giovedì 18 settembre 2008

TAGLIO TIGLIO: GEMELLAGGIO PADOVA-SENIGALLIA ?


di Dario Petrolati


Solo una folata di vento, è durata poco ma è bastata a far volare la bandiera.
Già che non piace, se poi ci si mette anche il caso, allora forse significa che c' è un futuro poco allegro, chissà forse è stata progettata troppo in fretta.
Sta di fatto che questo bel cortile riservato ed antico, aristocratico e dai mattoni storici ogni giorno che passa diventa come se avesse un' anima distratta.
Potrebbe essere anche da un' altra parte ovunque pure.
Forse tutto è cominciato dal giorno in cui qualcuno stabilì che bisognava tagliare il tiglio secolare.
Era troppo grande il tronco e le radici imperterrite cercavano, cercavano tanto, da sollevare il pavimento fatto di pietre di fiume, eppoi occupava posto chè avrebbe fatto comodo per parcheggiare 2 auto, demolita la scala sghimbescia, ne avrebbero costruita una attaccata alla parete più pratica senza costo, chè speravano, forse, nello spirito dei vecchi compagni, cosa che non fu.
Cambiata la prospettiva del bel cortile antico apparve in fondo laggiù dove prima non si vedeva proprio un muro alto irritato estraneo allo spirito del luogo.
Fatte le debite ricerche mentali si capì che quel muro ostico e grigio altro non era che la parte posteriore del vecchio Geriatrico, adesso vuoto dei spariti ospiti.
E' stato preso dal Maldura, la facoltà di lettere è sempre più gonfia di ragazzi ed allora si appropria degli edifici attorno per comodità e bisogno effettivo.
Dove c' erano i vecchi subentreranno i giovani, cantieri e strutture nuove, tutto un fermento e le pareti una volta bianche di ospedale stanno ora pitturando con colori pastello sì che il passato sarà dimenticato anche prima e le risate e le speranze saranno anche più allegre e benvenute.
Si ammoderna in fretta e per le esigenze non si guarda troppo nel sottile.
Quando un sabato arrivarono, era mattina, due enormi camion, operai con seghe a motore potenti fecero a fette lo storico tiglio, a nulla valse qualche protesta dei condomini che avevano le finestre sul cortile, arrivò un vigile ed estrasse documenti che davano l' autorizzazione con tanto di timbri e firme a demolire e portare chissà dove il fastidioso, per alcuni, antico albero che aveva ospitato uccelli, lucertole, ragnetti e tanti piccoli animaletti che trovavano sempre ospitalità nei rami lunghi e ficcanasi tanto che pareva volessero entrare dalle finestre negli appartamenti di gente che abita da generazioni in queste case storiche.
Le macchine sono sempre meno, dopo la fusione dei partiti, c' è una passiva attesa che sa di bruciato, i ragazzi e le ragazze, le nuove generazioni insomma, si stanno sistemando in pubblici uffici sparsi in provincia e l' effige di Berlinguer infissa dentro la parete in alto ove c' è l' ingresso principale, la scorge solo chi sa che c' è.
L' asta che reggeva le vecchie bandiere sicure e senza vergogna ora è composta da un vecchio esile tubetto in plastica ed a malapena regge se stessa.
La nuova bandiera leggera-leggera stava piegando ed ammosciava l' asta ogni giorno di più, è bastata una folata di vento per farla volare, nessuno si preoccupa di metterne un' altra, di provvedere insomma, di scorta sopra nei locali di quella che era la gloriosa Federazione ce ne sono a mucchi, giacciono ammucchiate in sala Gramsci tra manifesti, altoparlanti e seggiole rosse, vuote.
Oggi piove, ieri non ricordo, son preoccupazioni che hanno solo i vecchi o persone che non hanno voglia di pensare a concrete cose.
Brutto segno
.
Solo il figlio del console americano continua ad esercitarsi di mercoledi alle 15,30 su Schumann, il resto, il resto non lo so.

3 commenti:

Franco Giannini ha detto...

Se non sapessi che il fatto è realmente accaduto e me ne desti a suo tempo notizia nelle nostre abituali e-mail, sarei tentato dire, che hai scritto questo post, dietro ispirazione dell' avvenuto taglio dei pini senigagliesi.
Vero è che mi sono permesso di modificarne il titolo.
Sono riusciti a distruggere gli alberi, sono riusciti a distruggere degli ideali, sono riusciti ad ammosciare delle bandiere non sono in grado di dare dimostrazione di saper ricostruire. A questo punto dovrebbero con una correttezza morale, che purtroppo però non possiedono, detto in maniera logicamente figurato, fare la stessa fine delle radici di quegli alberi con la speranza che ne rinascano altri "principalmente diritti"

LorenzoMan ha detto...

Inizialmente facevo fatica a leggerti, forse per un eccessivo uso di "dialisi", ma ora comincio a conoscerti e lo faccio con piacere.
Questo pezzo mi ha messo una certa malinconia, come si prova sempre quando qualcosa che per anni è stato un punto di riferimento che si credeva inamovibile, ci viene tolto da un giorno all'altro. Fosse questo il simbolo di un ideale, di qualcosa per cui, in cui e con cui ci si è battuti, o "solo" un bell'albero.
Ci si sente fragili.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Caro Lorenzo,
altro non faccio che leggere e scrivere, logicamente qualcosa dentro rimane graffi gioie inesprimibili emozioni valide o sciocche è dentro un turbinio che trae confusione anche da troppi inutili rimpianti che paiono validi se riguardano tempi lontani. Ci si distrae oppure fissa su qualcosa e si dà un valore un affezione, tutto è così semplice e complicato come la vita che conduciamo giorno per giorno :persone oggetti soggetti apparenze pare un glossario dentro cui si provano emozioni come quando si sfoglia un'atlante cercando nazioni che il giorno prima erano di un colore eppoi per interessi egoismi meschini non si trovano più.Ora adesso su radio tre ascolto Valentina Lo Surdo che sul terzo anello spiega e fa sentire musica da camera , allora quello che penso desidero provo ha un limite senza confini .A te come vivi, alla tua famiglia,a Franco ed alla sua Giuliana, a chi legge quì e non conosco e mi sfugge Olga che non ho mai capito nella mia presunzione,Olga che avrebbe meritato ed invece le sono capitato io che non so cosa meritare e se meritare perchè.
Tutto da un albero storico buttato via,da esercizi mentali che nulla servono se poi non c'è coerenza,solitudine ed allegria che sa di tabacco marinaro o borotalco da postribolo,ecco così vado dalla mattina notturna sino a sera stanco alla fine che non so quale e come sarà.
Ho detto scritto incoerenti pensieri di corsa temendo mi scappassero.
Scusa se divago ed ancora non ho deciso cosa fare ,di certo mi manca un amico fidato attaccato a cui chiedere e dire.
Credo di non essermi spiegato e mi spiace,tu però capisci , non solo intuisci.
grazie Lorenzo,auguri
dario.