martedì 7 aprile 2009

NON LI LASCIAMO SOLI !!! AIUTIAMOLI !!

di Franco Giannini


Quando La Piaga scioglie le campane, non c'è da chiedersi il perchè, evidentemente ha i suoi buoni motivi e l'unica cosa è rispondere e precipitarsi nel luogo indicato per il raduno. Figuriamoci allora, se possiamo mettere in discussione la validità di questo ultimo suo richiamo. Mio padre mi parlava sempre del terremoto del '30, di quando fresco di patente, era dell' '11, come autista, era stato adibito al trasporto dei feriti da Senigallia ad Ancona. Nel '72 venni coinvolto personalmente nel terremoto di Ancona, il cui sciame sismico durò per tantissimo, che mi procurò danni all' abitazione e mi costrinse ad "emigrare" a Senigallia. Quindi so perfettamente cosa significhi essere dei terremotati. So che cosa si prova in quegli istanti immediatamente successivi al boato. Il panico che ad alcuni paralizza mente e membra, ad alcuni fa commettere anche gesti di corraggio che a mente fredda mai rifarebbe. So che cosa si prova, il giorno dopo, quando si è consoni di aver salvato la pelle tua e dei tuoi cari, ma di aver perso economicamente tutto. So che cosa significa la rabbia di vedersi dimenticati dallo Stato (e così è sempre stato, checchè esso dica e le cicatrici dei vecchi terremoti lo stanno ancora a dimostrare). Come so pure, amaramente, che cosa significhi fare gli "orgogliosi": io sono stato uno di questi, ma, deluso dallo Stato, certamente non lo rifarei. Qui però c'è da tendere una mano alla popolazione ed allora, consenziente, preferisco, nei confronti dei politici, passare ancora una volta da fesso. Ancora una volta preferisco fare la parte del polemico e non quella della "scena voltastomaco" dell'armistizio partitistico, perchè tutti si rendano conto di essere o essere stati colpevoli in questa staffetta governativa centenaria. Qui sotto riporto per intero e non con un semplice link, il comunicato inviato da La Piaga, onde evitare la benchè minima giustificazione di non poter entrare e leggere o quant'altro. Invito i Blog non Senigalliesi di riprendere l'iniziativa e magari riproponendola con un passa parola anche in altre città e regioni d' Italia. Insomma come una Cittadinanza Fattiva Italiana che vada oltre le solite carte di credito, ai c/c delle varie banche o delle varie TV. Esse avrebbero fatto molto prima devolvendo gli introiti pubblicitari della serata dedicata al terremoto, ma sempre intervallata dai breck pubblicitari, che chiedere l'elemosina ai cittadini !!
Questo il comunicato :
Qualche mese fa abbiamo fatto una giornata di Cittadinanza Fattiva, riverniciando un sottopassaggio della Città. Anche oggi vorremmo fare qualcosa di utile per le popolazioni dell'Abruzzo colpite dal terremoto.
Non possiamo fare nulla di materiale, probabilmente saremmo solo d'intralcio.
Ma possiamo fare una donazione, una raccolta agile e veloce, senza tante fanfare o appelli alla solidarietà, che in questo momento non sembrano indispensabili.

L'appello alla raccolta fondi viaggia sul web, alla velocità della luce, e voi siate altrettanto veloci: portate la vostra offerta presso le redazioni di Vivere Senigallia - via Verdi 103A o presso la redazione di 60019.it (presso Netservice) in via Mercantini 34. Una redazione si trova a Nord di Senigallia e una a Sud: vi abbiamo agevolato in tutti i modi, passate dieci minuti del vostro tempo a far del bene.
Le redazioni stanno predisponendo delle scatole per raccogliere i fondi, non avrete ricevuta del vostro versamento che resterà anonimo, la solidarietà si basa sulla fiducia e le popolazioni dell'Abruzzo hanno fiducia in voi.

La raccolta delle donazioni durerà fino a mercoledì 15 aprile, il versamento sarà effettuato nei giorni successivi ad uno dei conti correnti predisposti Pro popolazioni colpite dal terremoto. Garanti dell'operazione sono Michele Pinto, Luca Ceccacci e Paolo Talucci (Rincolvati).

Grazie

3 commenti:

maddeche ha detto...

grazie Franco

www.dariopetrolati.it ha detto...

Ho vissuto in Abruzzo i miei anni più solari
Scoperto donne dalle triple gonne parevano solo zingari allevatori di cavalli
Abruzzo terra incazzata sassosa dura a lavorare
Bella come cartolina con la neve
nomi e luoghi quasi dimenticati
Eppoi arriva "la terra trema" crolla anche il superfluo apparente
Senza un protettore in alto nessuna pietà è gente semplice
lacrime commozione laico aiuto.
Franco ti si dovrebbe inventare,
grazie.
dario.

Anonimo ha detto...

Gente dura, gli abruzzesi. Testarda. Delle transumanze e gli orti tra le pietre. Mia madre lo era, abruzzese. Tanto testarda da volermi mettere al mondo pur malata di TBC, di cui è morta due anni dopo. E quel nonno Tommaso trasferito a Roma a fare il sarto, campando la famiglia in una casa a pochi passi da Trinità de' Monti. Senza più lacrime: due figli su tre uccisi da quella brutta malattia. Le mie radici sono là. Sulla rupe di Ortona a Mare, dove non sono più stata ma dove ora torna il mio cuore. Tra quella gente disperata e sorella.

Arrivo, Franco. I due giorni passati proprio non ci sono riuscita a fare un salto da Michele,
mariangela