... e si che se fossero questi, potremmo considerarci anche noi patrimonio dell' Unesco...
Ed invece neppure i personaggi fatti di ciccia, hanno i stessi portamenti mentali di quelli di questo particolare teatro delle marionette, di certo quelli comportamentali, se non altro per essere guidati tutti da dei fili: I loro nomi rispondono a Carlo Magno ed ai suoi Paladini.
Quelli dei giorni nostri, da Matteo (che saraceno non lo è di certo) e da tanti Paladini che beneficiano di luce riflessa.
Matteo, avvolto nelle sue innumerevoli corazze, guarda duellare, seppur con distacco, i due fratelli di sangue verde, che si contendono il "palio dei minibot" : Uno si chiama Borghetto, l'altro Giorgino.
Ma la lotta fratricida non si svolge solo nel casato dei "Verdi" Guardiani del popolo, ma anche in quello "Giallo" dei Controllori del Cambiamento, dove Luigino il Breve, dopo averne ricevute tante, ne ricambia con eleganza innata, altrettanto al fratello Alessandro (no Magno, quello è un'altra cosa, questo fa il falegname), preso in un attimo di disattenzione, all'uscita dalla tipografia con in mano il suo ultimo "Tomo" simil ad un sunto Cetim.
In platea, ad assistere a questo non certo edificante spettacolo, altri tre personaggi "in cerca di un autore" che li qualifichi le qualità e mansioni: Per cercare di decifrarli sotto i loro elmi di battaglia, uno mi sembra provenga dall'alta aristocrazia possedendo il titolo di "conte", un altro, che vedendo il suo elmo che continua a ballonzolare su e giù per le sue ingiustificate risate, lo potremo definire "ridolini" ed il terzo, un vecchio saggio, che tiene per mano entrambi gli altri due e sembra che basi tutta la sua saggezza nello star a guardare come finiranno le cose.
Sul "Logione" i "saraceni" del Popolo Difensore pronti ad intervenire non appena le ferite di un precedente conflitto, si saranno rimarginate, più su, sulla "Piccionaia" a far un casino del la miseria, il popolo senza corazze, ma con le pezze al culo, affamato ed incazxxxxto... che quello intanto è destinato solo a far rumore, dividersi in faziosità e prima o poi a darsele di santa ragione, solo per il gusto di darsele.
Un popolo scemo, del resto, non si merita che questi capi.
di Franco Giannini
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