di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it
"Provare per credere": e sono stati in tanti a seguire il suggerimento…
Non vorrei che se ne avessero a male gli assenti, ma sono convinto, non è nè una battuta, nè una forma retorica, che qualche cosa di importante da assimilare ed altrettanto piacevole da vedere ed ascoltare, costoro, proprio, se la sono perduta!
Ad aprire il pomeriggio di festa, dedicato alla presentazione di questo libricino che racchiude tutto il lavoro svolto dal progetto di animazione nell’anno 2010, ci ha pensato il nuovo Presidente della Casa, Dr. Michelangelo Guzzonato, che prima di rivolgere i suoi saluti a tutti i presenti, ai volontari, a tutto il personale ed alla Sig.ra Maria Grazia Sciocco che lo guida, ha definito questa raccolta come "…un lavoro che diviene sostanza scritta…". Presenti anche diversi esponenti del Consiglio di Amministrazione, la ex-presidente Dott.ssa Francesca Paci, il vice presidente della Casa Ferdinando Salvioni.
Questo del 2011 è il terzo volumetto di ricordi che le animatrici Dott.sse Laura Pedrinelli Carrara ed Alessandra Durastanti hanno raccolto con certosina pazienza ed altrettanta professionalità. Si professionalità, perchè il loro, non è solo frutto di semplice trascrizione, bensì il "risultato derivante da uno studio approfondito", come ha avuto modo di sottolineare la Dott.ssa Pedrinelli, "…di teorie scientifiche circa il recupero mentale dell’anziano".
Questo ottenuto attraverso ragionamenti ed esercizi ben precisi. Si pensi solo che alla richiesta formulata agli "Ospiti" di parole che iniziassero con la F, gli anziani ne hanno trovate ben 105, tutte ricavate attraverso ragionamenti ben precisi. Ma anche altri componenti, come la manipolazione del DAS, o lavori di gruppo con la Tombola o il Mercante in Fiera, sono serviti per sollecitare la mente, ma anche per sviluppare la socializzazione e la sensibilizzazione verso un aiuto reciproco che non lesinano di darsi. Il tutto inteso, sempre, come "esercizio fisico" per la memoria.
Alla Dott.ssa Durastanti è andato il compito di illustrare un Video, con un montaggio delle foto raccolte durante il lavoro e assemblate con sottofondi musicali, suddivise per attività e laboratori creativi. "Un tracciato – come si legge anche in copertina – del primo novecento attraverso episodi di vita e foto degli anziani della Casa Protetta". Anche da parte sua è andato uno speciale ringraziamento alle volontarie che hanno supportato il loro lavoro, al personale tutto, sempre presente e alla segretaria amministrativa che ha curato la stampa e la rilegatura del libricino. Toccante il suo ricordo di quegli Ospiti che hanno collaborato a questo progetto, ma che non ci sono più. "… e questo libro è anche un modo per sentirli ugualmente qui, vicini a noi!!"
Poi l’annuncio della lettura di brani da parte di due "attrici" e volontarie ANDOS "prestate" dalla loro Presidente Sig.ra Maria Antonietta Muzi, anche lei presente per l’occasione.
Una delle due, Luciana Rocconi, era viso già noto alla Casa Protetta, sia quindi agli Ospiti che ai loro famigliari, avendo prestato servizio fino a poco tempo in qualità di OSS, ma che calcasse (o vorrà calcare ??) i polverosi tavolati di un palcoscenico … beh… questa è giunta del tutto nuova.
L’altra "attrice", Elena Fiorani, entrata in scena invece, claudicante in maniera così straziante, quanto veritiera, per un ginocchio malandato, almeno così diceva, da accorgermi di essere passato da fesso solo al momento del finale, quando si è alzata per ricevere i meritati applausi dei presenti, diritta e pimpante. Entrambe avvolte in scialli di lana e coperte sulle gambe, benchè la giornata primaverile non ne facesse sentire la necessità.
La loro è stata un’interpretazione sentita e partecipata, da vere "artiste dilettanti", ma dal piglio "professionistico": ridevano tutti e loro invece, impassibili nella loro recitazione, talmente erano entrate nei loro personaggi.
Ilarità, ma anche momenti toccanti quando si sono ricordati episodi di matrimoni freschi di 22 mesi venuti a cessare perchè la sorte maligna ha fatto mancare uno dei due, colpiti dal male che l’amianto regalò agli operai dell’Italcementi. Oppure quello della ragazza che perse il "fidanzato segreto" diciottenne in guerra e che per tale motivo si vide costretta a portare come lutto una fascia nera anonima attorno ai cappelli, di cui solo lei conosceva la motivazione.
I più orgogliosi di questo successo, e del resto non poteva essere che così, gli Ospiti, fieri del loro lavoro e delle foto che indicavano ai famigliari presenti, sfogliando delicatamente e ripetutamente il volume, quasi che fosse un cimelio.
La canzone di Toto Cotugno "L’Italiano vero" prima, ed in onore dei 150 anni dell’Unità d’Italia, l’ "Inno di Mameli", poi, concludeva il pomeriggio.
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