lunedì 1 settembre 2008

LA BARBA DEL GUARDIANO


di Dario Petrolati


Tra tutte queste " carte " immerso nei documenti raccolti in una vita di sindacalista ci sono anche giornali foto cartoline manca solo il respiro,le urla della gente, i battimani, le lotte per quelle che allora nel 68 si reputavano conquiste del lavoro - lotte-lotte e sacrifici tanti, immortalati cortei, con gli striscioni ed i tamburi, con gli slogan ritmati contro i padroni, che cambiavano cognomi ma sempre arroganti e padroni alla fine, dopo lunghi sfinimenti e privazioni, immobili restarono.
Con la pioggia, il vento, non importava la rabbia e la giusta causa per le rivendicazioni, prevalevano sempre e se lo sciopero "riusciva" , manco il panino o il caffè ci si ricordava prendere e sino allo sparire tra i portici per ritrovarsi alla fermata dei bus si camminava camminava tra cordoni di poliziotti sempre parati come se fossimo banditi non sbandati lavoratori che rivendicavano il giusto salario da portare a casa.
E la fine della manifestazione sempre piena di bandiere rosse significava conti fatti alla mano 8 ore di paga in meno per arrivare a coprire il costo della vita che sempre precedeva le rivendicazioni per rinnovi contrattuali, che manco l' illusione davano, di aver coperto un fabbisogno impellente sempre chè assieme al mangiare c' erano i libri dei figli che si voleva studiassero, per non finire come noi ; chi studiava allora come oggi è sempre più istruito e la cultura paga sempre anche in apparenza male che vada quando si ha studiato nel parlare ed ascoltare pare un acquisto senza prezzo chè gli astanti portano più rispetto e ci si difende meglio non dicendo parole sbagliate.
Erano anni in cui tutti avevamo in tasca il quotidiano, e se per strada si incontrava il nostro sindacalista anche con la moglie " in borghese " ci si salutava con la parola ormai padrona del lessico corrente "compagno" e pareva di esserci fatta una promessa tacita un'intesa che per sempre avrebbe diviso ed unito il popolo, la gente che in nome di ideali e sacrifici reali ci avrebbe portato a ricostruire il Paese , portato l' Italia tra i così detti grandi.
Ci furono cadute e crescite temporanee come logico fosse ma noi nei sogni non li mettevamo in conto, si pensava sempre andare avanti ed in nome del lavoro arrivare a conquiste anche lucenti ma sempre oneste.
Quando il mondo divenne più piccolo e il padrone cambiò aspetto e linguaggio ci trovammo per terra seduti ad odiare aver paura dei cinesi e dell' Islam, siamo diventati nazionalisti difendiamo volgarmente il nostro recinto che tale non è e vediamo nel volto dello sconosciuto venuto da lontano il nemico da sconfiggere cacciare schiacciare.
I vecchi partiti se ne sono volgarmente andati e noi stiamo ad aspettare le fole o barzellette di una classe politica di cui non basta solo vergognarsi, privi anche della dignità che avremmo dovuto ricordare aspettiamo decisioni che ci passano sopra la testa ignorando la nostra esistenza.
Peccato, l' uomo con la barba grande, il giardiniere raffigurato nel foglio di un vecchio giornale, altri non era che il guardiano del cimitero israelita di Praga, con calma e serietà pensosa raccoglieva le foglie attorno alla stele di Kafka, e dignitosamente non avrebbe subito quanto in questi anni tutti noi stiamo "osservando" e solo di nascosto quando siamo forse sicuri di non essere visti piano brontoliamo contro chi ci comanda.
Foto: Luciano Lama, esempio del vero sindacalista, dopo di lui il nulla !

8 commenti:

LorenzoMan ha detto...

Tra me e Franco ci sono 27 anni, mi pare di ricordare che tu sei più grande di lui, quindi posso dire che potrei essere vostro figlio, la generazione dopo la vostra.
Mai stato nei sindacati e non mi ritengo di sinistra, ma non posso non darvi il merito di avere fatto tanto per la generazione di lavoratori venuta dopo di voi. La mia, appunto.
L'avete fatto costruendo per noi un futuro migliore del vostro presente e del vostro passato, perchè i vostri figli non patissero i vostri stessi patimenti. Ci avete concesso l'istruzione, cibo, benessere.
Noi non siamo stati all'altezza.
Non sappiamo nemmeno educare i nostri figli, ci fanno paura. Diventiamo razzisti perchè non sappiamo far rispettare le regole e, per non essere da meno, non le rispettiamo più nemmeno noi.
Abbiamo creato una società che spesso esclude voi ed una classe politica che quasi sempre esclude noi.
La tua generazione non ha sbagliato se non nel dare troppa fiducia alla mia, che non riesce nemmeno più a sperare di essere capace di lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo.

Franco Giannini ha detto...

Logicamente io, caro Lorenzo parlo per me.
Ma vorrei ringraziarti per le belle parole riservate alla nostra generazione, anche che se devo dirti e riconoscere, che siamo noi quella stessa generazione che evidentemente non è stata capace di rendere la tua, migliore della nostra. Quindi siamo noi gli unici colpevoli.
Anche se devo riconoscere, però, che ci sono diverse eccezioni, di cui tu fai parte, almeno da quanto si può desumere dal tuo modo di pensare, leggendo i tuoi scritti.
L' intelligenza, e la volontà nel volerla adoperare, comunque, non appartiene a nessun colore politico, ma solo all' essere inteso come individuo pensante con la sua sola testa.
L' essere di sinistra o meno, quindi, non significa assolutamente nulla.
Il buono ed il cattivo sta da entrambi i lati, basta allora saper scegliere nei momenti opportuni lasciandosi indicare la giusta via solo dalla nostra materia grigia.
Meglio sbagliare da soli, che farlo seguendo le teste degli altri!

LorenzoMan ha detto...

Grazie, troppo buono.
Diciamo che l'obiettività sta bene dappertutto, specie nel riconoscere i meriti di chi non senti sempre in sintonia col tuo modo di pensare.
Cosa che, nel mio caso, riguarda alla grande anche l'altra parte politica.
Ma forse è proprio l'uscire da questi schemi prefabbricati, come dici tu, il primo passo verso un positivo cambiamento.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Padova 3 settembre 2008


Caro Lorenzo,
sei così onesto e dabbene di anticipare che non sei di sinistra,io e nemmeno Franco te lo avremmo mai chiesto,è questione di onestà Lorenzo e tu lo sai e senti come noi,sinistra-destra non si equivalgono una fu una cosa e l'altra non l'ammetto,anche se ci sono poche dovute eccezioni,dare e cercare che altri non soffrano dividere non esistano sproporzioni
l'uomo non deve prevalere sul suo simile,è la cattolicissima parola di Gesù uomo che dovrebbe sempre prevalere e non mi permetto chè senti e sai pure non piacevole e manco condivisibile quello spettacolo odierno che la Chiesa da.
Tu non sei della così detta altra parte come io ed anche Franco sento non siamo del versante che odia e fa guerra alla così detta destra,nemmeno alla razza odierna padrona ed ignorante.Sai che le teorie politiche hanno sempre generato incompresioni e sangue , essere per bene,espressione stucchevole ma vera.
Io e sento anche Franco abbiamo creduto in ideali che poi altri che credevamo a noi vicini hanno sporcato,ma i sacrifici duri e all'aria in piena luce li abbiamo compiuti nella speranza che poi voi non avreste dovuto soffrire di nuovo.
La storia non è stata maestra di vita,fare il genitore, il marito e lottare con le forze rimaste contro questo bugiardo indescrivibile troppo lungo momento mi fa sperare ancora sino a quando ci saranno persone leali come te,io ad occhi chiusi ti passo il testimone sicuro che farai e penserai oltre che per la tua gene anche per mio nipote Riccardo.
Di te sono sicuro,vai Lorenzo e grazie per le oneste commosse espressioni.
dario.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Padova 3 settembre 2008

Quassù nel veneto laborioso,dove prima conta il denaro eppoi viene la salute,quassù dove fu monetizzata la salute pur sapendo che si moriva al Petrolchimico e nelle varie industrie per acidi ed altri specifici,Nalesso Giovanni anticipò i tempi spiegando ai lavoratori che la vita è una cosa e gli interessi padronali altro.Già negli anni 60 come sindacalista spiegò e riuscì a far cambiare il modo di lavorare.Giovanni Nalesso subì il carcere per attività antifascista,studiò e lavorò sempre mantenendosi al di sopra di ogni sospetto.Ieri mattina alle ore 9 è deceduto per l'inesorabile malattia che si ha paura a nominare.Tutta Padova ,sindacati, lavoratori e classi politiche attuali ora per 2 giorni renderanno onore alla sua salma.
Giovanni ha insegnato la dignità e l'onestà a generazioni di uomini.
dario.

LorenzoMan ha detto...

Un pensiero parte anche da quaggiù...

www.dariopetrolati.it ha detto...

4 settembre 2008 padova



Grazie Lorenzo,
mi stupisci sempre per quanto c'è d'apprendere da persona come te.
Altro che destra - sinistra: essere uomini conta e tu mi doni il piacere di averti per figlio-amico.
dario.

Franco Giannini ha detto...

Le condoglianze personali te le ho fatte ieri, oggi qui, volevo solamente farti sapere che se volessi dedicare un pensiero a Giovanni Nalesso, Presidente Onorario del Centro Studi Luccini, lo spazio, qui, è a tua completa disposizione.