domenica 21 giugno 2009

SIAMO TUTTI PINOCCHI E MIOPI




di Franco Giannini

E' di circa un anno fa, l'incontro salottistico della FAO a Roma, dove, a detta di tutti gli intervenuti sia che fossero dei paesi "evoluti" che di quelli "ritenuti sommersi", c'era stato un nulla di fatto. Le parole ufficiali, avevano sancito, che soldi non ce ne erano e che ci si sarebbe dovuti rincontrare per risolvere questo difficile, annoso, angoscioso ( strano che l'unica cosa che si trova in questi incontri, sono gli innumerevoli, falsi quanto spudorati aggettivi) non rinviabile problema. Ecco, che pochi giorni or sono, dopo poco più o poco meno di 350 giorni dal fallimento di quell'incontro, si leva il monito del Santo Padre, che dal Vaticano, "striglia" i potenti della terra, mai impotenti come in questo caso, a gettare un occhio ai diseredati di questo mondo, e grida anche Lui il Suo "Basta con la Fame!!". Quasi all'unisono, la FAO sciorina lì un po' di dati tramite il suo direttore Jacques Diouf, dal 1 Gennaio 1994 alla direzione della FAO: superato il miliardo di persone che soffrono la fame (1miliardo e 20milioni), non c'è più solo fame tra i paesi sottosviluppati, ma è una malattia che sta dilagando anche su quelli che continuiamo a volersi ritenere sviluppati. Ancora sono solo (si fa per dire) un 15/20 milioni gli individui, in questi paesi evoluti, gli affamati. L'incremento di questi nuovi "diseredati di lusso" delle patrie del benessere, nel 2008, hanno avuto un incremento del 15%. L'incremento del numero di affamati invece in tutto il mondo, sempre nel 2008 è stato invece del 11%. E qui gli economisti e gli statistici si deliziano a fare tabelle di dati già passati e quelli di previsioni, che però a coloro che muoiono di fame possono fregare sempre di meno. Il dato più concreto, sta in quel comunicato di un anno fa, in cui ci si dava appuntamento per un nuovo incontro, per decidere, poi, che cosa non si sà. Ma staremo a vedere. Però nessuno ha riportato o quantomeno il dato, se è stato calcolato, non è stato eccessivamente pubblicizzato, di quante morti per fame sia colpevole questo lasso di 365 giorni circa, che i nostri "impotenti" hanno impiegato per riflettere sul che cosa "non fare". Si il non fare, perché alla fine è questo il loro pensiero primario. Infatti queste sono le parole che il Direttore della FAO pronunciava il 17 Ottobre del 2008, a Roma, in occasione della conferenza "World Food Security: the Challenges of Climate Change and Bioenergy”...."Voglio riaffermare con forza – ha dichiarato il Direttore Generale- che abbiamo i mezzi e le conoscenze per sradicare la situazione di fame cronica in cui versano 923 milioni di persone. Sappiamo anche cosa è necessario fare per raddoppiare la produzione alimentare mondiale e riuscire a nutrire una popolazione che si prevede raggiungerà i 9 miliardi di persone nel 2050”..... “Quello che occorre (…) è la volontà politica e il mantenimento degli impegni finanziari presi, per riuscire a fare gli investimenti necessari a promuovere lo sviluppo sostenibile del settore agricolo nei paesi più poveri ”. Come dire allora che trattasi di semplice "negligenza", una semplice mancanza di volontà, dettata dall'abbondanza di egoismo, falsità, menefreghismo. Impegni presi da vari governi per un importo di 22 miliardi di $ nel 2008, ma che sono stati onorati effettivamente per solo un 10%. Solamente il Giappone ha onorato gli impegni presi, per per il 2009 ha infatti versato 78,4 milioni di $ nelle casse della FAO. Anche il presidente di un altro dei tanti enti associazioni, commissioni, istituti, fondi, agenzie che vorticano intorno all'ONU, con apparentamenti vari, un certo Matthew Wyatt del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo -IFAD- sostiene, senza ombra di alcun dubbio, che "...il modo migliore è investire nei piccoli agricoltori. Anche i paesi poveri hanno bisogno di stimoli economici che si concentrino su di essi". C'è, però, sempre il da chiedersi come si intende attuare detto programma, che già i paesi poveri attuano e che non incide, visti i metodi e gli strumenti che essi usano, solo per dare vita a quella che gli economisti chiamano "agricoltura di sopravvivenza". I metodi sono arcaici come arcaici sono gli strumenti che vengono usati. Intanto il nostro Marchionne dice che i suoi trattori non si vendono perché non c'è richiesta. Allora perché non svuotare i magazzini, qui, nel terzo mondo prendendo a pagamento le loro ricchezze del sottosuolo, non però con fini di speculazione come fin ad oggi fatto, ma come merce di scambio, ai reali e giusti prezzi di mercato, salvaguardando quell'impatto ambientale di cui tutti fin ad oggi se ne sono stra fregati. Lo so, fare questo non è impossibile, ma è fantapolitica economica perché manca la volontà di farlo. Meglio parlare, far vedere che ci si da da fare, organizzare incontri conviviali e salottieri tenendo ben ancorati i fondi schiena a quelle poltrone. Ecco allora che già è stato inserito in agenda, per novembre, sempre a Roma, un nuovo incontro il Word Food Summit, patrocinato sempre dalla FAO e che radunerà, guarda caso, i capi di Stato di tutto il mondo. Il programma verterà sul tema "Affrontare il problema Fame alla Radice". Patetici, falsi e neppure Furbi ! Io, invece, da uomo della strada mi chiedo a che cosa serva ma soprattutto quanto venga a costare, un'organizzazione con 1600 funzionari, 2000 impiegati, un "castello" di stanze a Roma, un partorire continuo di meeting. Mi chiedo ancora se sia giusto che un Direttore in auge dal 1 gennaio del 1994 e i cui risultati non è che si siano visti più di tanto, non sia più giusto, oramai, che dopo 15 anni ritornasse al suo paese e lasciasse il posto a qualcun altro con la speranza che realizzi qualche cosa di più di quello da lui fin qui ottenuto. C'è invece una continua speculazione sulla fame stessa, con le quotazioni del grano dimezzate ma con i costi della pasta e del pane in aumento. E questo sia nei paesi ricchi che in quelli "sfigati", proprio a dire che tutto il mondo è un paese e che è ora che si aprano gli occhi e ci si renda conto che non è pensabile proseguire una lotta tra poveri, ma consociare tutte le nostre forze, contro quei pochi "coloro" che in virtù dei loro sporchi ed immensi interessi, promettono ma non mantengono. Promettono e non mantengono accecati da un' ingordigia che non permette loro di vedere le immense masse di affamati che prima o poi invaderanno gli stati più opulenti come immense orde di cavallette, annientando anche i lori interessi. Quindi ciechi , ingordi e stupidi, se solo pensassero che ancora il bancomat post mortem di cui dotare la loro bara non è stato ancora inventato, per cui di conseguenza, saranno costretti a lasciare quanto sono riusciti ad accaparrarsi nel corso di questa vita terrena.

Nessun commento: