domenica 28 dicembre 2008

MEDICI SENZA NOMI E COGNOMI

di Franco Giannini


E' cosa ormai da tempo risaputa, che la regione Emilia-Romagna è tra le prime regioni italiane in fatto di ricerca e qualità di tutto ciò che ruota intorno all'organizzazione delle strutture socio-sanitarie.
Infatti se ne vedono da tempo i frutti, sia a livello di contribuzioni, che di qualità degli interventi di cui beneficiano gli sfortunati usufruitori.
L' ultimo frutto di questa continua ricerca allo scopo di migliorarsi ancora, viene dalla sperimentazione delle "Porte Aperte" nelle Sale di Rianimazione. Via i camici sterili, le mascherine, via gli orari cronometrati, via le vetrate. Da domani si potrà accedere in qualsiasi orario, senza il limite di una scadenza, si potrà stringere la mano del proprio caro, sempre basandosi sulla consapevolezza del luogo in cui si è e rispettosi delle regole elementari che questo comporta.
"Ma si sa, - dicono i nostri politici locali - l' Emilia-Romagna ha tradizioni di decenni circa il sociale, ecco perchè sono all' avanguardia..." quasi che ciò fosse un peccato, non un qualche cosa da imitare.
Le Marche, più da vicino Senigallia, a partire dal primo di gennaio del 2009, andrà, invece, contro corrente.
Mi spiego meglio. Già da un pò di tempo esistono i CUP (centri unici di prenotazione) per prenotare visite ed esami clinici. Per ciò che riguarda le visite mediche, se non si specifica il nome del medico prescelto per essere visitati e non si paga un ticket, si accetta tacitamente di essere visitati dal medico di turno in quel giorno ed in quella determinata specialità.
Dal primo di gennaio, ciò verrà attuato anche per il reparto di Oncologia della struttura ospedaliera senigalliese.
Quando ho saputo della notizia, logicamente ho chiesto il perchè simile iniziativa già attuata in altri reparti, veniva applicata a questo "particolare reparto" diciamo così a "scoppio ritardato".
Le risposte che ho ricevuto, strappate e smozzicate, più che chiarirmi le idee, mi hanno messo la pulce all' orecchio, tanto che ho voluto vederci chiaro e ho deciso di ritornare sul luogo per saperne qualche cosa di più.
Per una settimana, tutti i pomeriggi, liberi di crederci o meno, mi sono recato nell' ambulatorio, seduto tra i pazienti, per ascoltare le chiacchiere, buttando lì il sassolino delle visite a mezzo CUP e ricevendone in cambio queste impressioni quasi plebiscitarie.
Se qualcuno pensa di aver apportato delle migliorie ai servizi, si sbaglia di gran lunga, perchè i tempi di attesa sono rimasti quelli che tutti conoscono e gli unici ad averci guadagnato sono stati i medici (che ricevono una parte del ticket) e lo stesso Ospedale.
Per gli assistiti, se hanno disponibilità economiche, possono usufruire della possibilità di un' attesa più breve e della scelta del medico di fiducia, se, invece, non hanno le disponibilità devono accettare i tempi di attesa preposti e la "roulette" del medico di turno, che guarda caso, non è mai il primario.
Nel reparto di Oncologia, che funziona in regime di day hospital, la necessità del CUP, sembra però, sia nata da altre cause, oltre a quelle di carattere organizzativo.
Pochi i medici oberati di lavoro, maggiore il numero di quelli impegnati nello svolgimento di ruoli lavorativi di minor impegno e responsabilità.
Ecco che allora hanno pensato, di attuare questa "tombola sanitaria", in modo da far lavorare un pò tutti. Che nel nostro caso suona come un significare di una vile presa di posizione atta ad affossare la meritocrazia di qualcuno in nome di un anonimo appiattimento generale.
Da quel che è emerso, però, resterà una iniziativa stupida, insensibile, inumana, che dimostrerà, ancor maggiormente, il perchè per l' appunto, qualcuno continuerà ad essere pieno di lavoro ed altri resteranno in "lista di attesa".
Eppure non dovrebbe essere difficile, per dei medici, comprendere che le migliori medicine, in un simile reparto, saranno anche le pasticche, la chemio, ma il primo medicamento è indubbiamente l' umanizzazione ed il riconoscimento della dignità della persona sottoposta a tutte quelle terapie che non devo io, certamente descrivere.
Le voci raccolte in questa settimana, mi hanno fatto comprendere, che la guerra dichiarata, non avrà, come del resto tutte le guerre, alcun vincitore, ma solo sconfitti.
Chi ha smosso tutto il marasma, resterà ancora a grattarsi, con una sola contro partita, se questo gli può far piacere, del solo vedere di aver sottoposto questi "particolari" ammalati, ad un ulteriore peso, questa volta anche di natura economica. Si perchè da quello che ho ascoltato dalle loro flebili voci, costoro continueranno a "servirsi", anche se a pagamento, di "colui" che fino a ieri oltre che medicamenti, ha infuso loro coraggio, con il suo modo di fare, con il suo volto umano, sensibile, con le sue parole bonarie, suggerimenti, consigli, incorraggiamenti.
A lui, invece, non resteranno che i solo miseri 10 € circa di parte del ticket, di qualche male informato, la rabbia dell' insucesso, l' amaro in bocca per una invidia professionale.
Del resto tutto questo fa parte del bagaglio culturale e poi professionale che se non lo si ha insito, lo si deve acquistare con tanta forza di volontà nel tempo e se neppure così si riesce a raggiungerla, allora mi dispiace per lui ed ancor più per chi gli dovrà, purtroppo, capitare sotto le mani.
Non essendo persona falsa, mi sia permesso di non fare auguri di Buon Anno a simili pensatori, preferendo passare meglio da ineducato.
Gli auguri vanno, invece, a tutti coloro, che sanno di poterseli meritare.

2 commenti:

www.dariopetrolati.it ha detto...

Caro Franco,
l'impressione che mi ha fatto il tuo servizio è pesante.
Non so che fare e dire solo mi resta la depressa conclusione che se dobbiamo sottostare al volere dei dirigenti sanitari mi manca il fiato.
Mi scompare il desiderio vago di vita e quasi quasi la do vinta a chi vuole essere totale padrone,anche dei miei pensieri, umiliati perduti per cosa poi?
I soldi , sempre e solo quelli ma Cristo come uomo e figlio di un Dio
se tornasse ancora che farebbe?
A quali valori e perchè poi aggrapparsi ancora?
Auguri Franco,
Giuliana e le altre brave poche persone che non conosco.
dario.

Gianluigi ha detto...

E' passato ancora un anno e siamo sul livello delle penose "vicende chirurgia" dello scorso.Che tristezza.
Auguri a noi tutti per il 2009!