Seconda ed Ultima Parte
Terminavo la prima parte dicendo che qualcuno arrivò a pensare che....., ma erano forse i soliti...si dice...ma come diceva Andreotti "...a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca !"
Potrebbe essere che....? Ma la mia è solo Fantascienza economico politica...Forse, però...
E' l' anno 2005 quando viene stipulato un accordo di collaborazione tra la Fiat e l’ indiana Tata Group. Un’ industria nata, nella lontana India, in un ancor più lontano 1868, come industria tessile e che via via si è andata modificando ampliando le sue linee merceologiche. Nel 1932 entra nel settore aeronautico, nel 1945 in quello ferroviario, nel 1984 in quello della precisione con la fabbricazione di orologi. Nel 2004 la Tata Motor comincia farsi largo sul settore motoristico con l’ acquisizione della Tata Daewoo Commercial Vehicle, che altro non era che una ex divisione della GM Daewoo veicoli commerciali. Il 07 Febbraio del 2007, la Tata annuncia di aver fatto un accordo con la MDI per realizzare un’ auto i cui movimenti sono affidati ad un motore ad aria compressa ideato dalla casa progettista francese, che a quanto sembra non ha smesso di lavorare e studiare sul progetto presentato alla Eolo Auto Italia.
Non solo ma si rendono pubblici anche le migliorie fatte con l’ apporto di un tipo di accensione mediante una scheda magnetica, nonché la dotazione tecnologica di un telefono GSM viva voce incorporato .
E per come accaduto in terra italiana se ne preannuncia già la possibile data di vendita, in India, indicandola entro il 2008.
Intanto l’ anno 2008 è anche quello della nascita della Tata Nano, un’ auto super economica destinata a mutare il popolo indiano da ciclista ad autista. Visto però il reddito pro capite della maggior parte degli indiani, si è dovuta crearla talmente spartana che il costo sarà attorno ai nostri 1700 €, ma sarà alimentata con normale carburante, con immensa felicità di chi con i carburanti…si è creato immensi capitali e forza politica. Allo stravolgimento delle problematiche legate all’ energia che potrebbe causare sui mercati petroliferi una improvvisa richiesta fatta da centinaia di milioni di nuovi automobilisti, ritengo abbiano pensato in pochi.
Quei pochi che però hanno voluto immediatamente provvedere a riparare al danno creato, concedendo l' autorizzazione a procedere intorno ad un progetto rimasto congelato, che, ora, seppure verrà avanti, sarà super controllato nella sua realizzazione, magari badando bene che non ne vengano troppo accelerati i tempi di esecuzione.
La FIAT fiutando l’ affare, senza correre grandi rischi, si affianca, controlla ed attende.
In Italia si parlò poco di questa vettura mai nata, si disse che il motore era alimentato a “bufala” ma ora comincio a pensare che se il Sig. Tata si è imbarcato in questa impresa, visti i precedenti della sua Industria, non debba essere proprio uno sprovveduto, e la mossa della FIAT, se ce n’ era ancora bisogno lo sta a confermare.
Intanto saranno macchine un po' economiche ed un po’ ecologiche, legate però alla legge commerciale dei grandi numeri: più di 2 miliardi di potenziali acquirenti che consumeranno anche poco ma consumeranno ancora per tanto tempo. Si, perché non va dimenticato il mercato dell’ altro colosso mondiale confinante ed in continua espansione che è la Cina.
Intanto dalle nostre parti, l' Occidente, composto da persone, tecnologicamente preparate, culturalmente all' avanguardia, civilmente vocate alle problematiche ambientali, non "resta altro" che continuare per gli spostamenti cittadini, l' uso di auto con alti consumi di carburante, con motori sempre più spinti, con leggi sempre più restrittive circa le velocità sulle strade (di cui però tutti se ne fregano altamente, perchè così qualcuno"vuole che sia"), instupiditi dal bombardatiamento della pubblicità incessante "che il Grosso (SUV) è bello"......Si, però attenzione, fin che dura....ed ho l' impressione che siamo ormai all' osso: Redditi, Tassa di Bollo, Assicurazioni, Carburanti, Parcheggi, Pedaggi, Multe, Tiket di Ingresso in Città....
Ecco allora, che ci converrà seguire il decorso della EOLO indiana e cominciare a farci sopra un pensierino, anche se io penso che in città, sia meglio l' uso delle due....gambe.
“Se arrivo in finale mi tolgo tutti i piercing”: la scommessa di Anna Lou
Castoldi a Ballando con le Stelle
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La giovane concorrente sta affrontando l'avventura nel dance show con
grinta e determinazione e ha rivelato di aver acquisito maggiore sicurezza
e autost...
51 minuti fa
4 commenti:
Che fine ha fatto Eolo, l'auto ad aria?
Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale e vi arriva grazie alle gentili donazioni di "appiani" e "filippoconc***".
Circolano da moltissimo tempo (alcuni anni) appelli diffusi tramite e-mail che parlano di Eolo, un'auto ad aria compressa che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato automobilistico con il suo sistema di propulsione ultraecologico ma che è misteriosamente scomparsa dalla scena. C'è chi ipotizza complotti da parte di chi non avrebbe interesse a liberarci della dipendenza dal petrolio.
Ecco un esempio di testo di uno di questi appelli. Ho evidenziato in grassetto i concetti salienti.
Notizia del 28 febbraio 2006 - 14:49
L'auto ad aria è... volata via
Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?
di: Ruggine
VIVAMO IN UN MONDO DOVE DEI BASTARDI CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E' IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA QUESTA DEVE DAVVERO FARE IL GIRO DEL MONDO!
Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare, fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.
Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di 110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano. Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.
Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice.
Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.
Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie.
Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita.
Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola, hanno usato Internet per far circolare informazioni.
Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.
Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto. I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.
Oggi si parla, forse della prima metà del 2006...
Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.
La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati. Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio, che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza. Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che "l'informazione" ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo....
invece delle inutili catene di S. Antonio, facciamo girare queste informazioni!!!
LA GENTE DEVE SAPERE!!!!!!!
Link utili (ci sono anche video da scaricare): http://www.eoloenergie.it/html/ita.html
La fonte originale di questa versione dell'appello pro-Eolo è il blog di Ruggine di febbraio 2006, ma non è Ruggine la persona che (come dice l'appello) si è messa in lista d'attesa per acquistare Eolo. Ruggine ha infatto copiato pari pari il testo di un articolo che circola in Rete almeno da giugno 2005 ed è firmato da Marco Pagani. L'originale dell'articolo di Pagani è su Arengario.net. Ecco cos'altro ho trovato con una rapida ricerca in Rete.
Il progetto Eolo è reale: per esempio, CNN riporta un breve articolo datato 23 gennaio 2004, nel quale si cita "l'inventore Guy Negre, che nel sud della Francia afferma di aver sviluppato un'auto che va ad aria" e raggiunge le 70 miglia orarie (circa 112 km/h) e rimanda ad Aircaraccess.com. Negre dichiara nell'articolo di avere oltre 30 brevetti su questa tecnologia. Una ricerca all'Ufficio Brevetti Europeo trova circa un centinaio di brevetti a nome di Negre, molti dei quali riguardano l'uso dell'aria compressa per la propulsione.
Anche il Corriere della Sera ne ha parlato a gennaio 2002, indicando che
"la Eolo Italia ha in programma di avviare in primavera il primo stabilimento, che avrà sede a Rieti e che sarà in grado di produrre circa 8.000 veicoli all'anno. A questo saranno poi affiancate altre nove fabbriche di cui sono già state individuate le località: Carini (Palermo), Candela (Foggia), Tito (Potenza), L'Aquila, Narni (Terni) , San Giorgio di Nogaro (Udine), Broni (Pavia), Ostellato (Ferrara), Ferentino (Frosinone)."
Vi sono inoltre moltissimi siti che parlano del progetto, come EcPlanet, che dichiara per Eolo un'autonomia di "200 km alla media di 60 km/h (oppure 10 ore di utilizzo in città)" e segnala che "La Eolo entrerà in produzione quest'anno (2003) e sarà assemblata a Broni, nell'Oltrepò pavese". Tuttavia l'articolo risale appunto al 2003 e non mi risulta che a Broni sia in corso alcun assemblaggio. Chi è sul posto potrebbe andare a controllare e segnalarmi i risultati della sua indagine in loco.
L'idea, di per sé, teoricamente non è campata... per aria: Secondo Aircaraccess.com, i locomotori ad aria compressa venivano usati ampiamente nelle miniere, luogo dove i gas di scarico dei motori normali sarebbero stati fatali. Tecnologicamente, insomma, non si tratterebbe di un principio basato su una bufala.
Quello che invece è meno chiaro è quanto funzioni davvero la versione di questa tecnologia inventata da Negre. Quattroruote.it è lapidario in un articolo di luglio 2005:
"Da qualche giorno gira via e-mail l'ennesima catena di sant'Antonio. Questa volta non si tratta di un caso-umano, ma della "Eolo" (nella foto), l'auto ecologica spinta da un motore ad aria compressa. Su "Quattroruote" ne abbiamo parlato ampiamente (sui fascicoli di dicembre 2001, aprile 2002 e gennaio 2003), ma il tam tam di questi giorni ha riportato alla luce questo progetto... L'innovativa ed economica "Eolo", voluta dall'ex ingegnere di Formula 1 Guy Negre, ha avuto alcuni problemi legati ai costi di sviluppo dei prototipi: già nel 2002 la MDI (società che avrebbe dovuto produrre la vettura ecologica) aveva speso circa 15 milioni di euro per produrre qualche esemplare-laboratorio e alcuni particolari di ricambio. Ma non solo. Sul fascicolo di "Quattroruote" dell'aprile 2002 c'è una nostra piccola presa di contatto con la "Eolo", su strada: il risultato fu un breve tragitto su un'auto che, non ancora messa a punto, si fermò dopo qualche minuto a causa di una formazione di ghiaccio nel motore..."
Dietro i ritardi di Eolo ci sarebbe, insomma, un problema tecnologico difficile da risolvere: per sua natura, un gas compresso, quando si espande, si raffredda. L'aria fortemente compressa nel "serbatoio" (in realtà una bombola) della Eolo, nel raggiungere il sistema di propulsione, passerebbe da qualche centinaio di atmosfere a un'atmosfera, facendo quindi congelare i tubi di alimentazione. L'umidità comunque presente nell'aria (anche se dessiccata) genererebbe ghiaccio nei tubi, ed Eolo si bloccherebbe in brevissimo tempo. Quindi l'appello sbaglia alla grande quando dice che Eolo non è soggetto a "sollecitazioni termiche o meccaniche".
Dal punto di vista tecnico, quindi, l'estrema compressione proposta dal progetto di Negre sarebbe poco praticabile. Inoltre dal punto di vista commerciale le cose sono molto confuse.
C'è infatti una sorta di gioco al rimpallo: l'articolo di EcPlanet dice che "MDI... ha ceduto la licenza per costruzione e commercializzazione in vari paesi alla Eolo International, che ha girato per l'Italia alla Eolo Italia". Secondo un articolo di Mybestlife.com, datato prima del 2003, l'amministratore delegato di Eolo Italia è (o era) Giuseppe Martellucci.
Alcuni articoli su Eolo portano a Motordeaire.com, che mostra video di prototipi datati 2005, racconta di riunioni di investitori di varie nazioni e nella sua FAQ spiega che "nei paesi nei quali sono state vendute le licenze di fabbricazione, si comincerà a costruire [l'auto] non appena la fabbrica madre in Francia avrà iniziato la produzione". Solo che a quanto pare, la fabbrica madre non ha ancora iniziato questa produzione.
Sembra di capire, dai vari siti ufficiali e non ufficiali, che esista una società, la MDI (Moteur Developpement International), che concede la licenza di fabbricazione a chi è interessato. MDI ha vari siti, il principale dei quali sembra essere Mdi.lu, che si dichiara "unico sito ufficiale delle auto ad aria compressa MDI" (ma ci sono anche il già citato sito spagnolo Motordeaire.com e un sito inglese, TheAirCar.com, che offre una biografia di Guy Negre). Sta poi agli interessati investire i propri capitali per realizzare e vendere Eolo e gli altri veicoli ad aria compressa proposti dalla MDI. Anzi, MDI vende anche fabbriche complete, di cui però mostra soltanto modellini e disegni. Di certo non è esatta l'affermazione dell'appello secondo la quale "da un certo momento in poi non si hanno più notizie".
Secondo le FAQ inglesi di TheAircar.com, "la fabbrica centrale è a Nizza (Francia), dove risiede il nostro presidente e inventore. Tutto viene fatto là e la produzione inizierà a breve. Noi a Barcellona costituiamo l'ufficio vendite principale e il nostro compito è l'espansione commerciale del progetto nel mondo, specificamente in Spagna, Portogallo, America Latina, Regno Unito e Canada". Notate l'assenza dell'Italia.
Secondo Mdi.lu, la fabbrica francese sarebbe per l'esattezza a Carros, vicino a Nizza. L'indirizzo indicato dal sito è 3405-4ème Avenue - BP 547 - F06516 Carros. Ho provato a visitare Carros con Google Earth (43°47'29.40 N 7°12'22.67 E), ma la risoluzione nella zona è insufficiente e non ci sono i nomi delle vie: magari qualche lettore francese è più esperto di me nel reperire cartine della zona e magari anche una foto aggiornata della fabbrica.
E in Italia? Il sito Eoloauto.it citato nell'appello è vuoto; il sito Eoloenergie.it è invece ricco di comunicati stampa e video di presentazioni di un generatore (statico) ad aria compressa, alcune trasmesse anche dal TG1. Delle auto, tuttavia, non si parla, se non per dire che
"La vettura sarà presentata in anteprima mondiale a Roma nel mese di Settembre [ma di quale anno?], per la commercializzazione bisognerà attendere ancora un poco. Ulteriori informazioni verranno aggiunte su questo sito... Il progetto è in fase avanzata, alcuni prototipi di nuove generazioni di motori ulteriormente migliorati sono già installati sulle vetture "TEST", si conta di avviare la produzione di serie appena saranno ultimati i test delle nuove motorizzazioni."
Eoloenergie.it appartiene alla Eolo energie SRL, via Federico Cesi 30, 00193 Roma. Il sito non fornisce alcun recapito telefonico né i nomi dei responsabili, ed è molto strano e poco professionale che un sito aziendale contenga banner pubblicitari forniti da Google. Ho chiesto una presa di contatto a Eoloenergie, ma non ho mai ricevuto risposta.
Esiste anche una Eolo Energie Aquila S.p.A., che il 20 aprile 2005 ha presentato alle autorità a L'Aquila un trattore ad aria compressa basato sulla tecnologia di Negre (come descritto in un documento PDF in francese scaricabile presso Mdi.lu). Il trattore ha fatto un giretto in sala, ma nulla più: non risulta che siano state fatte prove sul campo, per esempio facendo lavorare il trattore per una giornata.
Inoltre il sito della Eolo Energie Aquila è completamente vuoto, a parte la facciata "in costruzione", cosa decisamente strana per un sito aziendale di una SpA. Articoli trovati in Rete ne indicano la sede: viale Crispi 28/A, L’Aquila. Se qualcuno passa da quelle parti, potrebbe dare un'occhiata e scattare una foto della sede, che pubblicherei volentieri.
In sintesi, per ora non sembra esserci alcun complotto per fermare un'invenzione che sarebbe già pronta per la commercializzazione: sembra invece che ci siano, più banalmente, seri problemi tecnici nel passare dall'idea (peraltro non nuova) all'attuazione pratica. A quanto mi risulta, nessuno ha mai visto Eolo viaggiare per più di qualche minuto: siamo quindi ben lontani dalle prestazioni dichiarate.
A questi problemi tecnici si abbina un approccio commerciale piuttosto confuso e fumoso, basato molto sulle promesse ma ben poco sulla sostanza.
Ci sono anche delle complicazioni giudiziarie. Secondo il Giornale Tecnologico del 5/12/2005,
"...i soci della Eolo Auto Italia hanno perso la pazienza, e dopo aver investito circa 6 milioni di euro hanno deciso di far causa alla francese MDI. La società, infatti, si trova costretta a licenziare i suoi 74 operai tenuti per un lunghissimo periodo in cassa integrazione. "Abbiamo dato mandato a uno studio legale di citare la società in tribunale - ha detto Giuseppe Bussotti, presidente e amministratore dimissionario - perché non hanno rispettato il contratto". La causa, ha aggiunto Bussotti, dovrebbe svolgersi in Lussemburgo. Gli operai, ha spiegato Bussotti, "sono sul libro paga della Eolo, ma non sono stati pagati, perché ci sono queste difficoltà. Dobbiamo licenziarli: come possiamo pagare 74 persone senza produrre nulla?”. "Ci sono stati consegnati solo alcuni macchinari - ha detto l'ex presidente Giuseppe Martellucci - ma non le distinte dei pezzi, dunque non si è mai potuto produrre nulla".
..."[Secondo Bussotti, i] tecnici della MDI "non sono mai stati in grado di dirci i veri rendimenti dell'Eolo", cioè di indicare l'effettiva autonomia dell'auto con un "pieno" d'aria. "Non sono un tecnico - ha aggiunto e concluso il presidente - ma secondo me non riescono ancora ad avere rendimenti importanti, non hanno ancora trovato il modo di trasformare e conservare la potenza. Le speranze di poter arrivare a produrre l'auto ci sono ancora, ma siamo onesti: è probabile che non potremo farlo".
Sarei molto lieto di potermi ricredere, ma sulla base dei dati disponibili fin qui, sembra insomma un classico caso di investitori (ed ecologisti in poltrona) abbagliati da un'idea troppo bella per essere vera. Cose che capitano, quando chi investe non chiede consiglio a un tecnico e non pretende di vedere un prototipo funzionante in condizioni realistiche e controllate prima di aprire il portafogli.
Lo so, sarebbe stato molto più emozionante scoprire un complotto delle multinazionali del petrolio, ma purtroppo la realtà è spesso molto più banale delle fantasie degli appelli che circolano in Rete.
Etichette: antibufala
Permalink Pubblicazione iniziale: 20.3.06
Commenti:
Sulla Wayback Machine si possono trovare vecchie versioni di eoloauto.it: effettivamente qualche anno fa veniva pubblicizzata un'automobile ad aria compressa (questa è una versione datata 27 ottobre 2001)
Commento pubblicato da Nicola 20/3/06 22:23
...a suo tempo avevo anche io ricevuto la mail sopracitata, ed avevo visitato anche il sito contenente sia immagini che servizi tele-giornalistici...per il problema tecnico, sinceramente sono perplesso...l'aria compressa in impianti industriali viene normalmente "essiccata" in fase di compressione, quindi è esente da condensa e di conseguenta è difficile che "ghiacci" le tubature...questo può succedere in esterno in fase di decompressione, ma non all'interno...il rischio è di trovarsi blocchi di ghiaccio intorno al motore, ma all'interno se l'aria è correttamente trattata non dovrebbero crearsi inconvenienti. Prendiamo per esempio le turbine degli apparecchi odontotecnici: funzionano anch'esse ad aria compressa, certo non utilizzeranno pressioni di molte atmosfere, ma il gas comunque si decomprime direttamente all'interno della turbina. Per non parlare degli attrezzi utilizzati in meccanica, come flessibili ad alta velocità per tagliare con dischi diamantati e trapani. Certo, le mie parole sono da non addetto ai lavori, ma in fabbrica ho lavorato con compressori di cilindrate molto grandi, e pressioni dell' ordine di decine di bar. Di sicuro ci saranno state problematiche tecniche, ma nulla che la tecnologia presente possano risolvere. Credo invece che disinformazione ed un pizzico di noncuranza siano la causa che determinati progetti vengano esclusi dalla ricerca.
Commento pubblicato da Anonimo 20/3/06 23:00
Mi son decisamente rotto di sentir parlare di eolo strunz...
Eolo auto pij acquistata dalla eolo italia poi fallita con 4 milioni di euro di finanziamento alla casa di Negrè e un processo in corso (purtroppo non ricordo la fonte della notizia...mi pare fosse radio capital)
è una bufala che ogni anno si rinnova.
Ci sono forti pressioni nell'ambito politico soprattutto chi usa i complotti delle multinazionali nel programma politico del partito...il che lascia tutto dire.
Paolo io ti ho mandato una mail pensando non avessi recensito il caso eolo auto...lì c'è un link dove trovi vari spunti di rendimento una trattazione molto a favore della eolo auto e il nome del fondatore del sito di eoloenergie: ovvero Cesare Antonio Palma con la Soci di Bibbiena
role: Hosting Aruba.it
address: P.za Garibaldi, 8
address: 52010 Soci di Bibbiena - Ar -
Vorrei farti notare inoltre oltre alla caratteristica formazione piramidale della MDI in perfetto stile delle società dei dialer anche il fatto che dicono molti che l'utilità di queste corporazioni (che in mail passate ti avevo segnalato essere anche in spagna in germania ecc....un po' come i siti di Meyssan tradotti in + lingue) è quella di promettere tanto, mantenere poco e accaparrarsi i fondi di sovvenzione europea annuali per lo studio di forme alternative al petrolio di energia.
Insomma una truffa per far + soldi possibili sfruttando i soldi facili delle sovvenzioni ed un mancato controllo da parte delle autorità competenti....e son 5 anni che vanno avanti così.
Ma questo andrebbe appurato meglio, magari recandosi a Roma.
Bye bye
PS: anche zeusnews parla di eolo bufale.
Commento pubblicato da mother 21/3/06 08:54
Grazie per avere risposto al mio dubbio, che ti avevo inviato tramite email, Paolo.
Commento pubblicato da miki64 21/3/06 09:45
Ricordo bene pochi anni fa un documentario (forse era un servizio di Superquark) in cui avevano intervistato questo inventore francese e dove avevano girato riprese sia del veicolo in funzione sia dello stabilimento in Francia. Mi piacerebbe a questo punto che si ritrovasse questo servizio (cineteca Rai?) e si potesse rivedere su web, vi assicuro che era istruttivo.
Commento pubblicato da Anonimo 21/3/06 10:02
ricordo anch'io lo stesso servizio trasmesso dalla rai dell'auto ad aria compressa.
(non mi ricordo il nome eolo, ma erano francesi i costruttori).
Commento pubblicato da Anonimo 21/3/06 10:08
http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/folder.srv?id=275
Qui forse potete trovare la puntata di Superquark.
Commento pubblicato da airone76 21/3/06 11:25
Che dire...vedendo l'articolo pensavo veramente ad una notizia plausibile.
Inoltre mi era arrivato da più persone (e non come il classico spam che ti intasa la posta)e ho visitato i Link quindi, da bravo profano, mi sono bevuto il tutto e l'ho strillato ai quattro venti.
Mea culpa.
Comunque è sinceramente un peccato...e rimango dell'idea che l'attuale gestione del mercato del petrolio legittima sospetti di questo genere.
Commento pubblicato da Ruggine 21/3/06 16:41
....e rimango dell'idea che l'attuale gestione del mercato del petrolio legittima sospetti...
Beh, a nessuno interessa l'ecologia: auto insicure e consumone come i suv stanno a dimostrarlo come la diffusione delle auto a gasolio e la fine delle EV1.
Persino i fantomatici verdi si adirano quando si costruiscono centrali rinnovabili (il RUMORE dell' eolico e' un divertente ossimoro) dimenticando che MAI si ha qcosa in cambio di nulla, tantomeno in fisica.
L' insuccesso della EV1 e' esemplare, un' auto elettrica con tutti i comfort, altro che quel' apecar della eolo, con un' accellerazione da GTI. Ovviamente non era gratis.
Contemporaneamente il boom degli autofurgoni finestrati (oggi monovolume) e delle furgonette (alias suv se NON hanno la scritta carabinieri) mezzi PERICOLOSI (NTSA) ed inquinanti ma dal costo superiore.
Oltretutto un triciclo come la eolo fosse alimentato con un banale motore da motocicletta con catalizzatore percorrerebbe 50Km/l senza battere ciglio inquinando pocamente e potrebbe, udite udite, essere alimentato a metano.
E' il pubblico la figura alla quale NON interessa l' ecologia se non come raccontino domenicale.
La eolo, assurdo prototipo di motore, ottempera a questo: non ci credo che un progettista non sappia cosa succede in un motore ghiacciato: dopotutto nelle centrali di distribuzione del metano il salto di pressione viene usato da delle turbine.... che hanno non pochi problemi nonostante di umidita' non ce ne sia...
Claudio
purtroppo non credo nella onestà umana e nemmeno nelle pale eoliche od altro.
Le guerre le ricerche ed i troppi grandi interessi portano l'universo verso la inevitabile fine.
Così come c'è stato un principio tutto si esaurirà, possiamo solo ritardare la scomparsa dell'avvento chè come avvenne l'inizio verrà una fine logica.
dario.
Grazie Gherardo per l' intervento, anche se vedo che hai "studiato" sugli stessi libri dove ho "studiato" io.
Ma il mio dubbio resta tale! Possibile che anche TATA e FIAT siano tanto ingenui come lo sono stati EOLO AUTO, o sotto c' è qualche cosa di altro ?
Grazie anche a te Dario per il tuo contributo.
Forse, anzi sicuramente, sarà come tu dici. Ritengo però che sia doveroso per l' umanità, opporsi agli eventi che ci precipitano addosso, se non altro per ritardare l' ultimo degli eventi.
Arrendersi a priori è un atto di viltà verso noi stessi e i nostri posteri...non credi?
Ad entrambi un amichevole saluto.
Franco Giannini
Certo che per seguire questo blog tocca studiare! :-)
Comunque non c'è bisogno di ulteriore conferma del fatto che siamo in mano alle lobby.
Appena qualcuno riesce ad avere l'esclusiva dello sfruttamento di aria, acqua, idrogeno o mais la tecnologia salta fuori.
E nessuno ti regala niente...
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