Certo che in un paese dove è già difficile risolvere il problema dei rifiuti, figuriamoci quello di decidere che pesci prendere circa le varie strade che si presentano per risolvere il problema energetico.
Una cosa è super certa, dobbiamo dipendere in tutto e per tutto, per quanto concerne qualsiasi tipo di energia, da altri stati.
Non abbiamo il petrolio, non abbiamo il gas, non abbiamo energia atomica, non abbiamo sufficiente energia elettrica, e allo stadio di ricerca o poco più, per quanto riguarda l’ eolico ed il solare-fotovoltaico.
Si ricomincia a parlare, in modo sussurrato, di costruire nuove centrali nucleari, ma in un paese come l’ Italia, tutto viene ponderato con il bilancino dell’ orafo, meno i tempi che la burocrazia fa perdere.
Il tempo di costruzione di una centrale nucleare è di circa 50 mesi, negli altri stati, da noi se ne impiegano ancora di più per discutere se e dove farla o meno, magari anche gli arredamenti da scegliere, l’ onorario dell’ A.D., e sopra tutto il suo orientamento politico, prima ancora che le sue esperienze in materia.
Viene allora da chiedersi perché non si prendano decisioni, perché si tentenni ancora, quando i tempi si fanno sempre maggiormente assillanti, con il petrolio che tende a salire, con i paesi fornitori di questi beni che fanno bello e cattivo tempo. Forse l’ Italia è un paese lungimirante, oltremodo cosciente, ligio all’ osservanza di regole ecologiche che altri non osservano.
Poi cerchi di approfondire la cosa e trovi questi dati:
Dal 1965 al 2005 il numero dei paesi con Centrali Nucleari è passato da 6 a 31
Dal 1965 al 2005 i reattori sono aumentati da 45 a 443
In Francia ci sono una ventina di Centrali nucleari con più di 50 reattori, e se si pensa a cosa accade con l’ incidente di Cernobyl in Ucraina, ben più distante, viene da pensare che il nostro non si tratti di un problema di sicurezza interna. Non si tratta neppure di sicurezza generale, perché ormai da quello che se ne sa, c’ è una corsa alla Centrale Nucleare, in molti paesi (ed alcuni offrono garanzie veramente insufficienti ) che ricorda quella della corsa all’ oro. Quindi anche i problemi ecologici ed ambientali fanno sorridere. Però ti senti orgoglioso, se così fosse, perché appartenente ad una delle poche nazioni che ancora credono in questi ideali ed allora ti fai magari anche paladino di tanti tentennamenti (pardon, riflessioni).
Ma anche qui gratti e trovi solo tanta delusione, rabbia, vergogna, disprezzo.
Ente Nazionale Idrocarburi, fondato nel 1953, nel 1992 diventa SpA, vende parte delle quote azionarie, fino a restare nel 2001 con il 30% del pacchetto ed il controllo sull’ Ente.
L’ Enel ha una storia similare, lo Stato è un punto di riferimento.
Gli italiani in queste due aziende vedono l’ Italia, quell’ Italia che con una mano dispensa ideali ecologici e con l’ altra raccatta i proventi derivanti, fregandosene, dal contrario di quanto falsamente asserito ( http://www.indicius.it/torpore/nostalgia_nucleare.htm ).
L’ Enel che finanzia in Bulgaria la costruzione di una centrale nucleare, che a quel che si dice anche su terreni sismici, un’ altra in Slovacchia con una tecnologia vetusta.
L’ Eni invece andrà in Congo a fare 200 mila vaccinazioni ai bambini in cambio dello sfruttamento delle sabbie bituminose di quel paese, tanto è stato fatto anche in Nigeria, dove è dal 1962, e dove ha operato aiuti sociali per 97 milioni di $ solo dal 1997. Il male è che i benefici, purtroppo, non si riescano ancora ad intravedere !
Fortunatamente non è questa l’ Italia migliore…..
Una cosa è super certa, dobbiamo dipendere in tutto e per tutto, per quanto concerne qualsiasi tipo di energia, da altri stati.
Non abbiamo il petrolio, non abbiamo il gas, non abbiamo energia atomica, non abbiamo sufficiente energia elettrica, e allo stadio di ricerca o poco più, per quanto riguarda l’ eolico ed il solare-fotovoltaico.
Si ricomincia a parlare, in modo sussurrato, di costruire nuove centrali nucleari, ma in un paese come l’ Italia, tutto viene ponderato con il bilancino dell’ orafo, meno i tempi che la burocrazia fa perdere.
Il tempo di costruzione di una centrale nucleare è di circa 50 mesi, negli altri stati, da noi se ne impiegano ancora di più per discutere se e dove farla o meno, magari anche gli arredamenti da scegliere, l’ onorario dell’ A.D., e sopra tutto il suo orientamento politico, prima ancora che le sue esperienze in materia.
Viene allora da chiedersi perché non si prendano decisioni, perché si tentenni ancora, quando i tempi si fanno sempre maggiormente assillanti, con il petrolio che tende a salire, con i paesi fornitori di questi beni che fanno bello e cattivo tempo. Forse l’ Italia è un paese lungimirante, oltremodo cosciente, ligio all’ osservanza di regole ecologiche che altri non osservano.
Poi cerchi di approfondire la cosa e trovi questi dati:
Dal 1965 al 2005 il numero dei paesi con Centrali Nucleari è passato da 6 a 31
Dal 1965 al 2005 i reattori sono aumentati da 45 a 443
In Francia ci sono una ventina di Centrali nucleari con più di 50 reattori, e se si pensa a cosa accade con l’ incidente di Cernobyl in Ucraina, ben più distante, viene da pensare che il nostro non si tratti di un problema di sicurezza interna. Non si tratta neppure di sicurezza generale, perché ormai da quello che se ne sa, c’ è una corsa alla Centrale Nucleare, in molti paesi (ed alcuni offrono garanzie veramente insufficienti ) che ricorda quella della corsa all’ oro. Quindi anche i problemi ecologici ed ambientali fanno sorridere. Però ti senti orgoglioso, se così fosse, perché appartenente ad una delle poche nazioni che ancora credono in questi ideali ed allora ti fai magari anche paladino di tanti tentennamenti (pardon, riflessioni).
Ma anche qui gratti e trovi solo tanta delusione, rabbia, vergogna, disprezzo.
Ente Nazionale Idrocarburi, fondato nel 1953, nel 1992 diventa SpA, vende parte delle quote azionarie, fino a restare nel 2001 con il 30% del pacchetto ed il controllo sull’ Ente.
L’ Enel ha una storia similare, lo Stato è un punto di riferimento.
Gli italiani in queste due aziende vedono l’ Italia, quell’ Italia che con una mano dispensa ideali ecologici e con l’ altra raccatta i proventi derivanti, fregandosene, dal contrario di quanto falsamente asserito ( http://www.indicius.it/torpore/nostalgia_nucleare.htm ).
L’ Enel che finanzia in Bulgaria la costruzione di una centrale nucleare, che a quel che si dice anche su terreni sismici, un’ altra in Slovacchia con una tecnologia vetusta.
L’ Eni invece andrà in Congo a fare 200 mila vaccinazioni ai bambini in cambio dello sfruttamento delle sabbie bituminose di quel paese, tanto è stato fatto anche in Nigeria, dove è dal 1962, e dove ha operato aiuti sociali per 97 milioni di $ solo dal 1997. Il male è che i benefici, purtroppo, non si riescano ancora ad intravedere !
Fortunatamente non è questa l’ Italia migliore…..
1 commento:
Che fare Franco?,
vedo con orgoglio come fossi il Guardiano dell'Universo giustamente ti preoccupi dello sfruttamento insensato che l'uomo,noi?,applica ad ogni angolo del mondo.Si scava si estrae si prova e la natura offesa da tanto incomprensibile gesto cambia sotto i nostri occhi sempre più veloce.Energia gas luce forza motrice cibo-costruito artificialmente sono tutte cose per le quali,Pecei Aurelio ed i suoi adepti,combattè anni ed anni or sono.Dove stà il progresso se l'uomo che ha fame aumenta di giorno in giorno, statistiche alla mano, vedi i servizi di Federico Rampini che ci manda dalla India e dalla Cina sono impressionanti.Sembra di assistere a films di fantascienza per bambini oltre ogni posssibile fantasia l'uomo sta esaurendo ogni fonte di sopravvivenza ed il fine credo non valga l'atto iniquo continuo.La luce del sole non è più quella-l'acqua che sprechiamo sarà la causa prima per un ammazzamento generale-le fonti nucleari non basteranno a cancellare segni di vita chè l'uranio come fonte non basterà oltre 50 anni ancora.Le scorie e le varie scuole di pensiero confondono le menti anche di uomini come Veronesi e Rubbia tra loro in lite per sostenere una o l'altra tesi.Non vogliamo capire, fingiamo?,che ormai siamo troppi e la velocità apparente ci sta portando verso la fine se non ci fermiamo ed adottiamo da subito almeno politiche di risparmio- controllo delle nascite e con onestà totale la si smetta di trattare la terra e l'acqua come cose al nostro servizio, dobbiamo subito rispettare la natura salvare il salvabile e studiare un altro modo di concepire il modo di vivere.
Sembra dietro l'angolo l'inquadrtatura di odissea nello spazio , allora tutti assieme dobbiamo provare chè il mondo è di tutti , non esiste -non deve esistere un padrone,e nell'interesse colletivo in silenzio con umiltà ripuliamo quanto abbiamo sporcato.
Potranno i nostri nipoti avere speranze del nostro impegno?.
Proviamo,
che dici Franco?
un abbraccio ed un augurio reciproco
dario.
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