mercoledì 27 maggio 2009

APPALTI E MORTI BIANCHE



di Franco Giannini

Daniele Melis, anni 26 - Luigi Solina, anni 27 - Bruno Muntoni, anni 51. Per chi si "ostina" a seguire le storie di "Cavalier Bavoso", ritenendole utili per tenersi informato su come va l'Italia, questi resteranno solo tre nomi. Invece dietro a questi ci sono famiglie piangenti un caro che se ne è andato e persone che dovrebbe restare con un rimorso eterno. Sono altri tre morti sul lavoro che si aggiungono alla lista del 2009 e che per gli studiosi di statistica sarà solo un ulteriore semplice dato da aggiungere agli altri. Questa volta ad essere colpita dal lutto è stata la Sardegna. Ecco che subito, a dramma accaduto, come succede in questi casi, tutti gli "uomini che contano", hanno preso il telefono, si sono informati e si sono stretti attorno alla famiglia. Gli inquirenti si stanno prodigando affinché si faccia luce su questo ennesimo incidente e la verità venga a galla. Non dico il nome dello stabilimento coinvolto, non svelo i nomi dei proprietari della raffineria, per non sentirmi incolpare stupidamente di orientamenti sportivi di parte, che non ho e non ho mai avuto. Intanto sono su tutti i giornali e nel web, un po' il segreto di Pulcinella. Quello che però mi chiedo, ed è da un gran bel po' di tempo che mi faccio questa domanda, a che servano gli appalti ed i sub-appalti. Perché, anche questi e come spesso avviene, questi sono altre tre morti avvenute all'interno di uno stabilimento che aveva dato questo lavoro in appalto. E guarda caso questi lavori dati in appalto, si trattano quasi sempre di lavori difficili da eseguirsi per la pericolosità. Ho la sensazione che vengano appaltati per un lavarsi le mani in caso di incidente, per la tipologia di manovalanza che viene adoperata, per evitare quegli obblighi di legge che così facendo vengono derogati ad altri. In questo caso, con un semplice volo, da Malpensa a Cagliari ci si salva la faccia, ci si sente vicini alle famiglie ed alle maestranze in toto e ci si salva la coscienza, in quanto le responsabilità sono tutte della ditta appaltatrice. Nulla però si fa perché i sub-appalti i sub dei sub-appalti abbiano a terminare. Uno stabilimento deve avere tutto di suo, deve essere indipendente ed il responsabile in toto deve sempre essere il suo titolare. Responsabile economicamente e penalmente. Invece già anche qua, si comincia con il dire che il lavoro è stato iniziato senza seguire le norme prefissate, mancanza dell'uso della maschera. Sarebbe anche utile però analizzarne i perché. Sapete quante volte si soffia sulle orecchie dei lavoratori la fatidica frase "...dai...veloce...un colpo di mano..." ?? e poi quando avviene quello che avviene, la colpa è della mancanza del casco, dei guanti, della maschera...ma mai della mancanza di coscienza. Ai funerali ancora una volta riecheggerà la parola "Basta", i giudici condanneranno a pagare due euro di risarcimento alle famiglie, i proprietari saranno impegnati in vacanze in lidi esotici, i Cavalieri Bavosi continueranno a sbavare, alcuni saranno impegnati alle ferie estive, molti di più a sbarcare il lunario e con l'ottica solita dell'egoismo umano si attuerà il detto popolare "...chi muore giace e chi vive si da pace". Mi chiedo solo come si faccia a trovarla!!

1 commento:

www.dariopetrolati.it ha detto...

E' già avvilente dover lavorare per vivere-ora a fatica vivere-
Sillogismo= chi lavora muore
esce di casa per andare a lavorare e non sa se ritornerà
Commentare le morti sul lavoro è semplicemente avvilente
Garanzie non servono basta essere disgraziati extracomunitari
Nel mio condominio ci sono famiglie i cui maschi anche ragazzini col motorino partono di mattina per andare a costruire
Non conoscono la nostra lingua ancora e da statistiche sembra che la morte sul lavoro preferisca
proprio chi si fa gridare : a casa loro.
O sparare sui barconi
dario.