende che a loro volte affidano la pubblicità dei loro prodotti, proprio perché c'è audience. Ma questo è un compito che riguarda a chi è professionista preparato nel lavoro che svolge. Il timore è che la timoniera sappia svolgere il suo lavoro fino al conteggio globale degli importi del canone e si fermi lì. SKY, MEDIASET, LA7 e le TV condominiali intanto ringraziano.
 
Franco Giannini
Franco Giannini

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