di Dario Petrolati
EMILIO MENTI " detto Bruno"
EMILIO MENTI " detto Bruno"
Bruno abita a Cadoneghe. Ci si vede raramente.
Sempre c' incontriamo nel Cortile.
Raramente usa la sdrucita rossa utilitaria.
Quando sta meglio o c'è il sole in cielo o dentro la sua mente allora viene in bici. La inchiava col catenone si presenta tutto in jeans, compreso il cappellino, lo piega e racchiude più volte in tasca. Ci sorridiamo sempre anche quando non c' è voglia o ragione alcuna per farlo, ma siamo amici-Compagni anche nell'animo- e se dapprima ci si tende la mano poi subito ci abbracciamo. Ci scrutiamo lungamente i volti per rivederci bene ed anche dentro. Usciamo dal Cortile sempre tirando a sinistra per Via Beato Pellegrino. Dopo la pausa avanti la Libreria di Claudia proseguiamo un poco avanti -Palazzo Maldura-Piazzale Mazzini-i grandi alberi. Sempre, ma sempre davvero Bruno ed io prendiamo fiato sotto la Basilica del Carmine.
Ci giriamo attorno mirandola come fosse stupenda donna d'epoca dipinta ed osannata nel più grande silenzio ed anche più. Bruno, da artista, mi ripete, spiega ogni curva, ogni retta, tutta la beltà fascinosa e storica del nostro Cupolone verde ramato. Si tira avanti.
Scivola poi logicamente sul suo passato di funzionario del P.C.I. Esperienze politiche senza compromessi.
Mi ricorda quando andava pei casoni con i tetti di paglia ed i pavimenti in terra battuta. Di sera ed anche a notte chè l'aspettavano i pescatori di laguna. Con mezzo bicchiere di vino a testa si teneva la riunione politica e si parlava tutti senza bisogno di urlare. Si esaminavano i bisogni per la giustizia proletaria. Anni ed anni durò l'impegno politico di "Bruno".
Raramente usa la sdrucita rossa utilitaria.
Quando sta meglio o c'è il sole in cielo o dentro la sua mente allora viene in bici. La inchiava col catenone si presenta tutto in jeans, compreso il cappellino, lo piega e racchiude più volte in tasca. Ci sorridiamo sempre anche quando non c' è voglia o ragione alcuna per farlo, ma siamo amici-Compagni anche nell'animo- e se dapprima ci si tende la mano poi subito ci abbracciamo. Ci scrutiamo lungamente i volti per rivederci bene ed anche dentro. Usciamo dal Cortile sempre tirando a sinistra per Via Beato Pellegrino. Dopo la pausa avanti la Libreria di Claudia proseguiamo un poco avanti -Palazzo Maldura-Piazzale Mazzini-i grandi alberi. Sempre, ma sempre davvero Bruno ed io prendiamo fiato sotto la Basilica del Carmine.
Ci giriamo attorno mirandola come fosse stupenda donna d'epoca dipinta ed osannata nel più grande silenzio ed anche più. Bruno, da artista, mi ripete, spiega ogni curva, ogni retta, tutta la beltà fascinosa e storica del nostro Cupolone verde ramato. Si tira avanti.
Scivola poi logicamente sul suo passato di funzionario del P.C.I. Esperienze politiche senza compromessi.
Mi ricorda quando andava pei casoni con i tetti di paglia ed i pavimenti in terra battuta. Di sera ed anche a notte chè l'aspettavano i pescatori di laguna. Con mezzo bicchiere di vino a testa si teneva la riunione politica e si parlava tutti senza bisogno di urlare. Si esaminavano i bisogni per la giustizia proletaria. Anni ed anni durò l'impegno politico di "Bruno".
Rubava il tempo al suo lavoro chè disegnava e dipingeva acquerelli veneziani anche su scatole di cartone. Bruno ha quella dote che incanta: fissa con occhi celesti l'obiettivo da stendere coi suoi colori e come ricamatrice svelto combina righe volti barche e rivi acque venete. Si sentono sentimenti, cieli, voli veloci di uccelli che vanno liberi da un campanile all'altro.
Sempre per strada, Bruno mi parla dei giochi bambini che con Hugo Pratt combinava nei Campielli a Venezia. Le tante leggere allegre bevute per corti e ponti dall'apparenza sempre cadente. Tanto mi racconta Bruno ed anche di "Corto Maltese" quando dalle mani e la mente di Pratt partiva pel mondo sempre alla ricerca di belle avventure.
Si gira per Ponte Molino guardiamo le mura e mi spiega fotografa e disegna e ricorda.
Spesso mi regala qualche acquerello con dedica e si ritorna a pensare.
Prima di tornare al Cortile ove si trova il mio posto di lavoro, Bruno mi spiega anche cosa era la disuguaglianza sociale prima.
Quando ancora il Sindacato ed il Partito scendevano in Piazza contro i torti che la classe operaia subiva. Sempre prima. Una volta, pochi anni fa.
C'erano Compagni sempre in moto e si credeva in un futuro diverso, molto differente dal presente. C'è sempre tanta rabbia educata in Bruno e mai una parolaccia da lui ho sentito, solo scorci, colori, pennelli, prospettive, futuro dell'uomo.
Un giorno, mentre leggeva le mie poesie e pensava come illustrare il libro ("Luoghi", raccolta di poesie di Dario Petrolati - NdR) disse:" Vedi Dario è difficile il regalo che debbo farti. Tu voli alto sempre coi sogni ed i dubbi. "
Il " forse" bellissimo che sempre aleggia è difficile anche se affascinante rappresentare.
Il più alto ed intelligente complimento l'ebbi da Bruno che sempre insiste chè debbo scrivere sempre quello che vedo. Poi il futuro sarà quel che sarà. E' sempre una lezione di vita il tempo dei miei incontri con Bruno Menti.
Sale in bici sorride ed il saluto verde pulito mi ricorda Anna - la Suorina laica -, come lei, prende la curva e fa ciao con il braccio alzato.
Sempre per strada, Bruno mi parla dei giochi bambini che con Hugo Pratt combinava nei Campielli a Venezia. Le tante leggere allegre bevute per corti e ponti dall'apparenza sempre cadente. Tanto mi racconta Bruno ed anche di "Corto Maltese" quando dalle mani e la mente di Pratt partiva pel mondo sempre alla ricerca di belle avventure.
Si gira per Ponte Molino guardiamo le mura e mi spiega fotografa e disegna e ricorda.
Spesso mi regala qualche acquerello con dedica e si ritorna a pensare.
Prima di tornare al Cortile ove si trova il mio posto di lavoro, Bruno mi spiega anche cosa era la disuguaglianza sociale prima.
Quando ancora il Sindacato ed il Partito scendevano in Piazza contro i torti che la classe operaia subiva. Sempre prima. Una volta, pochi anni fa.
C'erano Compagni sempre in moto e si credeva in un futuro diverso, molto differente dal presente. C'è sempre tanta rabbia educata in Bruno e mai una parolaccia da lui ho sentito, solo scorci, colori, pennelli, prospettive, futuro dell'uomo.
Un giorno, mentre leggeva le mie poesie e pensava come illustrare il libro ("Luoghi", raccolta di poesie di Dario Petrolati - NdR) disse:" Vedi Dario è difficile il regalo che debbo farti. Tu voli alto sempre coi sogni ed i dubbi. "
Il " forse" bellissimo che sempre aleggia è difficile anche se affascinante rappresentare.
Il più alto ed intelligente complimento l'ebbi da Bruno che sempre insiste chè debbo scrivere sempre quello che vedo. Poi il futuro sarà quel che sarà. E' sempre una lezione di vita il tempo dei miei incontri con Bruno Menti.
Sale in bici sorride ed il saluto verde pulito mi ricorda Anna - la Suorina laica -, come lei, prende la curva e fa ciao con il braccio alzato.
FOTO : Alcuni acquerelli di Emilio Menti detto "Bruno" donati dall'artista alla famiglia Petrolati.
3 commenti:
Per una mia profonda incapacità, non riesco nell'intento di pubblicare la foto degli acquerelli di "Bruno" Menti. Ho riprovato, ma dopo un pò scompaiono nuovamente....
Solo un tecnico mi potrebbe aiutare,io, da solo, non posso far altro che scusarmi per il mio insucesso e per la mia infinita ignoranza. E tu sai Dario quanto ci tenevo !
ah. Franco,
sei sempre il più bravo e se ci sono dei limiti o qualcuno non ti dà suggerimenti nisba
i quadri le immagini di Venezia tu le hai viste e ci tenevi
basta questo anche .
Su Franco non drammattizzare si è un peccato
ma veniale
io ti perdono chè senza te mi sai dire che faremmo?
dario.
adessso un quadro di menti si vede bravo franco.
dario
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