di Franco Giannini
… l'economista che duro, tra due duri (?? di testa), di moscio ha la erre (?) …
Come sono solito fare, prendo l'argomento alla larga per parlare di Economia e di quello che ci sta capitando tra capo e collo con questa finanziaria, che, come la naja, che a nessuno piaceva, ma che tutti obbligatoriamente ci siamo fatti, dobbiamo subire. Parto allora dal mutamento del significato a cui sono soggetti, in questa nostra povera Italia, i colori. Si proprio i colori. Il giallo una volta era l'identificazione del sole, dell'oro, del grano, del girasole, della natura quindi, della ricchezza, della vita. Oggi, in quest'era della globalizzazione, identifica chi viene dal mondo orientale e che sembra venuto a minacciare quel poco di economia industriale che purtroppo ci è rimasto. Se c'è colpa in tutto questo, a chi imputarla ? Con il colore nero si definiva quel prodotto per cui oggi tutti si scannano, il simbolo della ricchezza, del progresso, dell'industria e... dell'inquinamento: l'oro nero, il petrolio. Oggi è il colore della fame, della sete, della disperazione, delle carrette del mare che vengono all'abbordaggio delle nostre coste per sottrarci quei lavori che poi l'uomo bianco non vuole neppure più fare (almeno fino a ieri... ed oggi...?) L'uomo bianco però sembra avere, oltre che il timore del diverso, anche la mente corta. Negli anni trenta, anche i nostri nonni sbarcarono in lidi stranieri, in modo sicuramente più sicuro, su transatlantici e non barconi. Anche noi portammo, con il tempo, ricchezza in quei paesi, ma anche delinquenza comune e specializzata come la mafia. L'azzurro, quello che era il colore dei mari dei nostri avi e che circonda le nostre coste, sta divenendo di una tonalità più cinerea, dovuta all'inquinamento degli scarichi industriali (ancora non so per quanto) e dallo sversamento di liquidi tossici. Il rosso, quello dei frutti del melograno, di alcuni nostri vini o delle arance di Sicilia, è stato rubato, (anche questo...), dai volti dei nostri politici quale maquillage distintivo di vergogna per come ci governano. Per alcuni di essi è già però un colore superato, perchè dopo anni di permanenza è d'obbligo per una mal resa anzianità di servizio, fregiarsi il volto con il colore più autorevole del bronzo. Il verde, il colore rappresentativo della natura, della speranza, è divenuto quello, definitivamente parlando, della mancanza di risorse economiche e della rabbia della maggioranza dei cittadini italiani. No, non ho dimenticato il bianco! L'ho lasciato appositamente per ultimo, perchè vorrei che restasse, almeno questo simbolo, il colore della colomba della pace, a cui tutti fanno riferimento come tanti buoni animalisti, ma che poi con i loro comportamenti e le loro decisioni, fanno del tutto, per abbattere, come vetusti cacciatori. Non vorrei che divenisse il colore del volto di un' Italia spaventata dalle conseguenze che certi provvedimenti irresponsabili che si sono succeduti dal dopoguerra in poi, potrebbero causarci. Per qualche anno il buon senso e la responsabilità di qualche singolo (educazioni di altre generazioni, ormai dimenticate), come pure l'economia di una ricostruzione post guerra, in cui ogni cosa che facevi, bastava ingegno e buona volontà, era destinata a produrre profitto, ci ha per un po' salvati. Poi per imprenditori improvvisati, fai da te, arricchiti senza sapere neppure come, la cosa è divenuta più difficile. Perchè gestire un'azienda famigliare non è come dirigere stabilimenti con centinaia, migliaia di dipendenti. E la regola è valsa, e sembra valere anche oggi, per Amministratori Governativi e per i parlamentari. Allora si è dovuto far ricorso (non certo per necessità...), ma per sopperire all'incapacità, a mazzette e favori in cambio di voti, che ci hanno pian piano portati da quello che era stato definito “Boom Economico”, alla recessione, agli scandali, all'epoca dei processi di mani pulite iniziati e che per i motivi più diversi, sembrano non abbiano a terminare, alle Finanziare che ogni volta si dice procureranno lacrime di sangue (e guarda caso sempre ai soliti), ma saranno le ultime. Si le ultime nel corso dell'anno preso a riferimento. E così nel corso degli anni, dal post guerra ad oggi, si è maturato un debito, che non scema, ma è in continua ascesa. Il bello è che tutto passa di moda, meno che questo modo di governare. L'ultimo colpo di timone, per raddrizzare il barcone Italia (non in condizioni migliori di quelli che giungono a Lampedusa) facente acqua da tutte le parti, è l'economista di turno. Solite le frasi di circostanza ? No, è un duro, si ritiene furbo ed intellettualmente preparato, da qui il suo parlare per citazioni. No quindi lacrime di sangue, ma tagli orizzontali uguali e per Tutti. Ecco, appunto, è già in quel Uguali e Per tutti, che noto proprio la prima Ingiusta Diseguaglianza. Il 5% su 10 mila € è pari a 500€ che divisi su 13 mensilità fanno 38€ al mese. Posso garantirvi che su un reddito di appena 770 € quei 38 incidono e neppure poco. Su di un reddito di 100 mila incidono per 5000€ che ripartiti ai fini mensili ammontano rispettivamente a 7.700 € di reddito e 380 € di maggior tassazione. I primi 38 € presi andranno ad intaccare delle necessità, i 380 € invece, solo delle rinunciabilissime esigenze. Il 5% è sempre quello, il taglio è uguale è per tutti e due i casi esaminati. La diversità sta in quella parola che da una parte chiamasi necessità e dall'altra esigenza. Non sto a spiegare neppure i due significati, perchè per comprenderli ci sarebbe la necessità dell'esigenza di possedere un benchè minima dotazione di sensibilità morale ed intellettuale ed una certa pratica reale sull'argomento. Ma i nostri politici, a tutti i livelli, e di qualsiasi orientamento politico, ma non dico tutti e non perchè io ci creda, ma solo per offrire un pietoso alibi a qualcuno che si senta di reputarsi fuori dal coro (esistono le mosche bianche ?), non posseggono questa sensibilità. A sentirli singolarmente sono tutti contrari alla manovra (come il fatto di andare a prostitute...), che però è passata per il bene del Paese. Contento e soddisfatto anche il primo di tutti. I dati reali di questa manovra? 1) Felicin stava in mezzo ad un mare che non era quello di Senigallia, 2)continueremo a versare lacrime che non saranno più di sangue, perchè l'abbiamo terminato 3) l'unica cosa che verrà a guadagnarci, con il ritorno dei ticket sanitari, sarà la soluzione del problema prenotazioni sia in Pronto soccorso che negli esami diagnostici che di laboratorio 4) uno “snellimento” nel numero delle pensioni, con la dipartita sia degli anziani, che di malati che invece della prevenzione punteranno sulla possibilità che un miracolo li salvi. Ma che non venga a mente a qualche tecnico statistico di venirci a dire, tra qualche mese, che si è riusciti a risolvere questo annoso problema...attenzione la gente è sempre più imbufalita!!
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