di Franco Giannini
Mamma mia che settimana!!! Siamo passati dall' inaugurazione pre-elettorale di un tappeto di erba sintetica dell'ante campo sportivo di Marzocca, al giuramento del Presidente degli USA. Intervallati da una serie di eventi che ci hanno coinvolto, quanto meno emozionalmente, in pari misura: vedi tra i tanti il caso eclatante del Kakà calcistico, terminato poi come tutti sanno, in una bolla di sapone o peggio ancora in mare di ... per le casse di tutti coloro che si auspicavano ( però solo dopo) che il fattore umano prevalesse su quello economico. Mi ricorda tanto la storiella della volpe e l' uva!! o quello, ancor più emotivo, del cieco entrato nella Casa del Grande Fratello. Io, simile ad un ladro, ho partecipato alla cerimonia, non quella dell'erba sintetica, ma quella del giuramento, incollato su Rai Tre, in qualità di semplice "comparsa", con il volume basso, quasi come se ascoltassi la Radio Londra degli anni di guerra, timoroso di andare contro corrente ai suggerimenti del nostro Lui, impartitici con il solito suo sorriso d'ordinanza che non conosce confini.
Non ho avuto modo di ascoltare i Suoi "proclami", ma immagino che se oggi ci saranno, in quel che differiranno da quelli ufficiali, sarà solo sul numero del pubblico presente: 2 milioni di presenze il dato ufficiale americano, 20 mila appena per quello azzurro. Per il resto sicuramente concorderà in tutto, anzi il discorso, mi sia consentito almeno immaginarmelo, glielo aveva suggerito a brevi linee, in parte proprio Lui, telefonicamente, l' indomani dell'esito delle elezioni americane. Comunque tutt' altra cosa sarà il suo insediamento al Quirinale!! Ho ascoltato il discorso di Obama e nella simultanea, un pò per la traduzione, un pò perchè distratto dalle immagini, avevo perso alcuni passi e la prima sensazione che ne avevo ricevuto era stata quella che si fossero spese tante parole di retorica. Oggi, però leggendolo con calma e ritornando su alcuni punti, mi sono totalmente ricreduto ed mi sono augurato, in cuor mio, che i nostri politici possano accogliere anche essi, certi suggerimenti. Questi mi sono sembrati i migliori passi del discorso di Obama alla Nazione e non solo: "...Che siamo nel mezzo della crisi ora è ben compreso. La nostra nazione è in guerra, contro una rete di vasta portata di violenza e odio. La nostra economia è duramente indebolita, in conseguenza dell'avidità e dell'irresponsabilità di alcuni, ma anche del nostro fallimento collettivo nel compiere scelte dure e preparare la nazione a una nuova era. Case sono andate perdute; posti di lavoro tagliati, attività chiuse. La nostra sanità è troppo costosa, le nostre scuole trascurano troppi; e ogni giorno aggiunge un'ulteriore prova del fatto che i modi in cui usiamo l'energia rafforzano i nostri avversari e minacciano il nostro pianeta." "...Dovunque guardare, c'è lavoro da fare. Lo stato dell'economia chiama all'azione, consistente e rapida, e noi agiremo: non solo per creare nuovi lavori, ma per costruire una nuova base per la crescita. Costruiremo le strade e i ponti, le reti elettriche e le linee digitali che alimentano il nostro commercio e ci tengono legati. Rimetteremo la scienza al suo giusto posto, e useremo le meraviglie della tecnologia per aumentare la qualità della sanità e ridurre i suoi costi. Incanaleremo il sole e il vento e il suolo per alimentare le nostre auto e far funzionare le nostre fabbriche. E trasformeremo le nostre scuole e i college e le università per rispondere alle richieste di una nuova era. Tutto questo possiamo farlo. E tutto questo lo faremo." "....Quello che i cinici non riescono a capire e che il terreno gli è scivolato via: che gli argomenti politici stantii che ci hanno consumato così a lungo non funzionano più. La domanda che poniamo oggi non è se il nostro governo è troppo grande o troppo piccolo, ma se funziona: se aiuta le famiglie a trovare lavoro e uno stipendio decente, cure su cui possono fare affidamento, una pensione dignitosa. Dove la risposta è sì, significa che andiamo avanti. Dove la risposta è no, i programmi finiranno. E quelli di noi che gestiscono i dollari del pubblico devono essere ritenuti responsabili - di spendere saggiamente, di riformare le cattive abitudini, e di condurre le nostre attività alla luce del sole - perché solo allora possiamo ripristinare la fiducia vitale tra un popolo e il suo governo." "...Ricordate che le generazioni precedenti hanno sconfitto fascismo e comunismo non solo con missili e carri armati, ma con solide alleanze e con convinzioni durevoli. Avevano capito che il nostro potere da solo non ci protegge, non ci dà il titolo di fare quello che ci piace. Al contrario, sapevano il nostro potere cresce attraverso il suo uso prudente; la nostra sicurezza promana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dal misto di umiltà e moderazione." "...Siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e indù, e non credenti. Siamo modellati da ogni lingua e cultura, portati da ogni angolo della Terra; e siccome abbiamo provato l'intruglio amaro della guerra civile e delle segregazione, e siamo emersi da quel capitolo buio più forti e più uniti, non possiamo non credere che i vecchi odi un giorno passeranno; che le linee della tribù presto si dissolveranno presto; che mentre il mondo diventa più piccolo, la nostra comune umanità si rivelerà a se stessa; e che l'America deve giocare il suo ruolo inaugurando una nuova era di pace." "...Alla gente delle nazioni povere: ci impegniamo a lavorare al vostro fianco per far prosperare le vostre fattorie e permettere che le acque scorrano pulite; per nutrire i corpi affamati e le menti che hanno fame. E a quelle nazioni come la nostra che godono di una relativa abbondanza, diciamo che non possiamo sopportare più l'indifferenza verso chi soffre al di fuori dei nostri confini; né possiamo consumare le risorse del mondo senza riguardo per gli effetti. Perché il mondo deve cambiare, e noi dobbiamo cambiare con esso." "...Questo è il significato della nostra libertà e del nostro credo: perché gli uomini e le donne e i bambini di ogni razza e di ogni fede possono festeggiare insieme in questa magnifica spianata , e perché un uomo il cui padre meno di sessant'anni fa non sarebbe stato servito in un ristorante ora può stare di fronte a voi per pronunciare un giuramento quasi sacro." Ora, memori della fine che ha fatto il nostrano weltroniano "Yes we can", non ci resta che augurarci che quello americano sia più veritiero e realizzabile. Ma solo il tempo ce ne potrà dare conferma. Intanto, noi, a conferma che ognuno ha ciò che si merita, da oggi, in Italia, sappiamo, grazie ad una lezione di economia comprensibile a tutti, impartitaci dal nostro Lui, che: il nostro calo del PIL non pregiudica nulla!! E se lo dice un Interprete Principale, le comparse dovrebbero solo prenderne nota! Yes (???) we can (???)
1 commento:
Bravo,
come al solito Franco.
Anche tu però -però sei sempre sul chi va là.
Hai timore o meglio ti sei stufato come me di essere gabbato.
Tanti entusiasmi promesse eppoi la realtà appare diversa col tempo.
Li senti sti ragazzi sti giovani parlano di Kennedy, ma tu ricordi come me che se Kennedy fosse vissuto più a lungo non avrebbe fatto la figura che tutti rimpiangono.
Quali colpe e quante ebbe ,le guerre e la morale,oddio mi trovo a fare il moralista,quì si salva solo Pertini.
Allora forse è meglio lasciare la fiducia e l'etrna illusione ai giovani.
Forse stavolta hanno ragione.
Tanto entusiasmo io lo centinello , spero di avere torto e che stavolta è arrivata una persona veramente per bene.
dario.
Posta un commento