giovedì 24 luglio 2008

ANCORA ESTATE.


di Dario Petrolati


Pare sia estate.
Almeno sul calendario, segna la fine quasi del mese di luglio.
Eppure mi pare non sia passata, venuta quella stagione assordante giovane allegra.
Dipende dal cielo a volte colorato male, quasi per dispetto da pittore della domenica o dalle meste novità che giungono di traverso dai mezzi di comunicazione, che in una parola estranea accorpiamo e pronunciamo ognuno a modo nostro.
Deriva dal latino, ha origine anglofona, comunque sia "mass-media" non mi piace ha l'impressione di un falso colto barbarismo e a forza di pronunciare parole-espressioni nuove, finisce che ci scordiamo il bellissimo "CIAO !" anche se pare derivi, venga dall' altra sponda dell' Adriatico, ed abbia ancora catene silenziose per far capire udire lo strascico dei servi catturati e resi schiavi quando la "Serenissima" comandava e rubava a destra ed a manca portando ori e riti nell' isole qua davanti, rendendo la città unica, fatta di cultura che aveva per bandiera un leone alato reggente un libro semiaperto ove le scritte latine Pax et Bellum sfidavano fedi e preghiere di gente anche dalla pelle scura.
Ci voleva Napoleone, finalmente per togliere tanto orgoglio e far prevalere la laica ragione su religioni sanguinarie che in nome di un non creduto dio era permesso rubare e giudicare infedele chi la pensava in altro modo.
Molto rimane ancora però dell' antico ricordo, quando l' Oriente misto all' Occidente produceva arricchiva e depredava creando modi di vivere ineguali con ricchi signori-ricchissimi e dame-cortigiane che con furbizia, arte e bellezza facevan moda e leggi convincendo con l' odore del corpo l' antico guerriero che nulla spaventava ma si asserviva al pensiero di donne anche intelligenti che doppiamente operavano passando di letto in letto.
Saltavano teste, si usava la cipria piuttosto che l'acqua, ed invece di assorbire l'esempio delle antiche civiltà orientali che avevano il culto dell' acqua che sempre scorreva e creava musica e rendeva i corpi sempre puliti davvero, non falsamente profumati e colmi di pulci, ridevano e comandavano, era l' eterno inganno.
Furono anni in cui chi sapeva leggere anche e scrivere, la raccontava come più faceva comodo, la religione dominante permetteva accumulare ricchezze in nome di Dio, e litigando sotto sotto le famiglie facevano carriera sino a mandare a Roma il preferito figlio che diventava Papa-cardinale e che se si innamorava generava figli e figlie spargendo corti e parentele dove si stava meglio e la gente aspettava ordini per sempre ubbidire.
Corti ovunque imparentate che non facevano scandalo, solo i propri comodi,allargando il potere spirituale a quello temporale e chi non ubbidiva finiva male in ogni senso.
C' era l' aldilà eppure l' aldiquà, bastava ubbidire e pagare.
Le caste di quei tempi avevano cognomi che poi finirono su libri e fecero storia.
Le stagioni della vita erano concepite ed organizzate secondo il potere, si viveva, lavorava, pregava, ubbidiva, sempre ai voleri delle divise che ornate di ori e ricchezze predicavano umiltà per avere diritto alla pace eterna.
Quassù, da queste parti il seme è rimasto e la gente non so se quello che fa altro non è che il ricordo o il sangue ormai mescolato a tutte le calate dei barbari poi produce effetti che paion fuori stagione, a loro sembra stia bene così.
Tutti si sentono padroni della propria terra, la Regione spetta di diritto quasi divino, non si discute, anzi si litiga se un italiano, magari di Matera, vuole aver diritti pari agli altri abitanti.
Questo anche è il Nord-Est, ove il miracolo economico gestisce forse, pure le stagioni dell' anno.

2 commenti:

Franco Giannini ha detto...

Sei riuscito a creare un bel mix di sacro e profano, di storia e di arte, di vecchio e di nuovo. E come posso constatare purtroppo, tutto muta ma per lasciare poi il tutto invariato, perchè questa è del resto la volontà di quei pochi esseri disumani che con un potere prodotto e controllato con le loro ricchezze, riescono a (mal)-governare facilmente, quel "gregge" di un' umanità ormai assoggettata masochisticamente a farsi passivamente pascolare.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Io vorrei,
anzi no ,
desidero che ogni persona che respira sia da queste parti che laggiù,avesse le stesse possibilità , il diritto ed il dovere sempre stesso.
I confini delle Regioni, solo folclore e non barriere desiderate,se siamo nazione unica e non espressione geografica,il male ed il bene divisi in parti possibilmente simili, se non proprio a seconda delle esigenze,utopia?,le stagioni della vita ed il sentirci uniti,diversi dalle mafie e lontani dagli interessi privati,assieme dobbiamo superare questo momento e tornare a dividere il periodo dell'anno come si faceva una volta , prima di prendere, dare, sotto una bandiera unica ed imitare chi ci dona esempi positivi.Fare e regalare stagioni solari per i giovani da subito.
dario.