domenica 3 luglio 2011

Anche l'Adriatico fa parte del "mare mortum"


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it


Tutti lo sappiamo, ma facciamo finta di ignorarlo... sarà incoscienza o stupidità?



Contrariamente a quello che di solito fanno i pensionati, io vado a letto tardi ed altrettanto tardi lascio il letto il mattino. Ma questa giornata mi ero prefissato che dovesse essere una di quelle particolari. Diversamente a quello che faccio ogni giorno, avevo programmato di alzarmi di buon’ora per recarmi al porto, al mercato del pesce, per soddisfare, se non il portafoglio (oggi non regala più nulla nessuno) quanto meno il palato, con l’acquisto di due pesci ancora vivi.

Era da un po’ che non andavo al porto di prima mattina, quindi tutto mi è sembrato ancora più nuovo. Mi sono sentito come spaesato, o meglio sarebbe dire meravigliato.

Tempo fa avevo avuto modo di scrivere e criticare l’Amministrazione per la scelta di aver portato il mercato del pesce dal Foro Annonario al porto.
Mi ero lamentato della mancanza di strutture adeguate, mi ero lamentato delle condizioni in cui i pescatori, una volta ritornati dalla pesca, dovevano vendere il pescato... insomma mi ero lamentato. Con faciloneria e l’aggravante di un’ostentata ironia, chiedevo: "Devo dire che affronto questo argomento con timore, ma non nel senso di esternare la questione, ma con la ’paura’ che questa mia richiesta venga esaudita in maniera faraonica...".
A distanza di tempo, con tutta onestà, devo dire che chi si sbagliava ero proprio io. Altri avevano visto più lontano di me, o almeno voglio sperare che lo abbiano fatto con la stessa ottica che oggi mi ha portato a dichiarare la mia dabbenaggine. Se avessero speso dei danari in quelle tensostrutture che suggerivo, avrebbero buttato delle risorse, avrebbero costruito un qualche cosa se non di inutile, quantomeno sempre meno utilizzato.

Il "mercato" del pesce al porto di SenigalliaDico questo, perchè di pescherecci che possono fregiarsi di tale qualifica, ne sono rimasti un paio: gli altri sono barchini con una sola persona a bordo, la pesca che fanno è quella dei retini e delle nasse. La marineria senigagliese, ormai, è composta di sole vongolare. Il pescato oggi è in massima parte fatto di sogliole, raguse, cappole, mormore, "baldigare", cannocchie... e qualche pesce extracomunitario che capita per sfiga nelle reti.
Ma quel che più mi ha dato da pensare, non è tanto la tipologia, ma le esigue quantità del pescato. Sono così esigue che ora vai al mercatino del pesce e devi prenderti il numero come al supermercato o alla posta confidando di essere uno dei primi ad acquistare.

Ad ottobre del 2009 scrivevo anche: "... ci sono capannelli di persone infreddolite, che attendono, nei pressi della ’passerella’ sul Misa, che ritornino in porto, le prime barche con il pescato della nottata. I volti sono tutti di persone anziane, poche le signore, e tutti con quelle caratteristiche che li fa definire come ’gente del popolo’. La parlata, il modo di vestire, gli argomenti di cui discutono e nell’acquisto, la gestione oculata della spesa...".
Ebbene devo rimangiarmi anche tutto questo, fermo restando i capannelli e i visi degli anziani. La gente del popolo, evidentemente, si è tutta imborghesita e non calca più il mercatino, ma va per supermercati, dove anche se il pesce non salta sulla cassetta in un ultimo fremito di vita, però c’è più scelta e può trovarlo a più a buon prezzo anche se - ad onor del vero - avrà avuto un condimento anticipato di diavolerie chimiche, consentite dalla legge, che seppur nel suo rigore mortis ne esaltano colore e turgidezza.
Ma qui si possono trovare sarde, sardine, il pesce del popolo, anche se non sempre! Al mercatino, invece, oggi che siamo già in periodo estivo, turisti attempati con qualche soldo in più, poi qualche amico dei pescatori divenuto posta fissa, qualche gestore di trattoria che ha già trattato l’acquisto ed è venuto solo per il ritiro e qualche pensionato ancora convinto o illuso di poter incappare in un "affare".

Ecco che allora assisti al turista che chiede a quanto vanno le sogliole "... a 25€ il Kg... Bene me ne faccia due Kg!"... insomma tutte quelle che il pescatore ha. Ed allora, magari, assisti allo sciogliersi del capannello che si era formato. Vedi che il resto delle persone presenti getta il biglietto o inforca la bicicletta e borbottando qualche cosa si allontana con la busta di plastica vuota che torna ad accartocciare e riporre sotto la sella. Qualcuno, invece, più ottimista, pazientemente si rimette in attesa della prossima barca che arriverà, sperando in una maggior fortuna ed un pescato più abbondante.

Il "mercato" del pesce al porto di SenigalliaQualche anziano si accontenta di un pugno di cannocchie o pannocchie, "almeno sono vive", anche se oggi non sembrano certo a buon prezzo. Per fare un "affare" bisogna invece attendere la tarda mattinata, quando le pannocchie non si "muovono" più ed il resto del pescato meno "nobile" sarà divenuto più un peso e quindi conveniente anche per il pescatore liberarsene vuotando così la cassetta, "regalando" il non più "vivo", ma ancora "fresco"... per poco, visto il caldo che fa.
Dopo un paio d’ore, come oggi hanno imparato a fare, con estrema abilità la maggior parte degli italiani, mi appresto alla declinazione del verbo rinunciare.

La sera, davanti alla TV assisto alla edizione speciale di Anno Zero presentata da Santoro in cui si parla, di una "frittura", guarda il caso, fatta non di pesce, ma di problemi attinenti alla pesca, al mare, alle barche, ai pescatori.
Il titolo la dice lunga: "L’Assassinio del Mare".

E guarda caso, non certo nella stessa drammaticità, ma ho rivissuto, quanto avevo riscontrato nel corso della mattinata e mi sono chiesto allora il perchè se non ci sono le possibilità e le capacità di far rinascere questa attività, non si abbia il coraggio di dirlo apertamente. Anzi, magari ci si ostina, in maniera poco sincera, facendo credere che le migliorie fatte, servono proprio per incentivare questo indotto.

Ed ora, poi, per chiudere il cerchio, sempre ligi con le regole, rispettosi dell’ambiente ed attenti ai problemi occupazionali, la pesca nostrana dovrà aver a che vedersela anche con i rigassificatori.
E se così sarà, a questo punto, per il nostro Mare Mortum non resta che consigliare non fiori, ma neppure queste opere di bene... meglio una prece per l’anima di chi ha operato simili scelte!

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