di Franco Giannini
Rita Levi Montalcini, nasce a Torino il 22 Aprile del 1909. Si laurea nel 1936 in medicina, una facoltà in cui le donne non erano certo ben viste dagli uomini, ma anzi considerate "femmine troppo emancipate". Fece parte della scuola medica sul sistema nervoso diretta dall'istologo Giuseppe Levi, altamente specializzata dal momento che da questa università uscirono poi altri premi Nobel quali Salvador Luria e Renato Dulbecco. Nel 1938, veniva "sollecitata" dalle leggi razziali del regime, ad emigrare in Belgio. Ed ancora una volta i maschi crucchi, con l'invasione del Belgio costringevano, imponendo la loro autorità, eravamo nel frattempo arrivati nel 1940, ad un frettoloso ritorno a Torino. Il suo continuare quegli studi di ricerca sul sistema nervoso, malgrado tutte le difficoltà, dimostrava di gran lunga, la diversità che esisteva-esiste ed esisterà, tra la stupidità e l' intelligenza. Esistono donne ed uomini intelligenti, come pure altrettanti sono gli stupidi di entrambi i sessi. Credo che la Rita Levi Montalcini sia l'unica donna della Storia d' Italia, e non solo, che con semplicità, facendo prevalere la Sua intelligenza, sia riuscita ad umiliare l'ambizione e l'autoritarismo dell'uomo inteso come maschio, dimostrando che l'intelligenza non è una prerogativa del sesso, bensì una dote ricevuta in dono con la vita, che deve però essere, in seguito coltivata ed usata solo per nobili fini. Credo però, che anche le Sue lotte, abbiano insegnato alle donne di oggi, che certi traguardi si debbano ottenere per "meritati meriti" e non solo per umilianti leggi concessionarie, che alla fine poi, com'è facilmente possibile constatare oggi, facilitano le carriere di donne appariscenti fisicamente, ma non altrettanto intellettualmente....quanto meno ciò ancora, è tutto da dimostrare. Gli uomini del resto, con il loro "Mens Sana in Corpore Sano" hanno notevolmente deluso e se fino ad oggi hanno resistito non lo si deve certamente alla loro prevalenza in fatto d' intelligenza, ma ad un forzato remissismo femminile, imposto con la forza e dettato dall' uso dei tempi. Spesso si fa l'augurio di ancora cento anni di vita, a individui, che poveretti, hanno la sola sfortuna che il loro padrone di casa, il cuore, ancora batte. So che la Rita Levi mai e poi mai leggerà queste misere righe, ma mi chiedo quale tipo di augurio dovrei a Lei rivolgere, che i cento anni li ha raggiunti, con una lucidità che io non ho mai avuto. L'ho veduta oggi rispondere agli auguri del Presidente della Repubblica, in piedi, davanti al microfono, senza un benché minimo appunto. Non so se me lo permetterebbe, ma io oso...vorrei augurarLe "ancora cento anni di vita", ma questo non è un augurio da cioccolatino, bensì un augurio sincero ma anche dal sapore egoistico: il poter beneficiare ancora per tanto tempo del suo sapere, della Sua lucidità....almeno finché duri la mia, anche se di già un pochino appannata.
FOTO : Rita Levi Montalcini
1 commento:
Bravo Franco,
mi hai fregato in velocità e sensibilità
avevo già pronto in mente un qualcosa per Rita ed Indro e tu che sei più sveglio mi hai giustamente preceduto
non fa nulla
anzi l'importante è che si sappia minimo: Rita è ancora bella e sveglia pronta a bacchettare i dimentichi e vigliacchi
oggi è come se fosse il 25 aprile dell'intelletto
chissà che passa per la testa a tanta gente
chissà se si sente nell'aria l'orgoglio di averla tra noi.
AUGURI RITA.
dario.
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