Questa testata, si è occupata diverse volte della famiglia Cialona, toccata negli affetti più cari, dal dolore di una malattia rara (La Leucodistrofia di Pelizaeus-Merzbacher) che prima ha colpito il piccolo Christian e poi, anche Emily, la mamma.
La loro storia è tutta da leggere sul sito QUI anche perchè, oltre a quella di carattere medico – e già non è poca cosa – se ne aggiungono sempre, in questi casi, anche quelle amministrative, legali in cui la Politica, con i suoi politicanti di qualsiasi ordine e grado, sembra quasi compiaciuta nell’inzuppare bambinescamente il biscotto nell’ampia tazza fumante del caffelatte della nostra Burocrazia.
Aggravandone così il dolore!
E’ per questo che la famiglia Cialona, con l’aiuto di tanti fedeli amici, con ogni suo mezzo a disposizione, vuol far giungere a quanti lottano con questi problemi, l’invito a non mollare mai, a stringere i denti, a battersi affinchè questi miopi comportamenti che vengono dall’alto (non certo inteso come dal Supremo!) vengano modificati, snelliti, velocizzati, migliorati, per un alleggerimento se non propriamente fisico, quantomeno psicologico, più accettabile umanamente parlando e soprattutto come supporto economico.
Immaginando che qualcuno già possa pensare, come di certe battaglie sia oltremodo facile poterne scrivere e parlarne, ma poi la realtà è tutt’altra cosa, allora i nostri tre eroi Christian-Emily-Sergio, hanno voluto, a dimostrazione, pubblicare la loro testimonianza, che volere è potere.
Gli ingredienti di questo successo sono stati frutto di tanta caparbietà, costanza, determinazione nonchè – e non è poco – dell’operato altamente professionale ed umano delle due giovani avvocatesse che si sono occupate del caso e che si sono buttate anima e corpo affinchè la verità giuridica trionfasse sull’ignoranza e la superficialità umana, restituendo a Cesare ciò che era ed ora è di Cesare.
Una vittoria di casa Cialona, che vogliono però dividerla generosamente in parti uguali, come una specie di antidoto, un incoraggiamento verso coloro che lottano ogni giorno contro i propri malanni fisici, ma in particolar modo, contro le ingiustizie umane e che magari hanno deciso che la soluzione migliore sia la rinuncia.
L’invito allora che i Cialona rivolgono con affetto a costoro è quello di armarsi di penna e cancellare dal proprio dizionario la parola RINUNCIA.
E questo è il comunicato ufficiale emesso dalle Avvocatesse che si sono occupate del caso:
“La soluzione del caso relativo alla famiglia Cialona rappresenta per noi un importante risultato dal punto di vista umano, professionale e giuridico.
E’ stato possibile, infatti, attraverso una laboriosa attività di assistenza legale, far ottenere alla Famiglia il risarcimento stragiudiziale dei danni subiti, patrimoniali e non, a seguito di errata diagnosi sulla malattia (genetica) del figlio.
Nonostante l’iniziale reticenza della Struttura Ospedaliera responsabile dell’errore diagnostico (che, evidentemente, negava la propria responsabilità basandosi sull’inesistenza del danno biologico), è stato invece possibile affermare che ‘l’errata diagnosi, fornita comunque con indice di certezza assoluta, ha fatto perdere al bambino ed ai coniugi-genitori-lavoratori la possibilità di organizzarsi, di scegliere, di vivere e di determinarsi in maniera libera e consapevole’.
L’Ospedale responsabile, infatti, tramite la propria condotta omissiva e, comunque, erronea, aveva violato plurimi diritti tanto del minore che dei genitori, nelle loro differenti estrinsecazioni umane, diritti tutti costituzionalmente garantiti e tutelati: il diritto ad essere informati correttamente sul proprio stato di salute, il diritto alla libertà personale, alla libertà di autodeterminazione come persona, in ogni sua formazione, singola e sociale, il diritto alla salute ed alle cure adeguate al proprio stato di malattia o di non abilità.
In presenza di una diagnosi errata, infatti, l’individuo è posto in una condizione di ignoranza che gli fa perdere, conseguentemente, la possibilità di decidere, di scegliere, di curarsi e tutelarsi liberamente e consapevolmente. Aver potuto consentire il riconoscimento di questi diritti fondamentali, senza peraltro ricorrere all’Autorità Giudiziaria, ci gratifica rinnovando il servizio di tutela dei diritti e degli interessi della persona che la nostra professione è chiamata a svolgere, ‘contribuendo in tal modo all’attuazione dell’ordinamento per i fini della giustizia’ (PREAMBOLO CODICE DEONTOLOGICO FORENSE).
Teniamo a precisare che il caso affrontato, al di là della sua rilevanza giuridica, ci ha consentito di conoscere una Famiglia speciale che con la sua tenacia, il suo coraggio e la sua volontà di affermare i propri diritti, ha espresso e continua ad esprimere un esemplare modello vita; la condivisione di fondamentali principi e valori, umani e di diritto, ha rappresentato un’importante risorsa per raggiungere il risultato ottenuto”
(Avv. Antonella Chiarenza e Avv. Nicoletta Nucci con studio sito a Marzocca, via S.A.M. dé Liguori, n. 29)
Già pubblicato Mercoledì 23 maggio, 2012 su Senigallia Notizie.it
Questi i commenti dei lettori di Senigallia Notizie.it :
Duccio Ottanelli
2012-05-24 10:47:41
Salve, anch'io sono un soggetto affetto da
una rara malattia genetica e anche noi stiamo combattendo una battaglia
analoga a questa famiglia a causa dell'ignoranza di coloro che non
vogliono capire come stanno veramente le cose. Spero tanto che potranno
essere felici e riscattati dalle loro sofferenze e dolori. La speranza è
l'ultima a morire.
Maurizio Tonini Bossi
2012-05-24 20:02:53
Sig Giannini, non ho ben capito chi sia il
colpevole in questa triste storia che, per rispetto della tragedia dei
protagonisti, forse doveva essere trattata senza sarcasmo e sottintesi.
Se si lanciano accuse, etica vorrebbe che dell'accusato si possa fare
nome e cognome. In caso contrario, il suo scrivere prolisso rischia di
trasformarsi da evidente, semplice passatempo dilettantesco, in
punizione per gli altri, perché il peso del livore che spesso lei
esprime ricade sulle spalle di innocenti cittadini ormai stanchi di
proclami e invettive "a prescindere". Cordialmente"
3 commenti:
Qlxchange
Ha detto siete fantastici
il generoso prolisso letterario del sig. Giannini ha i suoi estimatori, caro Franco spesso l'essre controversi è molto meglio che essere universalmente adorati.
Grazie Enrico,
per la tua amichevole stima, confessalo, anche se di parte.
Ma sai, io rispetto sempre il giudizio anche degli altri, si anche di coloro che vestono i panni papali dell'infallibilità. Però alla fine, io mi chiudo nelle mie riflessioni, nelle mie incertezze, felice magari anche di sbagliare, ma sempre utilizzando il frutto di miei errori partoriti dalla mia testa, ma mai lasciandomi coinvolgere da umori personali, astiosi, polemici, che rifiuto a prescindere. Anche perchè, spesso, conosco da che lingue o da che penne essi provengono. Ed allora uso il consiglio (questo si) di Virgilio a Dante proprio riguardo agli ignavi "Non ti curar di loro, ma guarda e passa"
Un abbraccio
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