venerdì 19 settembre 2008

SI FACCIO LO SNOB…PARLO ITALIANO !!


di Franco Giannini


Casualmente, in questi ultimi giorni, mi sono imbattuto in situazioni che mi hanno portato a riflettere sul problema dell' invasione dei vocaboli inglesi nella lingua italiana.
Una prima riflessione derivava da un commento che faceva Dario Petrolati sul blog degli Esperantisti Marchigiani
http://esperantomarche.net/2008/09/05/tutte-le-lingue-del-mondo/#comment-38 in cui sottolineava come le lingue più parlate sono state sempre quelle legate, come dice lui con un termine molto reale, al “soldo”.
Soldo inteso certamente come forza economica ma non solo, perché la forza economica la si è sempre raggiunta attraverso processi dai colori un po’ torbidi quali, colonialismo, espansionismo, speculazione e fortunatamente con quelli più limpidi quali la ricerca scientifica e la tecnologia.
Non voglio entrare nel merito, in quanto sarei troppo di parte e quindi forse non totalmente obiettivo, sulla bontà della lingua esperantista, costruita non certo sul soldo e neppure su quei processi torbidi di cui facevo accenno sopra, ma questo aprirebbe un altro argomento.
Un' altra riflessione me la suggeriva un articolo letto sul RdC del 9 cm. a firma Letizia Cini, che riportava un’ intervista alla Presidente della “Crusca” Prof. Nicoletta Maraschio
http://www.accademiadellacrusca.it/la_crusca_in_rete.shtml
circa l’ uso che facciamo in Italia
http://www.intoscana.it/intoscana/informarsi/news.jsp?id_categoria=1210&id_sottocategoria=1211&id=171294&language=itia
dei vocaboli inglesi.
La Presidente Maraschio, molto bonariamente, teneva a sottolineare che molti termini italiani provengono da lingue tra cui soprattutto il francese e l’ inglese, quindi nulla di scandaloso.
Ma quello che fa un po’ a riflettere è lo smodato uso che se ne fa di questi termini inglesi, accettabili nell’ uso corrente nel linguaggio economico che o in quello dell’ informatica. Quello che lascia più perplessi quando lo si usa in un linguaggio Istituzionale, abbastanza complicato di già nella nostra madre lingua.
Si pensi che è stato chiamato un Ministero “del Welfare”, all’ uso della parola Devolution, a quella di Premier, ad Election Day, oppure Authority, Leadership, Bipartisan e si potrebbe proseguire. Tutte parole che hanno un corrispondente italiano, ma che non lo si usa, ritengo, perché inglesizzare li fa sentire più snob, più intellettuali, più preparati e perché no più incomprensibili, come giustamente il politichese pretende.
Ma quello che c’ è di più curioso, che poi questi termini, per forza di cose, finiscono in bocca anche al popolo, ed ognuno le pronuncia come vuole, come pensa di aver capito, come la cadenza dialettale gli ordina, ponendo l’ accento dove secoli di storia l’ ha sempre posto.
Tutto questo mi riporta ad un ricordo del periodo lavorativo. Avevo nella mia squadra due nigeriani che si parlavano in italiano tra loro, e alla mia richiesta del perché, mi risposero che si comprendevano solo nella nostra lingua perchè ognuno di loro parlava un dialetto locale (non so quante centinaia di dialetti hanno in Nigeria) e il loro inglese non puro e per di più mescolato con i loro dialetti locali, lo rendevano ancor più incomprensibile.
Ecco che mi chiedo, se ciò non avverrà anche da noi. Si da noi c’ è la scuola, ma qui il discorso mi porterebbe a parlare della Gemini e andrei fuori tema…
Ciò non toglie che vocaboli entrati ormai da decine e decine di anni nel nostro linguaggio non si debbano considerare come entrati a far parte del comune nostro linguaggio come potrebbe essere l’ Ok, Computer , Shampoo, Surf, o i vocaboli sportivi quali Goal, Corner, Out, K.O. e che quindi non devono farci sentire a disagio nel volerli usare.
Un uso intelligente, può essere accettato, un abuso, quale quello nel campo Istituzionale deve essere certamente contrastato.
Il progresso, in tutti i campi, non deriva da atteggiamenti snobistici, ma dallo studio e dall’ uso nel tempo.
Sarà per questo che giorni fa la Prof. Maraschi ha regalato al Presidente Napolitano il “Nuovo Vocabolario degli Accademici” ??...Magari con una supplica aggiuntiva, in questo senso, di farsi partecipe verso i suoi subalterni,…Chissà ???
FOTO : Sede dell' Accademia della Crusca

6 commenti:

LorenzoMan ha detto...

Nonostante l'"affetto" per la lingua inglese ti sottoscrivo in pieno.
Allargherei però la critica all'uso di un "espediente" che proviene sempre dalla lingua inglese e di cui si abusa i giornalismo e, soprattutto, informatica: l'acronimo.
PM, GIP, CIO, WTO, USB, HDSC, HDMI, solo per comperare un televisore devi decifrare almeno 5 sigle. Per leggere un quotidiano devi avere la completa padronanza di almeno una cinquantina di sigle. E la breve sosta, durante la lettura, necessaria a far mente locale ed a tradurre l'acronimo, rende tutto difficoltoso e macchinoso.
Che ce ne facciamo di una informazione che informa gli informati?

www.dariopetrolati.it ha detto...

E' vero purtroppo è verissimo che va dimoda?lo snobismo,acculturato.
Cerco di spiegare quanto desidero dire.
Allora quì dove io lavoro l'ambiente è frequentato,terribile dire - usare il verbo detto,ma è il più vicino a quanto sto tentando di fare capire che gli studenti alti ed i ricercatori, i prof.tanti usano con facilità normale l'OK. e mai ora posso dirlo con il bilancino del farmacista,il grazie o qualcosa di simile usando la nostra bellissima lingua.Acidamente ,di più in proporzione è chi pronuncia snobisticamente estremità in dialetti o lingue straniere chè non più barbarismo sono ma pura superficialità ignoranza carenza e collaborazionismo nell'arrugginire l'italiano.Escono da quest'uscio con parole colme di consonanti e slittano su espressioni e conoscenze da fare prendere freddo.Stamane un ricercatore per caso affermava che il nome femminile " MICOL " è americano,mi sono permesso un pò inquieto di capire se scherzasse o era convinto della sua ignoranza.E mentr'io ripensavo ai Finzi Contini al contesto storico,alla storia del popolo ebraico,alla bibbia,sentivo ronzarmi gli orecchi con dispiacere vero.Un mio collega tramite il suo personal senza parlare ha mostrato all'ignorante il significato anche del nome oltre alla breve ricerca rapida ha svergognato l'animale che senza tanto prendersela pretendeva di portarci alla Wiennese a bere un caffè.Tra disagio ed il constatare quanto siamo "usati e complici" il passo è stato sgradevole,sì che basterebbe un poco di impegno e serietà-orgoglio e dignità per non cadere così sovente in basso.
Sono noioso vero?,ebbene fingete di non avermi letto ,chè basta ed avanza quanto ha detto il nostro bravissimo Lorenzo.
dario

www.dariopetrolati.it ha detto...

Caro Lorenzo,
Caro Franco,
ho messo due righe su qul raccontino apparso su a sangue freddo:uccidete tutti i vecchi.
Anche io ho tentato di dire la mia opinione, però sono rimasto male nel vedere che si scrivono certe cose, accettate e che poi trascinano persone amiche e degne come voi dove si parla solo volgarmente tre parolaccie e cattiverie.Io veramente mi sono sentito scemo e non ho capito con chi ho a che fare.
Ridotti a tal punto siamo?
Pongo il quesito qui chè di voi mi fido, mi dispiace per alcune persone che conosco che hanno risposto per dovere, magari, su asanguefreddo.
Un caldo e stimato saluto,
dario.

Franco Giannini ha detto...

Caro Dario,
Devi sapere che questa sera alle 21, avrei dovuto partecipare alla cena organizzata dai blogger senigalliesi. Aveva dato, se non vado errato, anche la sua adesione al partecipare il nostro amico Lorenzo. Da qui la ancora maggiore ben disposizione a partecipare.
Dopo aver letto però l’ articolo (si fa per dire) ed i commenti dei redattori del Blog, e sapendo che qualcuno di loro sarà presente (almeno credo, io non do mai nulla per scontato), ho preferito far si che la mia presenza di “vecchia bestia da abbattere” non infastidisse animi nobili e soprattutto giovani.
Ti rammento solo quando in tempi non sospetti, ti lamentavi anche tu dei mancati commenti.
Oggi hai veduto e compreso cosa comporta il voler arrivare a tutti i costi.
Sono felice di avere pochi commenti, pochi lettori che ci seguono in silenzio (come la Signora che si firma Fede), magari neppure concordi su quanto scriviamo, ma che non si sentono mai offesi per come esprimiamo i nostri pensieri.
Hanno pubblicato uno “scritto” che a mio avviso era oltre che volgare, offensivo per l’ argomento trattato e offensivo per chi lo leggerà, con uno scopo abbastanza evidente.
Hanno compreso di essere incorsi in una gaffe, ma non hanno avuto il buon senso di fare un atto di coraggio chiedendo pubblicamente scusa.
Hanno anzi commentato, difendendo il loro operato, facendo passare i lettori per persone che avevano frainteso, si trattava solo di pretesto per suscitare una discussione.
Ha avuto lo stesso autore la sfrontatezza di voler spiegare, precipitando ancor più nelle sue incongruenze, con il dire di aver fatto il volontario in strutture di anziani e tossicodipendenti, senza pensare che ciò non gli è giovato a nulla…proprio un cuore di pietra.
Si è sentito offeso per affermazioni che sono state fatte sulla sua persona, quando neppure lo si conosce…ma sbaglio quando dico che il suo biglietto da visita ce lo ha presentato lui ?
Il motivo è tutto un altro, almeno io credo!
Passare da un blog e divenire un giornale on-line il passo sembra facile. Ma non comporta solo la piccola modifica tecnica ed amministrativa-legale, serve un salto di qualità.
Dai piccoli e magari bravi “scrittori dilettanti” si deve passare ad imprenditori e giornalisti professionisti…qualcuno ci prova ma rimane a cavalcioni di quel muro con la qualifica di semplice “giornalaio”. Del resto, come canta Gianni Morandi “Uno su mille ce la fa”…non è cosa vergognosa.
Più vergogna deve esserci sul barare. Un attore comico fa ridere, perché è un professionista. Altrettanto può far ridere l’ emissione di un rutto in un cinema, al buio durante uno spettacolo. Anche questo personaggio lo vogliamo chiamare Attore o semplicemente buffone maleducato ?
Ho la sensazione che di questo Dario tu abbia parlato. Vedi che non ho mai accennato nè nome dell’ autore nè quello del blog, onde non pubblicizzare la cosa, perché hanno tenuto a precisare che questo non era il loro scopo.
Come diceva il bravo Eduardo De Filippo (anche se l’ argomento era un altro) “Non è vero, ma ci credo…quanto sono però bugiardo!!

LorenzoMan ha detto...

Mi dispiace che tu non sia venuto alla cena, Franco, ti avevo tenuto il posto.
Riguardo a quell'"articolo" si è detto, credo, anche troppo.
Era oggettivamente sbagliato, stupido, scritto male con lo stile di un rapper di quart'ordine e non dava spunti per riflessioni e discussioni.
Credo che, in fondo, si sia pentito anche il suo autore, ma è troppo giovane per avere il coraggio di dire "ho sbagliato" e preferisce fare lo splendido raccontandoci di essere un tenerone che fa volontariato (sarà anche vero, ma allora non dovrebbe scrivere nelle notti di luna piena!)
Mi ricorda un pò il Berlusca: dice stronzate colossali e il giorno dopo, a seguito di polemiche sollevate anche dai suoi alleati, se ne esce con un "sono stato frainteso, era una provocazione."
Sarà un'altra moda, come l'uso dell'inglese.
Comunque, a cena, eravamo 40.
Tutti sconosciuti che si conoscono benissimo attraverso quello che scrivono.
Non c'è stato bisogno di conferme o di smentite, sono tutti così, come li leggi.
Spero non sia lo stesso per il nostro amico.

Franco Giannini ha detto...

Caro Lorenzo, ti ringrazio per il posto che mi avevi riservato a te vicino. Mi dispiace di non aver partecipato, perchè ho rinunciato a rivedere persone a cui tenevo, per non essere di "fastidio" a chi, pubblicando quel post, tacitamente ne approvava il contenuto e non avrebbe desiderato o mal sopportato la vicinanza di "vecchi petulanti". Ed io amando la libertà devo essere rispettoso primariamente di tutelare quella degli altri, da qui la mia decisione. Dicevo approvava, si, perchè poi le distanze dal contenuto del post sono state prese dopo che i buoi erano usciti dalla stalla, poi ritrattate con commenti contrari ai primi fatti...un arrampicarsi sugli specchi. Sarebbe bastato (se proprio lo volevano pubblicare per "motivi loro") pubblicare il post, con due righe in cui si diceva che lo facevano per un dovere di ospitalità a tutti, ma che non ne condividevono il contenuto.
Ma ormai basta...la faccenda sta divenendo come gli escrementi, più li si smuovono, più emanano olezzo.
Una cosa volevo chiederti, considerandoti oramai di casa, Lorenzo, ma non reputarmi impertinente, l' indirizzo della tua e-mail, per poterti contattare qualora ne avessi bisogno per cose più personali.
Eventualmente lo volessi fare, il mio indirizzo, a cui inviarlo è il seguente:
brontolone42@yahoo.it
Un caro saluto ed ancora un grazie