domenica 25 gennaio 2009

SENIGALLIA: GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA SI RACCONTANO -2-

Capitolo 2° - L' ACQUA



Ersilia : quando ero piccola, mia mamma non ci poteva accompagnare per andare a fare il bagno al mare. Così, un giorno, io e la mia amica, che eravamo a casa di mia zia, abbiamo saltato dalla finestra per andare al mare senza farci accorgere.

E' stata una cosa tremenda. Siamo atterrate sulla strada sterrata e in quel momento arrivava la locomotiva da Ancona; sentivamo i due fischi che faceva! Abbagliate dal sole ci buttiamo giù dal massicciato: andava come andava! In quel momento arrivò il treno. Mia zia si affacciò da una finestra guardandoci con le mani fra i capelli. Mi sono salvata, non si sa perchè, ma da quella finestra del primo piano io e la mia amica non siamo più scese. Io volevo attraversare la ferrovia come al solito, per andare al mare, invece è arrivata la locomotiva!

Mia zia subito accorse e poi mi disse: " tua madre m'ha dato te sana e io ti riportavo giù in una crinella!" (una cestina).

Michelina : io non potevo andare al mare perchè avevo la pelle delicata e mi facevano subito le vesciche.

Vincenzina : un giorno, quando ero bambina, mentre passeggiavo per il lungomare con una suora e con gli altri bambini, sono scesi da un aeroplano tanti tubetti di dentifricio gratuiti. Era il 1949 e la suora mi disse: "Raccogli Vincenzina, raccogli!"

Ersilia : mio papà, per sfamare la famiglia, andava a pesca. Buttava giù un quadretto di rete e portava a casa il pesce da mangiare per la famiglia. Poi è stato fermato quando è iniziata la guerra.

Michelina : avrò avuto 15 anni e più, quando andavo al mare mi facevo il bagno e poi mi mettevo al sole. Un giorno mi sono scottata tutta la schiena. Allora si faceva un battuto con l'uovo e così me lo hanno messo sulle spalle. E' stato peggio! Dopo mi veniva via tutta la pelle della schiena!

Aldesina : io abitavo a Colleverde e una signora mi aveva insegnato un posto dove si poteva andare al mare senza spendere soldi, ma c'era tutto catrame! Non mi ricordo se ci andavamo con l'autobus o a piedi; una volta si camminava tanto!

Ersilia : io avevo un capanno al mare, l'aveva costruito mio suocero con mio marito, perchè mi stancavo a portare l'attrezzatura dietro quando andavo con mio figlio al Passetto. Prendevo la "Corsetta" vicino al teatro delle Muse (n.d.r.: stazione di Ancona M.ma), era il treno dei bagnanti. Quando ci salivo con i due figli mi mettevo subito a lavorare con i ferri, sferrruzzavo, non perdevo tempo!

Michelina : in più una volta non si cambiavano neanche tanti vestiti, si lavava e si metteva sempre la stessa vesta!

Umberto : io mi ricordo il campanello quando arrivava un ambulante : <> due lire>

Ersilia : i soldi per il tranv non c'erano mai. Da Ancona c'erano le rotaie fino a Falconara, io però risparmiavo se prendevo la "Corsetta". Si chiamava Corsetta perchè il tragitto non era tanto, le panche erano lucide...

Umberto : la Corsetta la prendevi al volo, non te ricordi che dietro c'erano tutti i fioli ?

Ersilia : Certo, nei respingenti, e non pagavano niente. Io portavo il portapranzo e anche il forneletto quando andavo al mare.

Umberto : c'era un posto sotto la statua del Papa (piazza Plebiscito) dove si andava a prendere il pappon, il pranzo. Te, ti presentavi in fila, col piatto nelle mani e ti davano da mangiare.

Aldesina : la fame è brutta!...Mi ricordo che c'era un capanno al mare dove stavano i tedeschi e c'era un vecchio tedesco che al sole si levava i pidocchi.

Stella : Io quando c'erano i tedeschi mi sono nascosta.

Zelinda : Io ho visto buttare le bombe vicino casa e mi ricordo che mi nascondevo. Ho tanti ricordi tristi, però mi ricordo anche che mia madre mi portava al mare e quei momenti erano felici.


Capitolo 3° - IL FUOCO


Ersilia : la contadina, che ci ospitava per far bollire il calderone, accendeva delle matasse perchè la legna scarseggiava. Io andavo a raccoglierla e prendevo anche le ghiande per dar da mangiare ai maiali.

Faustina : un pò di legna per il camino si poteva comprare.

Ersilia : mi ricordo dei camion pieni di legno tagliato, ma erano difficili da trovare.

Michelina : io non avevo il cammino, mi ricordo del metano.... Facevo come le ostetriche, il dottore mi aveva autorizzato, diceva di chiedere a me per essere assistiti. Un giorno mi hanno chiamato, una donna ha partorito due gemelle, urlavano al marito "tua moglie ha figliato, tua moglie ha figliato" lui non sapeva di aspettare due figlie. Poi lei ha avuto un infezione.

Ersilia : dove facevi bollire l' acqua?

Michelina : dietro al letto avevano un asino per forza c'era l'infezione, non bastava far bollire l'acqua sul fuoco per tenere puliti gli asciugamani.

Andavo a farle le punture, le facevo a tutti quelli che avevano bisogno.

Faustina : ora le fanno a noi. Io ho lavorato con mio padre nella terra, come ricamatrice e con mio marito. Abbiamo avuto anche un negozio, vendevamo di tutto: vetro, sapone.

Il sapone lo facevamo noi con il lardo, le cotiche, il grasso e la soda caustica. L'acqua bisognava andarla a prendere nei pozzi, non c'era in casa come non c'era il bagno; il tutto si faceva bollire nel fuoco, poi quando si freddava diventava duro e si tagliava.

Michelina : anche io ho avuto un negozio.

Ersilia : noi a casa non avevamo neanche la luce elettrica, usavamo le candele.

Luciana : anche noi per vedere, la sera accendevamo le candele.

Ersilia (a Luciana): ti ricordi quando si usava la luce a petrolio? ci svegliavamo la mattina con il muso tutto nero! Per cucinare usavamo il caminetto, con i teli facevamo lievitare il pane. La carne era scarsa, noi eravamo fortunati, un'amica macellaia ciregalava un pò di grasso per cucinare.

Arlalda : ora si compra tutto.

Faustina : in casa avevamo un piccolo forno, ci si cucinava molto: crescia, polenta, granturco...venivano anche i vicini.

Arnalda : mamma la polenta la faceva bene, con i resti faceva le cresciole fritte, erano buonissime. Anche la pasta fatta in casa era deliziosa. Da mangiare era buono.

Michelina : da noi la polenta avanzata si arrostiva nella brace.

Irene : piego ancora i tovaglioli per la tavola, come ho sempre fatto a casa. Ho imparato tanto da mia madre, la guardavo e imparavo: a cucinare, a pulire, a rassettare, a fare il pane; preparavamo il cibo e poi lo portavamo al forno per cuocere. Non avevamo il gas come oggi.

Umberto : partivamo con la tavola in spalla e le pagnotte sopra. Ci si arrangiava!

Ersilia : un'altra cosa che mancava erano i riscaldamenti. In cucina si accendeva la stufa che intiepidiva l'ambiente.

Arnalda : Se era freddo ci scaldavamo con il caminetto o la stufa e nelle stanze dove non c'era il fuoco niente caldo.

Luciana : Anche da noi c'era il caminetto e se non eri vicino avevi freddo.

Arnalda : chi si lamenta oggi non ha vissuto ieri.


...continua...


1 commento:

maddeche ha detto...

bello, bravo Franco...