giovedì 21 maggio 2009

FIGURE DI PERSONE... NON DI CERTO VIP - 5 -


di Dario Petrolati



CLARA DORALICE

Già solo il nome ed il cognome sembrano inventati.
Nomi da cartoni animati quasi da ridere per bambini.
Eppure questa donnina sempre sorridente oltre gli 80 ma più giovane anagraficamente del marito dott. Vincezo Morvillo -di origine campana-avellinese mi sembra- questa donnina è una signora che ha sempre dato anzi donato. La sua famiglia ha origini umili della bassa padovana. Clara ha riscattato il lavoro dei campi degli antichi avi. Il papà della signora Doralice è stato partigiano combattente dalla parte giusta e dopo la guerra sindaco di Castelbaldo per usura in quanto non esisteva altra figura che gli si potesse confrontare. Dal 1943 anche prima dell' 8 settembre del 1944 nel Montagnanese e nell'Estense vi furono lotte di classe guidate da uomini che combatterono per la liberazione e per realizzare la parità almeno contro lo sfruttamento dei poveri. Le brigate Garibaldi guidate da ardimentosi contadini lottarono sino all'impossibile anche a rischio delle famiglie sempre numerose. Quassù i padroni della terra contavano anche le braccia dei bambini chè tutto era diritto della proprietà se si voleva mangiare. Studenti laureati cattolici e comunisti si unirono in un unico sano ideale in nome della libertà contro il regime ed il fascismo. Tanti improvvisati furono i martiri ed uomini e bambini e donne. Clara studiando e combattendo seppur bambina veniva nascosta sotto fienili e attrezzi da lavoro dei campi. Imparò a fare la partigiana iniziando come staffetta ed il suo compito pericoloso ed utile si concluse con la cattura infame chè fu portata in campo di prigionia in Germania. E la conobbe il dott.Morvillo pure lui partigiano combattente per l'Italia libera. Ora vedendoli in là con gli anni sempre sereni assieme ed attorniati da tanti nipoti si fatica a pensare che sia Vincenzo che Clara siano stati così forti ardimentosi colmi di alti ideali patriottici. Lui il dottore era medico della mutua per Pontevigodarzere-frazione periferica di Padova, Lei laureata dopo la prigionia si dedicò alla educazione dei bambini e la puericultura è rimasta la sua passione innata. Clara per ogni ricorrenza regionale per ogni data viene chiamata dalle scuole come testimone per ricordare i valori e come nacque anche la Costituzione. Ha sempre con se nel suo studio non ancora smontato oltre i tanti libri anche un taccuino nero fatto di fogli lisi ove sempre appuntava durante la sua prigionia ciò che vedeva e subivano i suoi compagni di lotta. Piccola di statura ma sempre sorridente ed innamorata come ieri del suo Vincenzo. Qualche anno fa quassù nevicò tanto che le vetture rimasero bloccate per tanto tempo. Da Piazzola Sul Brenta le Scuole medie superiori avevano combinato per il 25 aprile l'incontro testimonianza con Clara. Non si riusciva a trovare una macchina piccola ed agile per portare Clara su all'appuntamento. Io la conoscevo poco-giusto alle feste dell'unità la incontravo sempre,allora le telefonai offrendomi quale vettore con la mia piccola Panda 1.000-. L'appuntamento era per le 8 di mattina e la strada ghiacciata coi monti di neve ai lati sembrava un'avventura. Arrivai a casa di Clara un poco prima per cautela eppoi per strada piano piano giungemmo a destinazione. I tantissimi studenti e la preside e gli insegnanti ci fecero una accoglienza che rimasi commosso. La sensibilità di una insegnante veneziana la vinse su tutti: volle offrire la colazione a me ed Clara e dopo pochi preamboli ci condussero in municipio ove ci fu una attesa commovente. Dopo le dovute presentazioni Clara estrasse il piccolo quaderno ove in prigionia aveva scritto per non dimenticare. Non un ragazzo una ragazza si mostrò irrequieto ci fu silenzio ed interesse quasi da film. E dopo la lettura del diario le dovute domande e risposte Clara mi riservò una sorpresa immeritata forse. Desiderò che leggessi la mia poesia dedicata a Renata Terni, ebrea mia amica d'infanzia a Senigallia. Piacque così tanto che la preside ne fece fotocopie in Comune ed io ne firmai alcune per donarle come ricordo alla scuola. Fu quella volta allora che mi sembrò avere anche io fatto qualcosa per difendere la libertà e far conoscere ciò che era stato il fascismo. Al ritorno ed anche prima Clara Doralice mi riprese più volte in quanto io le davo del lei. "Compagno" mi disse, "compagno Dario tra noi o ci si fida e si è tutti uguali oppure l'esempio che siamo stati a dare a scuola a te non è servito.". Su libri che parlano della Resistenza quelli scritti dallo storico Tiziano Merlin e da altri studiosi la figura di Clara Doralice viene spesso citata come la sua amica più fortunata allora chè non fu fatta prigioniera Tina Anselmi. Una cattolica e l'altra comunista anche dopo tanti anni sono rimaste amiche in nome degli ideali per i quali hanno donato i migliori anni di gioventù. Ora quando vado a casa passo spesso davanti la casetta di Clara e sempre sorridente mi saluta con il braccio alzato le mani aperte.

1 commento:

www.dariopetrolati.it ha detto...

A supplemento di quanto avanti pubblicato:
se non ci fossero state certe Persone come la Clara Doralice ed anche la Tina Anselmi
ora tutti-tutti
non godrebbero di tanta libertà e vantaggi
dobbiamo solo a certe figure se ora approfittiamo e non sappiamo gestire il frutto dei loro sacrifici
una pausa di umiltà ed onestà non guasterebbe per far tornare la Italia per la quale hanno dato oltre i loro anni migliori
alcune anche la vita.
dario.