sabato 30 gennaio 2010

DISFATTISMO O TRAGICA REALTA'??












di Franco Giannini

Vi è mai accaduto di mangiare pesante e restare sul letto per ore ad occhi aperti a pensare. La pesantezza di stomaco fa si che tutto quello che passa per la mente è in “bianco e nero”, anzi più nero che bianco. I pensieri sono più pesanti di quello che si è mangiato e più pensi, più vedi nero.
Ecco che allora ti passano per la mente quello che poco prima di coricarti avevi ascoltato nel tele giornale o avevi letto nelle pagine del tuo quotidiano. E rimuginando queste notizie ti rendi conto di quanto sia difficile, ogni giorno che passa, digerire le enormi contraddizioni che ci vogliono dar da “bere” nel nostro “Bel Paese”
L'ultima è quella della nomina a “Ministro a Prescindere”di che cosa e perché non lo si sa, di un candidato poco prima sputtanato per le puttanate dette. Puttanate dette e subito dopo smentite, ma che ha fatto fare all'Italia l'ennesima ridicola figura. Le sue critiche espresse nei riguardi di un Paese che continuiamo a chiamare “Amico”, ma per il quale abbiamo dei risentimenti nei confronti del suo Presidente, forse solo perché è più alto,... non solo intellettualmente.
Il presidente del Consiglio, il migliore degli ultimi 150 anni di storia italiana come si è modestamente auto definito, prima lo ha sconfessato e poi lo ha assolto premiandolo. Chissà che non sia un premio perché ha espresso quello che lui pensava, ma che la sua veste istituzionale gli impediva di dire apertamente.

Credo comunque che agli italiani mancasse un simile Ministro: aveva dato le dimissioni dall'incarico che occupava, poi rientrate negli immediati giorni successivi per dar modo al suo sostituto - ha affermato - di prendere possesso delle consegne che gli lascerà nell'arco dell'anno sabbatico.

E lui, una volta andato in quiescenza, avrebbe potuto fare finalmente quello che aveva sempre sognato: andare in Africa e mettere a disposizione di quelle popolazioni, la sua vera professione: quella del Medico.

Ecco che invece ora, questa inaspettata nomina, gli procura una delusione...un nuovo allontanamento da quello che era il suo obiettivo di giovane pensionato.
Che sia ritornato di moda “il Mal d'Africa”?
Prima di lui, altri politici sono stati influenzati da questo richiamo, si sono sentiti caritatevolmente vicini ai problemi del terzo mondo, sono partiti armati di tanti buoni propositi, ma dopo brevi esperienze ce li siamo ritrovati nuovamente tra i piedi ci: Prodi, Veltroni ed l'ex sindacalista Pezzotta.
Brevi esperienze...si non me lo dite, lo so...ma intense!
Parlavo di contraddizioni! Ma in quale altro modo si possono chiamare ?
Una madre viene incarcerata perché ha sottratto il figlio al marito: un reato, daccordo, ma punibile con un massimo di tre anni di pena! Quanti pirati della strada sono “fuori”con pene previste ben maggiori??, quanti disonorati “On” sono fuori pur avendo maturato pene che superano abbondantemente il minimo di tre anni di questa donna, non una delinquente incallita, ma una “tigre” che lotta per tenersi un figlio.

E che dire delle reazioni isterico-uterine, da maestrina dalla Penna Rossa di Mister Terremoto in quel di Haiti, quando avrebbe tanto da pensare per casa sua!! Ma sembra che neppure le recenti morti di Messina, di Agrigento, dell'Aquila, lo abbia fatto riflettere. Ma lo si sa, il “palloncino” gonfiato si alza verso il cielo, finché il filo che lo trattiene nella mano del “piccolo” sfugge ed allora libero si libra nello spazio finché sale...e sale ...e sale e poi scoppia e cade giù come misera pelle.

Si diceva che non si arrivava più alla terza settimana, poi le cose sono mutate, non si arrivava più alla seconda,,,ora siamo ai tempi dell'occupazione dei tetti delle fabbriche. Sui tetti sono saliti i più rivoltosi, mentre da basso sono rimasti i teorici, ma altrettanto spigolosi ed incazzati, Uno di questi o meglio una di queste, ad un cronista televisivo diceva tra l'altro ; “Se io non pago 1 € di contributi, il giorno dopo me lo segnalano e si minaccia di prendere provvedimenti, se una ditta resta indietro con il pagamento dei suoi o delle tasse da pagare, nessuno se ne accorge e dice nulla finché questa non chiude e manda tutti in cassa integrazione o licenzia..., Perché avviene tutto questo??” Ecco appunto perché avviene tutto questo? Dove sono finiti i tutor dei lavoratori, quelli che una volta organizzavano casini fuori dei cancelli, anche quando non ve ne era bisogno, quelli che organizzavano gli scioperi immancabilmente al venerdì per fare il ponte più lungo, quelli che quando volevano sentirsi dirigenti “senza paura”distribuivano l'arma d'ordinanza : il “fischietto” ?

Tutti parlano di un Italia in braghe di tela - o meglio non tutti, un po' meno del 50% almeno a quel che dicono i sondaggi commissionati dal migliore degli ultimi 150 anni - e la soluzione che si trova qual'è ? ma quella di offrire vacanze da sogno a quei “morti di fame” (non è un'offesa è una reale constatazione), con redditi che rasentano il ridicolo. E malgrado questo, ci sarà qualcuno che leggendo si sentirà offeso nel leggersi “morto di fame” e non preso per i fondelli da questa legge che solo una mente malata di protagonismo poteva promulgare. Chissà però che questo non sia un sintomo che mi sto sbagliando, che non abbiamo ancora toccato il fondo, che è questo che ci meritiamo. O chissà che il digestivo che avevo preso prima di coricarmi non cominci a fare effetto...un effetto falsamente positivo!!



martedì 26 gennaio 2010

DIVERSAMENTE GIOVANI : Se sento “Stiamo lavorando per voi!” divento inquieto e diffidente
































di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it


In appena 12 ore di lavoro, tracciata e costruita una strada dove prima c’era solamente terreno arato
Si diceva e a quanto pare lo si continua a dire, che “per mettere ordine serve fare del disordine”. Ecco che allora nella speranzosa attesa di questo ordine che ci porterà la complanare, abbiamo però la subitanea certezza ed il disagio che essa nel frattempo ci regala.
Prima della fine dell’anno, avevano segnato con reti in plastica arancioni, un percorso che andava dalla sommità della collina del terreno del Seminario fino alla mura che delimita Via Cellini. Sembrava il tracciato senza neve, di una gara di discesa libera con le reti di protezione…ma senza alcun cartello restava un oggetto misterioso.
Poi martedì mattina, 19 gennaio, come una squadra di incursori, con mezzi meccanici sbucati dal nulla, operai con giacche fluorescenti verde o arancione si sono avventati su quelle zolle di terra lasciate a tal uopo senza sementi, scavando un tracciato, trasbordando la terra sui camion, gettando uno strato consono a levigare il tracciato per renderlo transitabile ai mezzi di lavoro.
Insomma in 12 ore sono riusciti a costruire una strada, cosa che quando ci sono interventi dovuti a calamità, impiegano sempre tempi più lunghi, perché si intrecciano le competenze, la burocrazia la fa da padrona, e la supremazia dell’ego di qualcuno deve prevalere su quella di qualcun altro dopo la solita lotta partitica.
Qui nulla di tutto questo! Lo so sono diffidente, ma a pensare male…con quel che segue. Mi chiedo allora: si tratterà di efficienza?? O sotto sotto si cela l’ennesima sorpresa per gli ignari cittadini??
Una cosa è certa, la risposta ad un mio quesito su queste pagine, circa la sistemazione del manto stradale, delle zebre, della mancanza di cartelli stradali in Via Cellini, con l’apposizione del cartello lavori che si può vedere nella foto, mi è stata data tacitamente ed inesorabilmente. Questa strada sarà una nuova via di comunicazione aperta per facilitare l’ingresso ai cantieri. Da ciò ne deriva una deduzione molto semplice: da quando sarà abbattuto il muro (Chissà se taglieranno anche un nastro per l’inaugurazione di questa nuova via?) via Cellini si arricchirà di un maggior traffico pesante destinato al cantiere, di un aggravamento della situazione del manto stradale, di maggior rumore, di ulteriore pericolosità.
Se l’efficienza operativa resterà quella usata per aprire la via, i lavori della complanare si dovrebbero svolgere in brevissimo tempo, ma c’è quel SE che mi lascia perplesso, perché spesso la mano lesta la si usa solo per cercare di destare la minor attenzione possibile… e poi mi chiedo ancora…fatta una strada, aperta una scorciatoia, presa un’abitudine, perché eliminarla… Allora il problema che potrebbe sorgere sarà a chi dedicarla e chi sarà colui che dovrà, se non ancora fatto, inaugurare questa nuova opera viaria di cui gratuitamente potranno beneficiare tutti…tutti chi? Ma è logico: i cittadini.

domenica 24 gennaio 2010

BISCHERATE SENIGALLIESI


Grazie Ragazzi,
per la spassosa serata che ci avete offerto.
Che dire di più, il video parla da sé e l'anticipazione dell'uscita del volumetto di poesie in vernacolo e il breve antipasto regalatoci da fini dicitori, quali Peo e Pierfederici (in assoluto ordine alfabetico !!)ha reso la serata più "calda".
A Paolo (La Piaga), a Simone (Quilly) e ultimo, ma non l'ultimo, Leo (Mbuto), sono da attribuirsi gli Oscar quale miglior regista il primo, miglior attore il secondo e miglior sceneggiatore, ma non solo, il terzo... ma anche a tutti gli altri che hanno partecipato va assegnato un Oscar...quello che nel mercato non esiste ma è ugualmente importante: quello della Simpatia.
Grazie di nuovo
Franco Giannini

mercoledì 20 gennaio 2010

Senigallia, il parco "poco" Sociale al Vivere Verde








































































di Franco Giannini e già publicato su 60019.it
Quando i diversamente abili e non solo, sono ignorati da "disattenti" diversamente utili
Il giovedì, è il giorno in cui al Centro Sociale del Vivere Verde, distribuiscono le buste per la raccolta differenziata. Si da nome, cognome ed indirizzo e si riceve il proprio rotolo di buste. Così ho fatto anche questa volta, solo che all’uscita del Centro Sociale sono stato avvicinato da un signore, presumibilmente un pensionato avendolo giudicato avere all’incirca la mia stessa età, che mi ha chiesto: “Ho capito bene…? lei si chiama Giannini?” Alla mia affermazione mi ha chiesto allora: “…chi è, quello che fa gli articoli su…su…” gli sfuggiva il nome del giornale ed allora l’ho aiutato.

“Se allora non gli è di disturbo, gli volevo far vedere cosa c’è qui…!” E portandomi sul retro del Centro Sociale, mi fa vedere la scorciatoia che porta all’edicola passando attraverso il parco. E mi racconta intanto che la figlia deve fare tutti i giorni il percorso più lungo che fiancheggia la strada fino alla rotatoria e poi fino all’edicola, portando nel passeggino il bambino più piccolo e per mano quello più grande (si fa per dire) da portare all’asilo nido, perché ci sono i gradini e poi il camminamento come lo si può vedere dalle foto e dal filmato. Un vero percorso da cross!
“So che esponendoglielo così può sembrare un problema del tutto personale”, mi dice, “ma che poi tanto non lo è, perché mancano protezioni sui gradoni, che sono un pericolo per chiunque, non c’è un corrimano sulle scale, i lastroni sono sconnessi, rotti, mancanti, e sollevati dal terreno. Dove tutti possono inciampare e cadere, in principal modo gli anziani e quando il buio avvolge il parco. Scarsa l’illuminazione…quasi nulla”. Ed aggiungo io che l’abbattimento delle barriere architettoniche è una dimenticanza a cui nessuno ha mai provveduto. E si, che chi più adopera i percorsi abbreviati, sono proprio coloro che hanno problemi di deambulazione!
Non si comprende bene il perché il progettista abbia fatto un percorso in cemento perfettamente scorribile fino all’ingresso dell’asilo nido ed invece abbia usato le lastre singole sul percorso erboso. Se lo si era ritenuto farlo per un motivo estetico, questo con la carenza di manutenzione, ora non lo è più. Ogni cosa lasciata all’incuria totale si depaupera è diviene inutile, brutta quando poi non diviene pericolosa.
Anche qui, come per altre mie segnalazioni, non si richiedono opere ciclopiche, progetti urbanistici che scomodino celebri architetti, spese esose che svuotino le già magre risorse comunali, ma un lavoro fatto in economia con risorse della mano d’opera comunale, sistemando la pavimentazione, creando un percorso idoneo ai diversamente abili, e delle balaustre di sicurezza sui gradoni. Non credo poi sia chiedere troppo!!

giovedì 14 gennaio 2010

Senigallia, terza replica e terzo successo per il musical "Forza, venite gente"


di Franco Giannini
già pubblicato su 60019.it

Come volevasi dimostrare: entusiasmo, passione, lavoro e fiducia, alla fine ripagano sempre...

Che la rappresentazione del musical "Forza, venite gente!"avrebbe avuto il meritato successo che tutti si attendevano, lo si intuiva già dalle prime parole di ringraziamento che il Sindaco Luana Angeloni, dal palco della Fenice, rivolgeva al Consiglio delle Donne, all’Istituto Marchetti ed al FAI, per la loro collaborazione.
Infatti, tra l’altro, quasi con meraviglia, diceva che per indiscutibili ragioni di sicurezza, molti spettatori erano rimasti fuori, in quanto il teatro, malgrado non sia poi così piccolo, non poteva contenerli tutti.
La sera delle prove generali, mi ero lasciato con i ragazzi nel dubbio di quale sarebbe stato l’augurio giusto che dovevo rivolgere loro, perché “In bocca al lupo…crepi…” non lo potevo dire per rispetto alla figura di San Francesco, “In c..o alla balena”, mi suonava un po’ troppo volgare per il tipo di rappresentazione, in fin dei conti, dal contenuto religioso, ed allora ho optato per non fare alcun augurio, certo che non ne avrebbero avuto alcun bisogno. E così infatti è stato!
Gli occhi, e l’orecchio, ovviamente li ho subito ed in principal modo puntati sul subentrante San Francesco, alias Roberto Tarsi. Il suo avvicendamento con Emanuele Piazzai, il San Francesco della precedente rappresentazione, assente più che giustificato, perché la vocazione verso questo Santo, lo ha portato ad abbracciare gli studi in seminario, non si è fatto sentire. La sua voce notevole, infatti, non si è fatta prendere da quell’emozione che qualcuno temeva. Impassibile, freddo, sicuro, consapevole delle sue potenzialità. Del resto è un diciassettenne, si, ma già in attesa di conferme in campo canoro, avendo partecipato recentemente al Concorso Milanese di “Cantofestival” con la canzone “Sentimento” di cui aspetta il responso dalla giuria.
Ho trovato tutti i cantanti solisti più “sciolti”, meno tesi, cosa questa che sicuramente ha dato più sicurezza interpretativa ai loro brani.
L’orchestra sempre impeccabile ed altrettanto il coro guidato in questa occasione da Marco Basili. Mi restano ancora nelle orecchie le note di “Semplicità”, “Angelo Biondo”, “Perfetta Letizia”.
Se proprio voglio cercare il pelo nell’uovo potrei dire, che a volte, per motivi di microfono o casse acustiche tarate troppo alte, il volume della musica si sovrapponeva a quello delle voci, e con alcuni interpreti-cantanti dava il fastidioso effetto di risucchio, quando questi prendevano il respiro.
Dire ancora “Bravi!!” a Francesca Berardi (alias Santa Chiara), a Maria Savini (Cenciosa), a Rodolfo Papini (Frate Lupo), a Francesco Piazzai (Diavolo), a Eleonora Giovanotti (Angelo biondo e Sorella Morte), mi sembra poco ed aggiungere altri aggettivi apparirebbe troppo mieloso, loro sanno di avere belle voci e sanno di aver ballato come Luisanna voleva.
Gradevolissimi al vedersi tutti gli altri ragazzi, senza dei quali lo spettacolo sarebbe risultato incompleto. Simpaticissimi i Ragazzi Moderni, che hanno rappresentato in modo veritiero, quello che sono poi loro stessi nella realtà.
Il Gruppo degli Sbandieratori di Corinaldo, si sono assunti il compito, di accentrare l’attenzione del pubblico all’apertura del sipario, sempre un momento particolarmente emotivo in uno spettacolo e ci sono ben riusciti, mostrando tutta la loro abilità in un luogo ristretto, qual’ è un palcoscenico non certo una piazza.
No, Davide Nataloni (alias Bernardone) e David Berardi (Responsabile della Recitazione), non me li sono dimenticati. Li ho volutamente lasciati nel finale proprio perché a loro devo una parola in più.
A Berardi, i complimenti per come è riuscito ad affinare monologhi e dialoghi tra Bernardone e Cenciosa. Indubbiamente sono dei dilettanti con un indice di professionalità invidiabile da molti che si ritengono professionisti, ma si vede anche la mano del “maestro” che è riuscito a far passare un senigalliese per umbro…questo almeno era la domanda che si facevano in platea, per la cadenza eugobina che Davide dava a certi suoi brani recitativi.
A Nataloni, rinnovo invece i miei complimenti perché riesce ogni volta, ad ogni sua replica a dare sensazioni nuove, con una semplice scelta, che poi tanto semplice non è, delle pause, del parlare con quei silenzi prolungati legati all’espressione ed ai gesti. Si badi bene, non lo dico con l’atteggiamento da vecchio ruffiano, per farmi perdonare il suo mancato inserimento sul video che è stato girato durante le prove, a causa di un suo involontario ritardo. E’ solo per esprimere un mio personale giudizio su un ragazzo che si crede dilettante, ma che penso ormai sia qualche cosa di più.
Il tutto è scivolato via sulle orme di quel tracciato iniziale, lasciato dalla regista Simona Sensini, assente anche lei giustificata perché in “dolce attesa”, su cui ha lavorato non poco Luisanna Gresta per rimediare ad obbligati “rimpasti” che le assenze di alcuni componenti del cast avevano resi obbligatori.
Credo che il riconoscimento più grande vada a Luisanna. Sia per il lavoro svolto che per aver dimostrato ancora una volta, il suo amore verso i suoi allievi, quando con un foglio in mano, ha schierato tutti sul palco presentandoli al pubblico uno ad uno scandendo i loro nomi e cognomi, non tralasciando neppure coloro che solitamente lavorano per lo spettacolo dietro le quinte, quali fonici, elettricisti, sarte.
E per chiudere, un suggerimento con il sapore quasi di supplica, al Sindaco, o vista l’imminenza della scadenza del Suo mandato, all’Assessore che si dovrà prendere carico della cultura e dello spettacolo: per un dovere di “rispetto” verso coloro che sono rimasti fuori dal teatro, si potrebbe pensare ad un’altra rappresentazione del musical? Si potrebbero cogliere due piccioni con una fava, favorendo un’ulteriore soddisfazione sia per questi giovani che per la cittadinanza. La cultura si fa anche in questo modo, con poca spesa, tanto entusiasmo, favorendo i giovani talenti di casa nostra.

giovedì 7 gennaio 2010

DIVERSAMENTE GIOVANI: AUGURI, RIFLESSIONI, PROPOSITI



di Franco Giannini ,
già pubblicato su 60019.it

La sincerità, a volte, si paga con l’antipatia

Sì: sono riflessioni, non bilanci, perché i bilanci li lascio a chi li sa far quadrare sempre ed in ogni modo con il tocco del perfetto contabile o dell’imperfetto politico. I bilanci sono come le statistiche, sempre modificabili, sempre elastici, sempre pieni di note a fin di pagina che ne addomesticano i dati. E’ l’unico momento in cui la matematica diventa un’opinione.
Ero stato a visitare il giorno dell’antivigilia di Natale, nella redazione di 60019, per gli auguri delle festività natalizie, gli amici del giornale. E con l’occasione ho avuto modo di scambiare le proverbiali quattro chiacchiere. Da queste si è caduti su qualche opinione più mirata, circa i risultati fin qui ottenuti con la rubrica “Diversamente Giovani” che il sottoscritto conduce.
Abbiamo parlato delle attuali modalità di conduzione, quelle che potrebbero essere, il modo di renderla più pubblicizzata e via dicendo. Così che parlando, si è giunti a discutere se non sarebbe stato male, documentare, evidenziare, parlare non solo di ciò che non funziona, del degrado, del brutto, ma evidenziare con foto e parole, anche le cose buone di cui la città aveva e sta beneficiando. Cosa del resto che ho anche fatto in precedenza. Devo dire con tutta sincerità, che mi ero convinto che la cosa fosse giusta da farsi e sono uscito dalla Redazione, quasi certo che quella era la strada che dovevo seguire. Ora, però, più il tempo passa e più mi convinco che questa primaria impressione era stata dettata da una mia prontezza di riflessi che per via dell’età va indebolendosi e che mi rende lenta l’elaborazione e l’assimilazione di certi pensieri.
Le date poi del 24 e del 26 di Dicembre, mi hanno convinto che l’impressione primaria avuta durante il colloquio con i miei amici della redazione, forse non era proprio del tutto quella giusta e credo quindi che non la seguirò, se non come semplice nota di informazione, ma senza ringraziamenti, perché quel che fatto è dovuto. . E qui vorrei chiedere anche un parere ai lettori sulle due linee che potrei o dovrei tenere: quella del “solito brontolone” o quella del “bastone e carota”.
Due notizie di cronaca, dicevo: la prima del 24 Dicembre di un extracomunitario che salvava a Fano, equipaggio e scafo di un peschereccio, su cui era imbarcato, che naufragava all’entrata del porto, la seconda, datata 26 Dicembre, riguardante sempre un extracomunitario, ma interprete di una cronaca malavitosa, che lo vedeva coinvolto in una sparatoria in cui restava ferito lui stesso. Del primo caso, però, sui giornali, quasi nessuna evidenza, del secondo caso ancora se ne parla.
Mi sono chiesto allora il perché di questi “silenzi” e di questi “baccani”. La domanda che mi sono posta, tralasciando il problema principale di forme di razzismo-informativo che ci porterebbe distanti ed in tutt’altro campo, è stata allora: è condivisibile premiare chi compie il suo dovere o è più giusto pubblicizzare chi non lo fa?
Concetto che se trasferito concretamente a “Diversamente Giovani” mi obbliga ad andare a zonzo per la città incurante dei marciapiedi rifatti, degli alberelli trapiantati, delle scuole restaurate, dei nuovi impianti sportivi, di ammirare il nuovo porto e così via, perchè verrebbe da chiedersi a questo punto, ed io me lo chiedo spesso, ma tutto ciò non fa parte dell’ovvio lavoro che deve svolgere un’ Amministrazione che è stata insediata dai cittadini a tale scopo ? Forse non si è parlato di quel primo extracomunitario anche per questa ragione, in fin dei conti non aveva fatto null’altro che il suo dovere, anche rischiando la sua vita. Ecco che allora, per antitesi, è giusto rendere il più eclatante possibile il secondo caso, con la logica conseguenza che ne deriva, che il lavoro di segnalazione delle cose non fatte, fatte male, dei soprusi, delle dimenticanze, dei silenzi, deve essere spietatamente pubblicizzato. Oppure qui la cosa è diversa solo perché non si parla di extracomunitari ma di Amministrazione, di politica? Che oltre tutto rischia la sola “faccia” e non di certo la vita!
Fare e dire questo oggi, alla vigilia delle Elezioni per il Nuovo Sindaco, potrà anche dare l’impressione, agli occhi di qualcuno, il mio preferire uno schieramento anzi chè un altro, ma così non è, perché anche quelle forze politiche che in questo momento si trovano all’opposizione non si sono comportate meglio o almeno fin qui, perché anch’essi, nella mia rubrica, non sono intervenuti o se lo hanno fatto per una volta, a scoppio ritardato.
Da questa recentissima esperienza, in cui credo ed a cui mi dedico come meglio posso, i risultati concreti ottenuti sono stati due, né tanti né pochi, del resto non mi sono posto traguardi e classifiche, ma devo confessare con tutta sincerità che quello forse che mi ha dato e mi dà più fastidio è il silenzio, quell’atteggiamento di presunzione, di superiorità, di visione dall’alto, caratteristico della “Casta” o di chi crede un merito farne parte, anche se a livello locale.
Si, dicevo che mi dà fastidio, ma nel contempo mi funge anche da carburante per proseguire caparbiamente su questa strada non certo levigata, che sono convinto però essere quella giusta.
Un augurio di un fattivo e prospero 2010 a tutti, qualunque sia il posto che occupano nelle barricate della vita quotidiana.

lunedì 28 dicembre 2009

SENIGALLIA: LE FESTE DEL NATALE, LA DELINQUENZA, L'IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE


di Franco Giannini

Se è vero, questo ideogramma nella scrittura cinese, dovrebbe raffigurare la parola sincerità. Diamolo comunque per scontato che sia vero, intanto mi serviva solamente per introdurre questa parola nel pensiero che vorrei esprimere e che secondo me è venuto a mancare o forse ne è stato travisato il concetto a fini propagandistici e di visibilità.
I giornali on-line, si sono precipitati a buttar giù, rielaborando un comunicato stampa, di un fatto delinquenziale accaduto all'alba del 26 di Dicembre, nell'area Sacelit del porto di Senigallia. Già la notizia era di per sè effervescente in quanto a cavallo tra il giorno di Natale e quello di Santo Stefano. Se poi vi si aggiungeva con un enfasi, da "giornalismo giudiziario", che nel fatto era implicato un extracomunitario, ferito da colpi di arma da fuoco, che era stato ricoverato in Ospedale e sottoposto ad intervento chirurgico, che gli inquirenti seppur ancora in fase di indagine credevano di ravvisare nel fatto, un sistemazione di conti tra bande criminali nel giro della droga...si era di fronte all'ultimo evento sensazionale dell'anno.
La droga, il sangue, la criminalità e in principal modo "Il Marocchino" costituivano un mixer da non farsi scappare...tanto che un quotidiano nazionale con pagina locale, lo ripeteva per tre volte.
C'è da chiedersi allora perchè pochi, e non certo con quella stessa evidenza, si siano soffermati o proprio neppure lo hanno accennato, ad un altro evento accaduto all'alba del 24 Dicembre.
Un peschereccio, il "Nonno Vincenzo" per un problema al timone va ad urtare il molo di Levante del porto di Fano ed affonda. Chi non pensa solo a se stesso, ma agli altri componenti dell'equipaggio ed al salvataggio di quello che è possibile salvare dello scafo, è un extracomunitario, di cui si conosce l'intero nome e non solo la sigla. Si tratta del Tunisino OUAZ HAMZA .
Un delinquente il primo, un eroe il secondo. Il primo con l'attenzione della stampa, il secondo lasciato nel più completo silenzio. Tanti i commentatori che si sono assunti il compito di giudici e filosofi dei mali che l' emigrazione sta portando nelle nostre terre, anche se tutti si dichiarano non di certo razzisti. Di questo sconosciuto tunisino, nessuno (o quasi) ne ha parlato, solo perchè forse sfuggito alla cronaca, dal momento che alle 1,30 del 24 le rotative avevano già stampato ed il 25, giorno di Natale, i giornali erano fermi... Ci vorrei credere, ma non ce la faccio...!!!
Fare un peto in una grande sala, silenziosa e piena di folla, non procurerà mai l'attenzione che può proporla farlo in un luogo aperto, con tanto rumore e la stessa folla.
Ecco, l'interessamento per questo primo caso mi ha dato la sensazione della prima parte dell'esempio, con in più l'aggravante della non involontarietà.

mercoledì 23 dicembre 2009

SENIGALLIA: IL SILENZIO CONCRETO DEL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA




di Franco Giannini, già pubblicato su 60019.it
Storie di realtà che lavorano senza le luci dei media. Ogni anno 50 bambini nati grazie al Centro
Ci sono delle realtà che spesso ci sfuggono e di cui ne vieni a conoscenza casualmente. E proprio perché ti si presentano all’improvviso ed inaspettatamente ti lasciano maggiormente stupito. Giorni orsono, facendo alcune ricerche per un altro servizio sulla povertà cittadina, chiedevo ragguagli ad una persona che conoscevo come volontario di un’associazione benefica. Così parlando della situazione cittadina, il discorso si ampliava e cadeva anche sul problema aborto, sulla RU486, che ha richiamato l’attenzione dell’ opinione pubblica, che si è accalorata non poco al problema.
In questa occasione gli italiani si sono riscoperti tutto ad un tratto, chimici, medici, teologi, facendosi colpire dalla solita ondata di emotività del momento schierandosi subito nelle solite fazioni di abortisti e di antiabortisti.
I politici, tuttologi di professione, sembra che siano giunti a delle conclusioni salomoniche, incontestabili in quanto come sempre vanitosamente ritengono, infallibili nella loro efficacia sia fisica che morale, ma che a ragion del vero, per il mio modo di pensare da ateo agnostico, neppure mi son curato di seguire.
Gli Italiani fino ad ieri erano ritenuti un popolo di Santi, Poeti e Navigatori. Ma non è vero che siamo poi proprio così, perché a questi si bisognerebbero allora aggiungere anche gli aggettivi di Esperti, Emotivi, e in principal modo “Scordarecci”. Discutiamo di un problema per 10 giorni poi non ce ne curiamo più: il Caso di Eluana Englaro, uno dei tanti ci insegna… doveva essere varata una legge immediatamente per risolvere un problema di coscienza, ed ancora tutto è fermo.Con il problema della pillola è la stessa cosa… un problema di coscienza, ma questa volta non solo. Perché al problema morale si legano spesso problemi di carattere economico, sociale, etnico, famigliare. Ma di questi problemi, sembra che lo Stato si occupi ben poco e solo marginalmente.
Ecco allora, che parlando con il mio interlocutore sono venuto a conoscenza che qui a Senigallia c’è un Centro che si è fatto carico di aiutare le mamme a risolvere concretamente questi ulteriori problemi che si vuol fingere di non conoscere. Ho chiesto allora alla persona con cui dialogavo, se mi concedeva una intervista, cosa che ha immediatamente rifiutato come tale, in quanto, mi ha detto, il vero volontario è colui che resta nell’ombra dell’anonimato e così dicendo mi ha concesso solamente delle informazioni sul modus operandi del Centro che qui riporto.
Il CAV, ovvero il CENTRO di AIUTO alla VITA nasce a livello locale, qui a Senigallia, solo nel 1980. Esso altro non è che un’Associazione di Volontari che si sono posti come obiettivo primario la difesa della vita umana fin dal suo concepimento.
Un’attività che con il passare degli anni ed i mutamenti che la globalizzazione ha forzatamente portato nel mondo, ha dovuto ad essi adeguarsi. Se prima le fruitrici degli aiuti dispensati dal CAV erano in maggior parte italiane, ora sono divenute in maggioranza extra-comunitarie o comunque straniere. La sede del Centro è ubicata in Viale Anita Garibaldi 2 Tel.: 071 64619 ed è aperto nelle giornate di LUNEDI’ e MERCOLEDI’ con orario 16,30-18,30.
Essendo il Centro un’associazione che vive di offerte, mi permetto di tendere virtualmente per loro la mano con il palmo aperto rivolto verso l’alto, aggiungendo le coordinate bancarie (IBAN): IT90 A 05308 21300 000000012891 e ringraziando anticipatamente fin d’ora quanti vorranno dimostrare un po’ del loro “egoismo”, si egoismo inteso come “farsi del bene, facendo del bene”.
Il Centro consiste in tre stanze di cui una adibita all’accoglienza iniziale, una a guardaroba dove si respira l’aria della natività attraverso i corredini, scarpine, abitini fino ai due anni e la terza come magazzino di cibarie, seggioloni, carrozzine, copertine e quant’altro utile al neonato.
Le pareti della stanza di accoglienza sono tappezzate dalle foto di centinaia di bambini, alcuni dei quali non avrebbero mai visto la luce del sole se non fosse intervenuto l’aiuto del Centro. Durante il primario colloquio i volontari tendono a fornire alle mamme affetto e calore, cercando di farle sentire in famiglia, indipendentemente da quello che è la loro età, il loro stato sociale, la loro etnia, nazionalità e religione.
Relativamente al problema che ciascuna mamma espone durante il primo colloquio, i volontari analizzano il caso ed applicano i provvedimenti più consoni che possono andare dalla distribuzione di cibo, ai servizi essenziali, dall’inserimento delle ragazze madri senza risorse e supporti familiari, in case di accoglienza. Per le mamme che rientrano nei primi tre mesi di gravidanza e in dubbio se portarla avanti o interromperla è previsto, a livello dei Centri di Aiuto alla Vita nazionali, il cosiddetto “Progetto Gemma”, che consiste nell’adozione di mamma e bambino per 18 mesi con il versamento di una quota mensile di 160 €.
Il lavoro dei volontari, appena una quindicina, è impegnativo ma emotivamente coinvolgente, perché porta spessissimo a contatto con forme di povertà totale che convive fianco a fianco con la nostra società del benessere, dell’opulenza, dei consumi, spesso invisibili all’esterno ad occhi poco attenti… o che il più delle volte non vogliono vedere.
Le fonti di finanziamento del CAV fanno affidamento sulle offerte, contributi e donazioni che provengono da singole persone, enti ecclesiastici, gruppi di genitori in occasione di battesimi, comunioni, cresime…e funerali. Organizza inoltre, ogni anno, il “Fiore per la Vita”, cedendo piantine fuori delle chiese in cambio di un’offerta.
Riceve inoltre notevoli donazioni di abitini, scarpine, passeggini, ecc. dalle famiglie con i figli divenuti grandi, mentre i cibi sono forniti in principal modo dalla diocesi e dalle eccedenze dei supermercati.
Il bilancio finale del CAV, non certo quello economico che è di già un successo se chiude in pareggio, si chiude sempre in attivo, perché ogni anno circa 50-60 bambini nascono grazie al suo aiuto poco roboante, ma sicuramente concreto.
Ah…l’anonimo volontario mi ha rivolto una preghiera, quella di inserire un doveroso e sentito “GRAZIE!!” a tutti coloro che si sono prodigati, si prodigano e si augura continueranno a farlo anche in futuro, ogni giorno con le loro offerte di qual tipo esse siano.

domenica 20 dicembre 2009

SENIGALLIA: ENNESIMA INTRUSIONE ALLE SCUOLE MORO



di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

Cresce il malumore tra i genitori. L’unico suggerimento fornito: "Non create allarmismi"


Sono stato indeciso fino all’ultimo, se riassumere e metterci solamente le mie riflessioni, ma poi ho optato per l’integrale pubblicazione di questa lettera. Lettera firmata che per comprensibili ragioni preferisco lasciare nell’anonimato. Da questa lettera trapela non solo la giusta preoccupazione di una mamma, ma un coro composto dalle voci di tanti genitori che hanno fatto di questa signora la loro portavoce.
C’è un articolo sulle pagine di questo quotidiano on-line, che evidenzia come sia sceso il numero di furti e rapine a Senigallia. Non voglio mettere assolutamente in dubbio i dati forniti dalle Forze dell’Ordine, ma i fatti narrati nella lettera mi pongono il dubbio che la Statistica sia una scienza molto elastica o quanto meno elaborabile ed evidentemente i numeri presi in esame, aggiustati a proprio piacimento alla fine confermano la tesi del Trilussa con i suoi due polli…Quando si chiede qualche cosa e l’amministrazione non ha soldi, si usa adoperare spesso la parola PRIORITA’,”ci sono delle priorità…”. Ed a deciderlo quale esse siano adoperando un ”metro tutto loro” sono i nostri Amministratori. In questo caso specifico ritengo allora che mai la parola suddetta debba essere usata in maniera più appropriata nel caso in questione, dal momento che i beneficiari di questa PRIORITA’ dovrebbe essere una scuola ed i suoi “utenti” ovvero dei bambini.Un taglio o un posticipo ad una spesa “meno prioritaria”, potrebbe essere il sistema migliore per investire in un impianto che ritorni a dare quella sicurezza (antifurto, antintrusione, telecamera od altro) che purtroppo le Forze ad essa preposte fino ad oggi non sono riuscite a dare.Ma legando il discorso priorità agli Amministratori decisionali, mi si permetta un’ultima osservazione. Siamo in clima di elezioni per il rinnovo della Giunta Comunale e rivolgendomi a TUTTI i papabili, colori, schieramenti e liste, pongo questa domanda: Non vi sentite un pochino umiliati nel leggere che i cittadini ogni giorno che passa stanno perdendo fiducia nell’operato di coloro che si ritengono dei “Politici” risolutori anche di questi problemi, tanto che stanchi dei vostri silenzi, l’ultimo loro tentativo è quello di rivolgersi al sottoscritto, un’assoluta nullità, non per risolvere ma almeno per renderli di pubblico dominio? Considerate che si è perso il conto delle intrusioni!
Questa l’e-mail:
"Gent.mo Sig. Giannini Franco,
Sono una mamma i cui figli frequentano la scuola primaria Aldo Moro di Senigallia, ed avendo saputo che lei pubblica degli articoli sul sito www.60019.it, DIVERSAMENTE GIOVANI vorrei sottoporle una questione che, a mio parere dovrebbe essere portata a conoscenza di tutti. Poi giudicherà lei!
Da circa due anni la scuola suddetta è periodicamente visitata da presunti ladri (tre o quattro volte l´anno scorso, quest´anno siamo già a sette o otto e siamo solo a dicembre!), queste persone, finora non identificate, inizialmente hanno rubato tutto ciò che c´era da rubare (stereo, soldi della macchina del caffè, ecc.... insomma poca roba). Ora, praticamente non c´è più niente da rubare, ma comunque continuano ad introdursi nella scuola di notte, mettendo a soqquadro i materiali nelle aule in cui si soffermano.
Ogni volta che avvengono queste "visite notturne", il mattino seguente, la bidella che arriva per prima chiama i carabinieri, che arrivano verso le 8.00 - 8.15, e per le 8,40, fanno entrare tutti i bambini dicendo ai genitori che è tutto a posto (normalmente le lezioni inizierebbero alle 8.30). Più volte i genitori sono andati dalla dirigente scolastica (che ora quando ci sono queste incursioni non viene neanche a vedere la situazione), per richiedere provvedimenti come ad es. mettere una telecamera o un sistema di allarme, o almeno di chiudere la scuola per un giorno per disinfettare i locali, ma la risposta è stata che la scuola non ha i soldi (ci sarebbe ad esempio il contributo volontario che danno i familiari....ma lasciamo stare) e i locali non sono mai stati puliti in modo approfondito.
Circa due mesi fa abbiamo raccolto delle firme per perseguire questo obiettivo ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. I genitori sono spaventati dalla possibilità che si tratti di tossicodipendenti e che possano lasciare in giro siringhe infette, anche perché i carabinieri in mezz´ora non possono certo controllare dappertutto. Abbiamo anche parlato con i carabinieri che hanno fatto i vari sopralluoghi i quali ci hanno risposto che esiste questa possibilità (cioè che si tratti di tossicodipendenti), ma noi, come genitori, non dovremmo "creare allarmismi"!
A noi sembra che più che allarmismo qui si voglia in realtà "minimizzare" un pericolo che c´è, e far tacere tutti sull´argomento. Non ci sentiamo ascoltati, e siamo piuttosto spaventati, tantè che alcuni di noi stanno pensando di non mandare più a scuola i propri figli per un periodo, ma saremmo comunque pochi ad avere il coraggio di protestare in questo modo, per cui ci rimetterebbero solo i bambini a non frequentare le lezioni.
Ho voluto sottoporle questa questione conoscendo la sua sensibilità verso certi argomenti, a nome di tanti genitori della scuola, giudichi lei se è il caso o meno di fare uscire un articolo su questo argomento.La ringrazio per il prezioso contributo e le porgo cordiali saluti.
Lettera firmata".

giovedì 17 dicembre 2009

SENIGALLIA : QUANDO LE STRISCE PEDONALI NON SI VEDONO






















FOTO: eFfeGi
di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it
Se la sicurezza diventa un trabocchetto. E un lavoro mal eseguito un'opera incompiuta
Credevo di essere riuscito a concludere per una volta qualche cosa di buono, ed invece eccomi qua sollecitato nuovamente dalle giuste rimostranze dei fruitori di un servizio che in un certo qual modo pecca nella sua principale utilità: la Sicurezza. Era il 9 di Ottobre del c.a. quando sulle pagine di questo giornale, ringraziavo colui o coloro che si erano adoperati alfine di mettere in sicurezza l’attraversamento di quanti erano obbligati a farlo per recarsi alla Casa Protetta ex Irab di via Cellini.
Sicurezza ottenuta tramite la realizzazione di quelle che nel gergo popolare chiamiamo tutti “Zebre”. Appunto “Zebre”, perché ottenute dalla verniciatura di fasce bianche che con l’alternanza di quelle nere ottenute dallo sfondo nero dell’asfalto (meglio sarebbe dire Grigio) danno quell’alternanza di bianco e nero.
Voglio far presente che quanto vengo a segnalare, non è da considerarsi nel modo più assoluto un voler rimangiarsi i ringraziamenti, perché ritengo che chi fa va sempre ringraziato se non altro per la buona volontà che dimostra, anche se in certi casi come questo, a volte il solo fare non è sufficiente.Dalla data della realizzazione dell’intervento ad oggi (giorno in cui sto scrivendo questo testo) sono appena trascorsi due mesi e più esattamente 65 giorni. La vernice Bianca è stata cancellata dall’uso divenendo così grigia, tanto da confondersi con il grigio del manto stradale. Cosa questa che rende l’attraversamento invisibile agli automobilisti fino all’ultimo momento facendo si che esso è ritornato ad essere privo di sicurezza per coloro che sono costretti ad attraversare questa arteria che è divenuta ormai di massimo traffico ancor più della stessa SS.16.
Diciamocelo francamente, non è stato un lavoro eseguito ad “opera d’arte” con una vernice di primo ordine, ma solo una “sveltina” atta a tacitare la volontà dei richiedenti piuttosto che a soddisfare i reali bisogni che avrebbero dovuto comprendere anche quelli dell’Amministrazione, felice di rendersi utile alla cittadinanza. Le foto non rendono giustizia a quanto affermo, perché scattate con la strada “lavata” dalla pioggia e quindi più visibili e solo se dall’alto. Con la strada asciutta, lo assicuro, è tutt’altra cosa.
Ritengo inoltre, che alle “zebre” doveva far seguito un’installazione di segnaletica verticale che evidenziasse una serie di attraversamenti pedonali e di una scuola nelle vicinanze e non solo quella del divieto di sosta su ambo i lati. Non so se essi siano obbligatori ai sensi del Codice della Strada, sicuramente, almeno per me, lo sarebbero a livello di prevenzione e per mantenere la coscienza tranquilla per aver fatto tutto il possibile tale da garantire una discreta percentuale di sicurezza che so bene che per ovvi motivi, non si potrà mai raggiungere al fatidico 100%.A questa segnalazione voglio far seguire, onde evitare poi di annoiare tornando a parlarne successivamente ancora di Via Cellini, quella di altri abitanti di detta arteria, che si lamentano per lo stato del suo manto stradale, delle velocità dei mezzi che la percorrono non rispettando i legali 50 km/h, ma neppure i 70, andando ben oltre, dell’incuria dello scarico dei tombini che procurano ad ogni pioggia allagamenti del manto stradale. So che il “banco piange” e che se non ci sono fondi non si può né si deve promettere nulla, quindi non chiedo il rifacimento totale del manto stradale, ma almeno qualche toppa “ben fatta”, dei controlli per le velocità ripetuti nel corso della giornata e nelle ore di maggior traffico, lo scarico dei tombini “d’ufficio” senza che si debba ricorrere sempre a segnalazioni.
So anche che questa mia forse resterà ancora una volta lettera morta o nella ipotesi più ottimistica posta in una bottiglia e gettata in mare aperto, che come nei romanzi solo un colpo di fortuna la vedrà dispiegarsi ed essere letta dal personaggio principale. Se così fosse, però, ringrazio fin d’ora chi avrà la bontà di farsene carico, in questo periodo in cui tutti ci sentiamo più buoni o dovremmo esserlo (o così vogliamo far credere) realizzando almeno uno dei “desideri espressi”.Io da parte mia, perchè questo è il compito che si sono prefissato, posso solo promettere di contraccambiare con un’altra segnalazione l’esito positivo raggiunto e con un ringraziamento pubblico, come fatto la volta precedente, o caso contrario divenendo più ancora petulante di quello che già sono, evidenziandone invece l’eventuale l’immobilismo.