venerdì 5 settembre 2008

AFRICA NERA, COME LE COSCIENZE DEI POPOLI BIANCHI. - 2


di Franco Giannini




Mi rifaccio alle notizie di questi giorni, quasi rievocative, di quegli anni in cui, un ometto a cavalcioni di un cavallo bianco, scorazzava per le terre del costituendo Impero, fatte di sola sabbia, capre ed escrementi delle stesse. La località, l’ epoca, i personaggi, gli scopi non sono gli stessi, ma identica ne è la suggestione che se ne ricava. Questa volta non siamo andati per colonizzare, bensì per pagare i frutti di quelle epiche gesta. Siamo andati però con atteggiamenti baldanzosi di petto in fuori e gambe larghe, seppur senza il cavallo sotto, per chiedere scusa anche se a mezza bocca. Abbiamo bussato piano piano alla porta, con la punta del piede, avendo un presente in mano. Consuetudine si dirà, come segno di cortesia. No invece, rossi in volto, per la vergogna di dover rendere, dopo tanti anni, il rubato, per di più sotto la luce dei riflettori delle telecamere. Il cadeau consisteva in una statua rappresentante una Venere, di cui ce ne eravamo impossessati quale bottino di guerra.
Una vergogna malcelata, in sorrisi a 42 denti, con promesse….oh quante promesse. Costruzioni di autostrade, edilizia abitativa popolare, collaborazione della loro Marina con la nostra per eliminare il flusso degli emigrati, il tutto per la modica spesa di 5 miliardi di $...si però rateizzati in 20 anni…come dire “…un successo!!”.
Ecco, tutto questo solo per dire, che non credo che il flusso migratorio sarà fermato, perché primo, non lo si vuole fermare e secondo, non lo si può fermare.
E’ stato stilato, dagli stati così detti “Civili” un elenco dei 50 paesi a basso sviluppo umano. Non sto a riportarne l’ elenco, ma mi sono preso lo sfizio di andarli ad analizzare uno ad uno e vedere di trovare una ragione del perché proprio questi.
L’ ubicazione di questi paesi è situata nell’ intero continente Africano, seguito da quelli ubicati nell’ area asiatica dell’ Oceano Indiano.
Gli economisti valutano tutto con i loro soliti strumenti: il famigerato, illusorio PIL, il rapporto tra Esportazione-Importazione, l’ indice di natalità, quello della mortalità. Insomma i soliti dati che emergono dalle statistiche, che sono utili ai fini di una gestione amministrativa, ma che servono ben poco a frenare gli animi di chi ha le pance vuote. Con questo non voglio assolutamente addossare le colpe agli economisti (per lo meno non a tutti), ma a tutti coloro che hanno fatto della speculazione (quella sporca) la loro prima attività.
L’ analfabetismo, l’ indice di scolarizzazione, il tipo di governo, gli avvicendamenti governativi in brevissimi lassi di tempo, la superficie, il numero di abitanti totali e quelli per kmq, le vie di comunicazione e le ricchezze del paese, anche questi sono fattori da considerare.
Ecco, le ricchezze del paese, qui sta proprio il punto !
Leggevo tempo fa di come vennero scoperte le cause del “Diabete”. Si parlava di un' era pionieristica della medicina, quando gli ospedali erano quel che erano e dove l’ igiene lasciava a desiderare non poco. Un giorno, si raccontava, un medico osservò che su degli indumenti sparsi in una lavanderia, sporchi di orina, le mosche ne “prediligevano” solo alcuni capi. Poi si comprese il perché. Venivano attirate dallo zucchero in essi contenuti, il cui proprietario era stato colpito dalla malattia.
Questa divagazione per dire, che l’identica cosa avviene con i “Paesi Civili” nei confronti dei paesi poveri, o come vengono chiamati a ”basso sviluppo umano”.
Tutti questi paesi, fatte le eccezioni di quelli con esigui numeri di abitanti, o piccole superfici o solo attività agricole per una sopravvivenza locale, circa una decina, oppure che vivono di introiti per coltivazioni illegali (uno su tutti l’ Afghanistan), posseggono ingenti ricchezze nel sottosuolo (lo "zucchero"), che attirano l’ uomo bianco ("le mosche"). Si vedrà che più è alta la concentrazione di mosche, più è ricco il “paese povero”.
Se si dovesse compilare una lista dei minerali che sono custoditi nel sottosuolo africano o asiatico, paese per paese, si avrebbe un ripetersi di voci come: Petrolio, Gas Naturali, Oro, Argento, Platino, Diamanti, Uranio, Radio, Rame, Ferro, Manganese, Stagno, Zinco, Nichel, Bauxite, Potassio. Non certo tutte in tutti i paesi, ma sono abbastanza motivato a pensare che potrebbero essere sufficienti a modificare il tenore di vita di quei popoli.
Ma le ricchezze, in Africa, sono anche a portata di mano, in superfice, basti pensare alle potenziali risorse idroelettriche di alcune nazioni, a quelle del legname di pregio (Tek, Ebano ecc.), all’ allevamento, all’ agricoltura, ai parchi naturali, al turismo.
Malgrado tutte queste ricchezze, l’ Africa non cresce. Gli sforzi degli uomini bianchi per aiutare a crescere gli uomini poveri, sono caduti, cadono e sono certo che ancora per un po’, non so ancora per quanto, cadranno nel vuoto.
Gli uomini bianchi hanno terreno facile nelle popolazioni indigene, analfabete non certo per loro scelta, e con l’ aiuto di Kapò Governativi altrettanto decultorizzati come del resto tutto il popolo, ma foraggiati di potere fasullo ed armati di ferrovecchi, rimasugli di guerre passate, hanno dispensato pochi spiccioli, in cambio di capitali immensi che spiluccano però lentamente, perché lamentano vie di comunicazione inesistenti o nel migliore dei casi insufficienti, popolazioni inadatte a lavori qualificati, se non quelli più pesanti, umilianti e pericolosi, o perché i governi (quelli stessi da loro gestiti) non garantiscono quella stabilità (che loro non vogliono).
Un esempio: CIAD: Africa Centrale. Circa 10 milioni di abitanti. PIL pro capite di $ 1519 che lo pone al 156° (dato 2005) posto mondiale. Colonia Francese dal 1891 ed indipendente dal 1960. In guerra con il Sudan, senza che il popolo ne conosca neppure il perchè e con una serie di problemi interni. Un paese che galleggia sul petrolio, si pensi che solo nel circondario di Doba ci sono 3 giacimenti. Le “mosche” sono tante. Solo sul CIAD, i colossi dell' estrazione portano nomi come Exxon, Mobil, Chevron, Texaco, Petronas.
La Banca Mondiale a suo tempo aveva insistito che venisse introdotta una legge che voleva che l’80% dei redditi da petrolio fossero spesi, giustamente, per progetti di sviluppo interno del paese.
Si dice, il si dice è d’ obbligo, che chi emanò la legge, ne operò anche la sua abrogazione. Quando Deby, presidente in carica al tempo, minacciò di chiudere i rubinetti alla Elf e alla Exxon, ci fu una ribellione del popolo (fa sorridere pensando a questo popolo politicizzato, analfabeta, preparato però in tesi economiche tanto da esserne pronto ad offrire la propria vita pur di avvalorarne i principi) ma repressa dai francesi. Ciò non ha evitato che la dittatura subentrante, si accordasse con la Exxon e la Elf e la Banca Mondiale (WB) per raddoppiare le estrazioni.
Di recente, si è aggiunto allo sciame, anche la Cina…ma nel paese continuano ancora a non esserci strade, perdurare l’ analfabetismo, a coltivare le terre con gli aratri di legno.
C’ è solo una parvenza di miglioramento nei dati statistici : Il PIL, sempre lui, nel 2004 è aumentato del 40% per raddoppiare nel 2005.
Ma non dicevo sopra, che erano state raddoppiate anche le estrazioni ? E’ logico che migliorasse anche il PIL. Ma le condizioni di vita, perché restano sempre quelle.
Forse perchè la "carne da cannone" migliore che c’ è, è quella ignorante….pensa qualcuno !
….continua

2 commenti:

www.dariopetrolati.it ha detto...

6 settembre 2008 Padova

E' la solita storia umiliante , solo vergognosa,"uomo bianco tu vivrai",anche peggio, da nascondersi.
Era il Continente ove la natura prevaleva senza arroganza con eleganza ed intelligenza insegnava al predone come avrebbe potuto vivere, rispettando flora et fauna.
Siamo calati noi,colonialisti guerrafondai,abbiamo tracciato confini e dato nomi nuovi a ciò che già gli indigeni avevano provveduto in tempi e tempi e tradizioni loro che noi non conoscevamo e siamo passati sopra con i cingoli e gli scarponi chiodati cancellando, umiliando , portando morte e deserto.
Non abbiamo capito e nella nostra sconfinata presunzione solo rapinare abbiamo concepito,storie affascinanti , usi e costumi, tutto cancellato violentemente.
Asiugata la terra in superfice abbiamo pensato di scavare,pietre preziose e gas e idrocarburi tutto portato via sino ad inaridire anche l'aria.
Le chiamammo colonie, e noi per ultimi che arrivammo prendemmo gli avanzi degli altri paesi predatori.
Creammo l'impero che fece ridere il resto del mondo tentammo con il dittatore d'allora che l'Italia idolatrava,e nominammo il re nanetto, il fuggitivo, imperatore.
Rapimmo il nulla usando violenza sconfinata ed ora a distanza di tempo,quanti anni?,paghiamo gli interessi tramite un venditore di parole che mezza Italia idolatra e l'altra mezza di nascosto disprezza ,ma invidia le sue ricchezze e ride alle sue battute.
Siamo arrivati a pagare le colpe della nostra matrice burattinaia lamentandoci e pregando in malafede e senza coraggio che le cose cambino.
Ma se noi non ci muoviamo e non riacquistiamo almeno la dignità perduta anche i nostri eredi finiranno per disprezzarci come popolo lagnoso inerme senza spina dorsale.
L'alba del giorno della riscossa dipende da noi stessi, domani, viene dopo oggi e subito almeno per i nostri figli dobbiamo reagire anche senza violenza,basta essere coerenti ed onesti con il vicino.
Rispettare il prossimo senza bestemmiare,studiare e cercare di conoscere anche il molto che non sappiamo.
Umiltà e serietà.
Costerà sacrifici, logicamente nessuno regala niente, se vogliamo riemergere e vedere un futuro non così umiliante.
dario.

Maurizio Spagna ha detto...

RISVEGLIO
...tempo, tempo, tempo,
per tempo
apparirà il sogno più nero
perché nel mondo inquieto
esiste un solo colore vero,
il nero...


Nel nero più temuto
Si finisce
E finisce il dispiacere
Provato.
Nel nero più malinconico
Si ascolta il silenzio
In silenzio
E l’uomo annuvolato
Sghignazza.
Nel nero più privo
La presunzione dei giovani
E l’irritazione
Nei più vecchi incontrati
Contro l’attimo rubato.
Nel nero più al di fuori
I supponenti
Gli intelligenti
E chi ha
Il feto della guerra
In corso e tecnologica.
Nel nero più ingiusto
Il niente
L’aria fannullona
Degli immortali
E l’aria annoiata
Sui mortali
Per una vita modesta
Osteggiata.
Nel nero più al colletto
Migliaia di aristocratici
Replicanti e intellettuali
Svoltati presso
Le opportunità.
Nel nero più avverso
Il puro volto a rendere
A prendere
Il tratto contratto
Da un immischiato nemico
La scomodità onesta.
Nel nero più radunato
La capanna a buon mercato
Denudata o smagrita
Ma entrati per poco tempo
Perché
Nel tunnel del gorgoglìo
Il nero…
È un eterno sano
Risveglio.


©
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-