di Dario Petrolati
Pochi cristi si aggirano per strada.
Nemmeno i taxi per le evenienze o necessità probabili.
Ogni giorno attaccati alla radio od abbarbicati al verbo delle tele, aspettiamo le previsioni del tempo come se per pietà o compiacenza arrivassero nuove per farci sperare in una giornata più vivibile.
Si diventa esperti in cartine geografiche dell' Italia che ci viene sbattuta in prospettive non subito famigliari, tra nuvole, mari e nebbie, dapprima si fatica a riconoscere il nostro Paese ed un pezzo d' Europa ancorata.
Siamo noi anziani, la età più debole, che sempre spera e si lamenta poi durante la giornata.
Non è il caldo di per se stesso, ma la così detta "Cappa", che ci fa respirare con fastidio e sudare e cercare un pezzo d'ombra che manco a pagarlo a peso d' oro, si trova e per poco ci fa scomparire il disagio, quasi vergognoso, ci toglie di dosso la maschera di chi quasi supplica una pietà nascosta, senza ottenere alcuna risposta.
Le facciate delle case portano imbullonate tutte quelle enormi macchine giapponesi che dovrebbero rendere l' aria degli interni fresca, adatta ai nostri desideri come se un dio pietoso avesse capito che non è giusto, motivato, infierire così,pro oltre a tutte le altre prove che giorno dopo giorno rendono le nostre giornate troppo colme di perchè senza risposta.
Ci si consiglia di non uscire di casa durante le ore più calde, le così dette "ore a rischio" . Ma anche la mattina presto, quando ancora c' è poca luce, fuori non si trova nè riposo, nè quell' aria appena frescolina che ci faccia recuperare le energie sciupate di notte, sempre sudando o cercando quell'angolo di casa ove ci pare di soffrire meno. Insomma vaghiamo come uccelli senza nido o stranieri in terra ingrata e le preoccupazioni che durante il giorno poi ci assaliranno, cominciano a fare peso e confusione originando tristezza e fiaccando ancor più sia il corpo che la mente non più al nostro servizio.
Poveri cristi e pochi a quest'ora in giro per la città.
Pare che tutti siano andati al mare, a divertirsi, ed allora viene anche il dubbio che sia questione di età, siamo anziani, siamo vecchi, il di più insopportabile da dei calcoli fatti, che qualcuno ha disposto senza informarci, ed ora arriva quello stato di cose che, inebetiti, aspettiamo fermi o muovendoci a caso come automi senza un filo dignità.
Che fare,... dire.
Si spera in un qualcosa di indeterminato che possa far cessare questa faticosa prova, si spera in una pioggia, nel vento che muova magari l' aria, si spera .
Che brutta umiliante situazione, noi sudditi di tutto, allora si entra anche al primo bar aperto e si ordina ( per favore e pagando logicamente) un bicchiere di qualcosa di fresco che ci dia la sensazione bella di un respiro giovane, allegro, che il peggio è passato, insomma la speranza che ancora una volta abbiamo superato un disagio che a parole ci pare anche umiliante descrivere.
Passando sotto i portici, rasentando mura antiche, col fresco della bevuta al bar riacquistiamo quel poco di fiera dignità umana e ricominciamo ad interessarci del prossimo, dei fatti del mondo e forse anche della globalizzazione mista alle tanto detestate Olimpiadi di Pechino.
Chi si alza a quest' ora per andare a lavorare, chi già esce per andare al mercato, comincia a svegliarsi la città ed assieme ci sentiamo più coraggiosi, forse, diventiamo gente.
Quassù a Padova da ieri si aggirano sperduti dei militari, mandati ridicolmente in avanscoperta, dovrebbero servire per proteggerci, infame e tragica bugia, stanno davanti alla stazione e la gente li guarda come se fossero oggetti o stranieri appoggiati per un gioco stupido.
Verrà più tardi il caldo vero che filtra per le nubi spesse e bianche, sono ragazzi mandati in 10 città del nostro Paese che debbono osservare e vedere quando in autunno scoppierà la rabbia della gente che non sopporta più questo andazzo pio e bugiardo della Casta sparsa ovunque.
Intanto noi piccola umanità speriamo in una immediata boccata d' aria fresca.
Nemmeno i taxi per le evenienze o necessità probabili.
Ogni giorno attaccati alla radio od abbarbicati al verbo delle tele, aspettiamo le previsioni del tempo come se per pietà o compiacenza arrivassero nuove per farci sperare in una giornata più vivibile.
Si diventa esperti in cartine geografiche dell' Italia che ci viene sbattuta in prospettive non subito famigliari, tra nuvole, mari e nebbie, dapprima si fatica a riconoscere il nostro Paese ed un pezzo d' Europa ancorata.
Siamo noi anziani, la età più debole, che sempre spera e si lamenta poi durante la giornata.
Non è il caldo di per se stesso, ma la così detta "Cappa", che ci fa respirare con fastidio e sudare e cercare un pezzo d'ombra che manco a pagarlo a peso d' oro, si trova e per poco ci fa scomparire il disagio, quasi vergognoso, ci toglie di dosso la maschera di chi quasi supplica una pietà nascosta, senza ottenere alcuna risposta.
Le facciate delle case portano imbullonate tutte quelle enormi macchine giapponesi che dovrebbero rendere l' aria degli interni fresca, adatta ai nostri desideri come se un dio pietoso avesse capito che non è giusto, motivato, infierire così,pro oltre a tutte le altre prove che giorno dopo giorno rendono le nostre giornate troppo colme di perchè senza risposta.
Ci si consiglia di non uscire di casa durante le ore più calde, le così dette "ore a rischio" . Ma anche la mattina presto, quando ancora c' è poca luce, fuori non si trova nè riposo, nè quell' aria appena frescolina che ci faccia recuperare le energie sciupate di notte, sempre sudando o cercando quell'angolo di casa ove ci pare di soffrire meno. Insomma vaghiamo come uccelli senza nido o stranieri in terra ingrata e le preoccupazioni che durante il giorno poi ci assaliranno, cominciano a fare peso e confusione originando tristezza e fiaccando ancor più sia il corpo che la mente non più al nostro servizio.
Poveri cristi e pochi a quest'ora in giro per la città.
Pare che tutti siano andati al mare, a divertirsi, ed allora viene anche il dubbio che sia questione di età, siamo anziani, siamo vecchi, il di più insopportabile da dei calcoli fatti, che qualcuno ha disposto senza informarci, ed ora arriva quello stato di cose che, inebetiti, aspettiamo fermi o muovendoci a caso come automi senza un filo dignità.
Che fare,... dire.
Si spera in un qualcosa di indeterminato che possa far cessare questa faticosa prova, si spera in una pioggia, nel vento che muova magari l' aria, si spera .
Che brutta umiliante situazione, noi sudditi di tutto, allora si entra anche al primo bar aperto e si ordina ( per favore e pagando logicamente) un bicchiere di qualcosa di fresco che ci dia la sensazione bella di un respiro giovane, allegro, che il peggio è passato, insomma la speranza che ancora una volta abbiamo superato un disagio che a parole ci pare anche umiliante descrivere.
Passando sotto i portici, rasentando mura antiche, col fresco della bevuta al bar riacquistiamo quel poco di fiera dignità umana e ricominciamo ad interessarci del prossimo, dei fatti del mondo e forse anche della globalizzazione mista alle tanto detestate Olimpiadi di Pechino.
Chi si alza a quest' ora per andare a lavorare, chi già esce per andare al mercato, comincia a svegliarsi la città ed assieme ci sentiamo più coraggiosi, forse, diventiamo gente.
Quassù a Padova da ieri si aggirano sperduti dei militari, mandati ridicolmente in avanscoperta, dovrebbero servire per proteggerci, infame e tragica bugia, stanno davanti alla stazione e la gente li guarda come se fossero oggetti o stranieri appoggiati per un gioco stupido.
Verrà più tardi il caldo vero che filtra per le nubi spesse e bianche, sono ragazzi mandati in 10 città del nostro Paese che debbono osservare e vedere quando in autunno scoppierà la rabbia della gente che non sopporta più questo andazzo pio e bugiardo della Casta sparsa ovunque.
Intanto noi piccola umanità speriamo in una immediata boccata d' aria fresca.
5 commenti:
Auffa con st' Afa...ma tu lo sai che il caldo è una cosa e "la percezione" è tutt' altra.
Noi abbiamo si caldo, ma caro Dario, la nostra è percezione di un qualche cosa di più afoso e non certo meteorologicamente parlando.
Fai una prova: prendi una cartina dell' Italia e colora le regioni presidiate dai militari e noterai che quelle senza colore rimarranno quelle dell' Italia centrale e quelle considerate "rosse": Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e isolata come nella vita di tutti i giorni la Basilicata.
Un Italia divisa in due. Che problemi di ordine pubblico in queste regioni, non ve ne siano ? E se non ce ne sono la "Casta" dovrebbe chiedersene allora i perchè ? Militari nelle grandi città : ed allora Bologna e Firenze evidentemente sono da considerarsi piccoli paesi di provincia...con tutti i beni artistici inoltre, che possiedono e da tutelare ?
E a un La Russa che dice che i cittadini onesti non hanno timore delle divise, risponderei che non hanno timore, "gli onesti", neppure delle intercettazioni, eppure....
Allora mi dico, pazienta...dai "posteri autunnali" le ardue risposte...
Franco, la tua "risposta" a La Russa è stupenda! Sintesi del rapporto Stato-cittadino.
Noi dobbiamo subire in silenzio qualunque ingerenza altrimenti siamo disonesti, loro fanno leggi talmente idiote che per loro non valgono (PACS o DICO compresi, visto che per loro esistono dal 1993).
La domanda che mi ponevo oggi è: se un militare mi avvicina e mi chiede i documenti, che devo fare?
Quali militari sono autorizzati? Ma soprattutto, che male hanno fatto Polizia e Carabinieri al centrodestra?
Glieli devi mostrare, purtroppo, perchè hanno ricevuto le stesse credenziali delle altre forze dell' ordine. Anche questo deciso tutto in sordina. Infatti prima si parlava di militari armati solo quelli di guardia ad ambasciate e luoghi strategici (Quali?? le discariche ??). Quelli a passeggio per la città dovevamo essere in divisa ma disarmati. Ecco il perchè in coppia con Polizia e Carabinieri. Lunedì invece sono entrati in servizio con armi corte, come gli addetti ai lavori chiamano le pistole.
Dimenticavo: Molti sono i CC che pendono, silenziosamente, verso sinistra, mentre la PS ha fatto una cosa che non doveva fare: minacciato e promesso di scendere in piazza in autunno.
Il quadro autunnale, se lo osservi bene, non rappresenta certo paesaggi ameni...
Io non credevo le cose precipitassero così nell'indifferenza totale , un'apatia mista a paura ed indifferenza a tante cose,eventi,che schifo.
Mi ferma gente di sinistra e mi chiede date per le feste ( ex.UNITA' ),parla confusamente di Veltroni, logicamente male di Berlusconi eppoi aspettano che dica io cosa penso e che mi sembra di questo e di quello.
Incontro gente dai capelli bianchi sperduta, confusa, delusa chè quest'aria fatta di gas di scarico e raggi di sole indeciso rende patetica ed intristisce.Aspettano alcuni di andare a ballare la sera al fresco dove le vecchie musiche ti riportano indietro negli anni quando lottavi e credevi in un futuro diverso.Ora c'è il lasciare andare , tanto sono tutti gli stessi ed altre magre dolorose ingiuste bugiarde consolazioni.Ma in fondo ciascuno di noi, quelli che non hanno mai rubato per intenderci,sperano piano senza dirlo però che le cose cambieranno,che tutta questa stagione indecorosa crollerà e qualche vecchia parola , ideale ritornerà a darci ragione per non mollare,
mai.
dario
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