di Dario Petrolati
In fondo a Via S.Giovanni di Verdara http://www.giovaniemissione.it/index.php?option=content&task=view&id=1056&Itemid=135#gimpadova , sulla sinistra sorge eretta e sola la sede complessa e completa delle Missioni Comboniane di Padova. http://it.wikipedia.org/wiki/Missionari_Comboniani_del_Cuore_di_Ges%C3%B9
http://it.wikipedia.org/wiki/Daniele_Comboni
Una Chiesa sproporzionata coi scalini e parcheggi sempre vuoti.
Porte e semiporte usurate dal tempo poco o nulla curate per una manutenzione che richiederebbe soldi.
Tutto attorno dietro sorgono uffici amministrativi e laboratori dei Comboniani che dalle strade attorno nulla si vede essendo le mura alte ed i cancelli in ferro fatti di lastre arrugginite.
Tutto il complesso interno sempre lucidissimo per il continuo sempre fregare dei giovani ragazzi che si preparano, oltre che pregare sottovoce a bocca chiusa ognuno per suo conto, per le terre lontane ove la pelle scura e la povertà infinita non commuove od ispira conquiste, chè le malattie e la dimenticanza anche di un dio bianco spinge i seguaci del fondatore dell' ordine a portare aiuto sotto qualsiasi forma .
Era questa enorme e vuota chiesa oltre che di poche panche fornita anche di tutta la completa biblioteca composta di libri antichi stampati in lingue e riviste, annate complete, di ogni settore comprese le sportive.
Ora dopo due anni di travasi e lavori questo enorme capitale ha cambiato sede, con camioncini e cooperative ha fatto il giro di Padova, dalla periferia dopo sommarie spolverate e divisioni per settori è arrivato quì da noi, al Centro Studi http://www.centrostudiluccini.it/home/assemblea04.htm , ove con pazienza ed interessi tanti si provvede a catalogare e sistemare in armadioni scorrevoli metallici, sempre a disposizione di chi ha bisogno per conoscere.
Non è stato facile il trasloco e una mattina di un agosto, due anni or sono, di mercoledì chè il giorno e l' ora , otto e trenta, c' è la funzione religiosa che i frati chiamano evento , ed in quel giorno qualche persona del quartiere antico si raduna per orare assieme ai vecchi e bianchi frati che per l' età s' inciampano tra loro convinti ancora d' esser celeri e perfetti nel cerimoniare.
Ero su in alto uno di quei caldi mercoledì, vicino al polveroso organo ormai sfiatato e pieno di libri attorno, quando da sotto giù verso il presumibile altare, come se fosse vuoto eterno e sconfinato, udii straziante e bestiale grido simile a voce di donna ferita.
Un trambusto e rumori cupi come se tuonasse o cadesse un pezzo di chiesa.
Si sentiva vagamente trascinare e urlare e piangere.
Dopo che fui sceso passando per scale a chiocciola polverose notai la carrozzella del ragazzo malato vuota, lui per terra che calciava e dava pugni al pavimento, i genitori-amici e parenti a sollevare il corpo del malato che soffriva anche di epilessia e non solo.
Fermo dietro una colonna vidi ricomporre il corpo sulla carrozzella ed il pregare ancora più furioso, non so quanto fiducioso dei pochissimi presenti .
Attesi in silenzio la fine della messa : in gruppo poi quei fedeli disgraziati ripresero il cammino inverso, sollevarono la carrozzella e fuori delle macchine attesero ben poco eppoi sparirono. Quella giornata di sole agostano mi è rimasta addosso e non ho capito il senso di una preghiera inascoltata e quale strada e quale casa ed ordine celeste, il perchè di tanti dubbi e certezze.
Anche la vita che scontiamo giorno per giorno è composta di fatti ignoti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Daniele_Comboni
Una Chiesa sproporzionata coi scalini e parcheggi sempre vuoti.
Porte e semiporte usurate dal tempo poco o nulla curate per una manutenzione che richiederebbe soldi.
Tutto attorno dietro sorgono uffici amministrativi e laboratori dei Comboniani che dalle strade attorno nulla si vede essendo le mura alte ed i cancelli in ferro fatti di lastre arrugginite.
Tutto il complesso interno sempre lucidissimo per il continuo sempre fregare dei giovani ragazzi che si preparano, oltre che pregare sottovoce a bocca chiusa ognuno per suo conto, per le terre lontane ove la pelle scura e la povertà infinita non commuove od ispira conquiste, chè le malattie e la dimenticanza anche di un dio bianco spinge i seguaci del fondatore dell' ordine a portare aiuto sotto qualsiasi forma .
Era questa enorme e vuota chiesa oltre che di poche panche fornita anche di tutta la completa biblioteca composta di libri antichi stampati in lingue e riviste, annate complete, di ogni settore comprese le sportive.
Ora dopo due anni di travasi e lavori questo enorme capitale ha cambiato sede, con camioncini e cooperative ha fatto il giro di Padova, dalla periferia dopo sommarie spolverate e divisioni per settori è arrivato quì da noi, al Centro Studi http://www.centrostudiluccini.it/home/assemblea04.htm , ove con pazienza ed interessi tanti si provvede a catalogare e sistemare in armadioni scorrevoli metallici, sempre a disposizione di chi ha bisogno per conoscere.
Non è stato facile il trasloco e una mattina di un agosto, due anni or sono, di mercoledì chè il giorno e l' ora , otto e trenta, c' è la funzione religiosa che i frati chiamano evento , ed in quel giorno qualche persona del quartiere antico si raduna per orare assieme ai vecchi e bianchi frati che per l' età s' inciampano tra loro convinti ancora d' esser celeri e perfetti nel cerimoniare.
Ero su in alto uno di quei caldi mercoledì, vicino al polveroso organo ormai sfiatato e pieno di libri attorno, quando da sotto giù verso il presumibile altare, come se fosse vuoto eterno e sconfinato, udii straziante e bestiale grido simile a voce di donna ferita.
Un trambusto e rumori cupi come se tuonasse o cadesse un pezzo di chiesa.
Si sentiva vagamente trascinare e urlare e piangere.
Dopo che fui sceso passando per scale a chiocciola polverose notai la carrozzella del ragazzo malato vuota, lui per terra che calciava e dava pugni al pavimento, i genitori-amici e parenti a sollevare il corpo del malato che soffriva anche di epilessia e non solo.
Fermo dietro una colonna vidi ricomporre il corpo sulla carrozzella ed il pregare ancora più furioso, non so quanto fiducioso dei pochissimi presenti .
Attesi in silenzio la fine della messa : in gruppo poi quei fedeli disgraziati ripresero il cammino inverso, sollevarono la carrozzella e fuori delle macchine attesero ben poco eppoi sparirono. Quella giornata di sole agostano mi è rimasta addosso e non ho capito il senso di una preghiera inascoltata e quale strada e quale casa ed ordine celeste, il perchè di tanti dubbi e certezze.
Anche la vita che scontiamo giorno per giorno è composta di fatti ignoti.
12 commenti:
Ultimamente tocchi argomenti che mi sembrano ritagliati addosso.
Non sono credente, non mi riesce, nemmeno se mi sforzo. Ho un buon rapporto con i bravi religiosi (e ce ne sono), ho letto il vangelo ma non sento il bisogno di trovare spiegazioni a quello che non capisco attraverso la religione. Quando mio figlio, dopo 11 ore dalla sua nascita, era in sala operatoria non ho sentito bisogno di pregare e non l'ho fatto. Nemmeno quando stava per morire o quando, dopo due mesi, ci siamo accorti che non vedeva o quando ha sofferto di epilessia. Sta superando tutto, vista a parte, con una forza inumana. E sono fiero di lui. Comunque vada. Non mi sono mai domandato se e cosa avessi fatto di sbagliato per meritare questo, non ho mai provato invidia o senso di ingiustizia nei confronti di chi ha figli sani, non mi sono mai pentito di averlo voluto e non lo cambierei con nessun'altro. E' andata così, ne usciremo. Ma non credo grazie all'intervento di chissàcchi. Quello che ci serve è dentro di noi. E, forse, nelle mani di qualche medico...
Caro Lorenzo,
dare seguito a questo "commento" non è cosa facile. Sarebbe stato allora più semplice il far finta di nulla e tacere. Ma sarebbe stato da vigliacchi.
C' è anche un altro problema che è quello di cadere nella retorica o nel falso buonismo-pietismo.
Ma questo mio blog, mi sono detto, è ormai divenuto un blog famigliare, siamo in pochi all' interno a leggerci e conoscerci ( e neppure di persona), quindi anche i fatti piacevoli e meno colpiscono non il singolo ma un pò tutti noi più intimi.
Leggevo questa mattina il tuo scritto con mia moglie e devo dirti con tutta onestà, che siamo ricorsi un paio di volte al fazzoletto...
Ma questo mi ha fatto capire questa mattina, che avrò si pochi lettori, ma sicuramente quei pochi sono sinceri e sicuramente più amici che lettori. Da qui la decisione di farmi sentire. Ti confesserò allora, che neppure io sono credente, anzi ti dirò di più, sono completamente agnostico e mi sentirei vigliaccamente falso, se arrivato alla mia età e cominciando ad intravedere la fine di questa vita, mi avvicinassi alla religione. Mi sembrerebbe non di convertirmi ma di ruffianarmi per un posto in Paradiso.
Tu, invece, da come con amore, orgoglio, sopportazione, rassegnazione, raziocinio, sopporti i dolori che questa vita ti ha assegnato, forse, involontariamente, ti trovi ad essere un "credente tuo generis".
Per parlare di questo tuo problema con i toni con cui ne hai parlato, possiedi già quella "Fede" che alcuni cercano e non trovano perchè pensano di trovarla solo sulla preghiera.
Parlavo poc' anzi di tua rassegnazione e raziocinio intendendo per rassegnazione "morale" la tua mancanza di invidia nei confronti dei sani e raziocinio nella "non rassegnazione religiosa" bensì nella fiducia verso quel mondo scientifico che ogni giorno fa passi da gigante.
A questo punto si dovrebbe chiudere con un incoraggiamento, ma tu e la tua famiglia non ne avete bisogno, quello non vi manca.
Permettimi solo nel mio piccolo di dirti affettuosamente che vi sono vicino
Caro Lorenzo,
io sono talmente vigliacco che ho atteso Franco e se non bastasse ho fatto copia del tuo scritto da portare a casa per Olga.
Come se fosse colpa mia o peggio avessi commesso chissà cosa ho provato e non mi passa un sentimento di vergogna del fatto da me descritto che pare quasi abbia indicato a te un avviso a noi che ti siamo amici:ragazzi io sono un uomo speciale ed il vostro dialogare è fatto di aria fritta.
Insomma hai aperto il tuo cuore confidando un aspetto della tua vita famigliare così intimo e pesante che sia ai Giannini che a me è stato come ricevere una sonora sberla.
Io Lorenzo non mi trovo con lo spirito o stato d'animo di dirti parole o frasi che risulterei solo ridicolo e fastidioso anche a me stesso.
Ho pensato per un attimo lunghissimo che certe prove di vita sono concepibili solo da mente cattiva.
Sento, e sentivo già da quello che mi diceva Franco quando mi parlava dell'esperanto giù a Senigallia, ogni volta che scivolava su Lorenzo mi diceva cose belle anche se non particolari,come di persona nella quale riponi fiducia e stima
Ora mi conviene tacere, tanto è il disagio anche perchè il confronto che posso fare con te è talmente inopportuno ed abissale.
Se posso , ma non so a cosa possa servire,gradirei esserti anche più amico,vicino,come se fossimo stati sempre compagni di scuola o di lavoro o parenti.
Insomma Lorenzo: è ingiusto che tu debba sopportare una simile situazione,capirò mai quanto sei lontano ed alto?
Credimi,
dario.
Vi ringrazio per le parole e spero di non avervi fatto sentire troppo tristi, perchè c'è un'altra cosa che non ho mai fatto in questo ultimo anno e mezzo: non ho mai pianto.
Mia moglie si e lo fa ancora.
Allora c'è Alessandro, mio figlio, che ci pensa, perchè se lui sente il singhiozzare, anche fasullo, di qualcuno che piange, comincia a ridere come un pazzo!
Questo è il più grande insegnamento. Non deve vivere in un ambiente di lacrime e rassegnazione, ma deve fare la miglior vita possibile e noi abbiamo il dovere di dargliela, senza passare il tempo a piangerci addosso (e a farci ridere dietro da lui!!).
Però, certo, capisco mia moglie che, in qualche modo deve sfogarsi.
Del resto lei non ha un blog dove scrivere.
Questa volta Lorenzo io digito solamente per trasferirti alcuni pensieri di mia moglie, che senza scendere nei particolari, si è trovata per ben due volte in situazioni non augurabili neppur al peggior nemico.
Sappi, mi dice di dirti, che non ci hai rattristati con il tuo racconto-sfogo, anzi ci hai arrichito perchè le hai fatto comprendere quanto sia piccolo (seppur grande) il suo problema rispetto a quello in cui ti trovi tu in questo momento.
Capisce, da donna, lo stato d' animo di tua moglie che non avrà un blog in cui sfogarsi, ma ha una persona vicino impagabile, che sa infonderle conforto con le parole più appropriate e da nonna (quale desiderebbe essere)in cuor suo sa che il piccolo Alessandro ha dei genitori su cui può e potrà fare sempre un sicuro affidamento.
Quindi ragazzi continuate ad essere grintosi, la speranza non dovrà mai abbandonarvi e mia moglie, da possibile nonna (vista l' età), vi chiede il permesso di inviare un bacione al piccolo Alessandro.
Caro Lorenzo,
come mi ero ripromesso ho portato a casa copia di quanto da te scritto e fatto leggere ad Olga,mia moglie,nonna.Mi aspettavo una reazione non so come e quale ed invece anche stavolta mi ha spiazzato.Da non credente,serenamente non credente ha trovato nella tua una risposta di come si comporta un uomo intelligente , normale che tu non sia ricorso a preghiere o simil cose,e sarebbe bella !! che fosse ricorso a qualcuno qualcosa,riferendosi a te ! mancava solo Giove o qualcuno della mitologia e giù di brutto con le cose e le dee che servono solo come fole,eppoi per quanto riguarda la epilessia ,mi ha fatto presente e ricordato che molti bambini hanno simili reazioni che poi col crescere scompaiono.Per il resto non ricordo che cosa mi ha detto solo che Alessandro è un bambino fortunato ad avere genitori che ragionano e non superstiziosi,lei ,Olga sta sempre con la pistola in mano e mi ha tranquillizzato.Ha trovato normale più che dignitosa la tua confessione, insomma mi ha dato una lezione di come ci si deve comportare nella vita.Sappi Lorenzo che Riccardo,mio nipote di 11 anni ,sino a qualche anno fa è andato avanti a forza di iniezioni chè era affetto da una grave forma di allergia a tanti cibi ed effetti che sono in aria.Mio figlio e la moglie hanno condotto una vita da persone equilibrate insegnando a Riccardo quello che poteva e non poteva toccare e mai le mani in bocca chè ad ogni attacco subito a punzecchiarlo o lei o il papà con le siringhe che sempre ed ovunque si portavano dietro.E di corsa negli ospedali più vicini per ridargli ossigeno,con la massima ragione senza farsi prendere da emozioni o paure sono riusciti nella massima apparente serenità a fare di Riccardo un bambino ora normale come gli altri.E' stata lunga e dura, ed ora mio nipote è un vivacissimo bambino educato e bravo che io non sarei, anzi non sono riuscito a fare altrettanto,Olga mentre si commentava il tuo scritto mi ha sotto sotto quasi rinfacciato di essere un buono a nulla e da uomo(lei)ha spezzato il foglio di carta chè si vedeva essere incazzata(scusa ma era veramente tale il suo stato d'animo)e non faceva che ripetere che la fortuna di Alessandro è avere un padre raziocinante come te.
Pel resto Lorenzo meglio seguirti e prendere esempio da te, io so solo stimarti ed esserti più vicino,se permetti non in formale atteggiamento, ma come uno più grande-troppo,per niente,amico di penna anche .
Auguri al tuo bimbo che è il più importante soggetto di questa rappresentazione, a tua moglie ed a te una stima di cui fartene , cosa?.
dario.
Brave persone non possono che avere brave mogli.
Bacio consegnato, stima ed affetto ricambiati.
Leggo sempre i tuoi post e i commenti dei tuoi amici, io non mi sento all'altezza di fare commenti anche per la poca dimestichezza che ho con il computer, ma una cosa la posso e la voglio confermare: lorenzo è una persona veramente speciale e unica. Noi siamo stati veramente fortunati a conoscerlo!!!
Una che lo conosce da 22 anni.
Sono 25 anni, Fede.
@Fede
Compagni di scuola alle elementari, o quasi !
Si siamo stati fortunati per averlo incontrato e di essercelo fatto amico! Grazie Fede, anche per il tuo seguirci "silenzioso".
prego!! E' un piacere!!
Per l'elenco dei difetti allegherò un apposito file. (dovrei usare l'acronimo pdf, ma ormai c'ho scritto un post contro!)
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