Chi mi manda le foto e la segnalazione
è certamente uno che alle favole non crede più e non ha neppure più la
pazienza per continuare ad ascoltarle. Qualcuno lo definirà un acuto
osservatore, altri, magari più politicizzati e vicini
all’Amministrazione, il consueto ed immancabile rompiballe. Questa è un
sunto della fiaba che quattro anni fa venne narrata, piacque, cadde nel
dimenticatoio ed oggi l’anonimo però rispolvera.
Era proprio di questi tempi o giù di lì, comunque nella lontana estate del 2008, quando sotto l’euforia del Caterraduno, l’amministratore di turno enfatizzava, proprio attraverso un comunicato stampa del Comune, la nascita del “Bosco di Topolino“.
L’ENI e la Walt Disney avevano scelto la nostra città come sede di un’iniziativa di carattere ambientale. L’assessore all’ambiente di allora aveva, come si usa fare in questi casi, speso parole quali “vetrina mediatica nazionale”, aveva incensato il Caterraduno che aveva permesso di valorizzare tali azioni promuovendo la qualità ambientale accreditando così Senigallia a fregiarsi del titolo di “città virtuosa” in questo specifico campo. Teneva a sottilineare anche come l’area scelta della Cesanella sarebbe divenuta un polmone verde (se non vado errato con la piantumazione di 800 alberelli) come prevedeva il piano regolatore, evitandole di avviarsi verso la pericolosa china di un degrado ed abbandono, verso cui sembrava invece lanciata.
Concludeva con un: “Grazie alla collaborazione di Eni e Walt Disney, siamo invece riusciti a pulirla e sistemarla, fino a piantare le essenze arboree che ci sono state donate. Ora sarà davvero un bel polmone di verde“.
Un elogio, come sembrava che fosse a quel tempo, al rispetto nei confronti della natura, della qualità dell’aria, dell’ambiente in generale. Insomma se volevi respirare una boccata di ossigeno a pieni polmoni, dovevi recarti nel Bosco di Topolino, alla Cesanella.
Le 50 foto – si 50 foto, non c’è errore di battitura – che ho rivevuto via mail ed in maniera anonima, rammentano come dalla fantasia della fiaba, si passi alla realtà dei giorni nostri. Le parole volano nel dimenticatoio, i fatti sono ben altra cosa e ne svelano a volte inesatezze, altre facilonerie, ed altre ancora delle “fanfaronate” che magari al momento che venivano pronunciate erano del tutto involontarie, anche perchè convinti della bontà dell’iniziativa di allora.
Fatto è che se era troppo ottimistico allora denominarlo “Bosco“, dopo 4 anni lo è ancor di più. Neppure “Parco” sarebbe la dicitura esatta, considerando le erbacce che vi attecchiscono indisturbate, tra cartacce, pezzi di plastica, bottiglie vuote.
Un grazie per l’estirpazione almeno di certe erbe, forse lo si deve, a quelle donne e quegli uomini, ormai avanti con gli anni, che spesso si osserva piegati in due a raccogliere le erbe mangerecce, commestibili, di campo, buone da abbinare alle piadine: cicoria, dente di leone, ortica, finocchio selvatico. Forse l’unico lato positivo del momento!
Dove sta allora il problema?? In quell’iniziale enfasi che non teneva conto che tutte le cose, per un corretto funzionamento debbono avere una corretta e programmata manutenzione. E qui la manutenzione lascia a desiderare (volevo scrivere “non esiste”, ma non voglio mettere la lama nella piaga).
C’è l’incuria, l’abbandono, ed inevitabilmente il degrado.
Ecco che allora, più che un bosco o un parco, sta ritornando alle sue origini: un semplice lotto di terra abbandonato a se stesso, sporco ed inutile, dove anche gli alberi piantumati stentano a crescere e che dopo 4 anni sabbatici, si ritrova a percorrere quella pericolosa china di cui paventava timore l’Assessore, prima che divenisse, sulla parola, “Bosco di Topolino”.
Non quindi il Bosco di Topolino, forse il titolo più appropriato potrebbe essere quello del Bosco del Lupo di Cappucetto Rosso, degno di cattivi incontri. Ma forse neppure quello sarebbe il nome giusto, perchè anche la fiaba di Cappuccetto Rosso è ambientata in un luogo pulito, verde, ecologicamente sano, che infonde serenità e fiducia.
Quello sponsorizzato dall’ENI e dalla Walt Disney alla Cesanella, come si può ben vedere dalle foto, è tutt’altra cosa. C’è da sperare solo che costoro, sia l’uno che l’altra, non abbiano a vedere che fine ha fatto, sta facendo, la loro iniziativa.
Io provvederei ad un sobrio restyling prima che Moody’s lo venga a sapere e magari ce lo declassi da Bosco di Topolino a quello, visti i rifiuti, a Bosco della Pantegana.
Era proprio di questi tempi o giù di lì, comunque nella lontana estate del 2008, quando sotto l’euforia del Caterraduno, l’amministratore di turno enfatizzava, proprio attraverso un comunicato stampa del Comune, la nascita del “Bosco di Topolino“.
L’ENI e la Walt Disney avevano scelto la nostra città come sede di un’iniziativa di carattere ambientale. L’assessore all’ambiente di allora aveva, come si usa fare in questi casi, speso parole quali “vetrina mediatica nazionale”, aveva incensato il Caterraduno che aveva permesso di valorizzare tali azioni promuovendo la qualità ambientale accreditando così Senigallia a fregiarsi del titolo di “città virtuosa” in questo specifico campo. Teneva a sottilineare anche come l’area scelta della Cesanella sarebbe divenuta un polmone verde (se non vado errato con la piantumazione di 800 alberelli) come prevedeva il piano regolatore, evitandole di avviarsi verso la pericolosa china di un degrado ed abbandono, verso cui sembrava invece lanciata.
Concludeva con un: “Grazie alla collaborazione di Eni e Walt Disney, siamo invece riusciti a pulirla e sistemarla, fino a piantare le essenze arboree che ci sono state donate. Ora sarà davvero un bel polmone di verde“.
Un elogio, come sembrava che fosse a quel tempo, al rispetto nei confronti della natura, della qualità dell’aria, dell’ambiente in generale. Insomma se volevi respirare una boccata di ossigeno a pieni polmoni, dovevi recarti nel Bosco di Topolino, alla Cesanella.
Le 50 foto – si 50 foto, non c’è errore di battitura – che ho rivevuto via mail ed in maniera anonima, rammentano come dalla fantasia della fiaba, si passi alla realtà dei giorni nostri. Le parole volano nel dimenticatoio, i fatti sono ben altra cosa e ne svelano a volte inesatezze, altre facilonerie, ed altre ancora delle “fanfaronate” che magari al momento che venivano pronunciate erano del tutto involontarie, anche perchè convinti della bontà dell’iniziativa di allora.
Fatto è che se era troppo ottimistico allora denominarlo “Bosco“, dopo 4 anni lo è ancor di più. Neppure “Parco” sarebbe la dicitura esatta, considerando le erbacce che vi attecchiscono indisturbate, tra cartacce, pezzi di plastica, bottiglie vuote.
Un grazie per l’estirpazione almeno di certe erbe, forse lo si deve, a quelle donne e quegli uomini, ormai avanti con gli anni, che spesso si osserva piegati in due a raccogliere le erbe mangerecce, commestibili, di campo, buone da abbinare alle piadine: cicoria, dente di leone, ortica, finocchio selvatico. Forse l’unico lato positivo del momento!
Dove sta allora il problema?? In quell’iniziale enfasi che non teneva conto che tutte le cose, per un corretto funzionamento debbono avere una corretta e programmata manutenzione. E qui la manutenzione lascia a desiderare (volevo scrivere “non esiste”, ma non voglio mettere la lama nella piaga).
C’è l’incuria, l’abbandono, ed inevitabilmente il degrado.
Ecco che allora, più che un bosco o un parco, sta ritornando alle sue origini: un semplice lotto di terra abbandonato a se stesso, sporco ed inutile, dove anche gli alberi piantumati stentano a crescere e che dopo 4 anni sabbatici, si ritrova a percorrere quella pericolosa china di cui paventava timore l’Assessore, prima che divenisse, sulla parola, “Bosco di Topolino”.
Non quindi il Bosco di Topolino, forse il titolo più appropriato potrebbe essere quello del Bosco del Lupo di Cappucetto Rosso, degno di cattivi incontri. Ma forse neppure quello sarebbe il nome giusto, perchè anche la fiaba di Cappuccetto Rosso è ambientata in un luogo pulito, verde, ecologicamente sano, che infonde serenità e fiducia.
Quello sponsorizzato dall’ENI e dalla Walt Disney alla Cesanella, come si può ben vedere dalle foto, è tutt’altra cosa. C’è da sperare solo che costoro, sia l’uno che l’altra, non abbiano a vedere che fine ha fatto, sta facendo, la loro iniziativa.
Io provvederei ad un sobrio restyling prima che Moody’s lo venga a sapere e magari ce lo declassi da Bosco di Topolino a quello, visti i rifiuti, a Bosco della Pantegana.
Allegati
Già pubblicato Lunedì 13 agosto, 2012 su Senigallia Notizie.it
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
Anita
2012-08-13 09:56:27
Uno dei tanti difetti del pensiero
qualunquista è quello di non avere il senso delle proporzioni: un bosco,
o un parco che sia, ci mette decenni a diventare tale, le cartacce, le
lattine, le immondizie varie in mezza giornata si raccolgono.
Walter
2012-08-13 11:26:53
Basta è ora di finirla ogni volta con
questa parola "QUALUNQUISTA", in Italia ormai ogni qualvolta viene
dimostrato con atti concreti e non di parte che c'è qualcosa che non va
si ricasca sempre nel difendere qualcuno e accusare chi avverte di un
qualcosa che non funziona additandolo con quella parola. Non sarebbe più
facile dire è vero non siamo stati all'altezza grazie per l'avviso e
provvederemo immediatamente a risolvere l'inadeguatezza, però purtroppo
capisco che sto sbagliando anch'io perchè siamo figli non di una città,
ma di un intero stato che va avanti non criticando mai l'operato di un
amico, di un parente, e ci piace stare per la maggioranza invece con la
testa sotto la sabbia sperando che il domani e il nostro futuro siano
migliori mentre finiremo sempre più a prenderla nel di dietro. Per
quanto riguarda il bosco rimaniamo fiduciosi che qualcuno si attivi e
diamogliene modo se non fosse così potremmo sempre proporre al comune di
passarlo da "parco" ad "agriturismo bed&breakfast".
laura
2012-08-13 12:52:55
propongo di bandire la parola
"qualunquista", perchè ormai ha l'uso del "cioè" di qualche anno fa,
ovvero la rilevanza intellettuale di una pernacchia. se critichi sei
qualunquista oppure sei demagogico, non ha importanza se la critica ha
un senso, è sempre meglio non pensare...
gli alberi signora crescono in decenni, ma vanno prima piantati, a meno
che non facciamo una sorta di "colletta" e andiamo a sputare su quel
campo i semi della frutta che mangiamo. si potrebbe fare, no?
cittadinanza fattiva! ;-)
Anita
2012-08-13 13:45:17
Se non vi piace la parola "qualunquismo"
chiamiamolo pressapochismo, superficialità, ignoranza presuntuosa, fate
voi.
Segnalare, criticare si può, anzi si deve, ma cosa c'entrano tutti i
discorsi che fa Giannini col fatto che c'è bisogno di una ripulita dalla
mondezza in quella zona?
Gli alberi, come si vede anche dalle foto, ci sono e stanno crescendo,
un bosco non diventa tale in 4 anni. Che dire poi de "le erbacce che vi
attecchiscono indisturbate"? Forse i sottoboschi che piacciono al nostro
giornalista tuttologo sono in moquette o in cotto fiorentino.
Claudia
2012-08-13 14:22:04
Appunto signora Anita, in " mezza giornata" non in "qualche mese" ... Lei porterebbe un suo figlio a giocare in quel bosco ?
Walter
2012-08-13 18:41:32
Mi scusi signora Anita ma lei sostituisce
la parola tanto contestata e allo stesso tempo ne utilizza un'altra
"pressapochismo", additando un pò tutti quelli che le hanno risposto
come SUPERFICIALI-IGNORANTI PRESUNTUOSI. Lei dirà anche di no ma sembra
che siano state fornite foto abbastanza inequivocabili e che nel
commento ci sia solo un forte interesse che qualcuno intervenga e faccia
qualcosa, anche perchè mi sembra che se l'ENI o la DISNEY venisse a
conoscenza di come viene mantenuto questo piccolo bosco di Topolino non
sarebbero molto contenti. E poi sig.ra da come lei commenta sembra che
sia un vanto che gli alberi crescano e la mondezza gli giri intorno,
comunque caro Giannini gli è l'ho detto più di una volta in sede privata
e anche a lei signor Massi fiato parole righe buttate a qualcuno basta
solo che non si tocchi il loro colore d'appartenenza e va tutto bene.
Sono più per il caro " Ve c'hanno mai mandato a quel paese...." eh lo so
sempre maleducato come sempre!!!
Federico
2012-08-13 20:16:02
Per mantenere tutto ordinato e preciso ci
vorrebbero molti più dipendenti pubblici, però poi di sicuro verrebbero
fuori le lamentele: "Ammazza quanti so sti dipendenti pubblici e quanto
ce costano!!".
Per quanto riguarda la mondezza che è stata abbandonata in quel
"bosco", come tutta quela che c'è sparsa in giro per la città, la colpa è
solo ed esclusivamente del cittadino maleducato e incivile che invece
di buttarla in un cestino preferisce gettarla dove capita. Non accusiamo
sempre e comunque la cosa pubblica di negligenza.
Claudia
2012-08-13 20:34:27
Torno a non capire tutte queste parole
della signora anita, perche' dire che gli alberi crescono ugualmente ?
in montaga se ti trovano a sporcare boschi , prati ecc ecc vieni multato
e non capisco perche' non deve essere segnalata una imperfezione. Io
voglio immaginare che molti bambini si rechino in quel parco per
giocare, ma con tutte quelle erbacce nessun genitore si avvicinira' mai.
Non che al parco della pace se ci fossero le stesse erbacce lei farebbe
Claudia
2012-08-13 20:37:49
Le capriole ... Per dire che a Senigallia
tutto va pene ci pensa gia' la massa e i partiti di maggioranza,
qualcuno che fa notare, con garbo, ci vuole altrimenti non si
risolverebbero mai i piccoli problemi di uns comunita'.
Claudia
2012-08-13 20:41:15
Per il dig. Federico, se le buttano la
mondezza vicino casa e nessuno passa a raccoglierla lei con chi se la
prende dopo aver maledetto i maleducati ?
Claudia
2012-08-13 20:44:23
Poi inutile fare proclami fa assessore se
poi si abbandona tutto all'incuria, basterebbe una volta al mese
tagliare l'erba e uns volta alla settimana passare a vedere se e'
pulito, come fanno con il parco della pace.
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