domenica 6 luglio 2008

QUANDO VERRANNO GARANTITE LE GARANZIE ?


di Franco Giannini


Moltissime oggi sono le aziende "Certificate", senza le quali certificazioni difficilmente otterrebbero quegli appalti e commesse che ne richiedono l' attestato (cioè quasi tutte). Dicono che questi fogli di carta finta pergamena, pieni di timbri, articoli di legge, firme illeggibili ed ancor più di pregio se redatti in Inglese, tutelino i consumatori sulla qualità del prodotto.

Bugia. Questo potrebbe risultare vero se l' azienda producesse tutto al suo interno, ma molto meno quando delega alla produzione dei suoi articoli, altri produttori (sub-appalto) che non hanno le attestazioni richieste e la produzione subappaltata, viene solamente controllata non logicamente in toto ma con casualità. Inoltre più facili sarebbero i controlli se il subappaltatore ha la sua logistica vicino alla ditta firmataria, molto meno se l' ubicazione è posta in capo al mondo, un esempio a caso, in Cina.
Vigliaccamente non farò il nome dell' azienda produttrice ne tanto meno del supermercato dove ho effettuato l' acquisto, per ovvi motivi (buono si, ma non stupido): ti rompono...i timpani finché non comperi, poi una volta fatto l' acquisto e soprattutto una volta pagato, tutti si scordano dei loro obblighi e si rimpallano le responsabilità.
C' è si una garanzia che dovrebbe tutelare il cliente per due anni, è vero però che se trovi delle difficoltà, dovresti affidarti ad un legale, impostare un causa, e solo considerando i tempi e le spese processuali occorrenti ti accorgi che l' hai perduta per questi motivi ancor prima di iniziarla.
Acquisto una macchina da "caffè espresso" di una nota azienda, spesa 50 € perchè super scontata, garanzia allegata di 2 anni (con un sacco di scritte microscopiche di ciò che non rientra nella copertura della garanzia) e con la scritta prodotto in Cina per conto di....
Caffè ottimi, quasi quanto quelli che consuma giornalmente Petrolati alla Wiennese (il rinomato caffè-pasticceria di Padova), solo che dopo neppure un mese, si verifica un inconveniente. Perdita del caffè dal blocco nel momento della massima pressione. Sicuramente una rottura della guarnizione. Nulla di strano, può accadere, un pezzo difettoso.
Imballo tutto, porto la macchina al supermercato, spiego il guasto, mi rilasciano un foglio dicendomi che provvederanno ad inviarlo all' officina autorizzata e che mi faranno sapere.
Passano 25-30 gg. che mi arriva la telefonata che la macchina è stata riparata e che posso andarla a ritirare. La vado a prendere, e mi pregusto finalmente un buon caffè, ma quando la rimetto in funzione ecco che si ripresenta lo stesso difetto. Ora sarò costretto a ripetere tutta la stessa storia, con le stesse perdite di tempo, che nessuna garanzia tutela, con nessuna azienda che ti chiede scusa per il disturbo, con un prezzo che oggi dubito anche sia scontato. Il fatto che l' inconveniente si sia ripetuto al primo nuovo caffè dimostra, la mancanza di professionalità di chi ha eseguito la riparazione, il mancato controllo dopo l'aggiustamento, l' inadeguatezza del servizio qualità e del servizio clienti. Allora mi chiedo, alla luce di questi fatti, se questo è il risultato delle "certificazioni" (che costano tantissimo sia per il rilascio che per la burocrazia che le stesse richiedono come documentazione e personale) che fanno lievitare i costi, perchè allora rinunciare ad essere tutelato, pagare il prodotto una miseria, ricevere in cambio consapevolmente una "ciofeca", ma almeno favorire chi lavora realmente e non chi fa di spudorato sfruttamento, speculazione per guadagni senza una stilla di sudore.
Facili le campagne contro il lavoro minorile a suon di spot, e poi la concessione di commesse ai stessi datori di lavoro di quei bimbi, facendo finta di nulla sapere.
Basterebbe una semplice legge che abolisse passaggi di qualsiasi tipo, obbligando chi assume la commessa di portarla a termine in modo totale e rendendosene responsabile in prima persona. Ma chi è quell' oste che farebbe una legge che obbligasse a non mettere l' acqua nel suo vino ??
Insomma un barbiere, non dovrebbe essere autorizzato ad insaponare la barba a Reggio Calabria, operare la rasatura a Shanghai affidandone poi il tocco di classe con una frizione griffata da un coiffeur di Via Montenapoleone a Milano.

3 commenti:

www.dariopetrolati.it ha detto...

Eh si caro Franco, così stanno le cose.
Arroganti bugie pagate a caro prezzo.
Un bluff.
Dovremmo credere sentirci tutelati ma da chi perchè?
Franco ma ti rendi conto o no che il nostro potere contrattuale non esiste più?
Passivamente o accetti quello che ti fanno pagare caro , brotoli,ma tutto lì , non dobbiamo disturbare, ci siamo solo se serviamo a fare numero.
dario

www.dariopetrolati.it ha detto...

scusami Franco,ma come al solito commetto nella fretta nervosismo errori di battuta,intendevo Brontoli,e non l'insignificante brotoli.
Giustamente brontoli e peggio dovremmo fare, niente più deleghe ai pavidi.
un abbraccio dal tuo amico,
dario

www.dariopetrolati.it ha detto...

Permettimi, vista l'amicizia,di buttarla un pò sul ridere?,mica tanto,eh .caro Franco tutto va bene ed hai ragione, ma la Wiennese il caffè è caffè e manco al Pedrocchi si sognano o sognerebbero un tale caffè.Allora facciamo una cosa, a parte la bidonata che ti hanno rifilato,quandi ci vedremo a Padova,io,te e Giuliana ,andremo alla Wiennese ed allora solo allora saprai che cosa significa bere un caffè.
Auguri e non stare ad arrabbiarti col terzo mondo.
dario