Ogni
qualvolta mi si para davanti un caso come quello odierno, non so a
chi devo ringraziare, perché la mia scelta è invece caduta su quella del
mio attuale (da quasi 20 anni) medico di famiglia. Professionalmente è bravo, anzi di più,
ma ancor meglio (ed è un'impresa esserlo) a livello umano. Ogni
volta che mi si presenta qualche piccolo problema, che conoscendomi
sa quale sarà la mia risposta, mi dice sempre :” Franco, io per
carattere, consiglio, ma non impongo”. E' un professionista che ha
capito che prima ancora delle medicine il paziente ha necessità di
qualche cosa d'altro, che non siano farmaci, ma che gli dia la
sensazione di sentirsi meglio a prescindere.
Io, per questo, da tempo rifuggo dai quei soliti medici (ce ne sono bravi, ma anche
di quelli con la puzza sotto il naso, specie se costoro esercitano la
professione privata!) che appena ti vedono messo un "po' male", ti
indorano (si fa per dire) la pillola con un :” Ma perché si è
rivolto solo ora...”. Come se non lo sapessero!!
Però
la storia che vengo a narrare, non tratta dei comportamenti di
sanitari privati (che sono gravi perché pago), ma di quello di un medico che esercita la sua professione in
ambito pubblico (più grave perché a contatto con i socialmente più "deboli") . Quindi mai dire mai !!
Più
che per un dovere di riservatezza, non farò il nome di questo
medico, solo e semplicemente perché non lo possiedo. Ma sarebbe facilmente
individuabile dal momento che so che si tratta di un uomo e che
svolge la sua attività in un pronto soccorso e quale, solo che per pudore nei suoi confronti lo classificherò come uno della nostra
provincia.
Racconto la storia con la speranza che leggendola
casualmente, attraverso quello che riporto, si riconosca e riconosca
principalmente il suo immorale (per un medico ancor di più)
comportamento.
Vado
a fare una visita di cortesia con mia moglie a casa di una nostra
anziana conoscente con gravissimi problemi di salute: più volte
ricoverata in Ospedale, a seguito di una recente ricaduta della
malattia del secolo. Radioterapia, di nuovo chemio e quant'altro che
gli ha procurato il manifestarsi di un aggravamento dell'asma ed
altri malanni. Vive seguita da una badante straniera che parla appena
qualche parola d'italiano, i parenti sono distanti e quindi, questa
mia conoscente, non appena sente che i problemi stanno uscendo fuori
da quelli che sembra siano i binari di una sua “normalità”, ricorre alle
cure del PS che chiamerò X.
Quando
mi ha raccontato il fatto, la signora, che ci crediate o no, ci
piangeva su. Ogni giorno che passa è uno di meno di quei pochi che dovrà ancora soffrire e
se mi posso permettere di scriverlo, è perché tanto lei non lo
leggerà mai, perché non ha né il PC né tanto meno un telefonino
di ultima generazione, bensì solo di quelli usi a fare
esclusivamente telefonate. E tra una soffiata di naso e l'asciugarsi
delle lacrime, alla domanda un po' scontata di mia moglie del come si sentisse, la
signora ha così risposto :” Fisicamente male, ma che vuoi, alla fin fine il
dolore impari a gestirlo e condividerlo. Moralmente invece sono già come
deceduta, sono un peso per tutti, lo sapevo, ma me lo ha confermato anche il dottore e spero solo che mi resti poco a dare ancora fastidio”.
Al
che abbiamo chiesto dei chiarimenti del perché di questa sua esternazione. E da qui la confessione, quasi che la vergogna fosse la sua, riferendoci come nell'ultimo
suo recarsi al PS abbia trovato questo medico (per carità sarà
anche bravo professionalmente) che a livello umano ha dimostrato di
possedere invece lo stesso valore di un calzino bucato, visto che appena
l'ha vista entrare, ha esclamato :” Di nuovo qui signora !!!?
Quanti anni ha 86 ??? (immagino l'abbia detto guardando le carte di ricovero)” al
che lei lo ha corretto con un :” No dottore, me ne da uno di più,
ne ho 85” e lui ancora più cafonescamente ha replicato con un
.:”... bene, ma anche così, che cosa pretende ?”.
Premetto
che quando ha sputato questa sentenza (l'ho chiesto alla signora) non
sorrideva (come se avesse scherzato), anzi era, diciamo, arrabbiato.
Non
sono un leone della tastiera, per cui sono solito riportare il fatto,
per come mi è stato riportato, ma non ad offendere non conoscendo la
persona di cui ho parlato.
Spero
solo che possa leggere quanto ho riferito e riconoscendosi nel
virgolettato, comprenda di averla fatta fuori del vaso e magari
quando la signora tornerà a “visitarlo” sempre nella speranza
che ritorni, la riceva in modo più gentile, educato, ovvero umano.
Forse suggerirle delle scuse sarebbe pretendere troppo, ma voglio
sperarci scaricando la colpa di quanto accaduto non alla poca
umanità, ma solo al frutto di quello stress in cui lavorano gli
operatori di tutti i Pronto Soccorsi italiani che seppur non
giustificabili, certi atti possono anche risultare, con un certo sforzo, anche comprensibili.
di Franco Giannini
2 commenti:
che dire Franco ...
cosa altro dire...
partecipo
spero
anche dispero...
leggo sempre i tuoi pensieri trovati ovunque..
Grazie per essere come appari, dici.-
dario.
Grazie anche a te
carissimo Dario, sempre
presente a confortarmi
in questo mondo incivile,
irrispettoso, incancrenito
da egoismi, interessi,
menefreghismi, intolleranza.
Di bello che c'è ?
Il solo fatto che il mio
percorso si è quasi esaurito
e quello che più mi spiace,
non è il tagliare i traguardo
del fine sofferenze. E' quello
che queste le lascio come sola
eredità ai miei due nipotini.
Un forte abbraccio, Dario e
buona giornata.
f.
Posta un commento